Chianti Classico 2015 di San Giusto a Rentennanno
Sangiovese con saldo di Canaiolo
Cemento poi invecchiamento in botti di media grandezza e sosta in bottiglia.
Con l’avanzo di Peposo del pranzo della domenica stappo per il pranzo del lunedì questo Chianti Classico 2015 di Gaiole per ripassare le ragioni della giustezza dell’abbinamento per tradizione.
Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.
Credo sia per la sua tempra, per la vigoria della sua componente acida che in vini come questo non lasciano spazio a compromessi. Più che un vino che ammalia è un vino che ridesta, che scuote, vivifica, un vino corroborante. Chi cerca l’accomodante in questa bottiglia non lo trova.
Rubino vivo di media intensità, ha un afflato floreale che è una presentazione perfetta. Poi seguono sentori di marasca, lavanda, mirto e sottobosco. Pulito e penetrante.
Vino di buon corpo con tannini maturi. Il centrobocca ha volume, l’acidità è omogenea, duratura e sferzante. Lunga coda gustativa balsamica.
Rispetto ad altri 2015 che l’annata ha reso un po’ troppo muscolosi, il clima di Gaiole ne ha fatto un Chianti Classico quasi perfetto. Quello che l’amante del Chianti Classico spera di stappare.
Scrittore/poeta disorganico, coltivatore principiante, cuoco discontinuo, sommelier agli inizi, movimentatore di poponi, giovane padre.