Mangiare, Ristoranti/Trattorie

Agriturismo Mas del Saro a Sant’Orsola, sopra Pergine Valsugana nella Valle dei Mocheni (Trento)

Il Benestare – a tavola con L’Enonauta #3 – Agriturismo Mas del Saro a Sant’Orsola – Pergine Valsugana (Trento)

A Mas Del Saro si arriva da Pergine Valsugana percorrendo prima la strada che conduce a Sant’Orsola e poi la provinciale che porta a Baselga di Pinè, sulla quale dopo 5/6 curve si svolta a destra in una strada che finisce proprio di fronte al Maso. Non lo si può trovare casualmente, ma si deve voler arrivare. Un’impresa non impossibile comunque.

Si notano subito l’orto con la sua serra e il cavolo nero che in effetti poi dopo abbiamo assaporato, una pergola con tavolo che è quello dove si può mangiare in estate quando il clima lo consente, e deve essere un bello stare a tavola, le arnie, la porta che conduce alla sala del ristorante. Che è stato scelto da Giulia, la mia compagna, individuato seguendo indicazioni che raccontano di un luogo speciale, pacifico, animato da persone radicalmente appassionate e dedite al proprio lavoro. Un impegno fatto di accoglienza, restituzione/testimonianza della vita di montagna, cucina stagionale autentica con ingredienti di propria produzione, incontro. Ciò di cui ha bisogno una famiglia dopo una lunga giornata passata tra lo sfavillante circo del Merano Wine Festival (il babbo, cioè chi scrive) e le Terme di Merano (il resto della famiglia e poi anche il babbo) e prima del ritorno a casa.

Agriturismo Mas del Saro
Agriturismo Mas del Saro

Ciò che abbiamo trovato è esattamente quello che nei racconti ci aveva persuaso ad andare.

Agriturismo Mas del Saro

Vea, cuoca ed esperta panificatrice, e Dario, appassionato di montagna e di vino nonché Bauer del Maso, sono ospiti partecipi e discreti nel guidare attraverso il percorso proposto che, fatto di piatti dai sapori che definire semplici è forse riduttivo e che quindi potrei definire “accuratamente semplici” e soprattutto netti, al gusto risulta integralmente, dal piatto d’apertura al liquore artigianale al Pino Mugo, un inno alla veridicità degli ingredienti e alla creatività di una cucina non povera, ma volutamente afferente a una tradizione di cui certo l’abbondanza non era protagonista.

Agriturismo Mas del Saro

Il menù comprendeva dunque Pinsotti con speck e lardo di aziende limitrofe e cavolo cappuccio “vivo” condito con aceto di mele, una zuppa di cavolo nero e fagioli davvero saporita che tradisce una parte di toscanità, il bottone ripieno di faraona in brodo di verdure e levistico che è rigoroso, scioglievole e delicato, il crumble di grano saraceno con verdure e maiale che mixa sapori e consistenze con leggerezza e naturalezza. Completa la proposta una selezione di Vini territoriale ed orientata alla qualità con prezzi equi. Così come equo trovo il prezzo del menu con in più il non diffusissimo merito della chiarezza. Memorabile al momento del digestivo, anche se col mangiare non c’entra niente, il cambio repentino di luminosità dovuto alla scomparsa del sole dietro il poggio che fiancheggia il Maso.

Vea e Dario di Mas del Saro
Vea e Dario di Mas del Saro
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Bottiglie, Degustazioni

Pinot Nero 2016 – Dalzocchio

Pinot Nero 2016

Dalzocchio

Vigneti delle Dolomiti IGT

Dalle colline a nordest di Rovereto uno tra i più considerati tra i Pinot Nero italiani bevuto nel più orrendo dei bicchieri, l’unico disponibile sul momento, dimostrazione che si può godere della bontà di un vino in qualunque contenitore. Vino per chi pensa che in Italia si possano fare e bere ottimi pinot nero. Quelli che pensano che non si possa e finiscono sempre nel paragone con la Borgogna fanno meglio a bere solo la Borgogna. Il Pinot Nero 2016 di Elisabetta Dalzocchio.

Questo 2016 rinverdisce il ricordo della prima bottiglia che mi fece interessare all’azienda di Elisabetta Dalzocchio.

Fermentazione con lieviti indigeni in tino aperto a seguire 18 mesi in legno. Chiaro e luminoso il colore, al naso è lineare e nitido, fragolina di bosco, arancia, bitter (ovvero erbe aromatiche), vagamente boisee.

Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza, energia da vendere, fresco e tannico, non lo si può apprezzare al momento per l’equilibrio, ma lo si può apprezzare per la presenza, per l’intensità e la lunghezza, per il sospetto che tra qualche anno, anche se tutte le volte che mi ritrovo a pronunciare queste parole finisco per fare gli scongiuri, potrà dare grandi soddisfazioni a chi ne avrà messa da parte qualche bottiglia.

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

Pinot Nero 2016 – Dalzocchio Vigneti delle Dolomiti IGT

From the hills north-east of Rovereto, one of the most considered Italian Pinot Noirs drunk in the most hideous of glasses, the only one available at the moment, proof that you can enjoy the goodness of a wine in any container. Wine for those who think that excellent pinot noir can be made and drunk in Italy. Those who think it can’t be done and always end up comparing it to Burgundy are better off drinking only Burgundy. Elisabetta Dalzocchio’s Pinot Noir 2016.

This 2016 revives the memory of the first bottle that made me interested in Elisabetta Dalzocchio’s company.

Fermentation with indigenous yeasts in open vats followed by 18 months in wood. The color is clear and bright, the nose is linear and clear, wild strawberry, orange, bitter (i.e. aromatic herbs), vaguely woody.

A wine appreciable in its young exuberance, energy to spare, fresh and tannic, it cannot be appreciated at the moment for its balance, but it can be appreciated for its presence, for its intensity and length, for the suspicion that in a few year, even if every time I find myself saying these words I end up begging, it will be able to give great satisfaction to those who have saved a few bottles.

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

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Bottiglie, Degustazioni

Granato 2013 – Elisabetta Foradori

Teroldego? No, grazie. È quello che ho risposto di frequente di fronte alle carte dei vini trentini. Troppo grosso, potente, esplosivo, saporito e profumato. Spesso alterato dal legno, molto alcolico e sospinto sempre più verso dimensioni muscolari e orizzontali. Il Granato 2013 di Elisabetta Foradori, non a caso soprannominata la regina del Teroldego, è tutta un’altra cosa. Soli quattro ettari suddivisi per tre parcelle, terreno alluvionale ghiaioso-ciottoloso, fermentazione in grandi tini aperti, poi 15 mesi di botte. Regime rigorosamente biodinamico dalla metà degli anni ’80.

Il colore è un rosso rubino scurissimo e impenetrabile. Naso abbastanza intenso e molto complesso che approccia in apertura i frutti a bacca rossa maturi, amarena sotto spirito, spezie, cuoio giovane e una folata di balsamico-mentolato finale.

Il grandissimo equilibrio che contraddistingue questo vino, si fa sentire al primo sorso. L’attacco è morbido, fluido, freschissimo ed il finale, non molto lungo, è minerale e sapido. Tannino sottilissimo e levigato, l’alcolicità piuttosto bassa per il vitigno (12.5%) trattiene forse un pò le redini del suo potenziale di espressione nel finale.

Il Granato 2013 è un vino pronto, buonissimo e dotato di grande bevibilità (anche se potrebbe restare in cantina ancora per diverso tempo). Alla cieca è un vino che metterebbe in difficoltà moltissime persone. Il colore ricorda infatti un bellissimo Bordeaux, mentre al palato la sua leggiadria, eleganza e l’equilibrio (quasi) perfetto, ricorda un Borgogna con non troppi anni sulle spalle.

Elisabetta Foradori è una donna molto elegante, colta e determinata. La sua azienda, che ho visitato nel 2017, è molto bella, accogliente e racconta di vini artigianali allo stato puro, storie di persone, terra e vite.

L’unico neo di questo vino, a mio avviso, è il prezzo. La fascia di collocamento é troppo alta almeno di una categoria e questo fattore potrebbe giocare brutti scherzi a livello di aspettative. Per questo non posso dire che il rapporto qualità prezzo sia una delle sue migliori prerogative.

Da provare con carré di agnello, funghi e patate al forno.

Enonauta/Degustazione di Vino #152 - review -  Granato 2013 - Elisabetta Foradori | Un simbolo della viticoltura trentina e biodinamica
Enonauta/Degustazione di Vino #152 - review -  Granato 2013 - Elisabetta Foradori | Un simbolo della viticoltura trentina e biodinamica

Granato 2013 – Elisabetta Foradori

Teroldego? No thank you. This is what I have frequently answered when faced with Trentino wine lists. Too big, powerful, explosive, tasty and fragrant. Often altered by wood, very alcoholic and increasingly pushed towards muscular and horizontal dimensions. The Granato 2013 by Elisabetta Foradori, not surprisingly nicknamed the queen of Teroldego, is something else entirely. Only four hectares divided into three parcels, gravelly-pebbly alluvial soil, fermentation in large open vats, then 15 months in barrel. Strictly biodynamic regime since the mid-1980s.

The color is a very dark and impenetrable ruby ​​red. Quite intense and very complex nose which approaches ripe red berries in the opening, black cherry in alcohol, spices, young leather and a final gust of balsamic-menthol.

The great balance that distinguishes this wine is felt at the first sip. The attack is soft, fluid, very fresh and the finish, not very long, is mineral and savory. Very thin and smooth tannin, the rather low alcohol content for the grape variety (12.5%) perhaps holds back the reins of its potential for expression a little in the finish.

The 2013 Granato is a ready-made wine, very good and highly drinkable (even if it could remain in the cellar for some time yet). Blindly it is a wine that would put many people in difficulty. The color is in fact reminiscent of a beautiful Bordeaux, while on the palate its gracefulness, elegance and (almost) perfect balance are reminiscent of a Burgundy with not too many years behind it.

Elisabetta Foradori is a very elegant, cultured and determined woman. His company, which I visited in 2017, is very beautiful, welcoming and tells of pure artisanal wines, stories of people, land and lives.

The only flaw about this wine, in my opinion, is the price. The placement range is too high by at least one category and this factor could play tricks on expectations. For this reason I cannot say that the quality/price ratio is one of its best prerogatives.

Try it with rack of lamb, mushrooms and baked potatoes.

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Bottiglie, Degustazioni

Riesling Vigna di Cancòr 2015 – Cantina Cembra

Il Riesling Vigna di Cancòr 2015 di Cantina Cembra è Riesling renano con 10 mesi sulle lisi e 7 mesi in bottiglia. Ed è un’altra piacevole conferma della Cantina Cembra.
Giallo brillante tra il paglierino e il verdolino.
Vivace al naso con sentori di mela granny smith (verde), nespola, cedro, tarassaco e pietra focaia.

Enonauta/Degustazione di Vino #050 - wine review - Riesling Vigna di Cancòr 2015 - Cembra. freschezza, sapida petrosità, una bella tensione.

Il frutto torna coerente in bocca e ha spessore e gusto, mette il liquido in condizione di tendere verso un equilibrio possibile, ma che non si raggiunge e l’anima di questo vino restano la freschezza, la sapida petrosità, una bella tensione.

Enonauta/Degustazione di Vino #050 - wine review - Riesling Vigna di Cancòr 2015 - Cembra. freschezza, sapida petrosità, una bella tensione.

Con la Scaloppina di Tacchino coi Funghi in abbinamento perfetto per il consumo quotidiano del bevitore di tutti i giorni.

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Bottiglie, Degustazioni

Vigna delle Forche Muller Thurgau 2017 – Cantina Cembra

Muller Thurgau Vigna delle Forche 2016

Cantina Cembra

Vigna delle Forche – Cembra – Trentino Doc
Acciaio e affinamento sulle lisi

Muller Thurgau da una vigna situata a 872 metri di altezza slm in Val di Cembra.
Giallo con lampi smeraldini. Brillante come pochi.

Enonauta/Degustazione di Vino #035 - wine review - Vigna delle Forche 2017 di Cembra -  Un grande Muller Thurgau da vigna a 872 metri.

Intenso ed espressivo il bouquet composto da sentori di frutta fresca come la pesca selvatica, di anemone bianco, note di zenzero, erba sfalciata ed erbe aromatiche su un fondo sapido/petroso.

Enonauta/Degustazione di Vino #035 - wine review - Vigna delle Forche 2017 di Cembra -  Un grande Muller Thurgau da vigna a 872 metri.

Vino estremamente fresco/salino, di grande e originale personalità, tonico e mai monocorde, sviluppa una lunga persistenza in cui riemergono ricordi di frutto ed erbe fresche.
Ottima versatilità in compagnia dei cibi.

Enonauta/Degustazione di Vino #035 - wine review - Vigna delle Forche 2017 di Cembra -  Un grande Muller Thurgau da vigna a 872 metri.
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Bottiglie, Degustazioni

Edelvernatsch 2017 – Cantina Cembra

Edelvernatsch 2017 – Cantina Cembra

Dolomiti Igt

Schiava
Acciaio e cemento
Vigneti tra 500 e 700 metri

Ha il colore, la struttura e le suggestioni di un vino rosato. Luminoso rubino e profumato di fiori freschi, Fragoline, ribes, una manciatina di spezie e grafite.

Ti appassiona con la forza di un discorso semplice, senza doppi fondi, ma al contempo esaustivo e franco.

Enonauta/Degustazione di Vino #033 - wine review - Schiava 2017 di Cembra -  Ti appassiona con la forza di un discorso semplice, senza doppi fondi, ma al contempo esaustivo e franco.

Fresco, corpo asciutto e con spiccate note salino/minerali e maturità di frutto nel succo senza grevità. Equilibrato e piacevole.

Enonauta/Degustazione di Vino #033 - wine review - Schiava 2017 di Cembra -  Ti appassiona con la forza di un discorso semplice, senza doppi fondi, ma al contempo esaustivo e franco.

Comprata in cantina a un prezzo più che economico accolti inoltre con gentilezza e professionalità.

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Bottiglie, Degustazioni, Metodo Classico

Balter Brut (sboccatura 2017) – Trento Doc

Balter Brut
sboccatura 2017
Trento Doc
Azienda Agricola Balter

Sui rilievi a nord est di Rovereto nasce Balter Brut.
Chardonnay con fermentazione in acciaio e per il 15% in rovere.
30 mesi sui lieviti.
Giallo paglierino intenso.

Perlage fino e costante, persistente e con buona pressione.

Piacevole ed intenso bouquet composto da sentori di Pesca bianca, cedro, lievito, albicocca disidratata.
In bocca risulta inizialmente ben strutturato e morbido, cremoso e molto fruttato, ma trova un eccellente punto di equilibrio grazie alla buona freschezza.
Finale con retrogusto di Liquirizia.

Enonauta/Degustazione di Vino #029 - wine review - Balter Brut -  Uno dei principali protagonisti della scena del Trento Doc

Buon rapporto qualità-prezzo.

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