Grazie a un gentile invito abbiamo l’opportunità di gettare uno sguardo all’evento My Spirits, realizzato il 3 marzo al Teatro Cartiere Carrara di Firenze da Partesa, distributore del gruppo Heineken. Si tratta di una iniziativa rivolta alla clientela del settore ho.re.ca. (hotel, ristoranti e caffetterie), a metà tra la degustazione e l’intrattenimento, e come tale da giudicare.
La sala dominata da un grande palco rialzato su cui si avvicendano per dei brevi showcase alcuni dei bartender e barlady più in vista della scena della mixology italiana, trasmette l’atmosfera della festa.
Sul perimetro di quella che ordinariamente sarebbe la platea stanno i desk di 21 diversi fornitori di Partesa che propongono in degustazioni una scelta dei loro prodotti in purezza, per un totale di oltre cento referenze (si va dal gin alla vodka, dal rum al whisky, dalla grappa al mezcal, eccetera). Al centro della sala gli stessi fornitori allestiscono sedici mixology station con cocktail realizzati con i loro prodotti. Al piano superiore si tengono un paio di conversazioni (chiamate, forse con un pelo di enfasi in eccesso, masterclass) rispettivamente su aperitivi e agave.
Non staremo qui a parlare delle singole referenze degustate ma ne approfittiamo per segnalare almeno alcune note salienti che emergono dall’evento.
1.Essendo un evento dedicato a un segmento commerciale ben preciso, la selezione dei produttori va decisamente verso etichette e prodotti amichevoli, poco complessi, da conversazione più che da meditazione, e decisamente orientati alla mixology. Non mancano però prodotti che testimoniano una profondità di catalogo orientata anche verso una clientela più esigente (tra quel che ho provato, da ricordare almeno il London Dry Gin Disonesto e, soprattutto, il venerabile single malt Macallan 12 y.o. Double Cask) e che speriamo siano serviti a infondere un po’ più di coraggio in baristi e ristoratori nella compilazione della carta degli spirits per i propri locali, al passo di quanto si sta consolidando nell’offerta dei vini;
2. È sempre più evidente la crescente attenzione al mondo dei distillati da agave, la cui selezione in sala era infatti sicuramente la più interessante e non limitata a prodotti più tenui adatti per la mixology, rimarcata dalla proposta all’interno del programma di una piacevole conversazione/degustazione con Gabriele Riva, Brand Ambassador degli agave Altos e Del Maguey;
3.Ho trovato apprezzabile la scelta di arricchire la linea di prodotti denominata Liq.ID (prodotta direttamente per Partesa e composta perlopiù da spirits per la miscelazione) con alcune referenze da somministrazione che si segnalano per un competitivo rapporto qualità/prezzo, in particolare il Vermouth di Torino e l’Amaro Ottanta, che certo non sfigurano al confronto con la gran parte dei prodotti da banco che vanno per la maggiore in bar e ristoranti, anzi;
4. Mai avrei detto di poter riconoscere un senso non solo commerciale all’offerta di premiscelati di un mega-distributore e invece… che dire? La scelta di cocktail ready-to-drink alla spina della linea Mixum certo non andrà accostata alle creazioni che i vari Julian Biondi, Cinzia Ferro, Giuliana Giancano e Bruno Vanzan proponevano dal bar allestito sul palco del teatro ma mi è sembrata una sicura scialuppa di salvataggio, ripensando ai vari velenosissimi spritz, gin tonic, gin lemon ecc. propinati in alcuni circoletti di periferia (e non solo) da baristi meno che improvvisati. Sinceramente mi pare una soluzione più che consigliabile per chi non ha un bartender abbastanza affidabile e per situazioni di grande affollamento ed esigenze di servizio rapido (penso soprattutto ai bar dei concerti o degli eventi sportivi).
Alla fine me ne vado, lo ammetto: un po’ barcollante, rigorosamente a piedi, osservando con scrupolo i precetti della campagna #bevoenonguido sostenuta da Partesa, che accompagna i tanti inviti alla responsabilità con la distribuzione in abbondanza di etilometri usa-e-getta, la cui diffusione gratuita in tutti i luoghi della ristorazione e della vita notturna sarebbe probabilmente più utile alla diffusione di un consumo consapevole rispetto a tanti terrorismi psicologici basati su multe e sanzioni spaventose.






Vivo e lavoro con i libri e tra i libri ma sotto sotto penso in ogni istante a cosa si potrebbe mangiare e bere di buono alla prima occasione. Dei posti in cui sono stato bene amo parlarne con entusiasmo agli amici. Adesso anche qui.