Sivi Pinot 2015 di Slavcek dalla Valle del Vipacco. Ogni volta che stappo una bottiglia di Slavcek (qui un altro esempio) ritorno col pensiero a quella volta a Viniveri che conobbi i suoi vini direttamente al banco d’assaggio rimanendo folgorato. A quella manifestazione non mancavano nomi eccellenti eppure i vini di Slavcek risaltavano per carattere e definizione.
In questo caso sono state due bottiglie a distanza di una settimana. Una a casa e una in notturna dagli amici dell’enoteca Nati Stanchi di Pistoia.
Si tratta di un Pinot Grigio Ramato, macerato, orange che dir si voglia. Macerazione a contatto con le bucce per 6 giorni e poi 2 anni in barrique di rovere usate sulle fecce fini.
Colore veramente ramato tanto da ricordare il colore della cipolla di Roscoff o di quella di Montoro.
Al naso si presenta con discreta forza con sentori di albicocca disidratata, mela matura, narciso, miele di cardo e suggestioni speziate e vagamente ossidative.
Resta impresso per la sua “presenza” in bocca, per la capacità di strutturare il sapore su più livelli, per la ricchezza, la forza e la persistenza dell’aroma di bocca, l’equilibrio ad alta intensità.
Bevuto in due diverse occasioni partendo da un temperatura bassa, dà il meglio, per mia opinione, a una temperatura leggermente più alta di quella solitamente indicata per i vini bianchi.
Sivi Pinot 2015 by Slavcek
Every time I open a bottle of Slavcek I think back to that time in Viniveri when I got to know his wines directly at the tasting counter and was amazed. There was no shortage of excellent names at that event, yet Slavcek’s wines stood out for their character and definition.
In this case it was two bottles a week apart. One at home and one at night with friends from the Nati Stanchi wine shop in Pistoia.
It is a Pinot Grigio Ramato, macerated, orange if you prefer. Maceration in contact with the skins for 6 days and then 2 years in used oak barriques on the fine lees.
Truly coppery color, so much so that it recalls the color of the Roscoff or Montoro onion.
On the nose it presents itself with discreet strength with hints of dehydrated apricot, ripe apple, narcissus, thistle honey and spicy and vaguely oxidative suggestions.
It remains imprinted for its “presence” in the mouth, for the ability to structure the flavor on multiple levels, for the richness, strength and persistence of the mouthfeel, the high intensity balance.
Drank on two different occasions starting from a low temperature, it gives its best, in my opinion, at a slightly higher temperature than that usually indicated for white wines.
Scrittore/poeta disorganico, coltivatore principiante, cuoco discontinuo, sommelier agli inizi, movimentatore di poponi, giovane padre.