Sull’onda dell’entusiasmo generato dagli ottimi assaggi dell’ultima Chianti Classico Collection ( e qui) stappo questo Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 di Caparsa, l’ultima delle bottiglie comprate, ormai troppo tempo fa, durante una visita all’azienda a Radda in Chianti da Cianferoni che negli anni si conferma come il mio vignaiolo chiantigiano preferito.
Opera di Paolo Cianferoni e Federico Staderini. Sangiovese, un anno in botte, approccio artigianale.
È un Vino superbo. Prontissimo adesso. Dall’ultima volta sono passati 18 mesi (https://www.enonauta.it/2022/11/17/caparsino-chianti-classico-riserva-2015-caparsa/) in cui ha trovato ulteriore distensione ed equilibrio. Il colore è mediamente fitto, al naso sono preponderanti i sentori fruttati, l’arancia, il rosmarino, il the nero, leggera speziatura. Profuma di ottimo Sangiovese.
Un 2015 vitale, privo di flessioni verso il surmaturo che ho riscontrato più volte nei vini di questo millesimo, dotato di freschezza raddese in un contesto di spessore, intensa e prolungata progressione gustativa, vino vivo, ricco, profondo, dal sapore avvincente con tannini nobili per un’esperienza di piacevolezza immediata.
Da bersi adesso.
Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa
On the wave of enthusiasm generated by the excellent tastings of the latest Chianti Classico Collection, I uncork this Caparsa 2015 Caprsino Chianti Classico Riserva, the last of the bottles bought, too long ago, during a visit to the company in Radda in Chianti by Cianferoni who over the years has confirmed himself as my favorite Chianti winemaker.
Work by Paolo Cianferoni and Federico Staderini. Sangiovese, a year in barrel, artisanal approach. It is a superb wine. Very ready now. 18 months have passed since the last time (https://www.enonauta.it/2022/11/17/caparsino-chianti-classico-riserva-2015-caparsa/) in which he found further relaxation and balance.
The color is medium dense, the nose is dominated by fruity scents, orange, rosemary, black tea and light spiciness. It smells of excellent Sangiovese. A vital 2015, free of any declines towards overripeness that I have found several times in the wines of this vintage, endowed with freshness set in a context of depth, intense and prolonged gustatory progression, a lively, rich, deep wine, with a compelling flavor and noble tannins for an experience of immediate pleasure. To drink now.
Sangiovese di Radda con lunga macerazione e affinamento in acciaio e cemento. Dal colore rosso chiaro con riflessi purpurei, intense fragranze di giaggiolo, ciliegia, arancia, lavanda e cannella, escono coi minuti anche lievi sentori mentolati. Vino profumatissimo e preciso che, come disse il mio compagno di degustazione all’ultima collection, “sembra di mettere il naso in un profumo”. In bocca si conferma ciò che fa immaginare il naso. Un vino asciutto, scarno, freschissimo e tonico, che rifugge qualsiasi morbidezza e con tannini appena ruvidi e che si lascia bere con piacere che si ripete. Vino che potrebbe lasciare deluso chi si aspetta più materia, ma che nel suo dispiegarsi netto mostra qualità indiscutibile, carattere ed espressività. Spiccava all’ultima collection, si conferma a tavola.
Chianti Classico 2020 – Tenuta di Carleone
Sangiovese di Radda with long maceration and aging in steel and concrete. With a light red color with purple reflections, intense fragrances of iris, cherry, orange, lavender and cinnamon, even slight mentholated hints emerge over the minutes. A very fragrant and precise wine which, as my tasting partner said at the last collection, “seems like putting your nose in a perfume”. What the nose suggests is confirmed in the mouth. A dry, lean, very fresh and tonic wine, which eschews any softness and with slightly rough tannins and which can be drunk with repeating pleasure. A wine that could leave those expecting more substance disappointed, but which in its clear unfolding shows indisputable quality, character and expressiveness. It stood out at the latest collection, it is confirmed at the table.
Sangiovese con piccole percentuali di Canaiolo e Colorino. Radda in Chianti
Pochi interventi, fermentazione spontanea in cemento vetrificato, 36 mesi di botte grande.
Colore rubino scuro, bel ventaglio di sentori di frutti rossi come il lampone e il ribes poco maturi, la china, l’anice, la viola, agrumi freschi, cenere, ma anche note rustiche non ben risolte, a tratti solvente. Il sorso è molto fresco, puntuto, alcol misurato e ben inserito, bevibilità assicurata, ma il gusto è un po’ traballante, non è un vino compiuto, il tannino è acerbo, trovo indicazioni in questa bottiglia già ricevute in altre occasioni, ed è fondamentalmente uno stile che non riesco ad apprezzare appieno. Ha grande struttura fisica, ma a latitare è il frutto e il centrobocca resta anonimo, il finale poco espressivo. Lo definirei un vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po’ di immaginazione per essere apprezzato.
A mio giudizio, dal rapporto prezzo/felicità molto squilibrato dalla parte del prezzo.
Baron’ Ugo 2015 – Monteraponi – Toscana Igt
Sangiovese with small percentages of Canaiolo and Colorino. Radda in Chianti
Few interventions, spontaneous fermentation in vitrified concrete, 36 months in large barrels.
Dark ruby colour, nice range of hints of red fruits such as raspberry and under-ripe currant, cinchona, anise, violet, fresh citrus fruit, ash, but also rustic notes not well resolved, sometimes solventy. The sip is very fresh, sharp, the alcohol is measured and well integrated, drinkability is assured, but the taste is a bit shaky, it is not a complete wine, the tannin is immature, I find indications in this bottle already received on other occasions, and it is basically a style that I can’t fully appreciate. It has great physical structure, but the fruit is lacking and the mid-mouth remains anonymous, the finish not very expressive. I would define it as an abstract, very closed wine, which needs a bit of imagination to be appreciated.
In my opinion, the price/happiness ratio is very unbalanced on the price side.
Se la gioca alla pari e in modo sfrontato con qualunque vino toscano di ogni provenienza e ispirazione, ma volendo anche con vini esteri del vecchio e nuovo mondo. E vince. Grazie alla sua straordinaria forza espressiva, alla sua garbata animosità, all’energia straripante in un contesto di precisione e qualità assolute.
Sangiovese di Radda in Chianti, cemento e vecchie botti di rovere.
Integrità paradigmatica, frutto colossale con spinta e struttura, colore rubino scuro, corpo da mediomassimo con le movenze da peso welter, profumi di marasca, iris, arancia sanguinella, erbe in mazzetto, ricordi di bosco, balsamici, appena di cuoio fresco.
Palato generoso, ampio, concentrato, freschissimo e fluente, mai puntuto. Con tannini profilanti ed energici che lasciano al vino lo spazio di un finale arioso, lungo dove a dominare è il frutto, l’identità del Sangiovese.
Bottiglia che è conferma del grande valore che esprimono i vini di Caparsa e dell’importanza del territorio di Radda al tempo del surriscaldamento climatico come ha scritto lo stesso Paolo Cianferoni sul suo blog.
Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa
The extraordinary Sangiovese of Paolo Cianferoni (Caparsa) from Radda in Chianti
It competes equally and boldly with any Tuscan wine of any origin and inspiration, but also with foreign wines from the old and new world if desired. And he wins. Thanks to his extraordinary expressive strength, his polite animosity, his overflowing energy in a context of absolute precision and quality.
Sangiovese from Radda in Chianti, cement and old oak barrels.
Paradigmatic integrity, colossal fruit with drive and structure, dark ruby colour, light heavyweight body with welterweight movements, aromas of morello cherry, iris, blood orange, bunch of herbs, hints of the forest, balsamic, just of fresh leather. Generous palate, broad, concentrated, very fresh and flowing, never pungent. With profiled and energetic tannins that leave the wine space for an airy, long finish where the fruit, the identity of the Sangiovese, dominates. A bottle that confirms the great value that Caparsa wines express and the importance of the Radda area at the time of global warming as Paolo Cianferoni himself wrote on his blog.
Ecco un vino che ho trovato entusiasmante. Per il fatto di essere un Sangiovese di carattere, per il fatto di essere un vino in cui con pochi tratti precisi, semplici, ben delineati, si compone un quadro complessivo di piacevolezza, definizione, tipicità. Si tratta del Chianti Classico, davvero classico, 2018 di Podere Pruneto da Volpaia (Radda in Chianti). Sangiovese, non c’è più la piccola percentuale di Merlot che andava a completare questo vino nel recente passato, coltivato in uno dei più vocati tra i luoghi vocati alla coltivazione del Sangiovese. Vinificato in cemento e poi invecchiato in botte grande, declinato in essenzialità, come ebbi brevemente occasione di raccontare qui, ma anche un vino ricco di profumi e dotato di intensità di gusto. Il colore è chiaro e splendente, il profilo olfattivo è tra i più fedeli, ricchi ed espressivi tra gli omologhi assaggiati nell’ultimo anno. C’è una marasca persuasiva, il ribes rosso, la viola, l’arancia sanguinella, ricordi di lavanda e altre erbe/radici, un tenue tratto ematico. Il sorso è animato da freschezza diffusa, di corpo asciutto, c’è molta energia e la bocca si riempie di frutto gentile e giustamente maturo, il tannino è rinfrescante, finale ancora sul frutto e di apprezzabile lunghezza.
Da non trascurare il prezzo e la bellezza dell’etichetta che, pur non aggiungendo e togliendo niente alla qualità del vino, io trovo unica e con la particolarità di aver anticipato l’introduzione delle UGA ponendo in evidenza la parola RADDA.
Here is a wine that I found exciting. For the fact of being a Sangiovese with character, for the fact of being a wine in which with a few precise, simple, well-defined traits, an overall picture of pleasantness, definition and typicality is composed. This is the truly classic Chianti Classico 2018 from Podere Pruneto da Volpaia (Radda in Chianti). Sangiovese, there is no longer the small percentage of Merlot that completed this wine in the recent past, grown in one of the most suitable places for the cultivation of Sangiovese. Vinified in concrete and then aged in large barrels, expressed in essentiality, as I briefly had the opportunity to tell here, but also a wine rich in aromas and with an intensity of taste. The color is clear and bright, the olfactory profile is among the most faithful, rich and expressive of the counterparts tasted in the last year. There is a persuasive morello cherry, red currant, violet, blood orange, memories of lavender and other herbs/roots, a faint hint of blood. The sip is animated by widespread freshness, dry body, there is a lot of energy and the mouth is filled with gentle and properly ripe fruit, the tannin is refreshing, still on the fruit finish and of appreciable length.
Not to be overlooked is the price and the beauty of the label which, while not adding or subtracting anything from the quality of the wine, I find unique and with the particularity of having anticipated the introduction of the UGA by highlighting the word RADDA.
Chianti Classico Enotour – Il Giovedì Mattina, l’autunno, il Chianti Classico e la tradizione
Dopo circa due anni dall’ultima volta, a causa delle peripezie pandemiche che ci tennero in casa, si ritorna alla periodica, e un tempo frequente, gita nelle terre del Chianti. È un bel giovedi mattina luminoso d’inizio ottobre e piuttosto freddo. Questa volta si è deciso per la visita a tre aziende di piccole dimensioni che tutte potrebbero rivendicare un approccio tradizionale. Bucciarelli/Antico Podere Casanova a Castellina in Chianti, Monterotondo a Gaiole e Podere Pruneto a Radda.
La cosa bella dell’avventurarsi in quella vasta area di toscana centrale in cui si produce il Chianti Classico, e che nell’immaginario di molti somiglia a un generico chiantishire di dolci colline e tipiche ville toscane restaurate secondi i criteri del pittoresco, è che il paesaggio è invece mutevole e l’architettura rurale toscana resiste all’avanzamento dell’Architettura Toscana Turistica, si incontrano talvolta persone che sembrano planate nel nostro tempo da un altro (tempo).
Nei 24 km circa di itinerario tra Castellina in Chianti e Gaiole si passa dal panorama vasto e profondo che si gode da La Piazza dove è sita l’azienda Antico Podere Casanova di Bucciarelli, alla verdità impressionante e ai boschi che circondano i vigneti di Monterotondo e da cui in lontananza è possibile scorgere il Valdarno, alla impareggiabile bellezza e alla tranquillità di Volpaia nel comune di Radda, dove invece si trova il Podere Pruneto, in un contesto che a tratti può addirittura apparire montano. E poi la tradizione di cui si parla che è una tradizione dinamica e che permette di produrre i vini succosi e pieni energia di Bucciarelli, quelli eleganti e precisi di Monterotondo e quelli asciutti e scabri di Podere Pruneto.
Ma soprattutto ci sono il Sangiovese e i suoi interpreti. Ci sarebbe di che venire in pellegrinaggio tutti i giorni. Si comincia dal Signor Bucciarelli che a mezza mattina ci accoglie per una degustazione fiume, una specie di stress test per il pellegrino del vino. Ne usciamo bene, ma guardinghi per il prosieguo della giornata. Ricorda certi altri Ronin del vino che ho incontrato in passato per il suo non somigliare a nessun ritratto di vigneron preconfezionato e fa vini identitari, pieni di sostanza ed energia. Si discorre di Sangiovese, tradizione, motociclette e Merlot nascosti. Una bellissima mattina.
Ci spostiamo dopo il pranzo frugale verso Gaiole. Lungo la statale che porta in Valdarno, ricca di boschi, di una verdità a tratti impressionante paesaggio più intimo e a tratti montano, dove si trova l’azienda Monterotondo di Saverio Basagni. Vignaiolo assolutamente consapevole della qualità del proprio lavoro e che offre con giusto orgoglio i suoi vini agli ospiti.
Si chiacchiera nella saletta degli assaggi dei suoi vini, di alcuni degli argomenti più dibattuti nella comunità del vino come la biodinamica, il vino naturale, si assaggiano gli ottimi 2016 annata e riserva, la profumatissima malvasia, si conferma l’ottima impressione avuta all’ultima Collection praticabile quando fui indirizzato verso il banco d’assaggio di Monterotondo da Diego Finocchi de L’Erta di Radda.
A pomeriggio inoltrato terminiamo la giornata da Riccardo Lanza e suo figlio Massimiliano del Podere Pruneto che si trova lungo la via che porta al borgo di Volpaia in un contesto di rara bellezza. Ci raccontano del loro modo di lavorare nel rispetto della terra e delle piante, del poco intervento in cantina dove si fanno fermentazioni spontanee e si usano cemento e botti grandi per l’affinamento per periodi che variano tra i 24 e i 48 mesi. Si assaggia il Chianti Classico 2018 che è ottenuto da uve Sangiovese senza quella minima parte di Merlot che veniva usata precedentemente. Un vino essenziale, ossuto, che però è pieno di forza nervosa e ci fa tornare a casa col gusto del Sangiovese in mente e la piacevole consapevolezza che per i suoi amatori ci sono ancora molti luoghi dove recarsi sicuri.
After about two years since the last time, due to the pandemic vicissitudes that kept us at home, we return to the periodic, and once frequent, trip to the Chianti lands. It’s a beautiful, bright Thursday morning in early October and quite cold. This time it was decided to visit three small companies that could all claim a traditional approach. Bucciarelli/Antico Podere Casanova in Castellina in Chianti, Monterotondo in Gaiole and Podere Pruneto in Radda.
The beautiful thing about venturing into that vast area of central Tuscany where Chianti Classico is produced, and which in the imagination of many resembles a generic Chiantishire of rolling hills and typical Tuscan villas restored according to picturesque criteria, is that the instead the landscape is changeable and Tuscan rural architecture resists the advancement of Tuscan Tourist Architecture, we sometimes meet people who seem to have glided into our time from another (time).
In the approximately 24 km of itinerary between Castellina in Chianti and Gaiole you pass from the vast and profound panorama that can be enjoyed from La Piazza where the Antico Podere Casanova di Bucciarelli company is located, to the impressive greenery and woods that surround the vineyards of Monterotondo and from which it is possible to see the Valdarno in the distance, to the incomparable beauty and tranquility of Volpaia in the municipality of Radda, where Podere Pruneto is located, in a context that at times can even appear mountainous. And then the tradition we are talking about which is a dynamic tradition and which allows us to produce the juicy and energetic wines of Bucciarelli, the elegant and precise ones of Monterotondo and the dry and rough ones of Podere Pruneto.
But above all there are Sangiovese and its interpreters. There would be something to come on pilgrimage every day. We start with Mr Bucciarelli who welcomes us at mid-morning for a river tasting, a sort of stress test for the wine pilgrim. We come out of it well, but cautious for the rest of the day. He recalls certain other Ronin del vino that I have met in the past in that he does not resemble any pre-packaged portrait of a vigneron and he makes wines with an identity, full of substance and energy. We talk about Sangiovese, tradition, motorcycles and hidden Merlot. A beautiful morning.
After the frugal lunch we move towards Gaiole. Along the state road that leads to Valdarno, rich in woods, with an at times impressive greenness, a more intimate and at times mountainous landscape, where Saverio Basagni’s Monterotondo company is located. Winemaker absolutely aware of the quality of his work and who offers his wines to guests with the right pride.
We chat in the tasting room of its wines, about some of the most debated topics in the wine community such as biodynamics, natural wine, we taste the excellent 2016 vintage and reserve, the very fragrant Malvasia, we confirm the excellent impression we had at the last practicable Collection when I was directed towards the Monterotondo tasting counter by Diego Finocchi of L’Erta di Radda.
In the late afternoon we end the day with Riccardo Lanza and his son Massimiliano of Podere Pruneto which is located along the road that leads to the village of Volpaia in a context of rare beauty. They tell us about their way of working with respect for the land and plants, of the little intervention in the cellar where spontaneous fermentations take place and cement and large barrels are used for aging for periods that vary between 24 and 48 months. We taste the Chianti Classico 2018 which is obtained from Sangiovese grapes without the minimal part of Merlot that was previously used. An essential, bony wine, which however is full of nervous strength and makes us return home with the taste of Sangiovese in mind and the pleasant awareness that for its lovers there are still many safe places to go.
Chianti Classico Enotour from Castellina in Chianti to Gaiole passing from Radda. Photos Dario Agostini/Simone Molinaroli
Caparsino Chianti Classico Riserva da Radda in Chianti. Ovvero il grande bere toscano tradizionale. Sangiovese 100 percento, vinificato in cemento e maturato in botte grande di rovere. Vino che è figlio dell’ingegno enoico di due dei più talentuosi vignaioli (ed enologi) toscani: Paolo Cianferoni e Federico Staderini. Il primo a guida di una azienda che si può tranquillamente definire un faro. Il secondo enologo di chiara fama e adesso a capo di Cuna, pioniere del Pinot Nero Casentinese.
Se ciò che viene chiamato Souplesse esiste è dentro questa bottiglia dove coesistono definizione, concentrazione, vitalità e una eccezionale trama.
Vivo colore tra il rubino e il granato scuro, profumi di marasca, scorza d’arancia, finemente speziato, ricordo di tabacco dolce e confettura di more, appena ematico, balsamico.
Equilibrio e precisione, fruttuosità avvincente, tannino che, trovata la via verso un nobile ammorbidimento, profila e rinfresca, il sorso si espande, gratifica, dura. Tra le migliori bevute di sempre.
Con lo Spezzatino in umido (senza pomodoro) in abbinamento ottimo.
Caparsino 2010 Chianti Classico Riserva – Caparsa
Caparsino Chianti Classico Riserva from Radda in Chianti. That is, the great traditional Tuscan drink. 100 percent Sangiovese, vinified in cement and matured in large oak barrels. A wine that is the result of the oenological genius of two of the most talented Tuscan winemakers (and oenologists): Paolo Cianferoni and Federico Staderini. The first to lead a company that can easily be defined as a beacon. The second well-known winemaker and now head of Cuna, pioneer of Casentino Pinot Noir.
If what is called Souplesse exists, it is inside this bottle where definition, concentration, vitality and an exceptional texture coexist.
Vivid color between ruby and dark garnet, aromas of morello cherry, orange peel, finely spiced, hints of sweet tobacco and blackberry jam, slightly bloody, balsamic.
Balance and precision, compelling fruitiness, tannin which, having found its way towards a noble softening, outlines and refreshes, the sip expands, gratifies, lasts. Among the best drinks ever.
Siamo nel parte settentrionale del territorio di Radda in Chianti 100% Sangiovese da un unico vigneto. 15 giorni di fermentazione senza lieviti selezionati e al termine 20 giorni sulle bucce. Seguono 24 mesi in botti da 20 hl
Se non sbaglio è la prima riserva fatta da Diego Finocchi che al primo colpo fa subito un clamoroso centro.
Rosso rubino scuro. Naso pulito e fine dove predominano i sentori fruttati, marasca e arancia rossa su tutto, ma non mancano note floreali di rosa e speziate. Di erbe aromatiche e anice.Il sorso è rotondo e avvolgente. Eppure non ha fardelli (come talvolta capita a certe riserve chiantigiane che si smarriscono cercando di parlare lingue incomprensibili) e resta un chianti classico, che racconta del territorio, lo fa sentire, dalla freschezza vigorosa, dal tannino finissimo, freschezza quasi elettrica, un lungo assolo di danza, perché questo vino ricorda il danzatore, possente e agile al tempo stesso. Nel finale prolungato ed appagante riecheggiano il frutto e l’agrume.
Dire il migliore è sempre inutile, ma tra le cinque migliori riserve chiantigiane nel mio personale archivio mentale sento di poterlo dire. 2015, ma anche in senso assoluto per fedeltà al vitigno, territorialità e schiettezza. Complimenti a Diego Finocchi per questo Vino.
Chianti Classico Riserva 2015 – L’Erta di Radda
We are in the northern part of the Radda in Chianti area 100% Sangiovese from a single vineyard. 15 days of fermentation without selected yeasts and at the end 20 days on the skins. This is followed by 24 months in 20 hl barrels
If I’m not mistaken it is the first reserve made by Diego Finocchi who immediately makes a sensational center on his first shot.
Dark ruby red. Clean and fine nose where fruity hints predominate, morello cherry and blood orange above all, but there is no shortage of floral notes of rose and spices. Of aromatic herbs and anise. The sip is round and enveloping. Yet it has no burdens (as sometimes happens to certain Chianti reserves that get lost trying to speak incomprehensible languages) and remains a classic Chianti, which tells of the territory, makes it feel, with its vigorous freshness, very fine tannin, almost electric freshness, a long dance solo, because this wine is reminiscent of the dancer, powerful and agile at the same time. In the prolonged and satisfying finish, fruit and citrus echo.
Saying the best is always useless, but I feel I can say it among the five best Chianti reserves in my personal mental archive. 2015, but also in an absolute sense for loyalty to the grape variety, territoriality and frankness. Congratulations to Diego Finocchi for this wine.
da Radda il Chianti Classico de il Barlettaio 90% Sangiovese e 10% Merlot 18 mesi in Barrique 10 mesi in bottiglia
Rubino profondo, sulle prime al naso è oscuro, con aromi di muschio, cioccolato, sottobosco, cassis. A chi è paziente regala una interessante azione in contropiede del Sangiovese che dopo un’ora circa torna a farsi sentire con note di scorza d’arancio ed ematiche, di fiori secchi e Lavanda.
Andamento similare per la fase gustativa. Inizialmente caldo e felpato, forse un po’ ingombrante, si toglie dall’impaccio sfoderando una buona progressione grazie a una discreta freschezza e a un tannino robusto. Apprezzabile il finale dove si re-incontrano l’agrume e il cacao.
Da appassionato del Sangiovese di Radda in Chianti e da estimatore dei vini di Francesco Bertozzi aggiungo solo che preferisco al Riserva la versione base dove i caratteri legati al territorio sono più evidenti.
Doccio a Matteo Caparsa – Vigna singola a 450 mt a Radda in Chianti
Note sull’affinamento tratti dal dettagliato sito aziendale
Uvaggio: 95% Sangiovese, 5% Colorino.
Maturazione: 2 anni in Tonneau di 500 litri di Troncais, Allier, Vosges, Americano, Ungherese. Fermentazione: spontanea, con lieviti autoctoni, per circa 12 giorni
Non ho avuto la fortuna di assaggiare questa annata al momento dell’uscita per poter valutare il suo cambiamento nel tempo, ma posso dire che a questa decina d’anni di bottiglia non è sopravvissuto niente che non sia Sangiovese e Radda. Al tempo non è sopravvissuto il legno, ma sono invece sopravvissute la freschezza, la grande concentrazione di succo, un tannino rigoroso e una persistenza inenarrabile.
Il colore è Granato scuro, fitto. Non ha bisogno di troppo tempo per presentarsi e subito brilla per intensità e qualità del bouquet e offre una varietà di profumi filologici come i fiori secchi, il cassis e il mirtillo. La Scorza d’arancio, il Cuoio, le erbe aromatiche.
In bocca risulta vino molto tattile. Morbido in princìpio data la grande concentrazione e la dolcezza del frutto, ma è un sorso rusticamente vivo, che ha sapore, lunghezza, non si esaurisce, animoso. Buona acidità e trama tannica fitta, tetragona, che ricorda quella dei vini di Caparsa da giovani. Lunghissimo finale balsamico. Volendo raccontarlo in tre termini direi concentrazione, intensità, persistenza.
Doccio a Matteo Caparsa 2007
I wasn’t lucky enough to taste this vintage at the time of its release to be able to evaluate its change over time, but I can say that nothing other than Sangiovese and Radda has survived this ten-year bottle. The wood has not survived over time, but the freshness, the great concentration of juice, a rigorous tannin and an unspeakable persistence have survived.
The color is dark, dense garnet. It doesn’t need too much time to present itself and immediately shines with the intensity and quality of the bouquet and offers a variety of philological scents such as dried flowers, cassis and blueberry. Orange peel, leather, aromatic herbs.
In the mouth it is a very tactile wine. Soft at first given the great concentration and sweetness of the fruit, but it is a rustically lively sip, which has flavour, length, does not run out, lively. Good acidity and dense, tetragonal tannic texture, reminiscent of that of young Caparsa wines. Very long balsamic finish. Wanting to describe it in three terms, I would say concentration, intensity, persistence.