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Pinot Nero 2010 – Dalzocchio

Pinot Nero 2010 Dalzocchio | Vigneti delle Dolomiti igt – Rovereto

18 mesi in barrique, affinamento in bottiglia. 

Se l’ultimo Pinot Nero Dalzocchio, era un 2013, che ho raccontato l’ho definito un “vino bosco” (leggi qui) per certe sue caratteristiche di ombrosa elusività, questo è invece, forse per i quasi 4 anni in più passati in bottiglia, un vino che mostra adesso di aver raggiunto un più evidente temperamento. E mostra un bouquet chiaro, aperto e un sorso ben delineato, disteso.

Enonauta/Degustazione di Vino #399 - review - Pinot Nero 2010 - Dalzocchio  | bouquet chiaro, aperto e un sorso ben delineato, disteso

Colore vivo mediamente scuro. Spinge, è propulsivo, ricorda il lampone e la c’era d’api, il bitter e il mandarino, sulla distanza escono prepotenti le reminiscenze mentolato/balsamiche che finiscono per diventare un piacevole motivo trainante.

Enonauta/Degustazione di Vino #399 - review - Pinot Nero 2010 - Dalzocchio  | bouquet chiaro, aperto e un sorso ben delineato, disteso

Ha tocco vellutato, sferico, dolce non dolce fruttuosità. Non manca di acidità che s’innerva e dinamizza il sorso, così come di tannini stuzzicanti che ne arricchiscono la trama. Profondo e decisamente persistente. Questa bottiglia sembra essere a un punto di ottima espressività e, pur non escludendo ulteriori sviluppi, mi sento di consigliare l’apertura. Sempre avendone ancora.

Enonauta/Degustazione di Vino #399 - review - Pinot Nero 2010 - Dalzocchio  | bouquet chiaro, aperto e un sorso ben delineato, disteso

Pinot Noir 2010 Dalzocchio

Il mio Dalzocchio preferito. Il Pinot Nero 2010 Dalzocchio.

Pinot Noir 2010 Dalzocchio | Vigneti delle Dolomiti igt – Rovereto

18 months in barrique, refinement in bottle.

If the last Dalzocchio Pinot Noir was a 2013, which I described as a “woods wine” (read here) due to some of its characteristics of shadowy elusiveness, this one is instead, perhaps due to the almost 4 more years spent in bottle, a wine that now shows that it has achieved a more evident temperament. And it shows a clear, open bouquet and a well-defined, relaxed sip.

Medium dark bright colour. It pushes, it is propulsive, it recalls raspberry and beeswax, bitter and mandarin, in the distance the mentholated/balsamic reminiscences emerge forcefully and end up becoming a pleasant driving motif.

It has velvety touch, spherical, sweet not sweet fruitiness. There is no lack of acidity which invigorates and energises the sip, as well as appetizing tannins which enrich the texture. Deep and decidedly persistent. This bottle seems to be at a point of excellent expressiveness and, while not excluding further developments, I would recommend opening it. Always having more.

My favorite Dalzocchio.

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Cuna 2016 – Podere Santa Felicita

Cuna 2016 – Podere Santa Felicita
Toscana IGT
(un vino che ricorda nothing but flowers)

Cominciato a casa e finito nel bosco questo Pinot nero del Casentino ideato dall’enologo Federico Staderini che stappo con grande soddisfazione da svariati anni. Questo 2016 è risultato forse il migliore di tutti quelli che lo precedettero e seguiva lo stappo di una 2015 prematuramente maturata, ma ne ha cancellato all’istante la delusione.
Sulla metodologia di vinificazione consiglio di leggere quanto scritto sul sito aziendale qui: https://www.cuna.cloud/

Il colore è rubino chiaro, spicca per finezza ed espressività con ricordi di lampone e fragoline di bosco, bitter, note ematico/ferrose, echi mentolati, di bosco, muschio, spezie.

È mirabile l’equilibrio generale raggiunto per cui si beve un vino ampio, dal sorso definito e dall’andatura certa, che ha calibrata e distribuita, ma vivacissima, acidità, tannini ricamati ed energia da vendere che fanno da sponda alla delicata dolcezza dei richiami al frutto, alla sua vellutata suadenza. Lo definirei un vino completo, ottimamente eseguito.

Ricorda per analogia la famosa canzone dei Talking Heads “nothing but flowers ” che montava una melodia irresistibile su un ritmo semilatino incalzante.

“…two fools in love, so beautiful and strong…”

Enonauta/Degustazione di Vino #357 - review - Cuna 2016 - Podere Santa Felicita | Lo definirei un vino completo, ottimamente eseguito
Enonauta/Degustazione di Vino #357 - review - Cuna 2016 - Podere Santa Felicita | Lo definirei un vino completo, ottimamente eseguito

Cuna 2016 – Podere Santa Felicita
Tuscany IGT
(a wine reminiscent of nothing but flowers)

Started at home and finished in the woods, this Pinot Noir from Casentino created by the oenologist Federico Staderini, which I have been uncorking with great satisfaction for several years. This 2016 was perhaps the best of all those that preceded it and followed the lead of a prematurely matured 2015, but it instantly erased the disappointment.
On the winemaking methodology I recommend reading what is written on the company website here: https://www.cuna.cloud/

The color is light ruby, stands out for its finesse and expressiveness with hints of raspberry and wild strawberries, bitter, blood/ferrous notes, mentholated and forest echoes, musk, spices.

The general balance achieved is admirable, resulting in an ample wine to be drunk, with a defined sip and a certain pace, which has calibrated and distributed, but very lively, acidity, embroidered tannins and energy to spare which act as a support to the delicate sweetness of the notes. to the fruit, to its velvety persuasiveness. I would define it as a complete wine, excellently executed.

Remember by analogy the famous Talking Heads song “nothing but flowers” which mounted an irresistible melody on a pressing semi-Latin rhythm.

“…two fools in love, so beautiful and strong…”

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Pinot Nero 2013 – Dalzocchio

Pinot Nero 2013 – Dalzocchio – Vigneti delle Dolomiti igt – Rovereto

18 mesi in barrique, affinamento in bottiglia.
Non è un vino facile. È un vino-bosco, ci si addentra in vaste zone di silenzio, d’ombra, la luce appare all’improvviso dall’alto filtrando come tra fitti rami, il suono ci raggiunge massivo come se tutto ciò che di vivo lo abiti si rivelasse all’unisono.
Terza bottiglia e ultima delle mie tre. Mostra nettamente evoluzione positiva dalla prima esperienza in cui il vino sembrava molto più chiuso e contratto. Resta un vino a tratti enigmatico, che sembra celare un nucleo d’energia sotto una superficie apparentemente placida.
Colore chiaro, luminoso.
Profumi Bacche di Goji, fragole selvatiche, reminiscenze di vermouth e bitter, sostanzialmente di erbe aromatiche, muschio, resina di cipresso, spezie. Vitale.
In bocca è fresco e sapido, buona intensità gustativa e tannini rifiniti. Sorso ben delineato che finisce ottimamente rievocando la prugna, le spezie, un che di balsamico.

Non tradisce mai la sua fama.

Enonauta/Degustazione di Vino #336 - review - Pinot Nero 2013 - Dalzocchio | Non è un vino facile. È un vino-bosco...
Enonauta/Degustazione di Vino #336 - review - Pinot Nero 2013 - Dalzocchio | Non è un vino facile. È un vino-bosco...

Pinot Nero 2013 Dalzocchio – Vigneti delle Dolomiti igt – Rovereto

18 months in barrique, refinement in bottle.
It is not an easy wine. It is a forest-wine, we enter vast areas of silence, of shadow, the light suddenly appears from above filtering as if through thick branches, the sound reaches us massively as if everything living in it were revealing itself in unison.
Third bottle and last of my three. It clearly shows a positive evolution from the first experience in which the wine seemed much more closed and contracted. It remains a wine that is at times enigmatic, which seems to hide a nucleus of energy beneath an apparently placid surface.
Light color, bright.
Scents Goji berries, wild strawberries, reminiscences of vermouth and bitters, essentially of aromatic herbs, musk, cypress resin, spices. Vital.
In the mouth it is fresh and tasty, good flavor intensity and refined tannins. Well-defined sip that finishes excellently recalling the plum, the spices, a hint of balsamic.

He never betrays his fame.

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Mason 2015 – Manincor

Mason 2015 – Manincor – Pinot Nero/Caldaro/Alto Adige Doc

Il Mason 2015 di Manincor è una bottiglia che mi riconcilia col Pinot Nero, italiano o transalpino che sia, da cui finisco spesso deluso. Per l’essere costantemente in bilico tra un’apparente scarnezza e una forza espressiva inarginabile. La precisione, la pulizia unite a una complessità non trascurabile di un vino che non appare mai sovracostruito.
Pinot nero, fermentazione con lieviti indigeni, due settimana di macerazione, 16 mesi di barrique (20 percento nuove), sempre a contatto con le fecce.
Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet dove troviamo i frutti rossi come la fragolina di bosco e il lampone, il mazzetto aromatico, la china, lievi sentori di spezie e di affumicato.
Al palato brilla per la lineare e lunga progressione, la freschezza diffusa e l’intensa espressione di gusto, il tannino setoso, un equilibrio e una piacevolezza generale da ricordare. Finisce con un bel ricordo di frutto “vero” e spezie dolci.
Un bel riconciliarsi col Pinot Nero con questo Mason che ricordavo buono e che ritrovo buono.
Enonauta/Degustazione di Vino #181 - Mason 2015 - Manincor | Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet...
Enonauta/Degustazione di Vino #181 - Mason 2015 - Manincor | Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet...

Mason 2015 – Manincor – Pinot Noir/Caldaro/Alto Adige Doc

Manincor’s Mason 2015 is a bottle that reconciles me with Pinot Noir, whether Italian or transalpine, which I often end up disappointed by. For being constantly in the balance between an apparent sparseness and an unstoppable expressive force. Precision, cleanliness combined with a non-negligible complexity of a wine that never appears over-constructed.
Pinot noir, fermentation with indigenous yeasts, two weeks of maceration, 16 months in barrique (20 percent new), always in contact with the lees.
Wine with a rare brightness, open, clean and direct in the bouquet where we find red fruits such as wild strawberry and raspberry, the aromatic bunch, cinchona, light hints of spices and smoke.
On the palate it shines with its linear and long progression, the widespread freshness and the intense expression of taste, the silky tannins, a balance and a general pleasantness to remember. It ends with a nice hint of “real” fruit and sweet spices.
A nice reconciliation with the Pinot Noir with this Mason which I remembered as good and which I find good again.

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Pinot Nero 2016 – Dalzocchio

Pinot Nero 2016

Dalzocchio

Vigneti delle Dolomiti IGT

Dalle colline a nordest di Rovereto uno tra i più considerati tra i Pinot Nero italiani bevuto nel più orrendo dei bicchieri, l’unico disponibile sul momento, dimostrazione che si può godere della bontà di un vino in qualunque contenitore. Vino per chi pensa che in Italia si possano fare e bere ottimi pinot nero. Quelli che pensano che non si possa e finiscono sempre nel paragone con la Borgogna fanno meglio a bere solo la Borgogna. Il Pinot Nero 2016 di Elisabetta Dalzocchio.

Questo 2016 rinverdisce il ricordo della prima bottiglia che mi fece interessare all’azienda di Elisabetta Dalzocchio.

Fermentazione con lieviti indigeni in tino aperto a seguire 18 mesi in legno. Chiaro e luminoso il colore, al naso è lineare e nitido, fragolina di bosco, arancia, bitter (ovvero erbe aromatiche), vagamente boisee.

Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza, energia da vendere, fresco e tannico, non lo si può apprezzare al momento per l’equilibrio, ma lo si può apprezzare per la presenza, per l’intensità e la lunghezza, per il sospetto che tra qualche anno, anche se tutte le volte che mi ritrovo a pronunciare queste parole finisco per fare gli scongiuri, potrà dare grandi soddisfazioni a chi ne avrà messa da parte qualche bottiglia.

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

Pinot Nero 2016 – Dalzocchio Vigneti delle Dolomiti IGT

From the hills north-east of Rovereto, one of the most considered Italian Pinot Noirs drunk in the most hideous of glasses, the only one available at the moment, proof that you can enjoy the goodness of a wine in any container. Wine for those who think that excellent pinot noir can be made and drunk in Italy. Those who think it can’t be done and always end up comparing it to Burgundy are better off drinking only Burgundy. Elisabetta Dalzocchio’s Pinot Noir 2016.

This 2016 revives the memory of the first bottle that made me interested in Elisabetta Dalzocchio’s company.

Fermentation with indigenous yeasts in open vats followed by 18 months in wood. The color is clear and bright, the nose is linear and clear, wild strawberry, orange, bitter (i.e. aromatic herbs), vaguely woody.

A wine appreciable in its young exuberance, energy to spare, fresh and tannic, it cannot be appreciated at the moment for its balance, but it can be appreciated for its presence, for its intensity and length, for the suspicion that in a few year, even if every time I find myself saying these words I end up begging, it will be able to give great satisfaction to those who have saved a few bottles.

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

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Ventisei Pinot Nero 2015 – Azienda Agricola Il Rio

il Ventisei Pinot Nero 2015 dell’Azienda Agricola Il Rio viene da viene da Vicchio nel Mugello, ultimo dei territori toscani ad essersi ritagliato uno spazio importante nel mondo del vino.

Parziale macerazione carbonica
12 mesi in barrique e 12 in bottiglia.

Senza inutili e fuorvianti paragoni coi cugini di Borgogna io lo bevo pensando ai suoi omologhi toscani e in questo confronto risulta convincente e per piacevolezza finisce subito primo a pari merito col Pinot di Staderini, ma non per somiglianza, bensì per la qualità di caratteristiche che da quello lo differenziano nettamente.

Colore tra il rubino e il granato, trasparente e vivoa, non esplosivo al naso, ma continuo, incisivo con sentori principalmente fruttati di marasca, arancia rossa e lampone, con ricordi di spezie dolci, erbe officinali e pellame fresco.

Vino che risulta piacevolissimo al sorso. Esordio morbido e caldo, concentrato per poi distendersi in uno slancio di avvolgente acidità.

Buona la persistenza, coerente nell’aroma di bocca, una trama tannica fitta e nobile.

Buono appena stappato, il giorno dopo e il giorno dopo ancora e per mia opinione più affine ai Pinot Nero trentini che a quelli appenninici.

Enonauta/Degustazione di Vino #095 - review - Ventisei Pinot Nero 2015 - Il Rio | Pinot Nero Mugellano che fa bella figura

Ventisei Pinot Nero Il Rio 2015

Enonauta/Degustazione di Vino #095 - review - Ventisei Pinot Nero 2015 - Il Rio | Pinot Nero Mugellano che fa bella figura

Ventisei Pinot Nero Il Rio 2015

comes from Vicchio in Mugello, the last of the Tuscan territories to have carved out an important space in the world of wine.

Partial carbonic maceration
12 months in barrique and 12 in bottle.

Without useless and misleading comparisons with its Burgundian cousins, I drink it thinking of its Tuscan counterparts and in this comparison it is convincing and in terms of pleasantness it immediately finishes first on a par with Staderini’s Pinot, but not for similarity, but for the quality of characteristics it gives that clearly differentiates it.

Color between ruby ​​and garnet, transparent and lively, not explosive on the nose, but continuous, incisive with mainly fruity hints of morello cherry, blood orange and raspberry, with memories of sweet spices, medicinal herbs and fresh leather.

A wine that is very pleasant to sip. Soft and warm opening, concentrated and then relaxing in a burst of enveloping acidity.

Good persistence, consistent in the mouth aroma, a dense and noble tannic texture.

Good as soon as it was uncorked, the day after and the day after again and in my opinion more similar to the Trentino Pinot Noir than to the Apennine ones.

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Abtei Muri Pinot Nero Riserva 2016 – Muri-Gries

Abtei Muri Pinot Nero Riserva 2016 – Muri-Gries (Sudtirol – Alto Adige DOC)

Pinot nero da vigne site in Appiano Monte tra i 500 e i 600 mt slm.
Fermentazione in acciaio e poi 12 mesi in Barrique

Tra il rubino e il granato di media intensità.
Profumi di frutta matura, frutti di bosco e fragolina selvatica, spezie ed erbe officinali e sentori riconducibili al passaggio in legno, non predominanti, ma percepibili.

Enonauta/Degustazione di Vino #074 - review - Abtei Muri Pinot Nero Ris.  2016 - Muri-Gries | Pinot Nero di struttura da Appiano

Caldo, avvolgente e appena ruvido al palato, sostenuto da una buona spalla acida e da tannini misurati. Progressione di gusto lineare con discreto finale speziato e vagamente balsamico.

Da accompagnarsi a piatti di buona struttura.

Enonauta/Degustazione di Vino #074 - review - Abtei Muri Pinot Nero Ris.  2016 - Muri-Gries | Pinot Nero di struttura da Appiano
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Pinot Nero 2015 – Castel Juval

Pinot Nero 2015 – Castel Juval

Dai vigneti più alti e riparati dell’azienda, vinificato in acciaio e successivamente affinato in botti grandi e piccole di quercia e acacia.

Enonauta/Degustazione di Vino #066 - wine review - Pinot Nero 2015 - Castel Juval | ossuto, scabro ed essenziale

Viene un vino chiaro e luminoso, dai profumi netti di rosa, lampone e fragoline di bosco, di spezie e con un lieve ricordo di tostatura.

Enonauta/Degustazione di Vino #066 - wine review - Pinot Nero 2015 - Castel Juval | ossuto, scabro ed essenziale

Al palato risulta ossuto, scabro ed essenziale. La componente acida in principio appare predominante e in effetti lo è (mio suocero, appassionato di vini muscolari, afferma che gli manca “il corpo”), ma col tempo rivela anche un’inaspettata, dopo l’incipit scorbutico, anima fruttata che invece caratterizza la fase retronasale.
Tannino fine, persistenza, bevibilità.

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Bottiglie, Rifermentati

Vadum Caesaris Spumante Metodo Famigliare 2016 – Vallarom

Vadum Caesaris Metodo Familiare 2016

Vallarom (Avio, Tn)

Vadum Caesaris Metodo Familiare fa vinificazione in acciaio e in percentuali diverse per Chardonnay, Sauvignon, Riesling Renano e Pinot Bianco. A seguire rifermentazione in bottiglia.

Verdolino opalescente, d’altra parte è un sur lie. Al naso è vivace, principalmente frutti esotici, mango e ananas, ma anche susina selvatica e pane fresco.

Effervescenza minuta e setosa e acidità vellutata per questo Metodo Famigliare di casa Vallarom che al palato risulta cremoso e di gusto pieno. Finale insistito di frutto esotico e un lungo, piacevole ricordo di arancia amara, di scorzette di cedro ed è un vino che si lascia bere agevolmente, piacevolmente, e che può accompagnare degnamente un bel risotto ai porri, che per l’appunto avevo cucinato in questa occasione, dei primi di pesce o anche semplicemente un aperitivo in agilità prima di una cena sostanziosa.

 
 
Enonauta/Degustazione di Vino #5 - Vadum Caesaris 2016  di Vallarom. Il metodo familiare come lo intende Filippo Scienza di Vallarom.
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