Bottiglie, Degustazioni

Barolo Rocchettevini 2015 – Eraldo Viberti

Barolo Rocchettevini 2015 – Eraldo Viberti

Sostanza, molta sostanza, e precisione per questo Barolo di Eraldo Viberti da La Morra.
Colore di media concentrazione molto luminoso, con ricordi di scorza di arancia, eucalipto, marasca, erbe medicinali, spezie un accenno, cosi come i sentori resinoso/tostati sono appena percepibili. Il tutto con grande generosità e pulizia.
Sorso altrettanto generoso, caldo, voluminoso, caratterizzato da spiccata piacevolezza di beva, scorrevolezza, integrità, misurata acidità e tannini ben scolpiti.
Buono da bersi adesso, ma anche in prospettiva 2028.
Altra bella interpretazione dell’annata 2015 (qui un altro esempio) per l’azienda di La Morra. Annata che è sì buona, ma non esente da rischi sulla distanza.

Enonauta/Degustazione di Vino #372 - review - Barolo Rocchettevini 2015 - Eraldo Viberti | Sostanza, molta sostanza, e precisione per questo Barolo di Eraldo Viberti

Barolo Rocchettevini 2015 – Eraldo Viberti

Substance, a lot of substance, and precision for this Barolo by Eraldo Viberti from La Morra.
Very bright medium concentration colour, with hints of orange peel, eucalyptus, morello cherry, medicinal herbs, a hint of spices, just as the resinous/toasted hints are barely perceptible. All with great generosity and cleanliness.
Equally generous sip, warm, voluminous, characterized by a marked drinking pleasure, smoothness, integrity, measured acidity and well-sculpted tannins.
Good to drink now, but also in 2028.
Another beautiful interpretation of the 2015 vintage (here is another example) for the La Morra company. A good year, yes, but not without risks over distance.

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BAROLO RISERVA VIGNOLO 2009 – Cavallotto

Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto

Vignolo: vigna esposta a sud-ovest in Castiglione Falletto. Vinificazione tradizionale, lunga macerazione a cappello semi sommerso, invecchiamento altrettanto lungo in botte grande.

Vino dall’aspetto brillante, di considerevole complessità con reminiscenze eteree e fruttate passando, col tempo, dalla marasca a frutti più scuri. E poi le radici aromatiche, il goudron/asfalto bagnato (la prima volta che lo percepisco davvero nettamente e ho la conferma reale della sua esistenza in quanto percezione potenziale), felce e humus, l’ossigeno lo arricchisce ed emergono sentori di foglia di the, cuoio fresco, tamarindo. Giudicando dal naso lo si direbbe in una fase di ottima espressività.

Al palato potrebbe invece per qualcuno risultare intimidatorio. Perché dal punto di vista gustativo sviluppa molta potenza e un impatto tattile che impegna. Parte caldo, acidità penetrante e sapidità trainanti che innescano una ottima progressione, in piena coerenza e integrità di frutto. Tannini di grana finissima animati da forza indomita che impegnano la bocca.
Un buon esempio di salda finezza.

Un vino emblematico che aggiunge qualcosa all’idea di longevità potenziale. Dell’altra bottiglia in mio possesso credo potranno goderne i miei figli intorno all’anno 2035. Che è un po’ un bene, ma anche un po’ il disincentivo a spendere, il prezzo stesso a dire il vero non economico potrebbe essere disincentivante, per vini che racchiudono il mistero del famoso momento giusto, quello in cui il miracolo della prontezza si compirà, la risultante dell’evoluzione simultanea di più elementi che non sempre va a buon fine.
In questo caso le premesse fanno pensare che nel 2035 si potrà, con questo Riserva Vignolo 2009 di Cavallotto, fare una bella esperienza enoica.

Buon abbinamento insieme all’Ossobuco in umido.

Enonauta/Degustazione di Vino #342 - review - Barolo Riserva Vignolo 2009 - Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Enonauta/Degustazione di Vino #342 – review – Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Enonauta/Degustazione di Vino #342 - review - Barolo Riserva Vignolo 2009 - Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto

Vignolo: vineyard facing south-west in Castiglione Falletto. Traditional vinification, long semi-submerged cap maceration, equally long aging in large barrels.

A wine with a brilliant appearance, of considerable complexity with ethereal and fruity reminiscences, passing, over time, from morello cherry to darker fruits. And then the aromatic roots, the goudron/wet asphalt (the first time I really perceive it clearly and have real confirmation of its existence as a potential perception), fern and humus, the oxygen enriches it and hints of tea leaf emerge , fresh leather, tamarind. Judging by the nose one would say it is in a phase of excellent expressiveness.

On the palate, however, it could be intimidating for some. Because from a gustatory point of view it develops a lot of power and a tactile impact that engages. Warm start, penetrating acidity and driving flavor that trigger an excellent progression, in full coherence and fruit integrity. Very fine-grained tannins animated by indomitable strength that engage the mouth.
A good example of firm finesse.

An emblematic wine that adds something to the idea of ​​potential longevity. I think my children will be able to enjoy the other bottle in my possession around the year 2035. Which is a bit of a good thing, but also a bit of a disincentive to spend, the price itself, to be honest, not cheap could be a disincentive, for wines that contain the mystery of the famous right moment, the one in which the miracle of readiness will be accomplished, the result of the simultaneous evolution of multiple elements that does not always end well.
In this case the premises suggest that in 2035 it will be possible, with this Riserva Vignolo 2009 from Cavallotto, to have a beautiful wine experience.

Good pairing with stewed ossobuco.

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Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio

Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio

Non voglio parlare dell’annata, ma ho avuto l’occasione di assaggiare un certo numero di vini del 2012, anche blasonati, famosi, unicorni e alcuni non avevano sprint, energia, carattere. Questo non è il caso. Il Barolo Cannubi 2012 di Giacomo Fenocchio è certo invece uno dei migliori 2012 da me assaggiato fino ad oggi.

Prima di ogni altro discorso bisogna parlare del colore di questo vino. Granato splendente, luminoso, la luce lo attraversa e lo pervade rendendolo raggiante.
Ampio al naso con ricordi decisi di frutti rossi maturi, scorza di chinotto, carruba, radici aromatiche, cipria e noce moscata. Ampio e finissimo.

Ha molte buone carte da giocare. Energia, calore, potenza, acidità ben diffusa, sapidità, tannini tangibili e vigorosi, qualità dell’aroma fruttato. Cede qualcosa in presenza e in profondità, a tratti l’alcol sembra troppo/scollegato però senza mai sconfinare nell’incontrollabile. Ottimo il finale dolce/amaro molto persistente.

Credo di poter dire che questo sarà forse il suo apice espressivo, perché ha uno scheletro che il tempo ha levigato appena, alcol evidente a momenti un po’ disorganico e cominciano a tratteggiarsi segnali, se non di maturità, perlomeno di fine della gioventù.

In base a quanto esperito dò un consiglio a chi lo detiene in cantina: Bevilo adesso.

Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Barolo Cannubi 2012 - Giacomo Fenocchio | uno dei migliori 2012 da me assaggiato fino ad oggi

Enonauta/Degustazione di Vino #327 – review – Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio | uno dei migliori 2012 da me assaggiato fino ad oggi

Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio

I don’t want to talk about the vintage, but I had the opportunity to taste a certain number of 2012 wines, even noble, famous, unicorns and some lacked sprint, energy, character. This is not the case. Giacomo Fenocchio’s Barolo Cannubi 2012 is certainly one of the best 2012s I have tasted to date.

Before any other discussion we must talk about the color of this wine. Shining, luminous garnet, the light passes through it and pervades it, making it radiant.
Broad on the nose with strong hints of ripe red fruits, chinotto peel, carob, aromatic roots, face powder and nutmeg. Large and very fine.

He has many good cards to play. Energy, heat, power, well-diffused acidity, flavor, tangible and vigorous tannins, quality of the fruity aroma. It gives something in presence and in depth, at times the alcohol seems too/disconnected but without ever bordering on the uncontrollable. Excellent, very persistent sweet/bitter finish.

I think I can say that this will perhaps be his expressive pinnacle, because he has a skeleton that time has barely smoothed, alcohol is evident at times a little disorganized and signs are beginning to emerge, if not of maturity, at least of the end of youth.

Based on what I have experienced, I give some advice to those who have it in their cellar: Drink it now.

Enonauta/Wine Tasting #327 – review – Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio | one of the best 2012s I’ve tasted to date

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Barolo Lazzairasco 2006 – Guido Porro

Barolo Lazzairasco 2006 – Guido Porro

Ciò che un tempo fu probabilmente un vino potente e austero è oggi un vino ottimamente evoluto, caratterizzato da determinata gentilezza. E potrebbe essere portato ad esempio delle potenzialità di un vino adatto all’invecchiamento. Il Lazzairasco di Guido Porro da Serralunga, fuoriclasse indiscusso del Nebbiolo, è un Barolo fortemente tradizionale. A 17 anni dalla vendemmia è un vino di colore chiaro luminoso che si dispiega con estrema precisione al palato e nitore al naso dove prevalgono i ricordi fruttati di Melograno maturo, agrumati di scorza di chinotto, e poi sentori di timo, genziana, cuoio, the nero, a tratti etereo.
Vino potente, caldo, il cui filo conduttore sono l’integrità e la qualità del ritorno fruttato nel centrobocca, il suo prolungarsi lineare, definito ed equilibrato, con un tannino adesso disegnato e giusta freschezza, senza flessioni. In coda tornano anche l’agrume e le radici aromatiche.

Vino che avrebbe ancora del tempo a sua disposizione, ma adesso forse al culmine della sua evoluzione positiva.

Enonauta/Degustazione di Vino #318 - review - Barolo Lazzairasco 2006 - Guido Porro | Ciò che un tempo fu probabilmente un vino potente e austero è oggi un vino ottimamente evoluto, caratterizzato da determinata gentilezza
Enonauta/Degustazione di Vino #318 - review - Barolo Lazzairasco 2006 - Guido Porro | Ciò che un tempo fu probabilmente un vino potente e austero è oggi un vino ottimamente evoluto, caratterizzato da determinata gentilezza

Barolo Lazzairasco 2006 – Guido Porro

What was once probably a powerful and austere wine is today an excellently evolved wine, characterized by determined kindness. And it could be given as an example of the potential of a wine suitable for aging. Guido Porro da Serralunga’s Lazzairasco, the undisputed champion of Nebbiolo, is a highly traditional Barolo. 17 years after the harvest, it is a wine with a bright light color that unfolds with extreme precision on the palate and clarity on the nose where the fruity notes of ripe pomegranate, citrus notes of chinotto peel, and then hints of thyme, gentian, leather, tea prevail. black, at times ethereal.
Powerful, warm wine, whose common thread is the integrity and quality of the fruity return in the mid-mouth, its linear, defined and balanced extension, with a well-defined tannin and the right freshness, without inflections. Citrus fruits and aromatic roots also return at the end.

A wine that still has some time at its disposal, but now perhaps at the peak of its positive evolution.

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Gite in Cantina, Luoghi del Vino

Langhe: itinerario nella tradizione e nella passione

Langhe: itinerario nella tradizione e nella passione

“Un sentiero è sempre un sentiero anche nella nebbia” questo afferma il Signor Geiser protagonista del racconto L’uomo dell’Olocene di Max Frisch. E cosa più della tradizione è un sentiero che rimane tale anche nella nebbia?

Ed è così che ci avviamo verso il Piemonte, con l’intenzione di incontrare alcuni interpreti della tradizione vinicola di Langa.

Novembre è il mese dell’estate indiana. In certe annate, quando si è fortunati, ci sono giornate che non ci sono in nessun altro momento dell’anno. Inoltre i lavori della vendemmia sono finiti, l’aroma dell’uva in fermentazione pervade le strade e gli ambienti delle cantine e il Cavalier Accomasso mette le sue bottiglie a disposizione dei pochi fortunati che riescono ad arrivare in tempo.

Il viaggio fino a Savona si fa in autostrada poi decidiamo per la ex Statale 661 che da da Montezemolo, passando per Murazzano, arriva a Dogliani. La statale è la soluzione ideale per chi abbia il tempo e la voglia di immergersi nel paesaggio, nella sua varietà prima della monocoltura duffusa, godersi il tempo del viaggio con la possibilità di osservare l’arco delle Alpi, dal Col di Tenda fino al Monte Bianco, da un punto privilegiato. Nel nostro caso c’era la nebbia. Quindi il paesaggio sarà parte del prossimo viaggio e lo racconteremo un’altra volta…

Giorno 1

Cap. 1

Az. Agr. Brezza

Da diversi anni mi proponevo di visitare questa storica azienda di Barolo. Il 2022 è stato l’anno giusto. L’azienda è nell’abitato di Barolo e si completa con un Ristorante e l’Albergo. 20.5 gli ettari vitati tra Barolo, Monforte, Novello e Diano d’Alba. Nayla, francese che si occupa di vino italiano, ci accoglie mostrando curiosità, disponibilità, gentilezza e competenza.

Nayla con la carta del Barolo da Brezza

Nayla con la carta del Barolo da Brezza

I Baroli 2018 che ci presenta in assaggio, Barolo, Barolo Castellero, Barolo Cannubi, Barolo Sarmassa brillano tutti per l’esattezza del tratto congiunta a una austerità tipica che nella 2018 pare stemperata a vantaggio di una accessibilità più spiccata, di un carattere luminoso. Il Barolo Cannubi 2017 porta invece un’impronta tannica molto più marcata.

Da non trascurare il resto della produzione composta di ottime interpretazioni dei vitigni tradizionali delle Langhe. Nebbiolo, Barbera e Dolcetto. Sottolineando la versatile precisione del Nebbiolo Santa Rosalia 2020.

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Az. Agr. Brezza

Chi ben comincia è a metà dell’opera.Dopo una sosta per il pranzo ci avviamo verso il nostro secondo appuntamento.

Cap. 2

Ferdinando Principiano

Ferdinando Principiano è un vignaiolo dalla storia particolare. Parte con i Barolo Boys, di cui conserva un cimelio in azienda, e arriva come vignaiolo tradizionalista, ma soprattutto rispettoso dell’ecosistema, tenuto in considerazione anche dai grandi Classicisti delle Langhe.

L’azienda è a Monforte d’Alba.

La proposta è larga e tutta di livello. Si va dall’Alta Langa ai due Baroli di punta, Boscareto e Ravera, passando per il sorprendente Dolcetto 2021 che mi è sembrata una delle migliori interpretazioni provate recentemente, la Freisa (ovvero la cugina del Nebbiolo), per finire con un Boscareto 2009 stappato per testarne le qualità alla prova del tempo.

La nostra visita la ricorderemo anche per la particolarità di aver avuto come occasionali compagni di tavolo un gruppo di francesi che parlavano correntemente e volentieri in inglese.

Ferdinando Principiano

Ferdinando Principiano

Cap. 3

Il Cav. Lorenzo Accomasso

Andare a trovare il Cavalier Accomasso senza parlare col Cavaliere è una situazione un po’ strana per chi ha avuto la fortuna di condividere con lui del tempo nella stanza degli assaggi al piano terra della sua casa di La Morra.

Non poter ascoltare la sua voce quasi plurale raccontare di tutto con generosità e con risparmio del vino, a momenti solo in modo tangenziale, come se fosse un corollario del ben più importante esistere. Comprensibile da parte di una persona per cui il lavoro di vigna fu per moltissimi anni principalmente fatica. Piacevole fatica, ma fatica. Prima che acquistare una vigna, come lo stesso Cavaliere sostiene, fosse diventata una questione per Fondi Internazionali e multinazionali del lusso e non c’era da vantarsi di fare il contadino.

La quercia nel vigneto, i funerali di Bartolo Mascarello con le bandiere rosse, le automobili, la pallapugno, l’Internazionale (la squadra di calcio), l’autoironia sul mancato uso delle barrique, la barbera e il formaggio coi vermi in vigna d’estate, ma tutto questo è materiale per un altro racconto ben più vasto.

Eppure la Signora Simona che all’oggi si occupa di gestire le visite e le vendite per Lorenzo Accomasso non si risparmia e ci accoglie con grande gentilezza e generosità.

I Baroli 2015 sono ottimi, in perfetto stile Accomasso, ma forse il millesimo li ha resi più immediati. Rocchette ha il sapore particolare di ciò che non si assaggerà mai più dal momento che il vigneto sarà espiantato. Ci sono anche il Dolcetto rustico annata 2020 e la Barbera 2018 che definirei un vero ordigno dall’alto potenziale. Pur non avendo parlato col Cavaliere se ne sentiva la presenza.

Enonauti da Lorenzo Accomasso

Enonauti da Lorenzo Accomasso

Ultimo Rocchette

Ultimo Rocchette

Lorenzo Accomasso

Lorenzo Accomasso

Il vino della felicità ovvero il Barbera 2011 del Cavalier Lorenzo Accomasso

Il vino della felicità ovvero il Barbera del Cavalier Lorenzo Accomasso

Finisce la prima giornata. Si raggiunge l’alloggio e si va a cena.

Giorno 2

Cap. 4

Teobaldo Rivella

Teobaldo Rivella ha un’azienda che porta il nome del padre Serafino. Un’azienda piccola, circa 12000 bottiglie in totale, che poggia sulla sommità di una delle migliori vigne di Langa. Montestefano. Per chi scrive si tratta della terza volta dal Signor Teobaldo Rivella, un uomo dalla proverbiale gentilezza e cordialità, che condivide con Lorenzo Accomasso il piacere nel definirsi un classicista e come il Cavaliere tradisce una certa disposizione per il parlare più volentieri di sport, nel suo caso il ciclismo, che di vino. Ma di vino evidentemente se ne intende e basta assaggiare il suo Langhe Nebbiolo e il Barbaresco Montestefano per averne subitanea contezza. Una cantina semplice, pulitissima e suggestiva che giustamente il Signor Rivella mostra con malcelato orgoglio.

I vini di Rivella sono austeri e precisi, rigorosi, tradizionali e rispettosi della propria origine. In parte somigliano al loro artefice. Resta il rimpianto per il Dolcetto che non viene più prodotto e del quale non ci resta che tenere il più a lungo possibile vivo il ricordo dell’ultima bottiglia stappata.

Barbaresco Montestefano - Rivella

Barbaresco Montestefano – Rivella

Serafino Rivella

Serafino Rivella

Il muro di bottiglie da Teobaldo Rivella

Il muro di bottiglie da Teobaldo Rivella

Cap. 5

Renato Fenocchio

Alla fine di una due giorni impegnativa andiamo a visitare l’azienda di Renato Fenocchio e Milva a Neive.

Milva ci chiede all’arrivo quanto tempo abbiamo a disposizione e capiamo il senso della domanda a fine visita. Una esperienza immersiva nella loro epopea familiare, nel loro modo di intendere la vita e il vino, nel loro vino, in una sala degustazioni stratificata che sembra ed è lo scenario perfetto per un pomeriggio di assaggi.

Conduce Milva con grande energia, generosità e simpatia. Non si risparmia nel racconto di come un anelito di indipendenza si sia trasformato con fatica nella splendida realtà che è oggi la loro azienda. Non ci si risparmia in assaggi e chi scrive trova conferma eclatante della qualità sperimentata in passati assaggi e diventa evidente il motivo per cui il nome di questa azienda, seppure non sia nei discorsi di tutti, si trova puntualmente nelle parole di molti credibili bevitori e raccontatori di vini. A un certo punto ci raggiunge anche Renato Fenocchio che impegnato coi lavori di cantina e ci si dilunga allegramente in chiacchiere, ma soprattutto in assaggi.

Espressività, concretezza e anche una politica dei prezzi apprezzabile. Sono i vini che io mi sentirei di consigliare senza timore di sbagliare e sono le persone che consiglierei di incontrare.

Renato Fenocchio a Neive

Renato Fenocchio a Neive

Su tutti Barbaresco Rombone 2018 che è un bell’esempio, quasi emblematico, di come un giovane Barbaresco riesca ad essere piacevole e approcciabile nella sua gioventù pur se di ispirazione classica.

Il Ritorno

Inebriati di vino si riprende la strada. Il maestro Alessio Chiappelli si occupa di selezionare la musica dal sedile posteriore fino allo Zenith che si raggiunge, a un punto del viaggio che non saprei indicare con certezza, forse Massarosa, quando si ascolta STARLESS dei King Crimson a un volume sconsiderato deliberando che la Barbera 2018 di Lorenzo Accomasso e Starless hanno qualcosa che le accomuna. Ovvero la forza inarginabile non lineare governata con maestria da mani sapienti.

©Simone Molinaroli per L’Enonauta

Marzo 2023

Visioni di Langa

Visioni di Langa – Novembre 2022

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Bottiglie, Degustazioni

Barolo Boscareto 2008 – Ferdinando Principiano

Barolo Boscareto 2008 – Ferdinando Principiano

 

Il primo stappo dell’anno è stato memorabile. Questo Barolo Boscareto 2008, mga del Comune di Serralunga d’Alba, di Ferdinando Principiano, ex Barolo Boy poi transitato a un’idea di viticoltura più sostenibile, è un vino sontuoso. Sono veramente felice di averlo scovato in uno scatolo, mentre in realtà stavo acquistando un altro lotto di baroli d’annata per una serata di degustazione, e di averlo adottato per il breve periodo intercorso tra l’incontro e lo sturamento, risparmiando a questa grande bottiglia un futuro ipotetico di passaggi di proprietà e l’ingloriosa fine col livello sotto la spalla in mano a qualcuno che chiede “che valore può avere” dopo essersi dimenticato che il valore più grande che una bottiglia può esprimere è quando è aperta.
Vino generoso al naso e al palato. Colore granato scuro, vivissimo, ricordi di prugna, cassis, chiodo di garofano, bergamotto, spinge molto, è avvolgente, anche sentori di anice e foglia di the, fichi maturi, vagamente terrosi. Il sorso è caldo, sferico, sembra che gli elementi si siano amalgamati e siano al punto di simbiosi perfetta. A dominare è il frutto anche in bocca, tannino incorporato senza più spigoli, pienezza, acidità senza increspature, dotazione alcolica imponente, ma completamente funzionale a una piacevolezza radicale, totalizzante.
Per chi ne detenesse una, o più di una, io mi sentirei di consigliare l’apertura per un dopo cena meditativo/edonico in buona compagnia. E il momento, almeno a giudicare da questa personale esperienza, è adesso.
A tratti commovente.

Enonauta/Degustazione di Vino #288 - review - Barolo Boscareto 2008 - Ferdinando Principiano | Vino generoso al naso e al palato, un grande inizio anno
Enonauta/Degustazione di Vino #288 - review - Barolo Boscareto 2008 - Ferdinando Principiano | Vino generoso al naso e al palato, un grande inizio anno
Enonauta/Degustazione di Vino #288 - review - Barolo Boscareto 2008 - Ferdinando Principiano | Vino generoso al naso e al palato, un grande inizio anno
Enonauta/Degustazione di Vino #288 - review - Barolo Boscareto 2008 - Ferdinando Principiano | Vino generoso al naso e al palato, un grande inizio anno

Barolo Boscareto 2008 – Ferdinando Principiano

The first uncorking of the year was memorable. This Barolo Boscareto 2008, mga from the Municipality of Serralunga d’Alba, by Ferdinando Principiano, former Barolo Boy who then moved on to a more sustainable idea of ​​viticulture, is a sumptuous wine. I am really happy to have found it in a box, while in reality I was buying another batch of vintage Barolos for an evening of tasting, and to have adopted it for the short period between the meeting and the uncorking, saving this great bottle a hypothetical future of changes of ownership and the inglorious end with the level below the shoulder in the hand of someone who asks “what value can it have” after having forgotten that the greatest value a bottle can express is when it is open.
Generous wine on the nose and palate. Dark garnet colour, very lively, with hints of plum, cassis, clove, bergamot, very strong, enveloping, also with hints of anise and tea leaf, ripe figs, vaguely earthy. The sip is warm, spherical, it seems that the elements have blended and are at the point of perfect symbiosis. The fruit also dominates in the mouth, tannin incorporated without any sharp edges, fullness, acidity without ripples, impressive alcohol content, but completely functional to a radical, all-encompassing pleasantness.
For anyone who owns one, or more than one, I would recommend opening it for a meditative/hedonic after dinner in good company. And the time, at least judging from this personal experience, is now.
At times touching.

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Gite in Cantina

Langhe: la prima volta non si scorda mai

Ritorno nella Terra di Mezzo – Enotour Langhe

Il primo viaggio nelle Langhe è senza dubbio un’esperienza indelebile per chi è appassionato della materia enologica e vitivinicola. Per chi proviene da un territorio come la Toscana, le Langhe assomigliano ad luogo lontano, ameno, fuori dalla storia del “vino comune” e dei territori. Se volessimo dare un aggettivo al territorio delle Langhe questo sarebbe “classico”, inteso come un qualcosa che si manterrà nel futuro fedele a sé stesso. Il viaggio nelle Langhe non assomiglia ad un’andata, ma più ad un ritorno spirituale nella Terra di Mezzo di chi ha sete “di virtù e canoscenza”.

Anche per questa occasione, sono stato accompagnato dal valoroso Dario Agostini che, armato della propria macchina fotografica, ha immortalato i momenti più belli di questa trasferta. Ma la Compagnia del Nebbiolo ha registrato l’ingresso di una nuova figura, quella del M° Alessio Chiappelli (alias Dufur), che ha impreziosito alcuni incontri con aneddoti dal mondo della musica e delle arti.

I vigneron che abbiamo incontrato per le degustazioni sono stati selezionati in base ai prodotti bevuti in precedenza e alla nostra voglia di esplorare nuove emozioni. Le descrizioni dei vini risentono enormemente dell’esperienza in cantina e del rapporto avuto con chi ci ha accolti.

Edoardo Sobrino – Enotour Langhe

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Di Sobrino nessuno dei presenti aveva mai bevuto niente. Ci siamo fidati di una segnalazione di un altro enonauta (Simone Molinaroli) che in precedenza aveva sentito cose belle sul suo conto. E mai tale scelta fu più azzeccata.

Edoardo si trova a Diano d’Alba, terra di dolcetto, uno tra i nostri vitigni prediletti. Purtroppo però di Dolcetto Sobrino non ne produce più, vista la grande richiesta di altri uvaggi (nebbiolo e barbera in primis) e il poco margine economico che la produzione di tale vino comporta.

Edoardo ci accoglie con uno spirito più unico che raro. Ci porta in vigna e ci spiega le proprie pratiche bio di coltivazione e vinificazione, poi in cantina ci prepara una tavola imbandita di formaggi, salumi e focacce per accompagnare la degustazione dei propri prodotti.

Questi sono in breve i prodotti degustati:

  • Chardonnay 2020: al naso note di pesca bianca, albicocca disidratata, ginepro, in bocca molto persistente, con un retrolfatto particolarmente floreale di piccoli fiori bianchi.
  • Rosato di Nebbiolo 2017: l’ideale per un aperitivo grazie al sentore di spritz che emana sia al naso che in bocca.
  • Nebbiolo d’Alba 2017: di grande carattere, con un tannino finissimo e tutte le caratteristiche di un grande nebbiolo.
  • Barbera d’Alba 2017 Vigna Carzello: rosso impenetrabile, sensazioni di mora, frutti piccoli neri, molto morbido in bocca e un tannino percettibile.
  • Barbera 2015 Vigna Nirane: una grande barbera.
  • Barolo Monvigliero 2016: ancora molto acerbo ma dal grande carattere
  • Barolo Pisapola 2016: al naso mora e mirtilli, tanta frutta matura e un tannino che sicuramente col tempo si risolverà. Un barolo che tra qualche anno sarà un Grande Barolo.
Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Con Edoardo, simpaticissimo e alla mano, parliamo di vini, di territori, di musica, del cantante dei Tool innamorato dei suoi vini, dell’amicizia con Voerzio e con altri produttori. Forse preso dalla simpatia reciproca del momento, si allontana dalla tavola e torna con una bottiglia unicorno, il celeberrimo Dolcetto d’Alba 2017: al naso fragolina di bosco, piccoli frutti rossi maturi, in bocca è persistente, fresco, un vino che sicuramente potrà dare grandi soddisfazioni anche se stappato in futuro.

Dulcis in fundo, Edoardo ci fa assaggiare anche la Barbera appassita che non è commercializzata, ideale per accompagnare cioccolato e dolci.

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Diego Morra

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Ci spostiamo a Verduno per visitare la cantina Diego Morra. Una visita abbastanza didascalica e turistica, che non ci ha lasciato nessun ricordo positivo né per l’accoglienza né per i vini degustati.

In breve:

  • Dolcetto d’Alba 2020: molto “grasso”, con una nota alcolica elevata e un tannino quasi allappante.
  • Barbera d’Alba 2020: affinamento solo in acciaio, al naso molto floreale con note di violetta e in bocca frutta rossa matura e sotto spirito.
  • Nebbiolo d’Alba 2020: lungo nel finale, ma davvero allappante.
  • Barolo Zinzasco 2018: un buon barolo, molto persistente.

Giovanni Prandi – Enotour Langhe

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Tappa obbligatoria per chi è amante del Dolcetto. Prandi è ancora un dolcettista che riserva a questo vitigno la giusta attenzione.

I prezzi dei suo prodotti sono assolutamente fuori dal tempo (Dolcetto a € 6,00 a bottiglia, Nebbiolo a € 8,00 la bottiglia 0,75 lt e € 18,00 la bottiglia da 1,5 lt).

Se siete in zona passate a prendere almeno 2 casse a testa per questi vini di territorio e di qualità.

Giacomo Fenocchio – Enotour Langhe

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

A Monforte d’Alba l’azienda di Giacomo Fenocchio è un’istituzione. I suoi cru di Barolo sono tra le espressioni più veritiere di questo territorio e non a caso tra i più buoni, almeno per chi sta raccontando.

La cantina di Fenocchio è iconica, tradizionale, con le grandi botti da decine e decine di ettolitri che riempiono gli ambienti. La visita è molto curata e il cantiniere è attento e preparato alle domande dei visitatori.

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Questi sono i vini degustati con alcune note di rilievo:

  • Roero Arneis 2021: macera 24/48h sulle bucce e non viene chiarificato. Al naso tanti fiori bianchi e note di pesca gialla, melone, note agrumate ed esotiche, in bocca una bella sapidità.
  • Anima Arancio 2019: arneis macerato 30 giorni sulle bucce, note agrumate più decise di clementina e arancia, una lieve nota tannica. Dal 2022 viene macerato in anfora.
  • Barbera Superiore 2020: macerazione che avviene in acciaio per 10-15 giorni, viene travasato varie volte per renderlo limpido. In bocca è morbido e con una buona acidità, tannini fini.
  • Nebbiolo 2020: molto tannico come il corrispettivo di La Morra.
  • Barolo Castellero 2018: cru del comune di Barolo, macerazione per 40 giorni sulle bucce, frutta rossa matura e speziature di pepe nero.
  • Barolo Cannubi 2018: una forte nota balsamica in più rispetto al precedente.
  • Barolo Villero 2018: molto più verde, più vegetale rispetto ai fratelli, ha sicuramente bisogno di più tempo per ammorbidirsi.
  • Barolo Bussia 2018: naso fortemente espressivo, sembra quasi più vicino alla via della maturazione, tannini già più smussati rispetto agli altri e una nota balsamica percettibile.

Guido Porro – Enotour Langhe

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Guido Porro si trova a Serralunga d’Alba, il comune più ad est delle Langhe, e coltiva i vigneti di Lazzarito e Vigna Rionda. I Barolo di Porro si riconoscono per caratteristiche comuni, come la persistenza aromatica, i tannini fini e le note balsamiche.

In particolare:

  • Barolo Gianetto 2018: nota mentolata e di frutta rossa surmatura, viti di oltre 20 anni.
  • Barolo Vigna S. Caterina 2018: da vigneti Lazzarito, meno tannico del precedente, ma anche in questo caso una bella nota balsamica, che si trasforma quasi in un sentore di vermouth nel retrolfattto.
  • Barolo Lazzairasco 2018: caratteristiche simili ai precedenti con note di spezie, pepe e cannella su tutte.
  • Barolo Vigna Rionda 2018: al naso una nota agrumata più marcata, con un finale lunghissimo e mentolato nel retrogusto.

Da Porro abbiamo degustato anche il Dolcetto 2021, la Barbera Vigna S. Caterina 2021 e il Nebbiolo 2021, tutti vini caratterizzati da una forte nota alcolica e un tannino forte e deciso.

Credits

Tutte le foto sono state scattate da Dario Agostini (https://www.flickr.com/photos/133362519@N02https://www.instagram.com/darioago84/)

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Bottiglie, Degustazioni

Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

San Rocco Seno d’Elvio

(o del piacere di arrivare al momento giusto)

Una delle migliori emozioni che può innescare una bottiglia di vino è quella che si prova allora che ci si rende conto di averla aperta nel momento giusto.
Quando l’integrità del frutto, lo sviluppo aromatico, l’evoluzione e l’accordo delle parti sembrano aver trovato una sintonia che non potrà essere ripetuta e si può dire a voce piena “Questo è un vino pronto!” .

Barbaresco di ispirazione classica, macerazione per 20 giorni e 12 mesi di passaggio in grandi botti da 30 e 50 hl e 9 mesi in bottiglie.

Colore granato traslucido, alterna sentori di piccoli frutti rossi, melograno in prevalenza e ribes rosso alle spezie dolci, e poi scorza di chinotto, foglia di the, cipria, ricordi eterei e di timo in un quadro di grande precisione.

Ha l’impatto del Melograno. Estrema delicatezza del frutto e al contempo acidità radiosa e ficcante, la fermezza del tannino che un tempo doveva essere molto compatto e che qui, adesso, ha cominciato a sgranarsi conservando però forza. Sorso asciutto, sapido, intenso, definito, molto persistente e altamente equilibrato.
Il Finale è un lento sfumare di ricordi fruttati e speziati che coinvolge tutto il cavo orale.
In ottima compagnia con un piatto misto di formaggi (gorgonzola, parmigiano e caciotta fresca della Montagna Pistoiese).

Era il momento giusto.

Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review
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Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

San Rocco Seno d’Elvio

(or the pleasure of arriving at the right time)

One of the best emotions that a bottle of wine can trigger is the one you feel when you realize you have opened it at the right time.
When the integrity of the fruit, the aromatic development, the evolution and the agreement of the parts seem to have found a harmony that cannot be repeated and you can say in full voice “This is a ready wine!” .

Classically inspired Barbaresco, maceration for 20 days and 12 months in large 30 and 50 hl barrels and 9 months in bottles.

Translucent garnet colour, it alternates hints of small red fruits, mainly pomegranate and red currant with sweet spices, and then chinotto peel, tea leaf, face powder, ethereal memories and thyme in a highly precise framework.

It has the impact of Pomegranate. Extreme delicacy of the fruit and at the same time radiant and punchy acidity, the firmness of the tannin which once must have been very compact and which here, now, has begun to break down while retaining strength. Dry, savory, intense, defined, very persistent and highly balanced sip.
The finish is a slow blur of fruity and spicy memories that involves the entire oral cavity.
In excellent company with a mixed plate of cheeses (gorgonzola, parmesan and fresh caciotta from the Pistoiese mountains).

It was the right time.

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Bottiglie, Degustazioni

Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 – Francesco Boschis

Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 – Francesco Boschis

Dopo un paio di delusioni ristappo un Dolcetto che fortunatamente, essendo un amante del vitigno, mi appassiona.
È il Dogliani Superiore Pianezza Vigna del Prey 2019 dell’azienda Francesco Boschis.

Bel colore purpureo scuro, inizialmente è un po’ riservato col tempo si apre e rivela un bouquet con ricordi floreali e balsamici in primo piano, poi lampone e spezie e altre note vagamente agrumate (scorza di chinotto).
Molto fresco il sorso, acidità decisa, fresco e secco, di corpo snello con tannino appena rustico, con bella forza di gusto piazza un bel finale lungo con coda sapida non così diffusa nella tipologia.

Enonauta/Degustazione di Vino #261 - review - Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 - Francesco Boschis | Rustico e deciso
Enonauta/Degustazione di Vino #261 - review - Dogliani Superiore Pianezza/Vigna Dei Prey 2019 - Francesco Boschis | Rustico e deciso
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Bottiglie, Degustazioni

Barbaresco 2018 – Giuseppe Cortese

Barbaresco 2018 – Giuseppe Cortese

Il sig. Giuseppe Cortese è un vignaiolo cortese di nome e di fatto. Sono stato in visita da lui 5/6 anni addietro a Barbaresco e rimasi decisamente colpito dalla sua semplicità e disponibilità nell’accogliermi presso la sua cantina senza il minimo preavviso (dove, oltre ad assaggiare tutti i suoi bei vini, ebbi anche la fortuna di acquistare alcune annate vecchie del suo Cru Rabajà a prezzi all’epoca veramente onesti e che oggi risulterebbero irrisori).

Anche il suo Barbaresco 2018 potrebbe essere definito cortese, perché è un vino buonissimo, accogliente e di grande equilibrio. Ma “l’etichetta” di cortese rischia però di stargli stretta, perché è anche un vino corroborante, dal sorso dinamico e vivo. Un vino che rappresenta a mio avviso un grande esempio di classicità nell’interpretazione del Barbaresco, territoriale, schietto ed elegante. Le uve sono avviate alla fermentazione in serbatoi d’acciaio con fermentazione sulle bucce per circa un mese. Matura poi 18 mesi in botti grandi e completa l’affinamento con almeno 6 mesi in bottiglia.

Nel calice si presenta non troppo carico, di colore rosso granato luminoso, riflessi rubino e netto contorno aranciato. Al naso piccoli frutti a bacca rossa, ciliegia sottospirito, violetta, caramella al rabarbaro, radice di liquirizia, leggermente mentolato. Al palato si concede subito senza tante ritrosìe, giustamente morbido, avvolgente e caldo. Tannino di trama fine e ben cesellato, mai irruento; il sorso progredisce succoso, con regolarità e piacevolezza, supportato da argini di freschezza e mineralità che donano equilibrio al sorso e grande bevibilità. Gestione dell’alcool (14.5°) magistrale, finale fresco, leggermente sapido e di buona persistenza.

Questo Barbaresco 2018 di Giuseppe Cortese è a mio avviso in uno stato di grazia, potrebbe certamente aspettare ancora in cantina alcuni anni ed evolvere in maniera interessante. Ma è buonissimo ora, e se ne avessi ancora una bottiglia in cantina non esiterei a stapparlo ancora entro la fine dell’anno. Vino di grande piacevolezza ed immediatezza che danza tra le linee di gioco con equilibrio, prontezza, eleganza e concretezza. Ottimo anche il rapporto qualità-prezzo-piacere e sugli abbinamenti ci si può solo sbizzarrire.

Enonauta/Degustazione di Vino #255 - review - Barbaresco 2018 - Giuseppe Cortese | vino buonissimo, accogliente e di grande equilibrio
Enonauta/Degustazione di Vino #255 - review - Barbaresco 2018 - Giuseppe Cortese | vino buonissimo, accogliente e di grande equilibrio
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