Mi consento di usare uno slogan da campagna elettorale malriuscita solo perché in effetti la manifestazione ha questo nome.
L’ALTRA TOSCANA È POSSIBILE
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Un’altra Toscana è possibile, anzi c’è. E si raduna al Palazzo degli Affari di Firenze per una anteprima voluminosa. 13 denominazioni Finezza. Molta finezza e precisione di tratto. Marasca, Mandarino, Mentolato/balsamico, arioso, note di sottobosco appena accennate. Palato tutto in tiro, calibratissimo seppur giovane.
le nuove etichette, tra bianchi e rossi svariate centinaia di proposte. Non so perché mi aspettavo di trovare anche il Morellino di Scansano, ma non c’era e ci son rimasto male e poi mi sono rinvenuto ed è riemerso il ricordo, nel tourbillon delle Anteprime Toscane, dell’evento congiunto col Consorzio del Chianti.
Sarà per la prossima volta…
Presenti invece Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Cortona, Chianti Rufina, Terre di Casole, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e IGT Toscana.
Una manifestazione che ritengo importante per offrire la giusta visibilità e il giusto riconoscimento a territori dove si lavora da tantissimo tempo, ad esempio Rufina e Carmignano, così come quelli in cui l’impegno è cominciato in tempi più recenti, ma senza difettare di entusiasmo e competenza.
Manifestazione peraltro organizzata molto bene. Spazi luminosi, servizio pronto grazie alla Dinamica Sommelierie messa in scena dall’AIS e ci tengo a precisare, perché non è cosa da poco, che nemmeno una goccia di vino è stata versata sulla mia parte di tavolo. Complimenti!
Passiamo agli assaggi.
Salto i bianchi e decido di concentrarmi sul Sangiovese.
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Chianti Rufina
Parto dal Chianti Rufina con una selezione, assaggiare tutto è impossibile, di bottiglie dell’annata 2021 di Terraelectae il progetto di promozione delle eccellenze assolute del territorio.
Inizio davvero scoppiettante. L’annata probabilmente agevola, ma i campioni da me assaggiati sono, nella loro peculiare interpretazione, quasi tutti di alto livello.
Sono tutti Chianti Rufina Riserva. In ordine di assaggio:
Vigna Colonneto di Villa Travignoli
Mi ricorda per stile e profondità certi Bucerchiale bevuti in passato. Balsamico, terroso, secco e poco indulgente, tannino molto compatto, potrei definirlo anche “divisivo”, ma in senso ovviamente elogiativo.
Vigneto Quona de I Veroni
Bello. Abbondano l’agrume, il frutto rosso, le spezie, fluente, pieno di gusto, equilibrato. Socialdemocratico…
Vigna Poggio Diamante Tenuta Bossi
Lo trovo leggermente sovramaturo in principio, poi si arrichisce con l’arieggiamento e sviluppa ricordi di lavanda. Sorso equilibrato, in finale apre assai, il meno energico di tutti i campioni.
Vigna Montesodi di Frescobaldi
Finezza. Molta finezza e precisione di tratto. Marasca, Mandarino, Mentolato/balsamico, arioso, note di sottobosco appena accennate. Palato tutto in tiro, calibratissimo seppur giovane.
Vigna Montefiesole di Grignano
Eleganza, rigore e fedeltà alla tipologia. Giovane, non propriamente approcciabile da subito.
Vigna Le Rogaie di Colognole
Il più chiaro e tannico. Ricordi delicati di piccoli frutti rossi, dopo la prima fase di chiusura si apre. Vino asciutto nella forma,
Vigneto Erchi di Selvapiana
Vino ampio, dalla fruttuosità mostruosa, speziato, terroso, sanguigno.
Sorso largo, avvolgente. Tannino di carattere, caldo. Appena troppo caldo.
Vigneto Lastricato di Castello del Trebbio
Ricordi di frutto maturo e scorza di arancio, note balsamiche.
Vino molto tattile che cerca la distensione, ma credo ci vorrà un po’.
Vigna alla Stele di Frascole
Il meno aperto sulle prime, ma poi si assesta su una discreta fragranza. Luminoso, con sentori di melograno, erbe aromatiche, la struttura appare minuta, ma non difetta di forza espressiva e profondità.
Sinceramente vorrei portare tutti i nove campioni a casa.
Montecucco Sangiovese
Dal Chianti Rufina mi sposto, in realtà resto seduto al tavolo, verso il Montecucco Sangiovese. 11 campioni per cercare qualche conferma delle buone sensazioni avute lo scorso anno.
La Fonte 2021 di Tenuta Pianirossi
Bouquet originale con Resina di Pino, spezie, mora di gelso. Sorso morbidino, accomodante, non brilla per dinamicità. Piacevole.
Istrico 2021 di Villa Patrizia
Si sviluppa su toni cupi, terrosi. Fruttato, molto fisico, ha tannini quadrati, certo da rivalutare tra un po’.
Montenero 2020 di Montenero Winery
Colore chiantigianeggiante, molto mentolato, ribes, erbe aromatiche. Asciutto, ben disteso, tannino divertente, ampiamente godibile.
Campinuovi 2020 di Campinuovi
Un po’ acerbo, sia al naso, sia al palato. Ha un impatto molto tattile, ma poi tende a sparire.
Podere Montale 2019 di Podere Montale
Cassis e Pepe. Molto concentrato, voluminoso, ma in bocca alla fine trova una sua definizione.
Tribulo 2019 di Poggio Stenti
Chiarissimo, scorrevole, agile, tende al CLASSICO. Marasca ed essenze orientali.
Lavico 2018 di Amiata Vini del Vulcano
Quasi violetto. Ciliegia, resine, chiodo di garofano. Ha discreta freschezza, semplice il sorso.
Parmoleto 2019 di Parmoleto
Vino interlocutorio, probabilmente in una fase di poca “comunicatività”.
Vigna Allegra Riserva 2019 di La Banditaccia
Floreale, il più floreale dei campioni. Sapido, netto ed austero. Buono.
Viandante 2018 di Tenuta L’Impostino
Ciliegie ed eucalipto più sentori boisee. Pronunciati.
Coerentemente molto frutto, balsamico, caldo con tendenza all’amaro e all’astringenza.
Poggio Lombrone 2018 di Collemassari
Il colore attira, ma poi è burroso e breve.
Suvereto Sangiovese
Ce ne sono tre e li assaggio tutti e tre, ma mi pento.
Buca di Cleonte 2021 di Petricci e Del Pianta
Molto boisee, tannini molto piccanti, il meno Sangiovese di tutti i Sangiovese assaggiati.
Ciparisso 2020 de La Fralluca
Vino un po’ “verde”, ha un bouquet non banale, ma alla fine resta il ricordo della “paralisi facciale”.
Sangiovese 2019 di Gualdo del Re
Maturo e molto speziato, scuro, terroso, ha volume, ma risulta evanescente al gusto.
Val di Cornia Sangiovese
Uno solo, ma sorprendente.
Montepitti 2022 di Rigoli
Dal colore traslucido, è floreale, ricorda poi il chinotto e le carrube, la fragolina selvatica, fresco e invitante, tannico quanto basta, semplice, diretto, ma non scontato.
Fine primo tempo
Dopo questa carrellata di Sangiovese opto per una sestina di peso correndo il rischio che mi inneschi la voglia di PERONI e/o AGENO (si scherza…)
Chiamo dunque i Supertuscan
Apice 2021 di Amerighi | Syrah
Ma che bel vino!
Viola di colore, speziato (ovvio), ma anche pieno di frutto fresco. Vino vibrante. Col tempo si arricchisce di ricordi di gladiolo e incenso. La beva è semplice, nobilmente semplice.
Giusto di NOTRI 2022 di Tua Rita | CS80 ME10 CF10
Esplosione di Cassis e Doga del letto a castello. Si può pure pensare che in circa venti anni il legno sarà “integrato”, ma a me, nella migliore delle ipotesi, tra vent’anni il dottore avrà ingiunto di non bere. Nella peggiore sarò morto.
A parte gli scherzi questo non è un vino che si può giudicare adesso. E a mio avviso nemmeno bere. C’è tanto, troppo di tutto.
Ghiaie della Furba 2021 di Capezzana | CS50 ME25 SY25
Vino che ha bisogno di aria. Chiuso al naso, forse non è il suo momento. Ci vuole un po’ per cominciare a sentire del profumo di terra secca e a seguire più tenui rimandi di frutto scuro e spezie. In bocca al momento ha troppa presa. Da riassaggiare.
Quercegobbe 2022 di Petra | Merlot
Cenere, mirtillo, vaniglia.
Rotondo, ma ha una sua bevibilità. Non trascendentale.
Montechiari 2021 di Montechiari | SN ME CS CF
Sarà forse l’annata e il MESCOLONE (affettuosamente), ma sugli altri spicca.
Pepe e frutti di bosco, ma anche sanguigno, resine, arancia.
Il sorso funziona, certo ha volume e non è verticale, ma ha un lungo finale ben concertato.
Oreno 2022 di Tenuta Sette Ponti | CS ME PV
Possente e ruffiano. Vagamente zuccherino, volendo lo si può bere adesso, ad esempio con il Dolceforte, ma probabilmente anche poi.
Credevo di averne abbastanza, ma a quanto pare bere seduti in silenzio aiuta a sputare praticamente tutto, e invece di 6 Peroni chiamo altri 6 vinoni ché c’ho preso gusto.
ALTRI SUPERTUSCAN
Siepi 2022 di Castello di Fonterutoli | SAN ME
Giovane, ma volendo si può bere. Timido al naso, ma il suo punto forte è il sorso. Sapido e decisamente lungo nonostante una trama tannica fitta. E soprassedendo su quell’alcool un poco brado…
Ripa delle More 2022 di Tenuta Vicchiomaggio SAN CS ME
Vino un po’ verde, con sentori vegetali in primo piano. Non è il suo momento.
Cercatoja 2021 di Buonamico SAN SY CS
Humus, sentori ematici, di agrume e di spezie. Molto ordinato. Anche il sorso è lineare e scorrevole, pur come può essere scorrevole un vino di questo calibro. Finisce molto largo.
Modus Primo 2021 di Ruffino ME SAN CS
Sovramaturo ed etereo, possente e caldo, ma anche un po’ enigmatico nella sua identità così poco delineata. Io non riuscirei a trovargli una collocazione in alcun contesto.
PerPiero 2020 di Tenuta Moraia SAN CS CF
Cassis, spezie dolci, vegetale aromatico. Di forma netta. Secco, con tannini sviluppati, davvero ben definito. In questo caso sarei curioso di riprovare, subito o tra un po’.
Avvoltore 2019 di Morisfarms SAN CS SY
Tra questi Supertoscani e’ quello col bouquet più complesso. Cenere, eucalipto, noce moscata e a seguire il frutto scuro.
Il sorso è un po’ duro, non durissimo e il vino si potrebbe agevolmente bere, al momento nonostante i 6 anni passati dalla vendemmia, ma innesca un bel pensiero su qualcosa che potrebbe succedere.
Su questa speranza generata da Avvoltore chiudo il quaderno e me ne torno pian pianino al treno come si conviene all’omo intelligente che “quando piove porta l’ombrello”.
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L’Enonauta è un navigatore.
A spingere il suo natante di tappi di sughero, nel grande mare delle cose del vino, sono il vento della curiosità, la “sete di conoscenza” e il piacere di condividere la mensa e la bottiglia. Non ha pregiudizi, non teme gli imprevisti, cambia volentieri idea, beve tutto con spirito equanime pur conservando le sue preferenze.
E questo blog è un diario di bordo a più voci, fatto di sensazioni e mai di giudizi. Sensazioni irripetibili, racconti di cantina, note di degustazione, percezioni talvolta chiare e talvolta oscure, non discorso sul vino, ma discorso dal vino e nel vino. Con l’umiltà di chi sa bene che il dominio dell’ancora da scoprire è vasto, che le bottiglie di vino sono tante e ci vuole molto impegno per berle tutte.