Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico Riserva 2016 – Buondonno (un Sangiovese coi Controcazzi)

il Chianti Classico Riserva 2016 di Buondonno da Castellina in Chianti è Un Sangiovese coi Controcazzi

Sangiovese dalle vigne più vecchie, fatto solo nelle annate migliori. Lunga macerazione in cemento poi maturazione in legno di piccole e medie dimensioni.

Se mi chiedessero di riassumere in breve l’essenza di questo vino non avrei esitazioni. Lo definirei un Chianti Classico, un Sangiovese coi Controcazzi pur consapevole che la parola Controcazzi non è prevista nel lessico ufficiale di nessuna associazione di assaggiatori. Però finirò per dilungarmi in onore di questa bottiglia che per qualità intrinseca e livello di soddisfazione in relazione alle aspettative non è seconda a nessun’altra.

Questo Chianti Classico Riserva di Buondonno ha tutte le caratteristiche che un appassionato di Sangiovese si aspetta di trovare in un Sangiovese. Il Colore Rosso rubino pieno, i profumi nitidi, filologici, intensi di viola e marasca, lavanda e scorza d’arancia.

Il sorso che è un raro esempio di tempra e finezza congiunte. Freschezza smagliante, copiosa, a ondate, corroborante, tannino di misura, pepato, un sorso che si distende in un lunghissimo finale pieno di gusto.

Last but not least è una riserva chiantigiana che sa di uva e non di cantina, lo specifico perché molto spesso capita il contrario. Come dimenticare all’ultima Chianti Classico Collection prima del lockdown, quando mi decisi per una mezz’ora di assaggi che avevo giurato di non fare più e ne uscii con le papille gustative asfaltate. Non ho niente contro nessuna tipologia di vino, c’è un bevitore per ogni bicchiere. Ma qui siamo su un altro pianeta.

Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi

the Chianti Classico Riserva 2016 by Buondonno from Castellina in Chianti is a Sangiovese with Controcazzi

Sangiovese from the oldest vines, made only in the best years. Long maceration in cement then maturation in small and medium sized wood.

If I were asked to briefly summarize the essence of this wine I would not hesitate. I would define it as a Chianti Classico, a Sangiovese with Controcazzi while being aware that the word Controcazzi is not included in the official lexicon of any association of tasters. However, I will end up going on at length in honor of this bottle which, in terms of intrinsic quality and level of satisfaction in relation to expectations, is second to no other.

This Chianti Classico Riserva di Buondonno has all the characteristics that a Sangiovese enthusiast expects to find in a Sangiovese. The color is full ruby ​​red, the clear, philological, intense aromas of violet and morello cherry, lavender and orange peel.

The sip which is a rare example of combined temper and finesse. Dazzling freshness, copious, in waves, invigorating, measured tannins, peppery, a sip that extends into a very long finish full of flavour.

Last but not least it is a Chianti reserve that tastes of grapes and not of the cellar, specifically because the opposite often happens. How can I forget the last Chianti Classico Collection before the lockdown, when I decided to do half an hour of tastings that I had sworn I would never do again and I came out with my taste buds asphalted. I have nothing against any type of wine, there is a drinker for every glass. But here we are on another planet.

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Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Etichetta iconica, riserva nata all’inizio degli anni 60, passata attraverso i decenni e innumerevoli mode.

Stappo col pensiero rivolto a una delle ultime belle giornate enoiche passata a Terre di Toscana esattamente un anno fa. Al banco d’assaggio di Monsanto fu un vero piacere.

Sangiovese con saldo di canaiolo e colorino. Dal vigneto omonimo sito in Barberino Val d’Elsa. Due anni in tonneau e un anno in bottiglia.

Rubino scuro, vivo, non è un vino che dà confidenza immediata. Si apre lentamente, consiglio a chi lo volesse stappare di farlo la mattina per la sera, con sentori di marasca matura, spezie, e più defilate note di lavanda, agrumate e di erbe aromatiche.

Al palato comunica potenza, vigore, ma alla fine sembra imbrigliato, non ancora risolto, in cerca di definizione. L’acidità è non comune, il tannino è tetragono, c’è concentrazione, struttura, persistenza. Un sorso che fa pensare a un vino che vorresti ribere tra dieci anni.

Ci salutiamo dunque sperando di incontrarci di nuovo un giorno.

Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono
Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono
Enonauta/Degustazione di Vino #125 - review - Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio - Monsanto | iconico e buono

Chianti Classico Riserva 2013 Vigneto Il Poggio – Monsanto

Iconic label, reserve born in the early 60s, passed through the decades and countless fashions.

I uncork with my thoughts turned to one of the last beautiful wine days spent in Terre di Toscana exactly one year ago. It was a real pleasure at the Monsanto tasting bench.

Sangiovese with balance of canaiolo and colorino. From the vineyard of the same name located in Barberino Val d’Elsa. Two years in tonneau and one year in bottle.

Dark ruby, lively, it is not a wine that gives immediate confidence. It opens slowly, I recommend that those who want to uncork it do so in the morning for the evening, with hints of ripe morello cherry, spices, and more subtle notes of lavender, citrus and aromatic herbs.

On the palate it communicates power, vigor, but in the end it seems harnessed, not yet resolved, in search of definition. The acidity is uncommon, the tannin is tetragonal, there is concentration, structure, persistence. A sip that makes you think of a wine you would like to drink again in ten years.

We therefore say goodbye hoping to meet again one day.

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Gite in Cantina, Luoghi del Vino

Lamole – Storia di Vino e Paesaggi

Lamole Storia di Vino e paesaggio

Spesso si viaggia ad ispirazione, a volte si programma leggendo riviste, alcune volte libri: “Varie contrade segnalate con la denominazione di Lamola o Lamole, vale a dire di piccole Lame si trovano in toscana”. La nostra metà si colloca qui: “circa 3 miglia toscane a scirocco di Greve, Diocesi di Fiesole. Trovasi sulla pendice settentrionale del Poggio delle Stinche, fra i due primi rami della fiumana di Greve, nella strada pedonale che guida sulla cresta del monte di Cintoja. I vigneti che danno il buon vin di Lamole cotanto lodato, sono piantati fra i macigni di cotesto poggio”. Così scrive il Repetti sul suo Dizionario geografico fisico storico della Toscana.

In effetti la descrizione è calzante, allontanandosi da Greve e Panzano si abbandonano le colline tondeggianti e caratterizzate da geometrici filari che vediamo nelle pubblicità del “Chiantishire”. I pendii della collina si fanno più scoscesi, le vigne sono abbarbicate a terrazzamenti con muretti a secco costruiti spaccando il macigno dei monti del Chianti di cui fa parte questa località.

Lamole Vino Paesaggio

Arriviamo finalmente nel piccolo borgo di Lamole che si è sviluppato intorno alla pieve un chilometro più in alto del castello. Qui un’altra particolarità, le persone (rare) sono cordiali, ma con meno dipendenza verso il turista, quasi diffidenti, sembra di essere tornati indietro nel tempo.

Eccoci arrivati dai nostri ospiti Annamaria Socci e suo marito Giuliano che ci accolgono nella loro azienda le Masse di Lamole. L’accoglienza è freddina. Non come si potrebbe credere; è una giornata novembrina fantastica, niente vento e tanto sole, però no. Non dipende neppure da loro, che sono riservati, ma felici di mostrarci la loro cantina. Si, è la cantina che tutta in pietra è quasi fredda.

Ma dopo cinque minuti ci siamo già scaldati sorseggiando il famoso sangiovese di Lamole e ascoltando Annamaria che con passione descrive come viene fuori questo vino che è un Chianti Classico, ma mantiene una freschezza anche nell’ invecchiamento mai sentito in altri vini locali.

Poi con Giuliano andiamo in vigna e apprezziamo la peculiarità di questo paesaggio, sotto i nostri piedi i Terrazzamenti di Lamole, la loro è la vigna più alta che arriva quasi a 700 m, di fronte a noi in controluce vediamo le colline di San Casciano e Panzano che chiudono l’orizzonte. I vini, favolosi, hanno una marcia in più. Sarà per il minimo “lavoro” in cantina, per il passaggio nelle botti di castagno che li rende godibilissimi, tanto che la degustazione diventa quasi libagione.

Lasciati Annamaria e Giuliano penso a ciò che più mi è rimasto impresso di questa gita, quasi dimenticavo il loro vinsanto, ottimo, fatto come una volta non troppo dolce, anzi quasi secco. Altra cosa che mi piace molto è la loro etichetta, che raffigura un semplice ed elegantissimo giaggiolo (iris) usato anche in profumeria, probabilmente contribuisce al bouquet del loro Sangiovese.

Le Masse di Lamole: vini genuini e irreprensibili, ricordano loro due: veri cordiali, senza fronzoli.

Enotour #001 - Lamole | Vino e Paesaggio circa 3 miglia toscane a scirocco di Greve, Diocesi di Fiesole. Trovasi sulla pendice settentrionale del Poggio delle Stinche, fra i due primi rami della fiumana di Greve, nella strada pedonale che guida sulla cresta del monte di Cintoja. I vigneti che danno il buon vin di Lamole cotanto lodato, sono piantati fra i macigni di cotesto poggio
Enotour #001 - Lamole | Vino e Paesaggio circa 3 miglia toscane a scirocco di Greve, Diocesi di Fiesole. Trovasi sulla pendice settentrionale del Poggio delle Stinche, fra i due primi rami della fiumana di Greve, nella strada pedonale che guida sulla cresta del monte di Cintoja. I vigneti che danno il buon vin di Lamole cotanto lodato, sono piantati fra i macigni di cotesto poggio
Enotour #001 - Lamole | Vino e Paesaggio circa 3 miglia toscane a scirocco di Greve, Diocesi di Fiesole. Trovasi sulla pendice settentrionale del Poggio delle Stinche, fra i due primi rami della fiumana di Greve, nella strada pedonale che guida sulla cresta del monte di Cintoja. I vigneti che danno il buon vin di Lamole cotanto lodato, sono piantati fra i macigni di cotesto poggio
Lamole Vigna
Lamole  Terroir
Paesaggio Terroir

Lamole History of Wine and landscape – Lamole Vino Paesaggio

Often we travel for inspiration, sometimes we plan by reading magazines, sometimes books: “Various districts marked with the denomination of Lamola or Lamole, that is to say small Lame are found in Tuscany”. Our half is located here: “about 3 Tuscan miles to the sirocco of Greve, Diocese of Fiesole. It is located on the northern slope of the Poggio delle Stinche, between the two first branches of the Greve river, in the pedestrian road that leads to the crest of the mountain of Cintoja. The vineyards that produce the good Lamole wine so praised, are planted among the boulders of this hill”. Thus writes Repetti in his historical physical geographical dictionary of Tuscany.

In fact the description is apt, moving away from Greve and Panzano you abandon the rounded hills characterized by geometric rows that we see in the “Chiantishire” advertisements. The slopes of the hill become steeper, the vineyards cling to terraces with dry stone walls built by splitting the boulder of the Chianti mountains of which this location is part.

We finally arrive in the small village of Lamole which developed around the parish church one kilometer higher than the castle. Another peculiarity here, the people (rare) are friendly, but with less dependence on the tourist, almost distrustful, it seems like we have gone back in time.

Here we are at our hosts Annamaria Socci and her husband Giuliano who welcome us to their company Masse di Lamole. The welcome is cold. Not as you might think; it’s a fantastic November day, no wind and lots of sun, but no. It doesn’t even depend on them, who are reserved, but happy to show us their cellar. Yes, it is the cellar which is all stone and is almost cold.

But after five minutes we were already warmed up by sipping the famous Sangiovese from Lamole and listening to Annamaria who passionately describes how this wine comes out which is a Chianti Classico, but maintains a freshness even during aging never felt in other local wines.

Then with Giuliano we go to the vineyard and appreciate the peculiarity of this landscape, under our feet the Lamole Terraces, theirs is the highest vineyard which reaches almost 700 m, in front of us against the light we see the hills of San Casciano and Panzano that close the horizon. The fabulous wines have an edge. It may be because of the minimal “work” in the cellar, for the passage in chestnut barrels which makes them very enjoyable, so much so that tasting them almost becomes a libation.

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Chianti Classico 2016 – Isole e Olena

Chianti Classico 2016 – Isole e Olena

Una scarpinata in campagna si trasforma in un pranzo condiviso con un connubio tra i più classici della tradizione toscana. Chianti Classico di Isole e Olena e salsicce coi fagioli. In questo caso nella versione in Vasocottura.

Sangiovese, canaiolo e syrah (82-15-3) con affinamento in legno di varie dimensioni.

Rubino con riflessi purpurei, ha una bella spinta al naso con profumi di marasca e more, lavanda, viola, e ricordi terragni.

Fresco, diretto, di buon corpo al palato e di media persistenza, si fa ricordare per la misura e l’equilibrio, per il ritorno fruttato in bocca, ma anche per il rapporto qualità prezzo tra i meno vantaggiosi tra i suoi omologhi. Risulta tra i più cari tra i Chianti Classico d’annata, ma non mi suggerisce in questo frangente valori indiscutibili e peculiari che ne siano spiegazione. Il che non significa che non sia buono, ma solo che il costo pare un po’ elevato.

Comunque ottimo con le salsicce con fagioli all’uccelletto.

Enonauta/Degustazione di Vino #109 - review - Chianti Classico 2016 - Isole e Olena | Fresco, diretto, di buon corpo
Enonauta/Degustazione di Vino #109 - review - Chianti Classico 2016 - Isole e Olena | Fresco, diretto, di buon corpo

Chianti Classico 2016 – Isole e Olena

A hike in the countryside turns into a shared lunch with a combination of the most classic of the Tuscan tradition. Classic Chianti and sausages with beans. In this case in the jar cooking version.

Sangiovese, canaiolo and syrah (82-15-3) with aging in wood of various sizes.

Ruby with purple reflections, it has a nice push on the nose with aromas of morello cherries and blackberries, lavender, violets, and earthy memories.

Fresh, direct, with a good body on the palate and medium persistence, it is remembered for its measure and balance, for the fruity return in the mouth, but also for the quality-price ratio among the least advantageous among its counterparts. It is among the most expensive among the vintage Chianti Classicos, but in this situation it does not suggest indisputable and peculiar values ​​that could explain it. Which doesn’t mean it’s not good, just that the cost seems a bit high.

However, excellent with sausages and beans.

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Gaiole in Chianti State of Mind

Gaiole in Chianti State of Mind

una serata in compagnia di due famosi vini di Gaiole

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle & Ama Chianti Classico 2018 – Castello di Ama

Prendo in prestito il titolo di una delle più famose tra le canzoni di Billy Joel, New York State of Mind, per raccontare una serata in compagnia di due belle espressioni di Sangiovese provenienti dalla stessa area geografica. Gaiole in Chianti.

“Some folks like to get away
Take a holiday from the neighborhood
Hop a flight to Miami Beach or to Hollywood
But I’m takin’ a Greyhound on the Hudson River line
I’m in a New York state of mind”

Così recita l’inizio della canzone. E così come si decide di risalire il fiume Hudson col Greyhound per riaffermare la propria identità, parafrasando il testo io posso affermare che, mentre alcuni prendono l’aereo dell’esotismo enoico, io e i miei compagni di bevuta, da toscani amanti del nostro vino, prendiamo la corriera del Sangiovese che ci porta in una zona di conforto assoluto, di certezze incrollabili, di sapori unici legati a una tradizione antica.

Ama Chianti Classico 2018

Sangiovese con saldo di Merlot con affinamento in barrique (non nuove)

Fresco. Intenso. Immediato.

Tra il rubino e il purpureo con intensi sentori floreali di viola, mora e frutti scuri, piccoli cenni speziati e terragni. Attacco caldo e voluminoso, succoso. Emergono in allungo una buona vena fresco/sapida, un tannino delicato e nel finale al frutto scuro si aggiunge un piacevole retrogusto di erbe aromatiche.

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Sangiovese in purezza. Acciaio e poi grandi tini di rovere per 10 mesi.

È sanguigno, vigoroso, diretto. Rubino pieno con profumi di marasca e spezie, arancia sanguinella, sentori ematici. Tra i Chianti Classico Riserva che bevuto negli ultimi anni appare come tra i più rigorosi, fedeli e meglio riusciti.

Il sorso è pieno, ma come premesso è vigoroso, fresco, equilibrato, nitido in fase retrolfattiva dove si rievocano l’agrume e la marasca, con un tannino preciso e maturo. Buono da subito.

Non sbagliava quello che disse che a Gaiole nelle annate che altrove danno vini molto potenti vengono vini mediamente più eleganti. In riferimento al Riserva 2015 di Capannelle.

Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015
Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015
Enonauta/Degustazione di Vino #104/105 - review - Gaiole in Chianti State of Mind - Chianti Classico Ama 2018 & Capannelle 2015

Gaiole in Chianti State of Mind

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Ama Chianti Classico 2018 – Castello di Ama

I borrow the title of one of Billy Joel’s most famous songs, New York State of Mind, to describe an evening in the company of two beautiful expressions of Sangiovese from the same geographical area. Gaiole in Chianti.

“Some folks like to get away
Take a holiday from the neighborhood
Hop a flight to Miami Beach or to Hollywood
But I’m takin’ a Greyhound on the Hudson River line
I’m in a New York state of mind”

So goes the beginning of the song. And just as one decides to travel up the Hudson River with the Greyhound to reaffirm one’s identity, paraphrasing the text I can say that, while some take the plane of wine exoticism, my drinking companions and I, as Tuscan lovers of our wine , we take the Sangiovese bus that takes us to an area of ​​absolute comfort, of unshakable certainties, of unique flavors linked to an ancient tradition.

Ama Chianti Classico 2018

Sangiovese with Merlot balance with aging in barriques (not new)

Fresh. Intense. Immediate.

Between ruby ​​and purple with intense floral hints of violet, blackberry and dark fruits, small spicy and earthy hints. Warm and voluminous, juicy attack. A good fresh/savory vein, delicate tannins emerge in the long run and a pleasant aftertaste of aromatic herbs is added to the dark fruit in the finish.

Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle

Pure Sangiovese. Steel and then large oak vats for 10 months.

It is sanguine, vigorous, direct. Full ruby ​​with aromas of morello cherry and spices, blood orange, blood scents. Among the Chianti Classico Riservas that have been drunk in recent years, it appears to be among the most rigorous, faithful and most successful.

The sip is full, but as mentioned it is vigorous, fresh, balanced, clear in the aftertaste phase where citrus and morello cherries are evoked, with precise and ripe tannins. Good straight away.

He wasn’t wrong when he said that in Gaiole in the years that elsewhere produce very powerful wines, on average more elegant wines are produced. In reference to the 2015 Capannelle Reserve.

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I Cortacci di Lamole 2018 Bianco – Le Masse di Lamole

I Cortacci di Lamole 2018 Bianco – Le Masse di Lamole – Alta Valle della Greve IGT

Ci sono vini che si raccontano con un surplus di piacere personale dovuto alla simpatia, all’apprezzamento del prodotto, al ricordo delle gite in compagnia.

È il caso dei vini di Annamaria e Giuliano da Lamole proprietari dell’azienda Le Masse di Lamole.

Questo bianco nasce da vigneti posti a circa 700 metri sulla sommità del poggio di Lamole e ci racconta che anche nella culla del Sangiovese è possibile fare un buon vino bianco con Trebbiano e Malvasia affinate in vetroresina e le condizioni pedoclimatiche uniche di questo luogo

Giallo paglierino con profumi decisi di Narciso, mela golden, mentuccia comune (nepitella). Non complesso, ma incisivo.

Al palato mostra carattere solido, diretto, intenso. A predominare è la sapidità in un quandro gustativo equilibrato, ma a spiccare però è l’intensità dell’aroma aroma di bocca. Finale buono che rievoca la nespola e le erbe aromatiche.

Da provare in abbinamento al Tonno di Coniglio o in alternativa al Tonno del Chianti per lussuose merende indimenticabili.

Enonauta/Degustazione di Vino #097 - review - I Cortacci di Lamole 2018 - Le Masse di Lamole | Forse il bianco più alto della Toscana
Enonauta/Degustazione di Vino #097 - review - I Cortacci di Lamole 2018 - Le Masse di Lamole | Forse il bianco più alto della Toscana

Enonauta/Degustazione di Vino #097 – review – I Cortacci di Lamole 2018 – Le Masse di Lamole | Forse il bianco più alto della Toscana

Enonauta/Degustazione di Vino #097 - review - I Cortacci di Lamole 2018 - Le Masse di Lamole | Forse il bianco più alto della Toscana

I Cortacci di Lamole 2018 Bianco – Le Masse di Lamole – Alta Valle della Greve IGT

There are wines that are told with a surplus of personal pleasure due to sympathy, appreciation of the product, the memory of trips with friends.

This is the case of the wines of Annamaria and Giuliano da Lamole, owners of the Le Masse di Lamole company.

This white comes from vineyards located about 700 meters on the top of the Lamole hill and tells us that even in the cradle of Sangiovese it is possible to make a good white wine with Trebbiano and Malvasia aged in fiberglass and the unique pedoclimatic conditions of this place

Straw yellow with strong aromas of narcissus, golden apple, common mint (catmint). Not complex, but incisive.

On the palate it shows solid, direct, intense character. The flavor predominates in a balanced gustatory context, but what stands out is the intensity of the aroma in the mouth. Good finish that recalls medlar and aromatic herbs.

Try it in combination with rabbit tuna or as an alternative to Chianti tuna for luxurious, unforgettable snacks.

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Chianti Classico Riserva 2013 – Le Masse di Lamole

Chianti Classico – Le Masse di Lamole Riserva 2013

Le Masse di Lamole è una piccola azienda con una posizione di assoluto privilegio in una delle zone più vocate parlando di Sangiovese e Chianti Classico. Vini tradizionali, legati al territorio e a un fare antico, rivendicato e tramandato orgogliosamente.

Sangiovese con saldo di Merlot

Acciaio e botti grandi di rovere per questa riserva identitaria e leggiadra dal colore rubino intenso, con profumi ancora centrati sul floreale e sulla marasca, scorze d’agrume, lavanda e con note appena accennate di tabacco e cacao.

Al palato si conferma Sangiovese di Lamole, fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot, in una fase di grande equilibrio che ne amplifica la piacevolezza e la bevibilità. Il giusto apporto alcolico, i tannini ricamati e il finale tutto agrume e balsamicità ne fanno davvero una bella bottiglia.

Per mia opinione al vertice della curva evolutiva.

Enonauta/Degustazione di Vino #075 - review - Chianti Classico Ris.  2013 - Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot
Enonauta/Degustazione di Vino #075 - review - Chianti Classico Ris.  2013 - Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot
Enonauta/Degustazione di Vino #075 – review – Chianti Classico Ris. 2013 – Le Masse di Lamole | fresco, brillante, profondo, solo appena arrotondato dal Merlot

 

Chianti Classico – Le Masse di Lamole Riserva 2013

Le Masse di Lamole is a small company with an absolutely privileged position in one of the most suitable areas when it comes to Sangiovese and Chianti Classico. Traditional wines, linked to the territory and to an ancient way of doing things, proudly claimed and handed down.

Sangiovese with Merlot balance

Steel and large oak barrels for this distinctive and graceful reserve with an intense ruby ​​colour, with aromas still centered on florals and morello cherries, citrus peel, lavender and with barely hinted notes of tobacco and cocoa.

On the palate it confirms Sangiovese di Lamole, fresh, bright, deep, only slightly rounded by the Merlot, in a phase of great balance which amplifies its pleasantness and drinkability. The right amount of alcohol, the embroidered tannins and the all-citrus and balsamic finish make it a truly beautiful bottle.

In my opinion at the top of the evolutionary curve.

 

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Percarlo 2005 – San Giusto a Rentennano

Uno dei simboli della Rinascita del vino Toscano

Percarlo di San Giusto a Rentennano è fatto con 100 per cento Sangiovese di Gaiole in Chianti, uno dei luoghi chiantigiani storicamente più vocati, selezionato dai migliori otto ettari di proprietà aziendale fermentazione in cemento e poi maturazione in fusti da 225 litri per 22 mesi.

Enonauta/Degustazione di Vino #073 - review - Percarlo 2005 - San Giusto a Rentennano | Equilibrio e piacevolezza complessiva rara

L’appassionato di vini spesso finisce per avere più vini che occasioni. Il distanziamento sociale potrebbe diminuirne ulteriormente il numero, ma paradossalmente il pericolo, le difficoltà, l’incertezza ci ricordano che l’occasione alla fine la fanno la bottiglia e il suo bevitore nell’unico momento che ci è veramente concesso che è quello presente.

Colore vivissimo, tra il rubino e il granato.
Non c’è stata flessione.
Fine, filologico ed espressivo al naso con sentori di rosa disidratata, marasca matura, arancia sanguinella in primo piano e sullo sfondo note di cuoio fresco e mirto.

Enonauta/Degustazione di Vino #073 - review - Percarlo 2005 - San Giusto a Rentennano | Equilibrio e piacevolezza complessiva rara

Equilibrio e piacevolezza complessiva rara, per finezza e intensità. Freschezza ampia, fluente ed elegante, quasi vellutata, buona struttura e tannini nobili e rigorosi che profilano il sorso. Lunga coda balsamica e fruttata.

A casa mia con uno Spezzatino in bianco con patate, per una cena di famiglia. Nell’epoca del distanziamento sociale, ma senza arrendersi.

Percarlo 2005 – San Giusto a Rentennano

One of the symbols of the Rebirth of Tuscan wine

Percarlo di San Giusto a Rentennano is made with 100 percent Sangiovese from Gaiole in Chianti, one of the historically most suitable Chianti areas, selected from the best eight hectares of company property, fermented in cement and then matured in 225 liter barrels for 22 months.

The wine enthusiast often ends up with more wines than deals. Social distancing could further reduce their number, but paradoxically the danger, the difficulties, the uncertainty remind us that the opportunity ultimately lies with the bottle and its drinker in the only moment we are truly allowed, which is the present.

Very bright colour, between ruby ​​and garnet.
There was no downturn.
Fine, philological and expressive on the nose with hints of dehydrated rose, ripe morello cherry, blood orange in the foreground and notes of fresh leather and myrtle in the background.

Rare balance and overall pleasantness, for finesse and intensity. Ample freshness, flowing and elegant, almost velvety, good structure and noble and rigorous tannins that profile the sip. Long balsamic and fruity tail.

At my house with a white stew with potatoes, for a family dinner. In the era of social distancing, but without giving up.

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Chianti Classico Riserva 2015 – L’Erta di Radda

Chianti Classico Riserva 2015 – L’Erta di Radda

Siamo nel parte settentrionale del territorio di Radda in Chianti
100% Sangiovese da un unico vigneto.
15 giorni di fermentazione senza lieviti selezionati e al termine 20 giorni sulle bucce.
Seguono 24 mesi in botti da 20 hl

Se non sbaglio è la prima riserva fatta da Diego Finocchi che al primo colpo fa subito un clamoroso centro.

Rosso rubino scuro. Naso pulito e fine dove predominano i sentori fruttati, marasca e arancia rossa su tutto, ma non mancano note floreali di rosa e speziate. Di erbe aromatiche e anice.Il sorso è rotondo e avvolgente. Eppure non ha fardelli (come talvolta capita a certe riserve chiantigiane che si smarriscono cercando di parlare lingue incomprensibili) e resta un chianti classico, che racconta del territorio, lo fa sentire, dalla freschezza vigorosa, dal tannino finissimo, freschezza quasi elettrica, un lungo assolo di danza, perché questo vino ricorda il danzatore, possente e agile al tempo stesso. Nel finale prolungato ed appagante riecheggiano il frutto e l’agrume.

Dire il migliore è sempre inutile, ma tra le cinque migliori riserve chiantigiane nel mio personale archivio mentale sento di poterlo dire. 2015, ma anche in senso assoluto per fedeltà al vitigno, territorialità e schiettezza. Complimenti a Diego Finocchi per questo Vino.

Enonauta/Degustazione di Vino #069 - wine review - Chianti Classico Ris. 2015 - L'Erta di Radda | fedeltà al vitigno, territorialità e schiettezza

Chianti Classico Riserva 2015 – L’Erta di Radda

We are in the northern part of the Radda in Chianti area
100% Sangiovese from a single vineyard.
15 days of fermentation without selected yeasts and at the end 20 days on the skins.
This is followed by 24 months in 20 hl barrels

If I’m not mistaken it is the first reserve made by Diego Finocchi who immediately makes a sensational center on his first shot.

Dark ruby ​​red. Clean and fine nose where fruity hints predominate, morello cherry and blood orange above all, but there is no shortage of floral notes of rose and spices. Of aromatic herbs and anise. The sip is round and enveloping. Yet it has no burdens (as sometimes happens to certain Chianti reserves that get lost trying to speak incomprehensible languages) and remains a classic Chianti, which tells of the territory, makes it feel, with its vigorous freshness, very fine tannin, almost electric freshness, a long dance solo, because this wine is reminiscent of the dancer, powerful and agile at the same time. In the prolonged and satisfying finish, fruit and citrus echo.

Saying the best is always useless, but I feel I can say it among the five best Chianti reserves in my personal mental archive. 2015, but also in an absolute sense for loyalty to the grape variety, territoriality and frankness. Congratulations to Diego Finocchi for this wine.

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Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico 2015 – San Giusto a Rentennanno

Chianti Classico 2015 di San Giusto a Rentennanno

Sangiovese con saldo di Canaiolo
Cemento poi invecchiamento in botti di media grandezza e sosta in bottiglia.

Con l’avanzo di Peposo del pranzo della domenica stappo per il pranzo del lunedì questo Chianti Classico 2015 di Gaiole per ripassare le ragioni della giustezza dell’abbinamento per tradizione.

Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.

Credo sia per la sua tempra, per la vigoria della sua componente acida che in vini come questo non lasciano spazio a compromessi. Più che un vino che ammalia è un vino che ridesta, che scuote, vivifica, un vino corroborante. Chi cerca l’accomodante in questa bottiglia non lo trova.

Enonauta/Degustazione di Vino #052 - wine review - Chianti classico 2015 San Giusto a Rentennano. Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.

Rubino vivo di media intensità, ha un afflato floreale che è una presentazione perfetta. Poi seguono sentori di marasca, lavanda, mirto e sottobosco. Pulito e penetrante.
Vino di buon corpo con tannini maturi. Il centrobocca ha volume, l’acidità è omogenea, duratura e sferzante. Lunga coda gustativa balsamica.

Enonauta/Degustazione di Vino #052 - wine review - Chianti classico 2015 San Giusto a Rentennano. Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.

Rispetto ad altri 2015 che l’annata ha reso un po’ troppo muscolosi, il clima di Gaiole ne ha fatto un Chianti Classico quasi perfetto. Quello che l’amante del Chianti Classico spera di stappare.

Enonauta/Degustazione di Vino #052 - wine review - Chianti classico 2015 San Giusto a Rentennano. Un vino in cui sono racchiusi i motivi per cui il Sangiovese del Chianti ha così molti amanti, ma anche tanti detrattori.
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