Bottiglie, Degustazioni

LO CHENIN BLANC È CAMALEONTICO COME DICONO?

Degustazione Chenin Blanc – LO CHENIN BLANC È CAMALEONTICO COME DICONO?

La serata che mi appresto a raccontare è nata da questo interrogativo. Perché lo Chenin Blanc, che viene dalla Valle della Loira, gode della fama d’essere vitigno eclettico, camaleontico nelle sue manifestazioni, che ha caratteristiche intrinseche che gli permettono di essere vinificato nei modi più svariati e di avere dunque il titolo di vitigno con più declinazioni stilistiche nel mondo.

Ma sarà veramente camaleontico come si dice?

Mercoledì 16 febbraio ne abbiamo messe in tavola sei bottiglie. Sei bottiglie unite da tre denominatori comuni. Lo Chenin Blanc ovviamente, la biodinamica e la zona d’origine. Che è Anjou.

Cosa ci racconta questa serata?

Prima di tutto che la socializzazione dell’approfondimento enoico è una gran cosa. Poi che lo Chenin Blanc è veramente un vitigno versatile e dal grande potenziale. Tra i sei campioni in tavola si possono individuare almeno tre diverse interpretazioni. Molto fresco, vagamente ossidativo, vendemmia tardiva. A inizio e a fine serata appaiono due bottiglie aggiuntive, un vino spumante e uno dolce, e si arriva a cinque diverse interpretazioni tutte peraltro apprezzabili e con le loro buone ragioni di esistere. Buona la qualità media dei campioni in tavola che lasciano intendere grandi prospettive anche nel medio/lungo periodo.

Ci racconta anche che in Francia la biodinamica è una cosa seria, una stregoneria che evidentemente riesce, forse per caso penseranno gli scientisti del vino (chi scrive ha preferenza per un approccio più empirico al vino), a dare ottimi risultati.

I vini stappati erano questi:

La Rue aux Loup 2020 – les Vignes Herbel

Fermentazione spontanea, no so2, affinamento in legno. Suggestioni vagamente ossidative in apertura col tempo si assesta e offre sentori di mela gialla, nespola, susina, pietroso e ampiamente floreale. In bocca è coerente con evidente ritorno di mela, lungo e salato. Rimane un vino fresco dalla altà acidità che sarà una costante tra tutti i vini, acidità ottimamente distribuita e mai puntuta. Basso in alcol, di bevibilità esagerata.
Apprezzato unanimemente.

L’Enchanteur 2019 – Les Vignes Herbel (da vendemmia tardiva)

Fermentazione in legno neutro e seguente affinamento, sempre in legno, per sei mesi. 15 mg di solforosa, biodinamica, non filtrato. Complesso e ricco il bouquet con sentori di cedro candito, crema di limone, lemongrass, frutto giallo maturo. Caldo il sorso. La sapidità però lo distende, nonostante i 14 gradi e lo spessore in bocca resta sempre abbastanza teso, dinamico. E soprattutto di grande persistenza. Non subisce il peso della vendemmia tardiva.

L’experto 2020 – Domaine Aussigouins (Dominique Doufour)

Erbe aromatiche, fiori di acacia, frutta gialla a metà maturazione. Molto fresco, ma poca sostanza, poca persistenza, finale erbaceo, senso di poca maturazione. Non entusiasmante.

Globule Blanc 2019 – Adrien de Melio

Colore Opalescente, quasi verdolino, ampio sedimento in sospensione. Miele di cardo, elicriso, susina gialla acerba. In bocca vira sull’agrume, limone più che lime, acidità prorompente, molto dritta, ne risulta un vino abbastanza semplice, da berne molto. Un po’di volatile.

http://www.domainedelapetitesoeur.fr/

Pin’eau de Loire 2020 – Vaillant Domaine Les Grandes Vignes

Basse rese, 9 grammi di residuo zuccherino. Miele di acacia, fiori gialli, paglia, ricordi del pane fatto col lievito madre, cedro. Al palato risulta dolce senza essere vischioso, ha bella freschezza (come sempre) che lo anima ed è persistente, molto persistente.

Varenne de Poirier 2020 – Vaillant Domaine Les Grandes Vignes

Fermentazione e malolattica in legno poi 12 mesi ulteriori in legno. Appena velato, esprime nitide note citrine di limone e pompelmo, di fiori bianchi, mela, escono anche ricordi petrosi, il sorso è dinamicissimo e apparentemente infinito, al momento potrebbe essere considerato un easy wine senza alcuna pretesa di complessità, ma è godibilissimo.

Degustazione Chenin Blanc

Enonauta/Degustazione di Vino #191/196 - Degustazione Chenin Blanc | La serata che mi appresto a raccontare è nata da questo interrogativo. Perché lo Chenin Blanc, che viene dalla Valle della Loira, gode della fama d'essere vitigno eclettico, camaleontico nelle sue manifestazioni, che ha caratteristiche intrinseche che gli permettono di essere vinificato nei modi più svariati e di avere dunque il titolo di vitigno con più declinazioni stilistiche nel mondo. - Simone Molinaroli dietro le bottiglie dopo lo stappo di controllo
Simone Molinaroli dietro le bottiglie dopo lo stappo di controllo – Degustazione Chenin Blanc

Degustazione Chenin Blanc – IS CHENIN BLANC AS CHAMELEONTIC AS THEY SAY?

The evening I am about to describe was born from this question. Because Chenin Blanc, which comes from the Loire Valley, enjoys the reputation of being an eclectic vine, chameleonic in its manifestations, which has intrinsic characteristics that allow it to be vinified in the most varied ways and therefore to have the title of vine with the most stylistic declinations in the world.

But will he really be as chameleonic as they say?

On Wednesday 16 February we put six bottles on the table. Six bottles united by three common denominators. Chenin Blanc obviously, biodynamics and the area of ​​origin. Which is Anjou.

What does this evening tell us?

First of all, the socialization of in-depth wine studies is a great thing. Then Chenin Blanc is truly a versatile grape variety with great potential. Among the six samples on the table, at least three different interpretations can be identified. Very fresh, vaguely oxidative, late harvest. At the beginning and end of the evening, two additional bottles appear, a sparkling wine and a sweet one, and we arrive at five different interpretations, all of which are appreciable and have good reasons for existing. The average quality of the samples on the table is good, suggesting great prospects even in the medium/long term.

He also tells us that in France biodynamics is a serious thing, a sorcery that evidently manages, perhaps by chance the wine scientists think (the writer prefers a more empirical approach to wine), to give excellent results.

The wines uncorked were these:

La Rue aux Loup 2020 – les Vignes Herbel

Spontaneous fermentation, no SO2, aging in wood. Vaguely oxidative suggestions at the opening, over time it settles down and offers hints of yellow apple, medlar, plum, stony and largely floral. In the mouth it is consistent with an evident hint of apple, long and salty. It remains a fresh wine with high acidity which will be a constant among all wines, acidity excellently distributed and never sharp. Low in alcohol, exaggerated drinkability.
Unanimously appreciated.

L’Enchanteur 2019 – Les Vignes Herbel (from late harvest)

Fermentation in neutral wood and subsequent refinement, again in wood, for six months. 15 mg sulfur, biodynamic, unfiltered. The bouquet is complex and rich with hints of candied citron, lemon cream, lemongrass, ripe yellow fruit. The sip is warm. However, the flavor relaxes it, despite the 14 degrees and the thickness in the mouth always remains quite tense and dynamic. And above all of great persistence. It does not suffer the burden of the late harvest.

The 2020 expert – Domaine Aussigouins (Dominique Doufour)

Aromatic herbs, acacia flowers, half-ripe yellow fruit. Very fresh, but little substance, little persistence, herbaceous finish, sense of little ripeness. Not exciting.

Globule Blanc 2019 – Adrien de Melio

Color Opalescent, almost greenish, large suspended sediment. Thistle honey, helichrysum, unripe yellow plum. In the mouth it turns towards citrus, lemon more than lime, bursting acidity, very straight, resulting in a fairly simple wine, worth drinking a lot. A little volatile.

http://www.domainedelapetitesoeur.fr/

Pin’eau de Loire 2020 – Vaillant Domaine Les Grandes Vignes

Low yields, 9 grams of residual sugar. Acacia honey, yellow flowers, straw, memories of bread made with sourdough, cedar. On the palate it is sweet without being viscous, it has a nice freshness (as always) that enlivens it and it is persistent, very persistent.

Varenne de Poirier 2020 – Vaillant Domaine Les Grandes Vignes

Fermentation and malolactic in wood then 12 further months in wood. Barely veiled, it expresses clear citrine notes of lemon and grapefruit, of white flowers, apple, even petrous memories emerge, the sip is very dynamic and seemingly infinite, at the moment it could be considered an easy wine without any pretense of complexity, but it is very enjoyable.

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Le Droit Chenin 2018 – Beatrice & Pascal Lambert

Le Droit Chenin 2018 – Chinon AOC – Domaine Béatrice et Pascal Lambert

Il 2021 è l’anno in cui ho scoperto realmente lo Chenin Blanc e nel 2022 continuo a scoprirlo con enorme soddisfazione insieme all’altro gioiello della Loira, ovvero il Cabernet Franc.
Le droit chenin è un vino ottenuto da chenin blanc coltivato secondo i princìpi della biodinamica, con scarsi interventi e con sei mesi di affinamento in acciaio. 18 ettari i n zona Chinon per il Domaine in questione.
Camaleontico, prova delle potenzialità del vitigno, questo Le Droit Chenin è un vino solido, piacevole, finanche ricco e complesso.
Al naso Pesca, floreale, zafferano, cera d’api, suggestioni ossidative appena accennate. Molto preciso e pulito.
Sorso multiforme, caldo e sferico e grande presenza d’acchìto, di gusto pieno e coerente, non è un vino che scivola via, innesca poi una bella progressione acida e finisce molto lungo rievocando il frutto giallo a piena maturazione, le spezie dolci.

Molto buono, prezzo giusto.
Da ribere.

Enonauta/Degustazione di Vino #190 - Le Droit Chenin 2018 - Beatrice & Pascal Lambert | Camaleontico, prova delle potenzialità del vitigno
Enonauta/Degustazione di Vino #190 - Le Droit Chenin 2018 - Beatrice & Pascal Lambert | Camaleontico, prova delle potenzialità del vitigno
Enonauta/Degustazione di Vino #190 - Le Droit Chenin 2018 - Beatrice & Pascal Lambert | Camaleontico, prova delle potenzialità del vitigno

Le Droit Chenin 2018 – Chinon AOC – Domaine Béatrice et Pascal Lambert

2021 is the year I truly discovered Chenin blanc and in 2022 I continue to discover it with enormous satisfaction.
Le droit chenin is a wine obtained from chenin blanc grown according to biodynamic principles, with little intervention and six months of aging in steel.
Chameleonic, proof of the potential of the vine, this Le Droit Chenin is a solid, pleasant, even rich and complex wine.
On the nose peach, floral, saffron, beeswax, barely hinted oxidative suggestions. Very precise and clean.
Multifaceted sip, warm and spherical and with a great presence at first sight, with a full and coherent flavour, it is not a wine that slips away, it then triggers a nice acidic progression and ends very long, recalling the fully ripe yellow fruit and the sweet spices.

Very good, right price.
To drink.

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Les Enfers 2019 – Mathieu Cosme

Les Enfers Mathieu Cosme 2019
Chenin Blanc/Vouvray/Loira

5 generazioni di vignaioli

Les Enfers Mathieu Cosme a Noizay, paese nella zona sud est di Vouvray, è alla quinta generazione di vignaioli. Domaine condotto in regime biologico-biodinamico dal 2010 (certificato bio nel 2014) con un profilo di basso intervento in vigna come in cantina. La vigna Les Enfers, che dona il nome a questo Chenin Blanc (qui un approfondimento) in purezza, è situata nella “Première Côte” di Vouvray. Esposizione a sud, microclima particolarmente privilegiato e caldo che d’estate diviene appunto un “inferno”, come racconta Cosme. Terreno argillo-calcareo, vigne di 40 anni con lavorazione esclusivamente manuale e con il solo utilizzo del cavallo. Fermentazione spontanea in botti da 400l, dove il vino rimane per 12 mesi.

Giallo paglierino carico con riflessi dorati, al naso si presenta esplosivo ed ampio, con frutta gialla matura, accenni di frutta esotica, fiori bianchi, leggere note di marzapane. Il sorso è coerente, molto morbido e caldo, di grande corpo e struttura. Si espande al palato con densità e potenza, un accenno piacevole di dolcezza, molto sapore. A queste sensazioni appaganti di sfericità e impatto materico, si aggiunge la proverbiale freschezza del vitigno, che insieme ad una buona vena minerale-sapida, riequilibrano il sorso che rimane molto lungo e gratificante.

Les Enfers è stata per me è stata una scoperta inaspettata e a dir poco gradita. Bevuto al calice in un enoteca, ho acquistata subito dopo la bottiglia della quale vi sto scrivendo. Si tratta di un grande Chenin Blanc, di rara potenza, generoso e solare, il quale riesce a mantenersi sui binari dell’equilibrio grazie alla buona acidità e mineralità che intervengono in aiuto del sorso, come l’ABS nelle frenate d’emergenza. Non si tratta quindi di uno di quegli Chenin Blanc della Loira tutto acidità sferzante e sapidità, e la bevibilità (che pur ritengo buona) non è certo la migliore caratteristiche di questo vino. Anche se lo Chenin Blanc generalmente invecchia bene, personalmente eviterei di berlo più in là di 3/4 anni dalla vendemmia, potrebbe appesantirsi col tempo.

Il rapporto qualità-prezzo è nella media, ma a mio avviso vale la pena cercarlo a scaffale. Si può abbinare con felicità a piatti di pesce saporiti e conditi, pietanze a base di carne bianca, formaggi stagionati ed erborinati e molto altro ancora. Io, ad esempio, l’ho bevuto con passione insieme ad un hamburger di manzo fatto i casa, farcito con radicchio, gorgonzola e ‘nduja.

Enonauta/Degustazione di Vino #158 - Les Enfers  2019 - Mathieu Cosme  | Mathieu Cosme a Noizay, paese nella zona sud est di Vouvray, è alla quinta generazione di vignaioli

Les Enfers Mathieu Cosme 2019
Chenin Blanc/Vouvray/Loire

5 generations of winemakers

Mathieu Cosme in Noizay, a town in the south-east of Vouvray, is in his fifth generation of winemakers. Domaine managed in an organic-biodynamic regime since 2010 (certified organic in 2014) with a low intervention profile in the vineyard and in the cellar. The Les Enfers vineyard, which gives its name to this pure Chenin Blanc, is located in the “Première Côte” of Vouvray. Southern exposure, particularly privileged and hot microclimate which in summer becomes a “hell”, as Cosme says. Clay-limestone soil, 40-year-old vineyards with exclusively manual processing and the sole use of horses. Spontaneous fermentation in 400l barrels, where the wine remains for 12 months.

Deep straw yellow with golden reflections, the nose is explosive and broad, with ripe yellow fruit, hints of exotic fruit, white flowers, light notes of marzipan. The sip is coherent, very soft and warm, with great body and structure. It expands on the palate with density and power, a pleasant hint of sweetness, lots of flavor. To these satisfying sensations of sphericity and material impact, is added the proverbial freshness of the vine, which together with a good mineral-savory vein, rebalance the sip which remains very long and rewarding.

Les Enfers was an unexpected and pleasant discovery for me. Drank by the glass in a wine shop, I immediately purchased the bottle I’m writing to you about. It is a great Chenin Blanc, of rare power, generous and sunny, which manages to stay on the tracks of balance thanks to the good acidity and minerality which intervene to help the sip, like the ABS in emergency braking. It is therefore not one of those Chenin Blancs from the Loire that is all lashing acidity and flavour, and the drinkability (which I think is good) is certainly not the best characteristic of this wine. Even though Chenin Blanc generally ages well, personally I would avoid drinking it more than 3/4 years after the harvest, as it could become heavier over time.

The quality-price ratio is average, but in my opinion it is worth looking for on the shelf. It can be happily paired with tasty and seasoned fish dishes, white meat dishes, mature and blue cheeses and much more. I, for example, drank it with passion together with a home-made beef burger, stuffed with radicchio, gorgonzola and ‘nduja.

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L’Insolite 2019 – Domaine des Roches Neuves – Saumur

L’Insolite 2019 Thierry Germain – Domaine des Roches Neuves – Saumur

Thierry Germain è un vignaiolo che ha la sua azienda (Domaine des Roches Neuves) a Varrains, vicino Saumur, uno dei luoghi più vocati di tutta la denominazione di Saumur-Champigny, dove nascono alcuni dei migliori vini della Loira. Vignaiolo entusiasta, rispettoso, grande interprete e promotore del territorio con le sue innumerevoli vinificazioni parcellari.

Chenin Blanc 100 percento da vecchie viti. Agricoltura Biodinamica. Affinamento sulle fecce per 9 mesi.

Vino chiaro, quasi diafano, profumatissimo e fresco. Porge aromi di fiori di campo, lemongrass e mela, petroso, appena erbaceo, sorso fresco, freschissimo, verticale, acidità fluente e sapidità in rilievo fiancheggiate da una buona materia. Persistente, finale coerentemente agrumato.
La poca dimestichezza col vitigno, lo avrò incontrato nella vita tre/quattro volte, non mi consente di fare un confronto adeguato con altri rappresentanti della tipologia e della regione d’origine, ma l’ignoranza consapevole è il miglior viatico verso approfondimenti e sorprese piacevoli.
Il giudizio sul vignaiolo autore di questo vino, Thierry Germain, dopo aver bevuto questo e altri suoi vini è però più che positivo.

Enonauta/Degustazione di Vino #183 - L'Insolite 2019 Saumur - Domaine des Roches Neuves | Thierry Germain e il suo ottimo Chenin
Enonauta/Degustazione di Vino #183 - L'Insolite 2019 Saumur - Domaine des Roches Neuves | Thierry Germain e il suo ottimo Chenin
Enonauta/Degustazione di Vino #183 - L'Insolite 2019 Saumur - Domaine des Roches Neuves | Thierry Germain e il suo ottimo Chenin

L’Insolite 2019 Thierry Germain – Domaine des Roches Neuves – Saumur

Thierry Germain is a winemaker who has his company (Domaine des Roches Neuves) in Varrains, near Saumur, one of the most suitable places in the entire Saumur-Champigny appellation, where some of the best Loire wines are born. Enthusiastic, respectful winemaker, great interpreter and promoter of the territory with its countless parcel vinifications.

Chenin Blanc 100 percent from old vines. Biodynamic agriculture. Aging on the lees for 9 months.

Clear wine, almost diaphanous, very fragrant and fresh. It offers aromas of wild flowers, lemongrass and apple, stony, slightly herbaceous, fresh, very fresh, vertical sip, flowing acidity and prominent flavor flanked by good material. Persistent, consistently citrusy finish.
The lack of familiarity with the vine, I will have encountered it three/four times in my life, does not allow me to make an adequate comparison with other representatives of the type and region of origin, but conscious ignorance is the best viaticum towards insights and pleasant surprises .
However, the opinion on the winemaker who created this wine, Thierry Germain, after drinking this and his other wines is more than positive.

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