Gli Enonauti celebrano le prime pioggie e l’abbassamento della temperatura stappando subito 4+1 vini rossi. Vini che hanno accompagnato un tipico menù da primo fresco. Pasta al ragù e melanzane alla parmigiana. Più un paio di pizze di rinforzo.
Seguono le note di degustazione figlie di una serata principalmente “ricreativa”.
Chianti Classico Riserva Capannelle 2015
Vino succoso, sanguigno, di buon corpo, rubino fitto, decisamente fedele e preciso con sentori agrumati, di marasca, e pepe bianco. Ha sorso vigoroso a cui nel frattempo la bottiglia sta donando definizione. Energia e orchestrazione degli elementi ottimale. Un sangiovese per cui è giustificabile pensare a un buon futuro.
Chianti Classico San Giusto a Rentennano 2016
I giudizi dei critici che nehanno decretato la scomparsa da ogni scaffale e l’innalzamento del prezzo lo precede. Ma il vino non lo sa e non delude.
È un vino vitale, rubino fitto, dai profumi netti di marasca, frutti scuri, sottobosco, con note ematiche, di cuoio.
Al palato è elettrico, ampio, acidità tesa, è profondo, animato da una forza espressiva e da finezza che mi ricorda un 2010 bevuto più di 10 anni fa. Finale aperto, rinfrescante.
Secondo le indicazioni date da questa bottiglia il vino è pronto adesso. A mio parere tutte quelle bottiglie predate dai cacciatori di “margine” e dagli speculatori sarebbe meglio berle adesso e non rischiare che diventino solo soprammobili mentre stanno nel caveau.
Bricco dell’Uccellone 2019 – Braida
Barbera da esposizione e da soddisfazione. Colore scuro, bella spinta al naso con sentori di viola, mora, pepe, mazzetto aromatico, resina, è saporita, voluminosa, concentrata, molto compatta e precisa, senza sbavature, persistente. Apporto intelligente del legno che più che arricchire aromaticamente sembra più dare forma al sorso.
Quasi pronto. Che per un Taurasi è una gran cosa. Il colore è granato scuro, bouquet ampio e affascinante con reminiscenze di prugna essiccata, tabacco, cenere, scorza di chinotto, carruba, erbe essiccate.
Tocco finissimo, tannino in fligrana, acidità ben distribuita, intensità di gusto e persistenza, finale coerente. Vino che viveva, prima di essere bevuto, in un momento di equilibrio entusiasmante. Bene averla stappata adesso.
Chianti Classico Retromarcia 2019 – Montebernardi
Stappato come “rinforzo” per accompagnare le pizze ordinate anch’esse come “rinforzo” fa ottima figura forte della sua quintessenziale sangiovesitudine, colore rubino con riflessi porpora, vivacità dei profumi di viola, lavanda e anice, frutto vivido, spezie, sorso non impegnativo tutto di giustezza, buon gusto, coerente e con ottimo finale fruttato/speziato.
una serata in compagnia di due famosi vini di Gaiole
Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle & Ama Chianti Classico 2018 – Castello di Ama
Prendo in prestito il titolo di una delle più famose tra le canzoni di Billy Joel, New York State of Mind, per raccontare una serata in compagnia di due belle espressioni di Sangiovese provenienti dalla stessa area geografica. Gaiole in Chianti.
“Some folks like to get away Take a holiday from the neighborhood Hop a flight to Miami Beach or to Hollywood But I’m takin’ a Greyhound on the Hudson River line I’m in a New York state of mind”
Così recita l’inizio della canzone. E così come si decide di risalire il fiume Hudson col Greyhound per riaffermare la propria identità, parafrasando il testo io posso affermare che, mentre alcuni prendono l’aereo dell’esotismo enoico, io e i miei compagni di bevuta, da toscani amanti del nostro vino, prendiamo la corriera del Sangiovese che ci porta in una zona di conforto assoluto, di certezze incrollabili, di sapori unici legati a una tradizione antica.
Ama Chianti Classico 2018
Sangiovese con saldo di Merlot con affinamento in barrique (non nuove)
Fresco. Intenso. Immediato.
Tra il rubino e il purpureo con intensi sentori floreali di viola, mora e frutti scuri, piccoli cenni speziati e terragni. Attacco caldo e voluminoso, succoso. Emergono in allungo una buona vena fresco/sapida, un tannino delicato e nel finale al frutto scuro si aggiunge un piacevole retrogusto di erbe aromatiche.
Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle
Sangiovese in purezza. Acciaio e poi grandi tini di rovere per 10 mesi.
È sanguigno, vigoroso, diretto. Rubino pieno con profumi di marasca e spezie, arancia sanguinella, sentori ematici. Tra i Chianti Classico Riserva che bevuto negli ultimi anni appare come tra i più rigorosi, fedeli e meglio riusciti.
Il sorso è pieno, ma come premesso è vigoroso, fresco, equilibrato, nitido in fase retrolfattiva dove si rievocano l’agrume e la marasca, con un tannino preciso e maturo. Buono da subito.
Non sbagliava quello che disse che a Gaiole nelle annate che altrove danno vini molto potenti vengono vini mediamente più eleganti. In riferimento al Riserva 2015 di Capannelle.
Gaiole in Chianti State of Mind
Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle
Ama Chianti Classico 2018 – Castello di Ama
I borrow the title of one of Billy Joel’s most famous songs, New York State of Mind, to describe an evening in the company of two beautiful expressions of Sangiovese from the same geographical area. Gaiole in Chianti.
“Some folks like to get away Take a holiday from the neighborhood Hop a flight to Miami Beach or to Hollywood But I’m takin’ a Greyhound on the Hudson River line I’m in a New York state of mind”
So goes the beginning of the song. And just as one decides to travel up the Hudson River with the Greyhound to reaffirm one’s identity, paraphrasing the text I can say that, while some take the plane of wine exoticism, my drinking companions and I, as Tuscan lovers of our wine , we take the Sangiovese bus that takes us to an area of absolute comfort, of unshakable certainties, of unique flavors linked to an ancient tradition.
Ama Chianti Classico 2018
Sangiovese with Merlot balance with aging in barriques (not new)
Fresh. Intense. Immediate.
Between ruby and purple with intense floral hints of violet, blackberry and dark fruits, small spicy and earthy hints. Warm and voluminous, juicy attack. A good fresh/savory vein, delicate tannins emerge in the long run and a pleasant aftertaste of aromatic herbs is added to the dark fruit in the finish.
Chianti Classico Riserva 2015 – Capannelle
Pure Sangiovese. Steel and then large oak vats for 10 months.
It is sanguine, vigorous, direct. Full ruby with aromas of morello cherry and spices, blood orange, blood scents. Among the Chianti Classico Riservas that have been drunk in recent years, it appears to be among the most rigorous, faithful and most successful.
The sip is full, but as mentioned it is vigorous, fresh, balanced, clear in the aftertaste phase where citrus and morello cherries are evoked, with precise and ripe tannins. Good straight away.
He wasn’t wrong when he said that in Gaiole in the years that elsewhere produce very powerful wines, on average more elegant wines are produced. In reference to the 2015 Capannelle Reserve.
Se c’è un Supertuscan è questo, fatto con Sangiovese e Malvasia Nera.
Nutrendo una considerevole passione per questa etichetta dell’azienda Capannelle di Gaiole ho provato e sto ancora provando, per quanto possibile in relazione alla disponibilità e alla reperibilità, ad andare a ritroso per comprendere la natura di questo vino.
Non ero mai arrivato all’annata 2000, ma dopo questa esperienza vorrei provare ad “avanzare” ulteriormente indietro nel tempo con questo vino dove questa volta come le altre trovo spiccata propensione all’invecchiamento per cui questa bottiglia risulta pronta, ma assolutamente non matura, non avendo ripiegato sul terziario né all’olfatto, né al gusto ed offrendo all’occhio lo spettacolo di un colore incredibilmente integro.
Siamo a Gaiole in Chianti Sangiovese e Malvasia 18 mesi di barrique
Il colore e rubino scuro, impenetrabile con qualche appena percettibile riflesso granato. Compassato all’apertura rivela coi minuti un bouquet complesso e fine dove trovano spazio fiori secchi, cassis e corbezzolo, lavanda, arancia rossa, sentori di tabacco, pepe dolce e lievi accenni di affumicato come unico ricordo della barrique in cui questo vino fu elevato.
Al palato è vivo, ha ottima e vigorosa freschezza, il frutto ancora pieno di sapore, il tannino è una carezza, equilibrio, persistenza, nessuna flessione, gli anni ne hanno fatto un vino che parla evidentemente di territorio.
Solare 2000 – Capannelle
If there is a Supertuscan it is this one, made with Sangiovese and Malvasia Nera.
Nourishing a considerable passion for this label from the Capannelle di Gaiole company, I tried and am still trying, as much as possible in relation to availability and availability, to go backwards to understand the nature of this wine.
I had never reached the 2000 vintage, but after this experience I would like to try to “advance” further back in time with this wine where this time like the others I find a marked propensity for aging so this bottle is ready, but absolutely not mature, not having fallen back on the tertiary aspect of either smell or taste and offering the eye the spectacle of an incredibly intact colour.
We are in Gaiole in Chianti Sangiovese and Malvasia 18 months in barrique
The color is dark ruby, impenetrable with some barely perceptible garnet reflections. Compassed at the opening, over the minutes it reveals a complex and fine bouquet where dried flowers, cassis and strawberry tree, lavender, blood orange, hints of tobacco, sweet pepper and light hints of smoke find space as the only memory of the barrique in which this wine was grown.
On the palate it is alive, it has excellent and vigorous freshness, the fruit is still full of flavour, the tannin is a caress, balance, persistence, no decline, the years have made it a wine that evidently speaks of the territory.
il Chianti Classico Capannelle nasce a Gaiole in Chianti.
Si trovano indicazioni contrastanti sull’uvaggio. Il sito aziendale dice sangiovese 100 percento, in altri luoghi si fa accenno ai classici vitigni complementari del territorio. Nel dubbio mi affido al gusto e dichiaro che secondo me c’è il Canaiolo. Secondo me. Fermentazione in acciaio e affinamento in botte da 16 hl per 18 mesi. 40 quintali per ettaro la resa.
Rubino scuro, cupo.
Rispetto ad altre bottiglie di alte altre annate questo 2012 in questa bottiglia è meno brillante. Ha meno slancio.
Naso sornione. Timidamente floreale, molto frutto scuro e molto maturo, accenni di spezie e col passare del tempo sentori boschivi e qualche sottile fragranza d’erba aromatica.
Acidità vischiosa non particolarmente viva, a dominare il sorso è ancora il frutto maturo. Il tannino è morbido, buon finale con retrogusto speziato.
Ciò che resta è un certo senso di incompiutezza.
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…Dark ruby.
Compared to other bottles of other vintages this 2012 in this bottle is less brilliant. It has less momentum. Sly nose. Timidly floral, very dark and very ripe fruit, hints of spices and over time woody scents and some subtle fragrance of aromatic grass. Viscous acidity not particularly lively, the ripe fruit still dominates the sip. The tannins are soft, with a good finish and a spicy aftertaste.
What remains is a certain sense of incompleteness.
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Rubis foncé. Comparé à d’autres bouteilles d’autres millésimes, cette année 2012 est moins brillante. Il a moins d’élan. Nez sournois. Fruit timidement floral, très sombre et très mûr, notes d’épices et de boisés au fil du temps et un parfum subtil d’herbe aromatique. Acidité visqueuse pas particulièrement vive, le fruit mûr domine toujours la gorgée. Les tanins sont doux, avec une bonne finition et un arrière-goût épicé.
Ce qui reste est un certain sentiment d’inachèvement.
Tutto inizia con un miracolo al novantesimo col tappo. Che sembra sbriciolarsi, un po’ si sbriciola, si spezza, ma alla fine si fa estrarre senza sbriciolarsi dentro la bottiglia.
80 sangiovese e 20 malvasia nera del chianti. Affinamento per 18 mesi in barrique (in parte nuove).
L’annata 2004 è considerata dall’azienda, per questo vino, il benchmark qualitativo per le annate successive e secondo me hanno ragione.
E inoltre il binomio Sangiovese/Malvasia Nera si conferma in questa etichetta, come in altre prodotte in Toscana, uno dei migliori al fine di ottenere riserve eleganti e longeve.
Il colore è quello di un vino che non ha ceduto al tempo e che la fortuna ha voluto consegnarci integro a 14 anni dalla vendemmia e dopo 10 dall’imbottigliamento. Rosso rubino intenso, scuro. In controluce sembra di scorgere ancora dei toni purpurei, ma come ben sappiamo la percezione deve affrontare perigli di varia natura e siamo pronti a prendere in considerazione l’ipotesi che non sia vero anche se in effetti sembrano proprio sfumature purpuree quelle che si scorgono nel bevante.
Ampio e pulito fin da subito il ventaglio odoroso.
Note mentolate e ematico/ferrose su un fondo di frutti scuri, corbezzolo maturo, scorza d’arancia, cacao e spezie dolci. A tratti reminiscenze di quella invenzione da salotto anni 60/70 chiamata After Eight.
Al sorso risulta essere un vino di straordinario impatto e vitalità.
Una sontuosa spalla acida per una freschezza smisurata a cui un tannino levigato, un misurato, ma sensibile, calore e un corpo integro, fanno da contrappunto per un sorso dinamico, equilibrato e flessuoso. Nel lunghissimo finale balsamico tornano coerentemente le scorze, il cacao, il frutto maturo.
Molto lontano ancora da una fase discendente che, dopo questo assaggio, sembra impossibile a immaginarsi. Lo definirei pronto. Ma non maturo.
Una bottiglia che non verrà dimenticata facilmente.