Degustazioni, Eventi

ECCOPINÒ 2025 – il manifesto di una comunità variegata

ECCOPINÒ 2025 – il manifesto di una comunità variegata

un manifesto di intenti, non di stile

Chi fosse andato lunedì 13 gennaio a Scarperia, ma anche un po’ a San Piero a Sieve, allo Spazio Brizzolari per ECCOPINÒ 2025 con la speranza di incontrare la dimostrazione dell’esistenza di una linea stilistica chiara che unifichi i Pinot Neri appenninici con un tratto netto, montano, appenninico per l’appunto, sarebbe rimasto sicuramente deluso. Chi fosse andato cercando la scabrezza,  l’asciuttezza delle forme, la sottrazione come si va cercando sul decantato Etna, derivate dall’altitudine o da ciò che viene nominato col consunto termine terroir, non l’avrebbe trovata. Se esiste un’anima precisa in ciò che comunemente chiamiamo territorio, io ad esempio non lo penso, essa dovrebbe essere principalmente agevolata, aiutata a manifestarsi. Io trovo che si manifesti di rado e non solo grazie al territorio, ma principalmente grazie alla condivisione di certe pratiche di base del fare vino in strettissima relazione con le condizioni pedoclimatiche. In Toscana mi si è manifestata nei vini di Lamole e di Radda. Altrove quasi mai. In questo caso il territorio rappresentato si estende tra la Lunigiana dell’Azienda Casteldelpiano che si trova a Licciana Nardi sotto la Alpi Apuane fino alla Fattoria Brena che si trova invece in un angolo parecchio remoto della montagna cortonese con un piede praticamente in Umbria, passando per la Garfagnana, il medio Serchio, la valle della Sieve, il Mugello, il Casentino e magari un giorno anche dalla Montagna Pistoiese. Un arco lungo approssimativamente 200 chilometri composto da luoghi caratterizzati da specifiche climatiche, orografiche e pedologiche non paragonabili. E non si può dire che tra le 12 cantine partecipanti a questo evento si riscontri uniformità nell’approccio agronomico così come nelle metodiche di cantina.

Chi c’è andato ha però trovato la testimonianza di una comunità variegata che ambisce a essere riconosciuta come operosa, ispirata, volenterosa, sotto il segno unificante del Pinot Nero. Una comunità che ambisce a far conoscere le potenzialità del territorio e la sua vocazione per la viticoltura di qualità, espressamente per il Pinot Nero, e l’intensità del proprio impegno nella salvaguardia del territorio e nella sua promozione. Cito a memoria il senso di due interventi dall’incontro coi produttori del mattino, sperando di ricordare bene soprattutto i protagonisti, che a mio avviso spiegano bene le finalità del progetto. Michele Lorenzetti, agronomo e fondatore di Terre di Giotto a Vicchio, che ricorda come altri territori abbiano costruito la propria fama e strutturato il proprio fare in più secoli e che dunque l’esperienza dei Viticoltori dell’Appennino Toscano, cominciata o ri-cominciata una ventina di anni fa,  sia ancora considerabile embrionale e aperta. A sottolineare la consapevolezza di quanto sia stato fatto e quanto ancora sia da fare per l’affermazione definitiva di questa realtà. Marco Bigioli dell’Azienda Ornina che racconta come da sue ricerche sulla presenza e l’attività umana nel territorio si possa evincere che in Casentino, come in altri luoghi dell’Appennino, l’uomo ha ceduto al bosco molto di quanto nei secoli gli aveva invece strappato col suo lavoro. Testimonianza simile ad altre da me raccolte negli anni in altre zone con un passato glorioso nella produzione di vino di qualità,  spopolate di forze produttive dall’industrializzazione e dall’inurbamento e che stanno riscoprendo nel presente la loro antica vocazione. Ad esempio l’Alto Piemonte. Molto da fare dunque per questi Vignaioli determinati a lavorare e prosperare nei loro luoghi d’origine.

Chi scrive, senza fare graduatorie di merito in questo contesto che non aveva niente del competitivo, ha trovato del talento e delle capacità distribuite senza regolarità, qualche naïveté, ma anche del coraggio e della volontà.  Non mancano interpreti a mio avviso più e meglio avviati nel dare forma concreta a vini espressivi e di ottima fattura che volendo potrebbero fungere da esempio e battistrada.

I complimenti da parte de L’Enonauta all’ottima organizzazione dell’evento a cura di AFFINAMENTI.

A Eccopinò 2025 erano presenti le Aziende:

Caasteldelpiano (Lunigiana), Macea (Garfagnana), Fattoria di Cortevecchia (Mugello), Tenuta Baccanella (Mugello), Terre di Giotto (Mugello), Bacco del Monte (Mugello), Il Rio (Mugello), Borgo Macereto (Mugello), Frascole (Mugello), Fattoria Il Lago (Mugello), Ornina (Casentino), Fattoria Brenta (Val tiberina).

Eventi Vino #17 - 2025 - Eccopinò 2025 - Scarperia - Spazio Brizzolari | la comunità del Pinot nero appenninico e il suo manifesto
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