Bottiglie, Degustazioni

Aiace 2020 Salice Salentino Riserva – Castello Monaci

AIACE  Salice Salentino Riserva 2020 – Castello Monaci

80% Negroamaro e Malvasia Nera il resto. Affinamento di 12 mesi in barrique di primo passaggio ed altri 12 mesi in botti grandi, per poi affinare e completarsi altri 6 mesi in bottiglia. Aiace è proprio il vino che uno vuole bere dopo aver ascoltato un luminare americano del vino raccontare che è finito il tempo dei vini opulenti. E anche per dare un po’ di colore al ricordo di quei vini magri e smunti, chiamiamoli però vini in sottrazione, spuntati da tutte le parti per assecondare la nuova voga e che ci siamo sorbiti di malavoglia come un film di Lars Von Trier. Aiace è la risposta, una delle risposte possibili, alla fine del vino opulento.

Il Colore è scuro, al naso sono dominanti i sentori di prugna, di alloro, del tabacco del sigaro toscano extravecchio. A lato, o di comporto, altre reminiscenze come il chiodo di garofano e note vegetali, ma fondamentalmente in tre descrittori lo possiamo riassumere bene. Non complesso, ma concreto e preciso. 

Secco, niente di meditativo o ridondante, concentrazione vitale e fresca con centrobocca decisamente ricco di calore e materia e tannini raffinati. Apprezzabile anche lo sviluppo gustativo, con finale insistito sul frutto/spezie. Un vino che seppure non definiresti elegante comunica una sua sicura e precisa baldanza portando i suoi 15 gradi con disinvoltura.

Non sottovaluterei il prezzo di questo vino in relazione alla soddisfazione, vino che può essere abbinato a molteplici piatti della tradizione pugliese, ma non farebbe cattiva figura nemmeno con la cucina toscana. 

La bottiglia poteva essere più leggera, ma non era delle più pesanti. 

Molto bene.

Enonauta/Degustazione di Vino #398 - review - AIACE  Salice Salentino Riserva 2020 - Castello Monaci | Secco, niente di meditativo o ridondante. ottimo rapporto qualità prez
Enonauta/Degustazione di Vino #398 - review - AIACE  Salice Salentino Riserva 2020 - Castello Monaci | Secco, niente di meditativo o ridondante. ottimo rapporto qualità prez

AIACE  Salice Salentino Riserva 2020 – Castello Monaci

80% Negroamaro and Malvasia Nera the rest. Aging for 12 months in first passage barriques and another 12 months in large barrels, to then refine and complete another 6 months in the bottle. Aiace is precisely the wine one wants to drink after listening to an American wine luminary say that the time of opulent wines is over. And also to give a little color to the memory of those thin and emaciated wines, let’s call them subtraction wines, which have sprung up from all over to satisfy the new trend and which we have reluctantly sat through like a Lars Von Trier film. Ajax is the answer, one of the possible answers, to the end of the opulent wine.

The color is dark, the nose is dominated by hints of plum, laurel and extra-old Tuscan cigar tobacco. Alongside, or in addition, other reminiscences such as clove and vegetal notes, but basically we can summarize it well in three descriptors. Not complex, but concrete and precise.

Dry, nothing meditative or redundant, vital and fresh concentration with a mid-mouth decidedly rich in heat and substance and refined tannins. The flavor development is also appreciable, with an emphasis on fruit/spices at the end. A wine that, although you wouldn’t define it as elegant, communicates its confident and precise boldness, carrying its 15 degrees with ease.

I would not underestimate the price of this wine in relation to satisfaction, a wine that can be paired with many traditional Apulian dishes, but would not make a bad impression even with Tuscan cuisine.

The bottle could have been lighter, but it wasn’t the heaviest.

Very good.

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ElloNero 2020 Etna Rosso – Battiato

Ellonero 2020 Etna Rosso – Battiato

Nerello Mascalese dal versante orientale della montagna, fermentazione poi affinamento in tonneau e acciaio. Di ispirazione è un vino artigianale.

Il colore tende al granato, mostra fin da subito un carattere peculiare con profilo olfattivo centrato sui sentori vegetali di piante aromatiche e muschio, poi cenere spenta, resina e solo in secondo piano i ricordi di frutta che a me fanno sovvenire il corbezzolo e la bacca di Goji. Certamente peculiare, ma a mio avviso difetta un po’ in precisione/finezza..

Il Vino è ben sapido, con buon equilibrio, media densità e freschezza, tannini ruspanti con ritorno di frutto maturo e timo/rosmarino. Un po’ monotematico, ma si conferma al palato l’identità peculiare di questo vino che, seppure non abbia trovato entusiasmante, intendo riprovare.

Presentato in degustazione tematica sui vini dell’Etna il giorno 19 gennaio.

Enonauta/Degustazione di Vino #397 - review - Ellonero 2020 Etna Rosso - Battiato | Etna Rosso peculiare, ma poco preciso.
Enonauta/Degustazione di Vino #397 - review - Ellonero 2020 Etna Rosso - Battiato | Etna Rosso peculiare, ma poco preciso.

Ellonero 2020 Etna Rosso – Battiato

Nerello Mascalese from the eastern side of the mountain, fermentation then aging in tonneau and steel. Of inspiration it is an artisanal wine.

The color tends towards garnet, it immediately shows a peculiar character with an olfactory profile centered on the vegetal hints of aromatic plants and moss, then spent ash, resin and only in the background the memories of fruit which remind me of strawberry tree and berry. of Goji. Certainly peculiar, but in my opinion it lacks a little in precision/finesse.

The wine is very tasty, with good balance, medium density and freshness, free-range tannins with a return of ripe fruit and thyme/rosemary. A little monothematic, but the peculiar identity of this wine is confirmed on the palate and, even if I didn’t find it exciting, I intend to try it again.

Presented in a thematic tasting of Etna wines on January 19th.

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Saumur Champigny 2018 Vieilles Vignes – Domaine Filliatreau

Saumur Champigny 2018 Vieilles Vignes – Domaine Filliatreau

Monumentale Cabernet Franc della Loira di colore scuro, che offre ottime reminiscenze di cassis, pepe, erbe aromatiche tritate, balsamiche, ma che ritorna sempre sui frutti scuri maturi.
Vino concentrato, spesso, pieno, che riporta nel sorso la frutta, molta frutta, eppure fluisce, non manca di freschezza. Inoltre ha profondità, tannini robusti ma non spigolosi, un vino festoso, esuberante, quasi muscolare, però mai viscoso che finisce lungamente come comincia, ovvero con una grossa onda di frutto.

Per la mia precedente esperienza avevo cominciato a pensare che i Cabernet Franc della Loira fossero tutti sottili e salati e invece questo mi ricorda che sono anche corposi.

Enonauta/Degustazione di Vino #396 - review - Saumur Champigny 2018 Vieilles Vignes - Domaine Filliatreau | Esplosivo Franc
Enonauta/Degustazione di Vino #396 - review - Saumur Champigny 2018 Vieilles Vignes - Domaine Filliatreau | Esplosivo Franc
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“Selmo” Etna Rosso 2020 – Nuzzella

Etna Rosso Selmo 2020 – Nuzzella

Una giovane azienda di Piedimonte sul versante orientale della Montagna. Nerello Mascalese da coltivazione ragionata con vinificazione in acciaio e seguente affinamento in tonneau e acciaio.
Ha colore granato traslucido,
Vino che all’olfatto è decisamente aperto con ricordi fruttati delicati che possono ricordare il melograno come il Fico d’india, echi di tamarindo, bitter e chinotto.

In bocca a spiccare è l’asse acido/salina. L’acidità non arriva a essere tagliente, ma è ben affilata, incisiva. Il vino è di forma asciutta, ben sapido con considerevole progressione di gusto. I tannini sono peperini, ma mai invasivi.
Un vino buono, che si finisce in tempo breve. Lineare, ben fatto, pronto. Si potrebbe dire che manca forse di un guizzo in più, ma è un dettaglio.

Presentato con successo in degustazione tematica sui vini dell’Etna il giorno 19 gennaio.

Enonauta/Degustazione di Vino #395 - review - Etna Rosso Selmo 2020 - Nuzzella | Lineare, ben fatto, pronto, con bel bouquet

Enonauta/Degustazione di Vino #395 – review – Etna Rosso Selmo 2020 – Nuzzella | Lineare, ben fatto, pronto, con bel bouquet

Enonauta/Degustazione di Vino #395 - review - Etna Rosso Selmo 2020 - Nuzzella | Lineare, ben fatto, pronto, con bel bouquet

Etna Rosso Selmo 2020 – Nuzzella

A young company from Piedimonte on the eastern side of the mountain. Nerello Mascalese from rational cultivation with vinification in steel and subsequent refinement in tonneau and steel.
It has a translucent garnet color,
A wine that is decidedly open on the nose with delicate fruity flavors that can recall pomegranate such as prickly pear, echoes of tamarind, bitter and chinotto.

What stands out in the mouth is the acid/saline axis. The acidity is not sharp, but it is well sharpened and incisive. The wine is dry in shape, very tasty with a considerable progression of taste. The tannins are peppery, but never invasive.
A good wine, which can be finished in a short time. Linear, well made, ready. One could say that it perhaps lacks an extra sparkle, but it is a detail.

Successfully presented at a thematic tasting of Etna wines on January 19th.

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53 – La Grange aux Belles 2020

53 – La Grange aux Belles 2020
Vin de France
Cabernet Franc – Loira

È un Cabernet Franc della Loira, eseguito con attitudine fortemente artigianale. Vinificato in cemento, affinato in vetroresina.
Rubèsto al momento d’essere sturato. Appare un po’ scombinato, sghembo e puzzone. In questi casi è necessario tornare dopo un po’ e così mi bevo un paio di sorsi lasciando due dita di vino nel bicchiere e torno ad assaggiare la sera.

Con l’ossigeno ha evidentemente un rapporto privilegiato perché ha trovato nel tempo intercorrente tra il pranzo e la cena una sua quadratura, sempre comunque all’insegna della rusticità.
Di colore scuro purpureo, reminiscenze di geranio, cassis, pepe nero, altre note balsamiche e di smalto, appena terroso. Residui sentori più “informali” che ci riportano all’iniziale rusticità. Direi un po’ di Brett.
Al palato è immediato, pieno, fruttuoso, quasi morbido, di acidità larga e tenore alcolico ben bilanciato, tannini non domesticati. A tratti pare di avvertire una punta di dolcezza. È in fase retrolfattiva che ritorna l’anima un po’ selvatica di questo vino che qualcuno avrebbe ceduto alla tentazione di lavandinare all’apertura, qualcuno probabilmente lo avrebbe trovato ancora irricevibile anche dopo l’arieggiatura.
A me è parso un vino di carattere, non preciso, ma che porta le sue imprecisioni in un quadro di piacevolezza in cui, pur non arrivando a definirle organiche a questa piacevolezza, trovano una collocazione. A tratti trascinante insieme a una teglia di lasagne (vedi foto) per un bell’incontro amichevole Italia – Francia.

Enonauta/Degustazione di Vino #394 - review - 53 - La Grange aux Belles | Franc della Loira in principio scombinato, ma che rimonta
Enonauta/Degustazione di Vino #394 - review - 53 - La Grange aux Belles | Franc della Loira in principio scombinato, ma che rimonta
Enonauta/Degustazione di Vino #394 - review - 53 - La Grange aux Belles | Franc della Loira in principio scombinato, ma che rimonta

53 – La Grange aux Belles 2020
Vin de France
Cabernet Franc – Loire

It is a Cabernet Franc from the Loire, made with a highly artisanal attitude. Vinified in concrete, aged in fiberglass.
Rubèsto when it’s time to be unblocked. He appears a little disorganized, crooked and smelly. In these cases it is necessary to return after a while and so I drink a couple of sips leaving two fingers of wine in the glass and come back to taste in the evening.

It evidently has a privileged relationship with oxygen because it has found its own balance in the time between lunch and dinner, always in the name of rusticity.
Dark purple in colour, reminiscences of geranium, cassis, black pepper, other balsamic and enamel notes, slightly earthy. Residual more “informal” hints that bring us back to the initial rusticity. I’d say a little bit of Brett.
On the palate it is immediate, full, fruitful, almost soft, with broad acidity and well-balanced alcohol content, untamed tannins. At times you seem to detect a hint of sweetness. It is in the after-olfactory phase that the somewhat wild soul of this wine returns, which some would have succumbed to the temptation to wash upon opening, some would probably still have found it inadmissible even after aerating.
To me it seemed like a wine with character, not precise, but which brings its inaccuracies into a framework of pleasantness in which, although they cannot be defined as organic to this pleasantness, they find a place. At times enthralling together with a pan of lasagne (see photo) for a nice friendly match between Italy and France.

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Chianti Classico 2020 – Buondonno

Chianti Classico 2020 – Buondonno/Az. Casavecchia alla Piazza

Per liberarsi definitivamente dall’Anosmia non c’è che stappare un tonico e rinfrancante, già all’osservazione del colore, Chianti Classico di Gabriele Buondonno che a mio avviso è già da tempo uno dei migliori interpreti del Sangiovese e questa interpretazione ne è lampante conferma.

Sangiovese davvero smagliante, da vigneti nella zona nordovest di Castellina in Chianti, con lunga macerazione e invecchiamento in legni di varia misura. Chiaro, fragrante come una valigetta di essenze di profumeria. Ricorda il giaggiolo, il ribes, la fragolina di bosco, l’anice stellato, la scorza di arancia. 

Al palato è snello, tonico, con acidità preminente, diffusa, coerente ritorno di piccoli frutti rossi, tannini granulosi mai invadenti. Assunto, ovviamente, nella giusta dose potrebbe essere consigliato come rimedio omeopatico.

Scontato forse, ma in questo caso fortemente raccomandabile, l’abbinamento con la Bistecca al sangue, un hamburger non troppo magro, un Roastbeef.

Enonauta/Degustazione di Vino #393 - review - Chianti Classico 2020 - Buondonno/Az. Casavecchia alla Piazza | un grande Buondonno
Enonauta/Degustazione di Vino #393 - review - Chianti Classico 2020 - Buondonno/Az. Casavecchia alla Piazza | un grande Buondonno
Enonauta/Degustazione di Vino #393 - review - Chianti Classico 2020 - Buondonno/Az. Casavecchia alla Piazza | un grande Buondonno

Chianti Classico 2020 – Buondonno/Az. Casavecchia to the Square

To definitively free yourself from Anosmia, all you have to do is uncork a tonic and refreshing, already looking at the color, Chianti Classico by Gabriele Buondonno who in my opinion has been one of the best interpreters of Sangiovese for some time and this interpretation is clear confirmation of this .

Truly dazzling Sangiovese, from vineyards in the northwest area of ​​Castellina in Chianti, with long maceration and aging in wood of various sizes. Clear, fragrant like a briefcase of perfumery essences. Reminiscent of irises, currants, wild strawberries, star anise, orange peel.

On the palate it is lean, toned, with prominent, widespread acidity, a coherent return of small red fruits, grainy tannins that are never intrusive. Obviously taken in the right dose it could be recommended as a homeopathic remedy.

Perhaps obvious, but in this case highly recommended, is the pairing with rare steak, a not too lean hamburger, or roast beef.

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Dolcetto di Diano d’Alba Sup. Garabei 2021 – Giovanni Abrigo

Dolcetto Garabei di Diano d’Alba Sup. 2021 – Giovanni Abrigo 

Ultimo tra i vini bevuti intorno al 31 dicembre a essere raccontato, ma quello che ha lasciato più entusiasmo residuo. Un po’ per affezione personale al Dolcetto di Diano d’Alba e un po’ per la sua travolgente vitalità. E ultimo per un po’, almeno fino ad oggi, a causa di un problemino all’olfatto causatomi da qualche patogeno nemico della degustazione.

Un dolcetto di spessore questo dell’azienda Giovanni Abrigo, dalle vigne più vecchie, con vinificazione in cemento.

Vino generoso. Più generoso delle annate precedenti che avevo avuto modo di assaggiare. Scuro e fitto il colore, tendente al porpora. Generosamente profumato con ricordi di viola, mora e chiodo di garofano, qualche accenno di balsamicità e con sorso davvero ricco, gustoso, a tratti impetuoso con tannini ben calibrati, acidità fluente e un ritorno fruttato/speziato davvero imponente. Un dolcetto semplicemente dolcetto da applauso e sul cui buon futuro sono pronto a scommettere. Fotografato con lo gnocco fritto con Prosciutto arrosto con cui fece accoppiata vincente. Ma non solo.

Enonauta/Degustazione di Vino #392 - review - Dolcetto di Diano d'Alba Sup. Garabei 2021 - Giovanni Abrigo | Un dolcetto semplicemente dolcetto da applauso

Dolcetto Garabei di Diano d’Alba Sup. 2021 – Giovanni Abrigo

Last of the wines drunk around December 31st to be talked about, but the one that left the most residual enthusiasm. Partly out of personal affection for Dolcetto di Diano d’Alba and partly due to its overwhelming vitality. And last for a while, at least until today, due to a little problem with my sense of smell caused by some pathogen hostile to tasting.

This is a rich dessert from the Giovanni Abrigo company, from the oldest vineyards, with vinification in concrete.

Generous wine. More generous than the previous vintages I had had the opportunity to taste. The color is dark and dense, tending towards purple. Generously scented with hints of violet, blackberry and clove, some hints of balsamicity and a truly rich, tasty, at times impetuous sip with well-calibrated tannins, flowing acidity and a truly impressive fruity/spicy return. A simply sweet treat to applaud and on whose good future I am ready to bet. Photographed with the fried gnocco with roasted ham with which it made a winning combination. But not only.

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Gite in Cantina

Aglianico 2009 Mila Vuolo

Aglianico 2009 Mila Vuolo

Ho conosciuto la signora Mila Vuolo alla Fivi lo scorso anno per il suo meraviglioso Fiano. Quest’anno alla manifestazione bolognese mi sono concentrato però sul suo aglianico e ho voluto riportare a casa questa 2009.

Secondo il principio di alcuni che l’aglianico ha bisogno di qualche anno per esprimere il meglio, credo che quasi 15 anni dalla vendemmia possano bastare per poter giudicare un vino di questo tipo.

Riporto alcune informazioni trovate online sulla vinificazione: “Fermentazione e macerazione in tini di acciaio a temperatura controllata, con rimontaggi manuali per 12 giorni; fermentazione malolattica in barriques; maturazione in barriques nuove per 18 mesi; affinamento in bottiglia per almeno 12 mesi.”

Enonauta/Degustazione di Vino #391 - review - Aglianico 2009 - Mila Vuolo | Buon aglianico dalle colline di Salerno

Colore rosso granato impenetrabile. All’apertura al naso note terziarie prevalenti, tabacco, cuoio et similia, ma è a circa 36 ore dall’apertura che sprigiona ancora un frutto integro, maturo, di mora, piccoli frutti neri, amarene, e una speziatura potente, pepe nero, chiodi di garofano e cannella in primis.

In bocca il tannino è (come direbbero alcuni) tetragono, asciugante ma non allappante, avvolgente ma non invasivo, acidità viva che smorza un poco il 15% di alcool, il frutto anche qui preminente, maturo, così come le spezie.

Un vino pronto? Sicuramente, ma che ancora non è arrivato all’apice. Peccato non averne preso un’altra bottiglia per poterlo testare fra 3 o 4 anni.

Enonauta/Degustazione di Vino #391 - review - Aglianico 2009 - Mila Vuolo | Buon aglianico dalle colline di Salerno

 

Aglianico 2009 Mila Vuolo

I met Mrs. Mila Vuolo at Fivi last year for her wonderful Fiano. This year at the Bolognese event, however, I concentrated on his Aglianico and wanted to bring this 2009 home.

According to the principle of some that Aglianico needs a few years to express its best, I believe that almost 15 years from the harvest may be enough to judge a wine of this type.

I report some information found online on winemaking: “Fermentation and maceration in steel vats at a controlled temperature, with manual pumping over for 12 days; malolactic fermentation in barriques; maturation in new barriques for 18 months; refinement in bottle for at least 12 months.”

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Bottiglie, Degustazioni

Brunello di Montalcino 2015 – Lisini

Brunello di Montalcino 2015 – Lisini

Sempre dalla tavola del 31 dicembre.

Col Brunello nel 2023 non sono stato molto fortunato, ma proprio quest’ultima bottiglia ci riconcilia. Questo solido Brunello 2015 di Lisini, azienda nella zona sud del territorio di Montalcino.

Si direbbe un vino tradizionale seguendo le indicazioni sulla vinificazione e questo trova conferma anche in bocca.

Colore brillante, chiaro, non ha bisogno di molta ossigenazione e appare fin da subito ben delineato.
Espressivo e fedele, con sentori prevalenti di arancia tarocco, marasca e lampone. Con altre reminiscenze ematico/ferrose, di lavanda, floreali, di spezie e carrube.

Sorso lineare, ben direzionato, con buon corpo e acidità pronunciata, più che in volume sviluppa in larghezza, una grande onda di frutto nel centrobocca, tannini che agiscono con discrezione, vino che ha un’azione prolungata, decisamente piacevole, senza fardelli di nessun genere. Finale molto aperto, invogliante.

Per quanto esperito con questa bottiglia io non rimanderei l’apertura di molti anni. Il vino è decisamente pronto e ben fatto.

Enonauta/Degustazione di Vino #390 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Lisini | Sorso lineare, ben direzionato, con buon corpo
Enonauta/Degustazione di Vino #390 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Lisini | Sorso lineare, ben direzionato, con buon corpo
Enonauta/Degustazione di Vino #390 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Lisini | Sorso lineare, ben direzionato, con buon corpo

Brunello di Montalcino 2015 – Lisini

Again from the table of December 31st.

With Brunello in 2023 I wasn’t very lucky, but this last bottle reconciles us. This solid Brunello 2015 from Lisini, a company in the southern area of ​​the Montalcino area.

It would appear to be a traditional wine following the winemaking instructions and this is also confirmed in the mouth.

Bright, clear colour, it does not need much oxygenation and immediately appears well defined.
Expressive and faithful, with prevalent hints of tarocco orange, morello cherry and raspberry. With other haematic/ferrous, lavender, floral, spice and carob reminiscences.

Linear sip, well directed, with good body and pronounced acidity, more than in volume it develops in width, a large wave of fruit in the mid-mouth, tannins that act with discretion, a wine that has a prolonged action, decidedly pleasant, without burdens of any type. Very open, enticing finish.

As experienced as I am with this bottle, I wouldn’t put off opening it for many years. The wine is definitely ready and well made.

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Bottiglie, Degustazioni, sotto i dieci euri

Soave Classico Il Roccolo 2018 – Le Mandolare

Soave Classico Il Roccolo 2018 – Le Mandolare

sotto i 10 euro #2

Antefatto

Nel dicembre 2019 comprai 36 bottiglie miste da le Mandolare che mi furono consegnate a Pistoia direttamente dal gentilissimo titolare dell’azienda. Le bottiglie servivano in parte per me e in parte per i Ceppi di Natale di mia suocera.  Com’è andata non lo so, ma le mie sono scomparse in breve tempo e delle altre che dovevano essere regalate questa solamente era rimasta in una scatola nella stanza degli attrezzi. Quando l’ho trovata ho chiesto mi venisse ri-regalata per natale.

Stappata poi con l’antipasto del 31 dicembre.

Castelcerino. Uve raccolte a maturazione avanzata, il 30% delle uve fermenta in rovere, il resto in acciaio. Segue sosta sulle fecce fino a primavera.

Un bianco sostanzioso, sapido, dal colore concentrato con un’anima citrina che si manifesta subito dopo lo stappo. Non esplosivo, ma i sentori di cedro e osmanto odoroso, passion fruit e nespola, di erbe aromatiche sono netti, piacevoli.

L’acidità è frontale, ma finisce per fondersi bene dentro un vino che ha spessore, accennata morbidezza e superficie rugosa e ha il grande pregio di non essere evanescente. Ha invece buona presenza e profondità di gusto.

Un buon vino come lo ricordavo. Buono e non costoso. Ma non buono perché non costoso. Buono e non costoso. Interessante binomio. 

A tavola si presta anche per piatti più elaborati come le carni bianche ripiene. Testato il 31 dicembre.

Enonauta/Degustazione di Vino #389 - review - Soave Classico Il Roccolo 2018 - Le Mandolare | bianco sostanzioso, sapido, colore concentrato

Soave Classico Il Roccolo 2018 – Le Mandolare

under 10 euros #2

Background

In December 2019 I bought 36 mixed bottles from le Mandolare which were delivered to me in Pistoia directly by the very kind owner of the company. The bottles were partly for me and partly for my mother-in-law’s Christmas logs. I don’t know how it went, but mine disappeared in a short time and of the others that were supposed to be given away, this one was the only one left in a box in the tool room. When I found it I asked for it to be given to me again for Christmas.

Then uncorked with the starter of December 31st.

Castelcerino. Grapes harvested at advanced maturity, 30% of the grapes ferment in oak, the rest in steel. Followed by a rest on the lees until spring.

A substantial, savory white, with a concentrated color and a citrine soul that manifests itself immediately after uncorking. Not explosive, but the hints of cedar and fragrant osmanthus, passion fruit and medlar, and aromatic herbs are clear and pleasant.

The acidity is frontal, but ends up blending well into a wine that has depth, hints of softness and a wrinkled surface and has the great advantage of not being evanescent. Instead, it has good presence and depth of flavour.

A good wine as I remembered it. Good and not expensive. But not good because not expensive. Good and not expensive. Interesting combination.

At the table it is also suitable for more elaborate dishes such as stuffed white meats. Tested on December 31st.

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