Gite in Cantina

Aglianico 2009 Mila Vuolo

Aglianico 2009 Mila Vuolo

Ho conosciuto la signora Mila Vuolo alla Fivi lo scorso anno per il suo meraviglioso Fiano. Quest’anno alla manifestazione bolognese mi sono concentrato però sul suo aglianico e ho voluto riportare a casa questa 2009.

Secondo il principio di alcuni che l’aglianico ha bisogno di qualche anno per esprimere il meglio, credo che quasi 15 anni dalla vendemmia possano bastare per poter giudicare un vino di questo tipo.

Riporto alcune informazioni trovate online sulla vinificazione: “Fermentazione e macerazione in tini di acciaio a temperatura controllata, con rimontaggi manuali per 12 giorni; fermentazione malolattica in barriques; maturazione in barriques nuove per 18 mesi; affinamento in bottiglia per almeno 12 mesi.”

Enonauta/Degustazione di Vino #391 - review - Aglianico 2009 - Mila Vuolo | Buon aglianico dalle colline di Salerno

Colore rosso granato impenetrabile. All’apertura al naso note terziarie prevalenti, tabacco, cuoio et similia, ma è a circa 36 ore dall’apertura che sprigiona ancora un frutto integro, maturo, di mora, piccoli frutti neri, amarene, e una speziatura potente, pepe nero, chiodi di garofano e cannella in primis.

In bocca il tannino è (come direbbero alcuni) tetragono, asciugante ma non allappante, avvolgente ma non invasivo, acidità viva che smorza un poco il 15% di alcool, il frutto anche qui preminente, maturo, così come le spezie.

Un vino pronto? Sicuramente, ma che ancora non è arrivato all’apice. Peccato non averne preso un’altra bottiglia per poterlo testare fra 3 o 4 anni.

Enonauta/Degustazione di Vino #391 - review - Aglianico 2009 - Mila Vuolo | Buon aglianico dalle colline di Salerno

 

Aglianico 2009 Mila Vuolo

I met Mrs. Mila Vuolo at Fivi last year for her wonderful Fiano. This year at the Bolognese event, however, I concentrated on his Aglianico and wanted to bring this 2009 home.

According to the principle of some that Aglianico needs a few years to express its best, I believe that almost 15 years from the harvest may be enough to judge a wine of this type.

I report some information found online on winemaking: “Fermentation and maceration in steel vats at a controlled temperature, with manual pumping over for 12 days; malolactic fermentation in barriques; maturation in new barriques for 18 months; refinement in bottle for at least 12 months.”

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Bottiglie, Degustazioni

Brunello di Montalcino 2015 – Lisini

Brunello di Montalcino 2015 – Lisini

Sempre dalla tavola del 31 dicembre.

Col Brunello nel 2023 non sono stato molto fortunato, ma proprio quest’ultima bottiglia ci riconcilia. Questo solido Brunello 2015 di Lisini, azienda nella zona sud del territorio di Montalcino.

Si direbbe un vino tradizionale seguendo le indicazioni sulla vinificazione e questo trova conferma anche in bocca.

Colore brillante, chiaro, non ha bisogno di molta ossigenazione e appare fin da subito ben delineato.
Espressivo e fedele, con sentori prevalenti di arancia tarocco, marasca e lampone. Con altre reminiscenze ematico/ferrose, di lavanda, floreali, di spezie e carrube.

Sorso lineare, ben direzionato, con buon corpo e acidità pronunciata, più che in volume sviluppa in larghezza, una grande onda di frutto nel centrobocca, tannini che agiscono con discrezione, vino che ha un’azione prolungata, decisamente piacevole, senza fardelli di nessun genere. Finale molto aperto, invogliante.

Per quanto esperito con questa bottiglia io non rimanderei l’apertura di molti anni. Il vino è decisamente pronto e ben fatto.

Enonauta/Degustazione di Vino #390 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Lisini | Sorso lineare, ben direzionato, con buon corpo
Enonauta/Degustazione di Vino #390 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Lisini | Sorso lineare, ben direzionato, con buon corpo
Enonauta/Degustazione di Vino #390 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Lisini | Sorso lineare, ben direzionato, con buon corpo

Brunello di Montalcino 2015 – Lisini

Again from the table of December 31st.

With Brunello in 2023 I wasn’t very lucky, but this last bottle reconciles us. This solid Brunello 2015 from Lisini, a company in the southern area of ​​the Montalcino area.

It would appear to be a traditional wine following the winemaking instructions and this is also confirmed in the mouth.

Bright, clear colour, it does not need much oxygenation and immediately appears well defined.
Expressive and faithful, with prevalent hints of tarocco orange, morello cherry and raspberry. With other haematic/ferrous, lavender, floral, spice and carob reminiscences.

Linear sip, well directed, with good body and pronounced acidity, more than in volume it develops in width, a large wave of fruit in the mid-mouth, tannins that act with discretion, a wine that has a prolonged action, decidedly pleasant, without burdens of any type. Very open, enticing finish.

As experienced as I am with this bottle, I wouldn’t put off opening it for many years. The wine is definitely ready and well made.

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Bottiglie, Degustazioni, sotto i dieci euri

Soave Classico Il Roccolo 2018 – Le Mandolare

Soave Classico Il Roccolo 2018 – Le Mandolare

sotto i 10 euro #2

Antefatto

Nel dicembre 2019 comprai 36 bottiglie miste da le Mandolare che mi furono consegnate a Pistoia direttamente dal gentilissimo titolare dell’azienda. Le bottiglie servivano in parte per me e in parte per i Ceppi di Natale di mia suocera.  Com’è andata non lo so, ma le mie sono scomparse in breve tempo e delle altre che dovevano essere regalate questa solamente era rimasta in una scatola nella stanza degli attrezzi. Quando l’ho trovata ho chiesto mi venisse ri-regalata per natale.

Stappata poi con l’antipasto del 31 dicembre.

Castelcerino. Uve raccolte a maturazione avanzata, il 30% delle uve fermenta in rovere, il resto in acciaio. Segue sosta sulle fecce fino a primavera.

Un bianco sostanzioso, sapido, dal colore concentrato con un’anima citrina che si manifesta subito dopo lo stappo. Non esplosivo, ma i sentori di cedro e osmanto odoroso, passion fruit e nespola, di erbe aromatiche sono netti, piacevoli.

L’acidità è frontale, ma finisce per fondersi bene dentro un vino che ha spessore, accennata morbidezza e superficie rugosa e ha il grande pregio di non essere evanescente. Ha invece buona presenza e profondità di gusto.

Un buon vino come lo ricordavo. Buono e non costoso. Ma non buono perché non costoso. Buono e non costoso. Interessante binomio. 

A tavola si presta anche per piatti più elaborati come le carni bianche ripiene. Testato il 31 dicembre.

Enonauta/Degustazione di Vino #389 - review - Soave Classico Il Roccolo 2018 - Le Mandolare | bianco sostanzioso, sapido, colore concentrato

Soave Classico Il Roccolo 2018 – Le Mandolare

under 10 euros #2

Background

In December 2019 I bought 36 mixed bottles from le Mandolare which were delivered to me in Pistoia directly by the very kind owner of the company. The bottles were partly for me and partly for my mother-in-law’s Christmas logs. I don’t know how it went, but mine disappeared in a short time and of the others that were supposed to be given away, this one was the only one left in a box in the tool room. When I found it I asked for it to be given to me again for Christmas.

Then uncorked with the starter of December 31st.

Castelcerino. Grapes harvested at advanced maturity, 30% of the grapes ferment in oak, the rest in steel. Followed by a rest on the lees until spring.

A substantial, savory white, with a concentrated color and a citrine soul that manifests itself immediately after uncorking. Not explosive, but the hints of cedar and fragrant osmanthus, passion fruit and medlar, and aromatic herbs are clear and pleasant.

The acidity is frontal, but ends up blending well into a wine that has depth, hints of softness and a wrinkled surface and has the great advantage of not being evanescent. Instead, it has good presence and depth of flavour.

A good wine as I remembered it. Good and not expensive. But not good because not expensive. Good and not expensive. Interesting combination.

At the table it is also suitable for more elaborate dishes such as stuffed white meats. Tested on December 31st.

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Bottiglie, Degustazioni

Barbaresco Rabaja Riserva 2008 – Cortese

Barbaresco Rabaja Riserva 2008 – Cortese

Ci sono vini che spiccano in certi contesti e vini emblematici che contribuiscono a tracciare nuovi percorsi e rimodulano i parametri di giudizio generali.

Questo è un vino emblematico. Qualità percepita, espressività, finezza, resistenza al tempo oltre ogni aspettativa legata al fatto che la bottiglia era stata comprata in asta in Francia a un prezzo da grande colpo di fortuna.

Invece è un vino conservato al meglio, senza residui, nessun cedimento di colore.

Un Barbaresco tradizionale proposto nelle annate migliori, con fermentazione in tini di cemento e invecchiamento in grandi botti e in finale 3 anni di bottiglia.

È un vino squisito, chissà se questo termine ha diritto di cittadinanza nell’universo terminologico della degustazione, dal colore brillante, chiaro, parte da primi richiami di muschio e prugna. Con l’ossigenazione si schiude transitando su toni più luminosi e finisce per  ricordare il melograno maturo, la foglia di thè nero, la scorza di chinotto e meno marcati sentori di radici, erbe aromatiche, resina.  

Al palato è impressiva la sua capacità di sviluppare gusto, di stratificarlo per onde, con forza misurata e inesorabile. Raggiunto un equilibrio incredibile di elementi vivi, acidità fluente, integrità di frutto, con un tannino che non definirei integrato bensì organico, ben percepibile nel disegno preciso del sorso. Uno dei finali più intensi e ariosi mai sperimentati.

Considerato dall’azienda “annata del secolo”, considerazione che trova conferma a casa mia a Pistoia in un giorno prefestivo del mese di dicembre 2023. 

Massima valutazione per un vino figlio della volontà di portare al bevitore, al termine di un lungo percorso, quanto di meglio si possa ottenere dal Nebbiolo. Volontà che in questo caso trova conferma.

Un vino che ha un costo non esiguo, ma che ha il pregio di essere la dimostrazione effettiva della possibilità di sperimentare le potenzialità immaginate di un vino.

Enonauta/Degustazione di Vino #388 - review - Barbaresco Rabaja Riserva 2008 - Cortese | Annata del Secolo che non si smentisce
Enonauta/Degustazione di Vino #388 - review - Barbaresco Rabaja Riserva 2008 - Cortese | Annata del Secolo che non si smentisce
Enonauta/Degustazione di Vino #388 - review - Barbaresco Rabaja Riserva 2008 - Cortese | Annata del Secolo che non si smentisce

Barbaresco Rabaja Riserva 2008 – Cortese

There are wines that stand out in certain contexts and emblematic wines that contribute to tracing new paths and reshape the general parameters of judgment.

This is an emblematic wine. Perceived quality, expressiveness, finesse, resistance to time beyond all expectations linked to the fact that the bottle had been bought at auction in France at a price that was a great stroke of luck.

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Bottiglie, Degustazioni

Rioja Reserva 2016 “Viña Alberdi” – La Rioja Alta

Viña Alberdi Rioja Reserva 2016 – Rioja Alta

Tra le molte bottiglie transitate sulle tavole natalizie, la maggior parte non certo memorabile, questo Tempranillo della Rioja ha invece colto nel segno. Un vino che farebbe la felicità dei nemici dei vinoni e dell’elevamento in legno. La felicità di poterne dire male. 

Eppure. 

Eppure è un vino con molti pregi. Ha una bella etichetta, è buono, non costoso, ben eseguito, gagarone quanto basta.

Azienda nel nord della Spagna. Tempranillo da vigne tra i 400 e i 600 metri con elevazione in barrique nuove per il primo anno e di quarto passaggio per il secondo anno.

Colore compatto, radicalmente fruttuoso con ricordi di mora e altri frutti a bacca scura e intorno a questa dominante fruttuosità si sviluppa un corollario di sentori secondari come l’eucalipto, il chiodo di garofano, incenso e cenere spenta, ma a risaltare è sempre il frutto.

Sorso pieno, avvolgente, sviluppa volume, ma anche profondità. Vitale, sapido, calibrato, intenso nel gusto, vino di spessore che però non necessita di un faticoso corpo a corpo per essere gustato.

Un vino che vale ampiamente il costo, tra i 15 e i 20 euri, rapporto prezzo soddisfazione incentivante e infatti lo riberrei più che volentieri e lo consiglio.

Enonauta/Degustazione di Vino #387 - review - Viña Alberdi Rioja Reserva 2016 - Rioja Alta | Tempranillo piacione quanto basta
Enonauta/Degustazione di Vino #387 - review - Viña Alberdi Rioja Reserva 2016 - Rioja Alta | Tempranillo piacione quanto basta
Enonauta/Degustazione di Vino #387 - review - Viña Alberdi Rioja Reserva 2016 - Rioja Alta | Tempranillo piacione quanto basta
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Degustazioni, Eventi

back to the wine 2023 a Venezia – qualche impressione

Back to the Wine (https://www.backtothewine.com/) per me resterà sempre legato a quella prima e unica volta che nel 2017 tentai, senza successo, di raggiungere Faenza in automobile.

Back to the Wine a Venezia

A Pistoia sembrava, anzi era, una tranquilla giornata autunnale con tempo bello e decisi quindi di raggiungere la Faentina a Borgo San Lorenzo per arrivare poi a Faenza. A Barberino comincia a pioviscolare. A Borgo San Lorenzo a nevischiare. Nell’abitato di Ronta nevica forte e appena usciti dal paese, fatte tre curve, c’è una tempesta di neve. Si possono avvistare le prime auto adagiate a bordo strada, contro il guard rail e presto la mia Skoda Fabia wagon smette di salire e comincia invece a pattinare all’indietro. A quel punto cerco di intraversarla e per pura fortuna l’auto fa una rotazione di 180 gradi e mi ritrovo in discesa. Metto la prima e me ne torno a casa. Non avendo mai potuto vivere la location di Faenza non posso fare paragoni, ma certo il Terminal 103 di Venezia è un luogo adatto a una giornata di degustazioni. Luminoso, suggestivo, raggiungibile comodamente in treno senza doversi inerpicare lungo le pericolose tratte appenniniche in mezzo alle tormente di neve.

Back to  the Wine 2023 a Venezia 
Gaspare Buscemi
Gaspare Buscemi a Back to the Wine

A fronte di alcune perle assaggiate come Alture Bianco 2021 di Gaspare Buscemi da cui abbiamo raccolto una formativa introduzione al come andrebbe e non andrebbe fatto il vino, il Catarratto di Francesco Guccione, gli ottimi vini proposti da Monteversa, il Pallagrello Bianco di Alepa, i sempre sorprendenti vini di Corte Sant’Alda di Mariella Camerani (ne parlai qui), non posso omettere di aver bevuto un buon numero di vini imbarazzanti, di quei vini che che spesso ironicamente chiamo VINI-CILICIO, e più seriamente VINI IDEOLOGICI. Vini certamente frutto di una agricoltura ragionevole e di un fare artigianale, ma che in molti casi mi sono sembrati vini esageratamente disarmonici e sgangherati, non vini espressione di territorio e sapere strutturato in cui la gestione di certi elementi limite finiscono per donare carattere ed espressività. Bensì vini approssimativi.

Back to  the Wine 2023 a Venezia 
Francesco Guccione
Francesco Guccione a Back to the wine

Vini che per essere apprezzati necessitano di un grande sforzo di considerazione delle metodiche di produzione fino all’apprezzamento delle metodiche stesse più che le caratteristiche manifeste del vino. Metodiche che al pari degli elementi narrativi, lo storytelling, che spesso peraltro rimestano concetti in modo un po’ confuso, il terroir e la territorialità su tutti, per quanto mi riguarda non riescono ad essere un plusvalore o un incentivo ad apprezzare maggiormente un vino aldilà della sua piacevolezza e della sua buona esecuzione.

Eventi Vino #8 - 2023 - back to the wine 2023 a Venezia | qualche impressione sul nuovo Back to the Wine
Montevesa a Back to the Wine con Enonauta (Simone Molinaroli)

Non che voglia consigliare un miglioramento su questo aspetto, non penso che questo miglioramento ipotetico interessi e penso invece che ormai ci siano scelte radicalmente ideologiche che non tengono più di conto il risultato finale del processo di creazione di un vino e mi permetto di fare questa notazione personale soltanto perché l’incidenza statistica di certe espressioni non si poteva certo ignorare.

Back to  the Wine 2023 a Venezia
Monteversa a Back to the Wine

Mi sento di chiudere con un rimando al manifesto di Viniveri sottoscritto da Sangiorgi e Vodopivec che con ferma e limpida precisione tratteggia l’equivoco di fondo che consente di proporre al pubblico vini per cui le parole genuino e artigianale finiscono per essere un paravento che occulta in realtà sciattezza e autoindulgenza.

Back to  the Wine 2023 a Venezia
Back to the Wine 2023 a Venezia
Back to  the Wine 2023 a Venezia
Back to the Wine 2023 a Venezia

Le fotografie nell’articolo sono di Dario Agostini

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Bottiglie, Degustazioni, sotto i dieci euri

Barbera D’Asti “sopra berruti” 2021 – L’Armangia – sotto i dieci euri #1

Per la rubrica “sotto i dieci euri” che inauguro in questo momento voglio raccontare questo/a barbera riportato dal Mercato Fivi di Bologna. Barbera d’Asti “sopra berruti” 2012 de L’Armangia.
Pagato 8 euro. Come i suoi fratelli maggiori Nizza Titon e Nizza Riserva Vignali è dimostrazione pratica della vocazione del territorio d’origine, delle potenzialità del vitigno e del fatto che alla famiglia Giovine vengono bene tutti i vini. Rossi, bianchi, mossi, fermi, etc, e per averne contezza consiglio all’enopellegrino che si trovasse davanti a un loro banco d’assaggio di fare uno stop.
Barbera tradizionale fatta in acciaio e tini di rovere.
Vino dal colore scuro, vivo, porta reminiscenze di frutti scuri, spezie, garofano, balsamiche.
Al palato è un vino decisamente piacevole, anche divertente se il termine è accettabile, molto compatto, espansivo, con anima sapida e fresco, senza sbavature e senza eccessi alcolici. In finale si riverberano a lungo le note di frutto e di spezie.
È sicuramente  un “arrivederci”…

Enonauta/Degustazione di Vino #386 - review - Barbera D'Asti “sopra berruti” 2021 - L’Armangia | Ottima Barbera a un prezzo invitante
Enonauta/Degustazione di Vino #386 - review - Barbera D'Asti “sopra berruti” 2021 - L’Armangia | Ottima Barbera a un prezzo invitante

For the “under ten euros” column that I am launching at this moment, I want to talk about this barbera brought back from the Fivi Market in Bologna.

Barbera d’Asti “sopra berruti” 2012 by L’Armangia


Paid 8 euros. Like its older brothers Nizza Titon and Nizza Riserva Vignali it is a practical demonstration of the vocation of the territory of origin, of the potential of the vine and of the fact that all wines are good for the Giovine family. Reds, whites, moved, still, etc, and to be aware of this I advise any wine pilgrim who finds himself in front of one of their tasting stands to stop.
Traditional Barbera made in steel and oak vats.
Dark colored wine, lively, brings reminiscences of dark fruits, spices, cloves, balsamic.
On the palate it is a decidedly pleasant wine, even fun if the term is acceptable, very compact, expansive, with a savory and fresh soul, without smudging and without alcoholic excesses. In the finish, the notes of fruit and spices reverberate for a long time.
It’s definitely a “goodbye”…

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Bottiglie, Degustazioni

La Marginale 2010 Saumur Champigny – Thierry Germain/Domaine des Roches Neuves

La Marginale 2010 Saumur Champigny – Thierry Germain/Domaine des Roches Neuves

Le precedenti esperienze con la cantina di Thierry Germain avevano ingenerato delle aspettative. Che non sono andate deluse. Cabernet Franc & Loira (Saumur Champigny).

Cabernet Franc con lunga macerazione ed elevamento in barrique 

Vino agile, setoso, profumato. 

Chiaro, reminiscenze ben articolate di lamponi e fico d’india, mentolate, escono col tempo note di erbe officinali e di pepe sichuan. 

Sorso delicato, fresco, piacevole e spiccatamente salino (che trovo essere una costante dei vini di Thierry Germain), equilibrio compiuto, il vino è risolto e ha tannini quasi in filigrana e un finale frutto/spezie piuttosto prolungato. Nel caso specifico di questa bottiglia un paio d’anni di anticipo avrebbero reso l’esperienza perfetta

Cabernet Franc e Loira si confermano una delle mie accoppiate preferite. A tavola ottimamente con Risotto al Colombaccio e Pluma di Maiale Iberico con insalata di finocchi e arance e patatas bravas.

Enonauta/Degustazione di Vino #385 - review - La Marginale 2010 Saumur Champigny - Thierry Germain/Domaine des Roches Neuves | Loira Franc
Enonauta/Degustazione di Vino #385 – review – La Marginale 2010 Saumur Champigny – Thierry Germain/Domaine des Roches Neuves | Loira Franc

La Marginale 2010 Saumur Champigny – Thierry Germain/Domaine des Roches Neuves

Previous experiences with Thierry Germain’s cellar had raised expectations. Which didn’t disappoint. Cabernet Franc & Loire (Saumur Champigny).

Cabernet Franc with long maceration and aging in barrique

Agile, silky, fragrant wine.

Clear, well-articulated reminiscences of raspberries and prickly pear, minty, over time notes of medicinal herbs and Sichuan pepper emerge.

Delicate, fresh, pleasant and distinctly saline on the palate (which I find to be a constant in Thierry Germain’s wines), well-balanced, the wine is resolved and has almost filigree tannins and a rather prolonged fruit/spice finish. In the specific case of this bottle, a couple of years in advance would have made the experience perfect

Cabernet Franc and Loire confirm to be one of my favorite pairings. Excellent at the table with Risotto with Colombaccio and Iberian Pork Pluma with fennel and orange salad and patatas bravas.

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Grignolino del Monferrato Casalese 2021 – Oreste Buzio

Grignolino del Monferrato Casalese 2021 – Oreste Buzio

Un vino che mi piace dal principio, dalla sua sobria etichetta che mi parla della rigorosa precisione che effettivamente poi trovo nel bicchiere. Al terzo giorno di apertura continua a stupirmi con la sua scintillante veste chiaro-traslucida e il suo incisivo ed onesto bouquet che potrei riassumere in 4 parole: viola, ciliegia, cannella e rabarbaro. Non il più complesso dei vini, ma colpisce l’accuratezza dei rimandi.

Dopo tre giorni mi aspetta con la sua delicata ed emozionante fruttosità che lo apparenta a vini ben più famosi. Sorso definito e sempre tonico, equlibrato, con tannini che mostrano forza senza spigoli. Finale piacevolmente dolce/amaro. 

Può fare da ottimo jolly in fase di abbinamento in tavola. Consiglio a chi lo volesse stappare di tentare qualcosa di insolito.

Tra i 10 euri meglio spesi, spesi e rispesi peraltro, in vino.

Enonauta/Degustazione di Vino #384 - review - Grignolino del Monferrato Casalese 2021 - Oreste Buzio | Tra i 10 euri meglio spesi, spesi e rispesi peraltro, in vino
Enonauta/Degustazione di Vino #384 - review - Grignolino del Monferrato Casalese 2021 - Oreste Buzio | Tra i 10 euri meglio spesi, spesi e rispesi peraltro, in vino

Enonauta/Degustazione di Vino #384 – review – Grignolino del Monferrato Casalese 2021 – Oreste Buzio | Tra i 10 euri meglio spesi in vino

Enonauta/Degustazione di Vino #384 - review - Grignolino del Monferrato Casalese 2021 - Oreste Buzio | Tra i 10 euri meglio spesi, spesi e rispesi peraltro, in vino

Grignolino del Monferrato Casalese 2021 – Oreste Buzio

A wine that I like from the beginning, from its sober label which tells me about the rigorous precision that I actually find in the glass. On the third day of opening it continues to amaze me with its sparkling light-translucent appearance and its incisive and honest bouquet which I could summarize in 4 words: violet, cherry, cinnamon and rhubarb. Not the most complex of wines, but the accuracy of the references is striking.

After three days it awaits me with its delicate and exciting fruitiness that compares it to much more famous wines. Defined and always tonic, balanced on the palate, with tannins that show strength without sharp edges. Pleasantly sweet/bitter finish.

It can act as an excellent joker when pairing at the table. I advise anyone who wants to uncork it to try something unusual.

Among the 10 euros best spent, spent and respent, on wine.

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Chianti Riserva Collezione Oro 2019 – Piccini

CHIANTI RISERVA COLLEZIONE ORO 2019 – PICCINI

Non è una provocazione, tantomeno una descrizione con intento denigratorio, bensì un tentativo sincero di rendere per scritto, cosa peraltro non facile, l’esperienza con un vino appartenente a una categoria nella quale non mi capita quasi più di imbattermi. Questo l’ho trovato stappato a una tavola a cui ero stato invitato.

Sangiovese e Cabernet Sauvignon con affinamento in legno.

Colore rubino molto scuro, di primo acchito non diresti che è un Sangiovese, cosa che per un Sangiovese non è promettente, alla cieca lo avrei detto un pugliese di fascia bassa.

Naso con poca spinta, ci sono ricordi di frutti a bacca scura, cacao, legumi, chiodo di garofano ed erbacei.
Al palato non mostra particolare vigoria. Acidità blanda, tannini non pervenuti, tocco morbido di scarsa durata, sembra un vino pensato principalmente per non infastidire nessuno e che termina senza lasciare nessuna suggestione.
Espressività e fedeltà alla tipologia decisamente ai minimi.

In estrema sintesi lo potrei definire un vino inespressivo ed inoffensivo.

Enonauta/Degustazione di Vino #382 - review - CHIANTI RISERVA COLLEZIONE ORO 2019 - PICCINI | In estrema sintesi lo potrei definire un vino inespressivo ed inoffensivo.
CHIANTI RISERVA COLLEZIONE ORO 2019 – PICCINI
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