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Barbaresco CURRÁ 2010 – Sottimano

Barbaresco CURRÁ 2010 – Sottimano

CURRÁ mga in Neive con esposizione sud-ovest. 22 mesi in barrique e un anno in bottiglia. Barrique in parte nuove.

il 2010

Ho avuto l’occasione di assaggiare negli anni un certo numero di Barolo e Barbaresco del millesimo 2010 e certamente si può dire che l’annata fu favorevole. Eppure non ci si finisce mai di stupire per ciò che il tempo ci consegna in queste bottiglie che ogni tanto abbiamo la fortuna di aprire.

Lo stappo e mi vengono in mente una moltitudine di esclamazioni tra cui alcune toscane che non si possono mettere per scritto. Esclamazioni di apprezzamento per questo Barbaresco che mette insieme estrema definizione e profondità.

Il colore è granato, traslucido, colpisce istantaneamente l’anima balsamica di questo vino che mi ricorda l’eucalipto, la carne cruda, il ribes rosso. In secondo piano reminiscenze di radici aromatiche, bitter e ancora più in fondo al bouquet di questo vino si trovano suggestioni che riportano all’ingresso nel bosco, in una drogheria o in un emporio di un tempo che fu.

Vino Freschissimo, l’acidità è la guida di questo vino setoso, che è risolto, equilibrato, con alcool completamente fuso, tannini di grana extrafine e di discreto piglio. Colpisce la capacità di stratificarsi del sorso, la sua qualità e profondità, vino che non smette di metterti la mano sulla spalla con fare complice e dirti “senti?” nel suo sviluppo gustativo. Mentolato, Fruttato, speziato. Finissimo.

Con davanti ancora buone prospettive anche se preferisco averlo aperto adesso.

Se in questi ultimi anni mi avevano impressionato di Sottimano gli assaggi delle ultime annate, alla luce di questo stappo trova conferma anche la propensione alla longevità.

Prese un bel riconoscimento nel 2014 e chi lo diede non si sbagliò.

Enonauta/Degustazione di Vino #331 - review - Barbaresco CURRÁ 2010 - Sottimano | Barbaresco che mette insieme estrema definizione e profondità

Barbaresco CURRÁ 2010 – Sottimano

CURRÁ mga in Neive with south-west exposure. 22 months in barrique and one year in bottle. Partly new barriques.

Over the years I have had the opportunity to taste a certain number of Barolo and Barbaresco from the 2010 vintage and it can certainly be said that the vintage was favourable. Yet we never cease to be amazed by what time gives us in these bottles that we are lucky enough to open every now and then.

I uncork it and a multitude of exclamations come to mind, including some Tuscan ones that cannot be written down. Exclamations of appreciation for this Barbaresco which combines extreme definition and depth.

The color is garnet, translucent, it instantly strikes the balsamic soul of this wine which reminds me of eucalyptus, raw meat, red currants. In the background are reminiscences of aromatic roots, bitters and even further down the bouquet of this wine there are suggestions that take you back to entering the woods, a grocery store or a general store from times gone by.

Very fresh wine, acidity is the guide of this silky wine, which is resolved, balanced, with completely melted alcohol, extrafine grain tannins and discreet tone. The sip’s ability to stratify, its quality and depth is striking, a wine that never stops putting its hand on your shoulder with an accomplice and telling you “can you feel?” in its gustatory development. Mentholated, fruity, spicy. Extremely fine.

With still good prospects ahead even if I prefer to have it open now.

If in recent years I have been impressed by the tastings of the latest vintages of Sottimano, in light of this stature the propensity for longevity is also confirmed.

He received a nice recognition in 2014 and whoever gave it was not wrong.

Enonauta/Degustazione di Vino #331 - review - Barbaresco CURRÁ 2010 - Sottimano | Barbaresco che mette insieme estrema definizione e profondità
Enonauta/Degustazione di Vino #331 - review - Barbaresco CURRÁ 2010 - Sottimano | Barbaresco che mette insieme estrema definizione e profondità
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Riesling Wallufer Oberberg 2021 Auslese Trocken – J. B. Becker

Riesling Becker J.B. – A. T. Wallufer Oberberg 2021

Riesling del Rheingau, breve fermentazione e poi due anni in botte.

Un bel Riesling secco, veramente secco, e potente da una delle cantine simbolo, da uno dei maestri del Riesling Renano.

Colore dorato brillantissimo, fragrante in modo sfacciato con reminiscenze di frutta matura come la pesca bianca e la mela opal, di zenzero e pietra spaccata, erbaceo fine e cedro. Ultimo perché alla fine, dopo ogni annusata, torna sempre il Cedro. Un bouquet francamente aperto e diretto.

Muscolare, denso, caldo, ma anche di buon gusto fruttato/citrino, decisamente lungo e con una acidità che se non è affilata è una acidità “ovunque”, pervasiva. 

Ho seguito con successo il consiglio di Girolamo Tafuro che ringrazio. Spesso ci si trova a dire che un vino è buono, ma che si è perplessi sul prezzo. In questo caso il vino è soltanto buono.

Enonauta/Degustazione di Vino #330 - review - Riesling Wallufer Oberberg 2021 Auslese Trocken - J. B. Becker | Secco e Potente

Riesling J. B. Becker – A. T. Wallufer Oberberg 2021

Enonauta/Degustazione di Vino #330 - review - Riesling Wallufer Oberberg 2021 Auslese Trocken - J. B. Becker | Secco e Potente
Enonauta/Degustazione di Vino #330 - review - Riesling Wallufer Oberberg 2021 Auslese Trocken - J. B. Becker | Secco e Potente

Riesling Becker J.B. – A. T. Wallufer Oberberg 2021

Rheingau Riesling, short fermentation and then two years in barrel.

A nice dry Riesling, really dry, and powerful from one of the iconic wineries, from one of the masters of Rhine Riesling.

Brilliant golden colour, brazenly fragrant with reminiscences of ripe fruit such as white peach and opal apple, of ginger and split stone, fine herbaceous and cedar. Last because in the end, after every sniff, the Cedar always returns. A frankly open and direct bouquet.

Muscular, dense, warm, but also with a good fruity/citrine taste, decidedly long and with an acidity that if not sharp is an “everywhere”, pervasive acidity.

I successfully followed the advice of Girolamo Tafuro who I thank. We often find ourselves saying that a wine is good, but we are perplexed about the price. In this case the wine is just good.

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Derthona 2021 – Boveri

Derthona 2021- Luigi Boveri

Colli Tortonesi Doc

Timorasso con 24 mesi di affinamento, 12 sulle fecce, 12 in bottiglia.

Colore giallo scuro lucido, ricordi di agrume, percoca matura, cardamomo e/o altre spezie dolci, acacia, vagamente cera d’api. 

Se il naso è intrigante, il sorso è faticoso. Entrata voluminosa, rotonda, con una carica alcolica che, più che sovrabbondante, io definirei disorganica. Opulento, quasi grasso, glicerico e a tratti lo diresti dolce.  La dinamica gustativa resta limitata a questo iniziale voluminoso exploit, l’acidità resta invischiata e il vino non trova distensione e restando fermo sui suoi argomenti iniziali tende a stancare. Per quanto strutturato, tende al monodomensionale.

Enonauta/Degustazione di Vino #329 - review - Derthona 2021 - Luigi Boveri | Timorasso di Grande sTruttura
Enonauta/Degustazione di Vino #329 - review - Derthona 2021 - Luigi Boveri | Timorasso di Grande sTruttura

Derthona 2021- Luigi Boveri

Colli Tortonesi Doc

Timorasso with 24 months of aging, 12 on the lees, 12 in the bottle.

Shiny dark yellow colour, hints of citrus fruit, ripe percoca, cardamom and/or other sweet spices, acacia, vaguely beeswax.

If the nose is intriguing, the sip is tiring. Voluminous, round entry, with an alcoholic strength that, rather than overabundant, I would define as inorganic. Opulent, almost fatty, glyceric and at times you would say it was sweet. The gustatory dynamics remains limited to this initial voluminous exploit, the acidity remains entangled and the wine does not find relaxation and by remaining firm on its initial arguments it tends to tire. Although structured, it tends towards single-dimensional.

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Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa

Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa

Sull’onda dell’entusiasmo generato dagli ottimi assaggi dell’ultima Chianti Classico Collection ( e qui) stappo questo Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 di Caparsa, l’ultima delle bottiglie comprate, ormai troppo tempo fa, durante una visita all’azienda a Radda in Chianti da Cianferoni che negli anni si conferma come il mio vignaiolo chiantigiano preferito.  

Opera di Paolo Cianferoni e Federico Staderini. Sangiovese, un anno in botte, approccio artigianale.

È un Vino superbo. Prontissimo adesso. Dall’ultima volta sono passati 18 mesi (https://www.enonauta.it/2022/11/17/caparsino-chianti-classico-riserva-2015-caparsa/) in cui ha trovato ulteriore distensione ed equilibrio. Il colore è mediamente fitto, al naso sono preponderanti i sentori fruttati, l’arancia, il rosmarino, il the nero, leggera speziatura. Profuma di ottimo Sangiovese.

Un 2015 vitale, privo di flessioni verso il surmaturo che ho riscontrato più volte nei vini di questo millesimo, dotato di freschezza raddese in un contesto di spessore, intensa e prolungata progressione gustativa, vino vivo, ricco, profondo, dal sapore avvincente con tannini nobili per un’esperienza di piacevolezza immediata. 

Da bersi adesso.

Enonauta/Degustazione di Vino #328 - review - Caparsino Chianti Classico Riserva 2015- Caparsa | gioiello chiantigiano
Enonauta/Degustazione di Vino #328 - review - Caparsino Chianti Classico Riserva 2015- Caparsa | gioiello chiantigiano

Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa

On the wave of enthusiasm generated by the excellent tastings of the latest Chianti Classico Collection, I uncork this Caparsa 2015 Caprsino Chianti Classico Riserva, the last of the bottles bought, too long ago, during a visit to the company in Radda in Chianti by Cianferoni who over the years has confirmed himself as my favorite Chianti winemaker.

Work by Paolo Cianferoni and Federico Staderini. Sangiovese, a year in barrel, artisanal approach. It is a superb wine. Very ready now. 18 months have passed since the last time (https://www.enonauta.it/2022/11/17/caparsino-chianti-classico-riserva-2015-caparsa/) in which he found further relaxation and balance.

The color is medium dense, the nose is dominated by fruity scents, orange, rosemary, black tea and light spiciness. It smells of excellent Sangiovese. A vital 2015, free of any declines towards overripeness that I have found several times in the wines of this vintage, endowed with freshness set in a context of depth, intense and prolonged gustatory progression, a lively, rich, deep wine, with a compelling flavor and noble tannins for an experience of immediate pleasure. To drink now.

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Grandi Langhe 2024 | Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Degustazioni, Eventi

Grandi Langhe 2024 | Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti

Grandi Langhe 2024 – L’EVENTO

Davvero apprezzabile la formula dell’evento Grandi Langhe a Torino anche nel 2024. Organizzazione, contesto, clima. Sicuramente il più importante tra gli eventi dedicati al vino di Langa organizzato dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e il Consorzio di Tutela Roero, con il supporto di Regione Piemonte e il sostegno di Intesa San Paolo.

Grandi Langhe 2024 – INDICAZIONI GENERALI

Le indicazioni generali non mancano. L’annata 2020 per il Barolo sembra felice nella sua misurata vitalità. La 2021 per il Barbaresco felicissima, molto espressiva soprattutto nelle interpretazioni classiche. La 2022 per i Langhe Nebbiolo e i Nebbiolo d’Alba un po’ problematica. 

Dal Roero arrivano a Torino vini di qualità media piuttosto alta, ma soprattutto vini caratterizzati da grande carattere unito a perizia nell’esecuzione.

I migliori | Barolo 2020 a Grandi Langhe 2024

Al Barolo Cannubi 2020 Pira di Chiara Boschis giudicando sull’onda dell’emozione non lesinerei un 100/100.

Grandi emozioni sono venute da 

Barolo Parafada 2020 di Palladino

Barolo Marenca 2020 di Pira

Barolo Pianpolvere 2020 di Chionetti

E poi da ricordare anche 

Barolo del Comune di La Morra 2019 di Boglietti

Barolo Sarmassa 2020 di Brezza

Barolo Margheria 2020 di Massolino

Barolo Sottocastello di Novello 2020 di Ca Viola per la sua suadenza.

Barolo 4 Vigne 2019 di Cascina Adelaide da ricordare per il vasto bouquet profumiero.

Fuori Categoria il Barolo Riserva San Bernardo 2016 di Palladino. 

I migliori | Barbaresco 2021

Da ricordare in un quadro di generale validità

Barbaresco Albesani 2021 di Massolino

Barbaresco Cottà 2021 di Sottimano che è un fulgido esempio di precisione 

Barbaresco Rio Sordo 2021 e Barbaresco Pora 2021

ovvero i due presentati da Musso che mostrano uno straordinario equilibrio di forze

Barbaresco Montersino 2021 di Albino Rocca per la sua anima duplice, dura e dolce al tempo stesso.

I migliori | Nebbiolo d’Alba e Langhe Nebbiolo 2022

Non mancano vini dal sorso un po’ sbavato, un po’ pienotti, grassi e alcolici. Spiccano il Nebbiolo di Pira da Serralunga e di Musso da Barbaresco che rispetto agli altri mostrano di aver probabilmente gestito meglio le condizioni climatico ambientali.

I migliori | Barbera e Dolcetto

La Barbera d’Alba Bricco delle Olive 2021 di Palladino è una vera Bomba. 

Barbera d’Asti 2022 di Emilio Vada. Distintiva e possente.

Barbera d’Alba Sup. Marun 2020 di Correggia è espressiva ed equilibrata.

Per il Dolcetto 2020 San Luigi di Chionetti spenderei il termine Archetipico. 

Ca ed Curen porta al banco degli ottimi dolcetti. Il preferito il “Cent’anni anni e più” 2021. 

Il Dolcetto d’Alba 2021 di Enzo Boglietti è secco, preciso, incisivo.

Molto buono anche il Dolcetto d’Alba 2022 dei Fratelli Barale

I migliori | Roero

Per mio gusto i migliori sono risultati:

Alberto Oggero con i suoi Roero Anime 2021 e Roero Le Coste 2021 che per certo concorrono per il riconoscimento del migliore vino di tutta la manifestazione.

Matteo Correggia e i suoi due Roero 2021 e Roero Riserva 2020 La Val dei Preti il cui tratto dominante è l’eleganza.

Stefano Occhetti i cui Roero sviluppano in potenza senza trascurare la propria identità.

Roero Rosso Le Sanche 2021

Roero Rosso Riserva Occhetti 2021

I migliori | Roero Arneis

Assaggiati con piacere diversi esperimenti per portare l’Arneis a un livello di gusti più articolato.

Tra questi:

Roero Arneis 2016 La Val dei Preti – Matteo Correggia

Non è una classifica, ma solo ricordi rimasti più impressi di altri alla fine di due giornate passate in piedi senza ovviamente poter assaggiare tutto.

Fotografie di Dario Agostini

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Nebbiolo d’Alba “Vigna Santa Rosalia” 2020 – Brezza

Nebbiolo d’Alba “Vigna Santa Rosalia” 2020 – Brezza

Ci sono vini ammantati di hype, magia, mistero, speculazioni ridicole, anticipati da aspettative smisurate e prezzi folli che mettono a dura prova la capacità critica del bevitore schiacciato in un angolo dalla mole di lodi che precedono lo stappo.

Poi ci sono i vini normali, dove il termine normale non è da intendersi peggiorativo o denigratorio, che si stappano per la soddisfazione quotidiana, senza pensiero alcuno, accompagnando il ritmo del vivere. Tra i vini normali, questo Nebbiolo dell’azienda Brezza di Barolo è uno dei miei preferiti.

Nebbiolo da una Vigna che si trova appena fuori dal paese di Barolo, breve macerazione e poi 1 anno in botte grande e 1 anno in bottiglia.

Vino dal colore massimamente brillante, la documentazione fotografica non filtrata lo testimonia, decisamente fragrante, floreale spiccato di viola, frutti rossi come il lampone e il ribes, un filo di spezie e di erbe aromatiche. 

Sorso fresco, diretto, dal profilo netto. Ha un’impronta tattile, ma non difetta in gusto che è centrato sul frutto delicato. Gradazione importante senza derive, tannini rigorosi, nebbiolità radicale, senza compromessi, disegnata con pochi tratti precisi per un vino completo, più che semplice, coinciso. 

Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Nebbiolo d'Alba Vigna Santa Rosalia 2020 - Brezza | nebbiolità radicale, senza compromessi
Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Nebbiolo d'Alba Vigna Santa Rosalia 2020 - Brezza | nebbiolità radicale, senza compromessi
Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Nebbiolo d'Alba Vigna Santa Rosalia 2020 - Brezza | nebbiolità radicale, senza compromessi

Nebbiolo d’Alba “Vigna Santa Rosalia” 2020 – Brezza

There are wines cloaked in hype, magic, mystery, ridiculous speculation, anticipated by enormous expectations and crazy prices that put the critical capacity of the drinker to the test, crushed in a corner by the mass of praise that precedes the uncorking.

Then there are normal wines, where the term normal is not to be understood as pejorative or denigrating, which are uncorked for daily satisfaction, without any thought, accompanying the rhythm of life. Among normal wines, this Nebbiolo from the Brezza di Barolo company is one of my favorites.

Nebbiolo from a vineyard located just outside the town, short maceration and then 1 year in large barrels and 1 year in the bottle.

Wine with a very bright colour, unfiltered photographic documentation testifies to this, decidedly fragrant, floral with strong violets, red fruits such as raspberries and currants, a hint of spices and aromatic herbs.

Fresh, direct sip, with a clear profile. It has a tactile imprint, but does not lack in taste which is centered on the delicate fruit. Important alcoholic strength without drifts, rigorous tannins, radical haziness, without compromises, designed with a few precise traits for a complete, rather than simple, concise wine.

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Chianti Classico Collection Firenze
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Chianti Classico Collection 2024 | Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti

Chianti Classico Collection 2024 | Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti

Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti

La Chianti Classico Collection

La Chianti Classico Collection 2024. Raccontare ancora la Chianti Classico Collection come evento in sé non è utile così come dilungarsi in descrizioni del clima generale, della location è superfluo perché la Chianti Classico Collection è un evento importante, bello,  con una formula funzionante che si ripete negli anni e dentro la quale ognuno ha trovato il suo modo di muoversi. E soprattutto perché quel tipo di racconti abbondano. Anche qui se n’è parlato più volte.

Io (Simone Molinaroli) e Martino Baldi che abbiamo rappresentato L’Enonauta alla Chianti Classico Collection 2024 ci teniamo però a distribuire alcuni riconoscimenti in relazione a quanto assaggiato e a condividere alcune sensazioni e indicazioni ricevute in merito alle nuove annate in anteprima.

Annata 2022 – impressioni

Credo che sbilanciarsi in valutazioni molto critiche dopo un giro di assaggi frettolosi non sia proficuo. Ma quanto assaggiato non parla certo di un’annata facile e/o “evenemenziale”, come fu definita non ricordo da chi la 2019 (non lo ricordavo, ma tutto ormai si può recupare). Tra i vini presentati, campioni da botte e già imbottigliati, non mancavano eccessi alcolici, sorsi dal profilo sfocato, non definitissimi, tannini talvolta sgarbati e ruvidi. Viene da pensare a una futura probabile tendenza alla surmaturazione. Rimando un ulteriore giudizio a quando avrò occasione di riprovare le stesse bottiglie con qualche mese in più di bottiglia.

Chianti Classico Collection 2024 – Annata 2022 – i migliori assaggi

Tra gli assaggi hanno comunque fatto buona figura con il loro Chianti classico 2022

Chianti Classico Buondonno

Chianti Classico Monsanto

Chianti Classico San Giusto a Rentennano

Chianti Classico Istine

Chianti Classico Le Miccine, del quale non si potrà mai dimenticare il tannino spavaldo che non si sente tutti i giorni.

Vini in cui l’impatto dell’annata calda e siccitosa trova una più organica collocazione.

Annata 2021 – impressioni

Vini di grande finezza, espressività, vitali. 

Chianti Classico Collection 2024 – Annata 2021 – i migliori assaggi

Il Miglior Chianti Classico 2021 per L’Enonauta è quello di Querciabella. Per la sua ineguagliabile levità, la vastità del bouquet e l’espressività. 

Sulla scia e per gli stessi motivi, ma principalmente sempre per la fedeltà alla tipologia, la precisione e la forza espressiva segnaliamo:

Chianti Classico – Badia a Coltibuono

Chianti Classico – Isole e Olena

Chianti Classico “Due Lame” – Lamole di Lamole

Chianti Classico – I Sodi

Chianti Classico Collection 2024 – Riserva e Gran Selezione – i migliori assaggi

Chianti Classico Riserva Le Baroncole 2021 di San Giusto a Rentennano rulla tutta la concorrenza in virtù della sua energica complessità.

Appena sotto, ma sono dettagli legati probabilmente al momento:

Querciabella con Chianti Classico Riserva 2020 Chianti Classico Gran Selezione 2019

Lamole di Lamole con il Chianti Classico Riserva Lareale 2020 e lo splendido Chianti Classico Gran Selezione 2020 Vigna Grospoli

Istine con Chianti Classico Gran Selezione Vigna Istine 2019

Badia a Coltibuono con Chianti Classico Riserva 2019

Castello di Vicchiomaggio e il suo Chianti Classico Gran Selezione Le Bolle 2020

Chianti Classico Riserva 2021 di Buondonno

Monsanto che piazza una bella accoppiata con il Riserva 2020 e il Gran Selezione Il Poggio 2019.

Gli IGT

Cepparello 2020 di Isole e Olena una freccia che taglia in due di netto un’altra freccia come nel film animato di Robin Hood.

Chianti Classico Collection 2024 – RICONOSCIMENTI SPECIALI

Il VINCETUTTO  va a Paolo Socci della Fattoria di Lamole, non tanto in una comparazione impossibile con le altre aziende presenti, perché presentava il 2017 e la riserva e i grande selezione 2016, ma per la sua ricetta 2+2+2 (2 anni legno, 2 cemento, 2 vetro) così criticata dai suoi collaboratori, ipse dixit, ma molto amata dall’amante del Sangiovese che si trova davanti a piccoli gioielli di precisione e prontezza. Vigna Grospoli 2016 vino di commovente persuasività. 

Riconoscimento speciale per la SIMPATIA al banco va a Castello di Vicchiomaggio. Conversazione e assaggi ottimi. Non è cosa per tutti l’accoglienza e lo “stare al mondo”.

Speciale Riconoscimento per il CONTRARIO DELLA SIMPATIA per quel famoso produttore, autore di vini cari, puzzoni e sprecisi, che riuscì a mettere in bottiglia un 2022 senza eccessi alcolici e definibile “in sottrazione”, ma aspro e tannico come un Caco Acerbo e che alla domanda “quando avete vendemmiato?” (posta in modo garbatissimo e non provocatorio) cominciò una supercazzola felpata e boriosa. 

Risparmiamo volutamente le stringate note di degustazione che solitamente caratterizzano queste selezioni ché sembrano sempre compilate dal compilatore automatico di note di degustazione stringate e consegniamo queste indicazioni come suggestioni del momento, quello che in realtà esse erano. Specificando che pur con tutta la volontà non siamo riusciti a bere tutti i vini presenti in degustazione.

Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Badia a Coltibuono
Le Miccine
Vigna Grospoli - Fattoria di Lamole
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Chianti Classico Gran Selezione San Lorenzo 2018 – Castello di Ama

Chianti Classico Gran Selezione 2018 San Lorenzo – Castello di Ama

Da Gaiole in Chianti Sangiovese da selezione con una piccola parte di Merlot e Malvasia Nera. 14 mesi in barrique nuove per il 22 % e a seguire due anni di bottiglia. Vino simbolico, ma anche espressione di qualità che si rinnova. Da non sottovalutare la reperibilità ad un prezzo ancora ragionevole.

Colore rubino fitto, finemente profumato con ricordi di frutti scuri, balsamici, lavanda e spezie, più tenui sentori di sottobosco e tabacco.

Sorso più sottile che in altre annate. Non sottile in senso assoluto, ma in altre annate mi era parso più concentrato. Ha andatura elegante, sviluppo gustativo lineare all’insegna di un equilibrio manifesto e di un coerente centrobocca frutto/spezie. Alcol temperato e acidità diffusa, tannini ben maturati per un finale aperto e lungo.

Già assaggiato in precedenza, trova conferma la sensazione che San Lorenzo 2018 può essere bevuto da subito con soddisfazione. Ma anche poi.

Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Chianti Classico Gran Selezione San Lorenzo 2018 - Castello di Ama | una delle massime espressioni chiantigiane

Chianti Classico Gran Selezione 2018 San Lorenzo – Castello di Ama

From Gaiole in Chianti Sangiovese from selection with a small part of Merlot and Malvasia Nera. 14 months in new barriques for 22% followed by two years in bottle. Symbolic wine, but also an expression of quality that is renewed.

Dense ruby ​​colour, finely scented with hints of dark, balsamic fruits, lavender and spices, plus faint hints of undergrowth and tobacco.

Thinner sip than in other vintages. Not subtle in an absolute sense, but in other years it seemed more concentrated to me. It has an elegant pace, linear flavor development characterized by clear balance and a coherent fruit/spice mid-mouth. Temperate alcohol and widespread acidity, well-ripened tannins for an open and long finish.

Already tasted previously, the feeling that San Lorenzo 2018 can be drunk immediately with satisfaction is confirmed. But also then.

Enonauta/Degustazione di Vino #326 - review - Chianti Classico Gran Selezione San Lorenzo 2018 - Castello di Ama | una delle massime espressioni chiantigiane

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Barbera d’Alba Superiore “Mélia” 2021 – E. Molino

Barbera d’Alba Superiore Mélia 2021 – E. Molino

La Barbera Mélia dell’azienda Molino è l’ultimo dei vini recuperati al Mercato Fivi 2023 che conferma l’ottima impressione suscitata sul momento. 

Una superbarbera questa della Cantina E. Molino di La Morra. Colore scuro, giovanile, sprigiona aromi floreali, di frutti scuri, cassis, chiodo di garofano. Vino decisamente aperto. La potenza del sorso potrebbe anche risultare impressionante, ma non deraglia mai nell’oppressivo. Secco, ha concentrazione, molta sostanza, freschezza e calore, incalzante, vigoroso e piacevole. Finale rigorosamente, coerentemente e vigorosamente sul frutto.

Ricorda per intensità e dinamica di gusto alcune Barbere del Cav. Accomasso e esattamente come quelle la si può rubricare alla voce “vino della felicità”. 

Magari è solo la suggestione legata al nome Annunziata sulla bottiglia. Vai a sapere…

Finita agilmente la bottiglia insieme a ospiti bevitori “non esperti” che hanno mostrato apprezzamento e nessuna fatica. L’interrogativo che sorge alla fine di questa bottiglia che mostra che si può bere bene anche a 16 gradi, così come dopo certi ottimi vini pugliesi da 17 gradi, è quanto sia praticabile la via dell’arrendersi all’andamento climatico e cercare il meglio in relazione alla situazione senza assecondare gusti e mode.

Enonauta/Degustazione di Vino #350 - review - Barbera Superiore Mélia 2021 di E. Molino. Vigorosa e coinvolgente Barbera da La Morra
Enonauta/Degustazione di Vino #350 - review - Barbera Superiore Mélia 2021 di E. Molino. Vigorosa e coinvolgente Barbera da La Morra

Barbera d’Alba Superiore Mélia 2021 – E. Molino

The Barbera Mélia from the Molino company is the latest of the wines recovered at the 2023 Fivi Market which confirms the excellent impression made at the time.

This is a superb Barbera from the E. Molino winery in La Morra. Dark coloured, youthful, it releases floral aromas of dark fruits, cassis and cloves. Definitely open wine. The power of the sip may be impressive, but it never derails into the oppressive. Dry, it has concentration, a lot of substance, freshness and warmth, pressing, vigorous and pleasant. Finish strictly, consistently and vigorously on the fruit.

It is reminiscent of some of Cav’s Barberas in terms of intensity and dynamic flavour. Accomasso and exactly like those it can be classified under the heading “wine of happiness”.

Maybe it’s just the suggestion linked to the name Annunziata on the bottle. Go find out…

The bottle was easily finished together with “non-expert” drinking guests who showed appreciation and no effort. The question that arises at the end of this bottle which shows that you can drink well even at 16 degrees, as well as after certain excellent Apulian wines at 17 degrees, is how practicable is the path of surrendering to climate trends and seeking the best in relation to the situation without pandering to tastes and fashions.

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Pinot Nero 2010 – Dalzocchio

Pinot Nero 2010 Dalzocchio | Vigneti delle Dolomiti igt – Rovereto

18 mesi in barrique, affinamento in bottiglia. 

Se l’ultimo Pinot Nero Dalzocchio, era un 2013, che ho raccontato l’ho definito un “vino bosco” (leggi qui) per certe sue caratteristiche di ombrosa elusività, questo è invece, forse per i quasi 4 anni in più passati in bottiglia, un vino che mostra adesso di aver raggiunto un più evidente temperamento. E mostra un bouquet chiaro, aperto e un sorso ben delineato, disteso.

Enonauta/Degustazione di Vino #399 - review - Pinot Nero 2010 - Dalzocchio  | bouquet chiaro, aperto e un sorso ben delineato, disteso

Colore vivo mediamente scuro. Spinge, è propulsivo, ricorda il lampone e la c’era d’api, il bitter e il mandarino, sulla distanza escono prepotenti le reminiscenze mentolato/balsamiche che finiscono per diventare un piacevole motivo trainante.

Enonauta/Degustazione di Vino #399 - review - Pinot Nero 2010 - Dalzocchio  | bouquet chiaro, aperto e un sorso ben delineato, disteso

Ha tocco vellutato, sferico, dolce non dolce fruttuosità. Non manca di acidità che s’innerva e dinamizza il sorso, così come di tannini stuzzicanti che ne arricchiscono la trama. Profondo e decisamente persistente. Questa bottiglia sembra essere a un punto di ottima espressività e, pur non escludendo ulteriori sviluppi, mi sento di consigliare l’apertura. Sempre avendone ancora.

Enonauta/Degustazione di Vino #399 - review - Pinot Nero 2010 - Dalzocchio  | bouquet chiaro, aperto e un sorso ben delineato, disteso

Pinot Noir 2010 Dalzocchio

Il mio Dalzocchio preferito. Il Pinot Nero 2010 Dalzocchio.

Pinot Noir 2010 Dalzocchio | Vigneti delle Dolomiti igt – Rovereto

18 months in barrique, refinement in bottle.

If the last Dalzocchio Pinot Noir was a 2013, which I described as a “woods wine” (read here) due to some of its characteristics of shadowy elusiveness, this one is instead, perhaps due to the almost 4 more years spent in bottle, a wine that now shows that it has achieved a more evident temperament. And it shows a clear, open bouquet and a well-defined, relaxed sip.

Medium dark bright colour. It pushes, it is propulsive, it recalls raspberry and beeswax, bitter and mandarin, in the distance the mentholated/balsamic reminiscences emerge forcefully and end up becoming a pleasant driving motif.

It has velvety touch, spherical, sweet not sweet fruitiness. There is no lack of acidity which invigorates and energises the sip, as well as appetizing tannins which enrich the texture. Deep and decidedly persistent. This bottle seems to be at a point of excellent expressiveness and, while not excluding further developments, I would recommend opening it. Always having more.

My favorite Dalzocchio.

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