53 – La Grange aux Belles 2020
Vin de France
Cabernet Franc – Loira
È un Cabernet Franc della Loira, eseguito con attitudine fortemente artigianale. Vinificato in cemento, affinato in vetroresina.
Rubèsto al momento d’essere sturato. Appare un po’ scombinato, sghembo e puzzone. In questi casi è necessario tornare dopo un po’ e così mi bevo un paio di sorsi lasciando due dita di vino nel bicchiere e torno ad assaggiare la sera.
Con l’ossigeno ha evidentemente un rapporto privilegiato perché ha trovato nel tempo intercorrente tra il pranzo e la cena una sua quadratura, sempre comunque all’insegna della rusticità.
Di colore scuro purpureo, reminiscenze di geranio, cassis, pepe nero, altre note balsamiche e di smalto, appena terroso. Residui sentori più “informali” che ci riportano all’iniziale rusticità. Direi un po’ di Brett.
Al palato è immediato, pieno, fruttuoso, quasi morbido, di acidità larga e tenore alcolico ben bilanciato, tannini non domesticati. A tratti pare di avvertire una punta di dolcezza. È in fase retrolfattiva che ritorna l’anima un po’ selvatica di questo vino che qualcuno avrebbe ceduto alla tentazione di lavandinare all’apertura, qualcuno probabilmente lo avrebbe trovato ancora irricevibile anche dopo l’arieggiatura.
A me è parso un vino di carattere, non preciso, ma che porta le sue imprecisioni in un quadro di piacevolezza in cui, pur non arrivando a definirle organiche a questa piacevolezza, trovano una collocazione. A tratti trascinante insieme a una teglia di lasagne (vedi foto) per un bell’incontro amichevole Italia – Francia.
53 – La Grange aux Belles 2020
Vin de France
Cabernet Franc – Loire
It is a Cabernet Franc from the Loire, made with a highly artisanal attitude. Vinified in concrete, aged in fiberglass.
Rubèsto when it’s time to be unblocked. He appears a little disorganized, crooked and smelly. In these cases it is necessary to return after a while and so I drink a couple of sips leaving two fingers of wine in the glass and come back to taste in the evening.
It evidently has a privileged relationship with oxygen because it has found its own balance in the time between lunch and dinner, always in the name of rusticity.
Dark purple in colour, reminiscences of geranium, cassis, black pepper, other balsamic and enamel notes, slightly earthy. Residual more “informal” hints that bring us back to the initial rusticity. I’d say a little bit of Brett.
On the palate it is immediate, full, fruitful, almost soft, with broad acidity and well-balanced alcohol content, untamed tannins. At times you seem to detect a hint of sweetness. It is in the after-olfactory phase that the somewhat wild soul of this wine returns, which some would have succumbed to the temptation to wash upon opening, some would probably still have found it inadmissible even after aerating.
To me it seemed like a wine with character, not precise, but which brings its inaccuracies into a framework of pleasantness in which, although they cannot be defined as organic to this pleasantness, they find a place. At times enthralling together with a pan of lasagne (see photo) for a nice friendly match between Italy and France.