Bottiglie, Degustazioni

In viaggio tra Le Due Terre

resoconto di due serate con i vini dell’azienda di Prepotto – Le Due Terre Sacrissassi – degustazione

Breve premessa per quanto l’azienda non abbia bisogno di presentazioni.

Le Due Terre è una storica azienda di Prepotto, zona Colli Orientali del Friuli, dal 1984 di Silvana Forte e Flavio Basilicata. Azienda che molto ha fatto, e sta facendo, per la salvaguardia e la diffusione dei vitigni autoctoni e dell’ecosistema dove vengono allevati. I presupposti sono quindi quelli dell’agricoltura biologica, anche se sulle bottiglie non se ne fa menzione

Marna (o Ponca come viene chiamata in terra di confine) e Argilla sono le due terre raffigurate in etichetta e che danno il nome anche all’azienda. La marna nella parte collinare, l’argilla nella parte pianeggiante della terra su cui stanno i vigneti de Le Due Terre)

Tra le esperienze enoiche vissute nell’anno appena passato è necessario raccontare le due serate dedicate all’Azienda LE DUE TERRE di Prepotto, nel Friuli, organizzate tra novembre e dicembre. Due serate per approfondire la conoscenza dei vini di una realtà che io considero una azienda di riferimento, un faro per chi naviga nel mare del vino alla ricerca di vini identitari, realizzati da chi ha contribuito a salvare la grande varietà del patrimonio ampelografico italiano, declinati con maestria e personalità. Questo per me è LE DUE TERRE. La maestria nel gestire la complessità del fare vino e l’impegno nella salvaguardia della ricchezza dell’ecosistema che permette al vino di esistere.

Due serate dunque. La prima con una verticale di Sacrisassi Rosso. La seconda invece una serata ibrida con una miniverticale di Sacrisassi Bianco con l’aggiunta del Pinot Nero 2016 e di due Merlot (2015 e 2016).

Serate utili e piacevoli con questi 12 vini nei quali non è stato possibile, fortunatamente, scorgere tratti di ripetizione seriale e che invece presentavano ognuno caratteri di unicità e nei quali si poteva intuire l’impostazione generale dell’azienda, l’effetto dell’andamento climatico annuale, la ricerca dell’espressività, il grande potenziale dei vini de Le Due Terre anche in senso prospettico. Si poteva altresì ri-concludere che l’azienda di Prepotto va assolutamente considerata tra le migliori cantine italiane.

Prima Serata:

Sacrisassi Rosso in verticale 2012-2017 – Le Due Terre Sacrissassi

Sacrisassi è un vino rosso realizzato con uve Refosco e Schioppettino (40 e 60), realizzato artigianalmente, 22 mesi di affinamento in barrique.

Enonauta/Degustazione di Vino #276/287 - review - 12 bottiglie dell'azienda Le Due Terre di Prepotto. Le due Terre Sacrisassi Rosso & Bianco

– Sacrisassi Rosso 2017 è vigoroso, ruggente, impenetrabile, dalla spiccata florealità, mora e mirtillo, pepe, sorso in via di definizione, molto tattile, rispetto agli altri ha frutto più grasso, pienezza di gusto, ma meno precisione.

Enonauta/Degustazione di Vino #276/287 - review - 12 bottiglie dell'azienda Le Due Terre di Prepotto. Le due Terre Sacrisassi Rosso & Bianco

– Sacrisassi Rosso 2016 Martino Baldi lo definisce “una grande promessa”. Ed è la giusta definizione per un vino che sembra possedere tutte le caratteristiche di un grande vino, ma da esprimere appieno. In un quadro di piena aderenza alle origini troviamo finezza di tratto, energia sottotraccia, nitore dei profumi, sorso definitissimo e persistente. Già bevuto in passato ci trovo conferme entusiasmanti.

– Sacrisassi Rosso 2015 TAPPO (peccato e imprecazioni). Anche se risalente ad aprile, riporto la nota di una degustazione casalinga dello stesso vino il cui ricordo non può che aumentare il dispiacere per non aver potuto bere questa. (https://www.enonauta.it/2022/04/01/sacrisassi-rosso-2015-le-due-terre/)

– Sacrisassi Rosso 2014 Meno brillantezza e meno energia in un quadro di comunque buona piacevolezza. Più frutto e spezie dolci, meno vigoria e forza espressiva al naso rispetto alle altre annate, lascia soddisfatti per la pienezza del sorso, la qualità dell’aroma di bocca, cede un pò sulla vitalità. L’annata parla.

– Sacrisassi Rosso 2013 Le bottiglie non sono tutte uguali e, anche se hanno speso la loro esistenza nello stesso posto, capita che prendano strade evolutive anche radicalmente differenti. La 2013 mostra un evidente avviamento della parte fruttuosa verso il viale del tramonto. Sentori di frutta in confettura, carruba, caffè, spezie un filo, sorso un po’ smagrito, evanescente, non giudicabile per me che sospetto una prematura ossidazione.

– Sacrisassi Rosso 2012 Risulta la star della serata. Da votazione piena valutato in relazione alla tipologia e alla resa dopo 10 anni dalla vendemmia. Integrità del succo, acidità vibrante, tannino sulla via della risoluzione, sorso gustoso in piena coerenza col naso che è fine e ricco, con sentori di mora matura, pepe nero, viola, rosmarino, cenni di orzo tostato, comunica qualcosa che ha a che fare con l’esattezza, col tempismo felice. Una coda lunga e sapida di frutti scuri.

Enonauta/Degustazione di Vino #276/287 - review - 12 bottiglie dell'azienda Le Due Terre di Prepotto. Le due Terre Sacrisassi Rosso & Bianco

Seconda Serata:

MiniVerticale di Sacrisassi Bianco più tre Rossi – Le Due Terre Sacrissassi

Mini Verticale di Sacrisassi Bianco (2017, 2016, 2014), due Merlot (2016, 2015) e il Pinot Nero 2016.

Sacrisassi Bianco è ottenuto da uve Friulano e Ribolla (70 e 30), sempre con metodiche artigianali e affinamento in barrique e tonneaux.

Enonauta/Degustazione di Vino #276/287 - review - 12 bottiglie dell'azienda Le Due Terre di Prepotto. Le due Terre Sacrisassi Rosso & Bianco

– Sacrisassi Bianco 2017 è ricchissimo al naso, di carattere vivace ed estroverso, sentori di salvia, narciso, pesca gialla, vagamente torrefazione, secco e freschissimo, leggerissima volatile, lunghezza impressionante, salivazione a fiumi, ruggente, grintoso, dal profilo olfattivo davvero ricco e possente. È coerentemente molto incalzante e vivo al palato. Sopperisce con l’energia a qualche mancanza in precisione, ma ha messo d’accordo tutti.

– Sacrisassi Bianco 2016 presenta la stessa energia del 2017, ma in un quadro generale di maggiore eleganza e precisione/pulizia, nitore dei profumi. Giallo con tendenza al dorato, naso davvero intrigante con ricordi di sfalcio d’erba medica, nespola, cappero essiccato, dragoncello, appena agrumato. Freschezza pungente dentro una materia stratificata, sorso salino, tonico ed equilibrato, sottilissimo tannino, persistenza.

Enonauta/Degustazione di Vino #276/287 - review - 12 bottiglie dell'azienda Le Due Terre di Prepotto. Sacrisassi Rosso, Bianco, Merlot e Pinot Nero

– Sacrisassi Bianco 2014 Colore più brunito, il naso tradisce un che di ossidativo, smussato, mela tagliata, cedro candito, fieno, miele di castagno, il sorso è smussato, poco dinamico, ha virato verso suggestioni d’invecchiamento.

– Pinot nero 2016 Vino da proiezione in avanti, di spessore, mentolato, lampone, mentolato e speziato, tannino grippante molto bello, acidità larga, avvolgente, non è un pinot nero immaginario, ha anche muscolo e profondità, spazialità, posso immaginarlo tra un paio di lustri, ma sono pure contento di averlo stappato stasera. Ha strappato un plauso a tutti i presenti anche ai più esigenti in materia di “pinot noir”.

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– Merlot 2016 Vino caratterizzato da eleganza e persuasività. Colore impenetrabile, è forse il primo Merlot friulano, impressione condivisa con altri presenti, che non ha quell’impronta di Merlot Friulano che ti fa pensare al merlot friulano. E con questo non intendo dire che non apprezzo il merlot friulano, ma solo che questa bottiglia sembra fare gara a parte. Colore rubino scuro, rievoca il frutto scuro, il chiodo di garofano, il tabacco, cenni vegetali aromatici. Freschezza fasciante, vino molto disteso, dal tocco setoso, pieno il gusto, tannini ben lavorati, bel finale tutto di giustezza.

– Merlot 2015 Vino carnoso, ferroso, ematico, c’è chi lo ha apprezzato di più e chi meno, ma certamente si apprezza la sua diversità, la sua unicità. Colore molto scuro, molto frutto, viola, carne cruda tagliata, note quasi ferroso/ematiche, cacao, cassis, sorso decisamente più concentrato del 2016, a tratti viscoso, pieno, succoso, caldo. A tavola potrebbe dare grandi soddisfazioni con piatti anche elaborati di cacciagione.

Enonauta/Degustazione di Vino #276/287 - review - 12 bottiglie dell'azienda Le Due Terre di Prepotto. Sacrisassi Rosso, Bianco, Merlot e Pinot Nero
Serata #1 Sacrisassi Rosso in verticale 2012-2017
Serata #1 Sacrisassi Rosso in verticale 2012-2017
Serata #1 Sacrisassi Rosso in verticale 2012-2017
Serata #1 Sacrisassi Rosso in verticale 2012-2017
Sacrisassi Rosso 2012
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus – Le Due Terre Sacrissassi
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus
Serata #2 Sacrisassi Bianco in verticale & bonus – Le Due Terre Sacrissassi
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Bottiglie, Degustazioni

Bucerchiale 2013 Chianti Rufina Riserva – Selvapiana

Bucerchiale 2013 Chianti Rufina Riserva – Selvapiana

Concludo il mio anno da “onesto raccontatore di vini”, nel mentre cucino per gli ospiti della cena di fine anno, scrivendo due cose sul Bucerchiale 2013 di Selvapiana che ha trovato posto tra i vini delle feste, ma finendo in secondo piano tanto che in definitiva me lo sono bevuto da solo.

Bucerchiale è una pietra miliare del bere toscano di qualità. Da una sottozona, la Rùfina, del calderone immenso della denominazione “Chianti” che rischia di finire incompresa ai meno attenti alla singolarità di questa regione vinicola.
Questo vino anticipa i tempi di molto sulla introduzione della menzione geografica in Toscana, cercando di valorizzare le peculiarità del territorio, l’identità del vitigno.
Stapparlo è un po’ sempre come ripensare alle geometrie di Paul Scholes, a una ben riuscita lunga subordinata di Antonio Lobo Antunes. Fa parte di quelle cose senza tempo che ogni volta che le incontri svelano un particolare nuovo.

Mai seriale negli anni, ripetitivo, questo 2013 è Vino carnoso, sanguigno, ottimamente tannico, meno luminoso che in altre annate con freschezza meno vitale, ma di grande maturità fruttata, suadenza, concentrazione. Non il mio preferito, che rimane il 2009 (anche il 2010), ma a suo modo avvincente.

Il colore è rubino scuro, vivo, propone ricordi di Cassis, altri frutti scuri a piena maturazione, spezie dolci, sottobosco, tabacco. Altri sentori ematici e di carne. Bouquet che si apre con forza, ma senza acuti.
Il palato è caldo, ha stoffa morbida e avvolgente, energia cupa, tannino ben maturato e finisce per dare buone sensazioni e a lungo. Coerentemente tornano il frutto maturo e le spezie.
Con Cinghiale in Umido troverebbe giusta collocazione a tavola.

Enonauta/Degustazione di Vino #275 - review - Bucerchiale 2013 Chianti Rufina Riserva - Selvapiana | Vino carnoso, sanguigno, ottimamente tannico
Enonauta/Degustazione di Vino #275 - review - Bucerchiale 2013 Chianti Rufina Riserva - Selvapiana | Vino carnoso, sanguigno, ottimamente tannico

Bucerchiale 2013 Chianti Rufina Riserva – Selvapiana

I conclude my year as an “honest wine writer”, while I cook for the guests at the end-of-year dinner, writing two things about Selvapiana’s Bucerchiale 2013 which found its place among the wines of the holidays, but ending up in the background so much so that in Ultimately I drank it myself.

Bucerchiale is a cornerstone of quality Tuscan drinking. From a sub-area, the Rùfina, of the immense cauldron of the “Chianti” denomination which risks ending up misunderstood by those less attentive to the singularity of this wine region.
This wine is well ahead of its time on the introduction of the geographical mention in Tuscany, trying to enhance the peculiarities of the territory and the identity of the vine.
Uncorking it is always a bit like thinking back to the geometries of Paul Scholes, to a successful long serve by Antonio Lobo Antunes. It is part of those timeless things that reveal a new detail every time you encounter them.

Never serial over the years, repetitive, this 2013 is a fleshy, sanguine, excellently tannic wine, less bright than in other vintages with less vital freshness, but of great fruity maturity, persuasiveness, concentration. Not my favorite, which remains 2009 (also 2010), but compelling in its own way.

The color is dark, lively ruby, with hints of Cassis, other fully ripe dark fruits, sweet spices, undergrowth, tobacco. Other hints of blood and meat. Bouquet that opens strongly, but without high notes.
The palate is warm, has a soft and enveloping texture, dark energy, well-ripened tannin and ends up giving good sensations for a long time. Ripe fruit and spices consistently return.
With Boar Stewed it would find the right place at the table.

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Gite in Cantina

Langhe: la prima volta non si scorda mai

Ritorno nella Terra di Mezzo – Enotour Langhe

Il primo viaggio nelle Langhe è senza dubbio un’esperienza indelebile per chi è appassionato della materia enologica e vitivinicola. Per chi proviene da un territorio come la Toscana, le Langhe assomigliano ad luogo lontano, ameno, fuori dalla storia del “vino comune” e dei territori. Se volessimo dare un aggettivo al territorio delle Langhe questo sarebbe “classico”, inteso come un qualcosa che si manterrà nel futuro fedele a sé stesso. Il viaggio nelle Langhe non assomiglia ad un’andata, ma più ad un ritorno spirituale nella Terra di Mezzo di chi ha sete “di virtù e canoscenza”.

Anche per questa occasione, sono stato accompagnato dal valoroso Dario Agostini che, armato della propria macchina fotografica, ha immortalato i momenti più belli di questa trasferta. Ma la Compagnia del Nebbiolo ha registrato l’ingresso di una nuova figura, quella del M° Alessio Chiappelli (alias Dufur), che ha impreziosito alcuni incontri con aneddoti dal mondo della musica e delle arti.

I vigneron che abbiamo incontrato per le degustazioni sono stati selezionati in base ai prodotti bevuti in precedenza e alla nostra voglia di esplorare nuove emozioni. Le descrizioni dei vini risentono enormemente dell’esperienza in cantina e del rapporto avuto con chi ci ha accolti.

Edoardo Sobrino – Enotour Langhe

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Di Sobrino nessuno dei presenti aveva mai bevuto niente. Ci siamo fidati di una segnalazione di un altro enonauta (Simone Molinaroli) che in precedenza aveva sentito cose belle sul suo conto. E mai tale scelta fu più azzeccata.

Edoardo si trova a Diano d’Alba, terra di dolcetto, uno tra i nostri vitigni prediletti. Purtroppo però di Dolcetto Sobrino non ne produce più, vista la grande richiesta di altri uvaggi (nebbiolo e barbera in primis) e il poco margine economico che la produzione di tale vino comporta.

Edoardo ci accoglie con uno spirito più unico che raro. Ci porta in vigna e ci spiega le proprie pratiche bio di coltivazione e vinificazione, poi in cantina ci prepara una tavola imbandita di formaggi, salumi e focacce per accompagnare la degustazione dei propri prodotti.

Questi sono in breve i prodotti degustati:

  • Chardonnay 2020: al naso note di pesca bianca, albicocca disidratata, ginepro, in bocca molto persistente, con un retrolfatto particolarmente floreale di piccoli fiori bianchi.
  • Rosato di Nebbiolo 2017: l’ideale per un aperitivo grazie al sentore di spritz che emana sia al naso che in bocca.
  • Nebbiolo d’Alba 2017: di grande carattere, con un tannino finissimo e tutte le caratteristiche di un grande nebbiolo.
  • Barbera d’Alba 2017 Vigna Carzello: rosso impenetrabile, sensazioni di mora, frutti piccoli neri, molto morbido in bocca e un tannino percettibile.
  • Barbera 2015 Vigna Nirane: una grande barbera.
  • Barolo Monvigliero 2016: ancora molto acerbo ma dal grande carattere
  • Barolo Pisapola 2016: al naso mora e mirtilli, tanta frutta matura e un tannino che sicuramente col tempo si risolverà. Un barolo che tra qualche anno sarà un Grande Barolo.
Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Con Edoardo, simpaticissimo e alla mano, parliamo di vini, di territori, di musica, del cantante dei Tool innamorato dei suoi vini, dell’amicizia con Voerzio e con altri produttori. Forse preso dalla simpatia reciproca del momento, si allontana dalla tavola e torna con una bottiglia unicorno, il celeberrimo Dolcetto d’Alba 2017: al naso fragolina di bosco, piccoli frutti rossi maturi, in bocca è persistente, fresco, un vino che sicuramente potrà dare grandi soddisfazioni anche se stappato in futuro.

Dulcis in fundo, Edoardo ci fa assaggiare anche la Barbera appassita che non è commercializzata, ideale per accompagnare cioccolato e dolci.

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Diego Morra

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Ci spostiamo a Verduno per visitare la cantina Diego Morra. Una visita abbastanza didascalica e turistica, che non ci ha lasciato nessun ricordo positivo né per l’accoglienza né per i vini degustati.

In breve:

  • Dolcetto d’Alba 2020: molto “grasso”, con una nota alcolica elevata e un tannino quasi allappante.
  • Barbera d’Alba 2020: affinamento solo in acciaio, al naso molto floreale con note di violetta e in bocca frutta rossa matura e sotto spirito.
  • Nebbiolo d’Alba 2020: lungo nel finale, ma davvero allappante.
  • Barolo Zinzasco 2018: un buon barolo, molto persistente.

Giovanni Prandi – Enotour Langhe

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Tappa obbligatoria per chi è amante del Dolcetto. Prandi è ancora un dolcettista che riserva a questo vitigno la giusta attenzione.

I prezzi dei suo prodotti sono assolutamente fuori dal tempo (Dolcetto a € 6,00 a bottiglia, Nebbiolo a € 8,00 la bottiglia 0,75 lt e € 18,00 la bottiglia da 1,5 lt).

Se siete in zona passate a prendere almeno 2 casse a testa per questi vini di territorio e di qualità.

Giacomo Fenocchio – Enotour Langhe

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

A Monforte d’Alba l’azienda di Giacomo Fenocchio è un’istituzione. I suoi cru di Barolo sono tra le espressioni più veritiere di questo territorio e non a caso tra i più buoni, almeno per chi sta raccontando.

La cantina di Fenocchio è iconica, tradizionale, con le grandi botti da decine e decine di ettolitri che riempiono gli ambienti. La visita è molto curata e il cantiniere è attento e preparato alle domande dei visitatori.

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Questi sono i vini degustati con alcune note di rilievo:

  • Roero Arneis 2021: macera 24/48h sulle bucce e non viene chiarificato. Al naso tanti fiori bianchi e note di pesca gialla, melone, note agrumate ed esotiche, in bocca una bella sapidità.
  • Anima Arancio 2019: arneis macerato 30 giorni sulle bucce, note agrumate più decise di clementina e arancia, una lieve nota tannica. Dal 2022 viene macerato in anfora.
  • Barbera Superiore 2020: macerazione che avviene in acciaio per 10-15 giorni, viene travasato varie volte per renderlo limpido. In bocca è morbido e con una buona acidità, tannini fini.
  • Nebbiolo 2020: molto tannico come il corrispettivo di La Morra.
  • Barolo Castellero 2018: cru del comune di Barolo, macerazione per 40 giorni sulle bucce, frutta rossa matura e speziature di pepe nero.
  • Barolo Cannubi 2018: una forte nota balsamica in più rispetto al precedente.
  • Barolo Villero 2018: molto più verde, più vegetale rispetto ai fratelli, ha sicuramente bisogno di più tempo per ammorbidirsi.
  • Barolo Bussia 2018: naso fortemente espressivo, sembra quasi più vicino alla via della maturazione, tannini già più smussati rispetto agli altri e una nota balsamica percettibile.

Guido Porro – Enotour Langhe

Enotour #003 - Langhe: la prima volta non si scorda mai | Sobrino, Morra, Prandi, Giacomo Fenoccho, Guido Porro.

Guido Porro si trova a Serralunga d’Alba, il comune più ad est delle Langhe, e coltiva i vigneti di Lazzarito e Vigna Rionda. I Barolo di Porro si riconoscono per caratteristiche comuni, come la persistenza aromatica, i tannini fini e le note balsamiche.

In particolare:

  • Barolo Gianetto 2018: nota mentolata e di frutta rossa surmatura, viti di oltre 20 anni.
  • Barolo Vigna S. Caterina 2018: da vigneti Lazzarito, meno tannico del precedente, ma anche in questo caso una bella nota balsamica, che si trasforma quasi in un sentore di vermouth nel retrolfattto.
  • Barolo Lazzairasco 2018: caratteristiche simili ai precedenti con note di spezie, pepe e cannella su tutte.
  • Barolo Vigna Rionda 2018: al naso una nota agrumata più marcata, con un finale lunghissimo e mentolato nel retrogusto.

Da Porro abbiamo degustato anche il Dolcetto 2021, la Barbera Vigna S. Caterina 2021 e il Nebbiolo 2021, tutti vini caratterizzati da una forte nota alcolica e un tannino forte e deciso.

Credits

Tutte le foto sono state scattate da Dario Agostini (https://www.flickr.com/photos/133362519@N02https://www.instagram.com/darioago84/)

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Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Azienda di La Morra che ha vigneti distribuiti anche nel Comune di Serralunga d’Alba. Lì si trova il Cru Badarina. Nella zona più meridionale del territorio.
Non sono riuscito a trovare grandi notizie sulle tecniche di vinificazione, ma già dall’analisi visiva e olfattiva si presenta come un vino muscolare, concentrato, dal colore granato scuro integro fino all’unghia, denso, con aromi ampiamente fruttati e speziati, con prevalenza di amarena, kirsch, chiodo di garofano, scorza d’arancio ricoperta, tamarindo e foglia bagnata.

Sorso caldo e finanche morbido, acidità vellutata e tannino risolto, pienezza di gusto e lunghezza, coerente e integro.
Vino d’impatto, che finisce però per stancare a causa della una dotazione alcolica straripante e della sua anima piacevole, ma alla lunga monocorde.

Vino ottimamente conservato che arriva all’appuntamento in buona forma. Direi meglio con la selvaggina che con i formaggi.

Enonauta/Degustazione di Vino #274 - review - Barolo Badarina 2010 - Reverdito | Barolo d'impatto che arriva in buona forma allo stappo

Enonauta/Degustazione di Vino #274 – review – Barolo Badarina 2010 – Reverdito | Barolo d’impatto che arriva in buona forma allo stappo

Enonauta/Degustazione di Vino #274 - review - Barolo Badarina 2010 - Reverdito | Barolo d'impatto che arriva in buona forma allo stappo

Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Company from La Morra which also has vineyards distributed in the municipality of Serralunga d’Alba. The Cru Badarina is located there. In the southernmost area of ​​the territory.
I wasn’t able to find much information on winemaking techniques, but already from the visual and olfactory analysis it presents itself as a muscular, concentrated wine, with a dark garnet color intact up to the nail, dense, with largely fruity and spicy aromas, predominantly of black cherry, kirsch, clove, coated orange peel, tamarind and wet leaf.

Warm and even soft sip, velvety acidity and resolved tannin, fullness of flavor and length, coherent and intact.
An impactful wine, which however ends up tiring due to its overflowing alcohol content and its pleasant, but ultimately monotonous soul.

Excellently preserved wine that arrives at the appointment in good shape. I would say better with game than with cheese.

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Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

San Rocco Seno d’Elvio

(o del piacere di arrivare al momento giusto)

Una delle migliori emozioni che può innescare una bottiglia di vino è quella che si prova allora che ci si rende conto di averla aperta nel momento giusto.
Quando l’integrità del frutto, lo sviluppo aromatico, l’evoluzione e l’accordo delle parti sembrano aver trovato una sintonia che non potrà essere ripetuta e si può dire a voce piena “Questo è un vino pronto!” .

Barbaresco di ispirazione classica, macerazione per 20 giorni e 12 mesi di passaggio in grandi botti da 30 e 50 hl e 9 mesi in bottiglie.

Colore granato traslucido, alterna sentori di piccoli frutti rossi, melograno in prevalenza e ribes rosso alle spezie dolci, e poi scorza di chinotto, foglia di the, cipria, ricordi eterei e di timo in un quadro di grande precisione.

Ha l’impatto del Melograno. Estrema delicatezza del frutto e al contempo acidità radiosa e ficcante, la fermezza del tannino che un tempo doveva essere molto compatto e che qui, adesso, ha cominciato a sgranarsi conservando però forza. Sorso asciutto, sapido, intenso, definito, molto persistente e altamente equilibrato.
Il Finale è un lento sfumare di ricordi fruttati e speziati che coinvolge tutto il cavo orale.
In ottima compagnia con un piatto misto di formaggi (gorgonzola, parmigiano e caciotta fresca della Montagna Pistoiese).

Era il momento giusto.

Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review -

Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

San Rocco Seno d’Elvio

(or the pleasure of arriving at the right time)

One of the best emotions that a bottle of wine can trigger is the one you feel when you realize you have opened it at the right time.
When the integrity of the fruit, the aromatic development, the evolution and the agreement of the parts seem to have found a harmony that cannot be repeated and you can say in full voice “This is a ready wine!” .

Classically inspired Barbaresco, maceration for 20 days and 12 months in large 30 and 50 hl barrels and 9 months in bottles.

Translucent garnet colour, it alternates hints of small red fruits, mainly pomegranate and red currant with sweet spices, and then chinotto peel, tea leaf, face powder, ethereal memories and thyme in a highly precise framework.

It has the impact of Pomegranate. Extreme delicacy of the fruit and at the same time radiant and punchy acidity, the firmness of the tannin which once must have been very compact and which here, now, has begun to break down while retaining strength. Dry, savory, intense, defined, very persistent and highly balanced sip.
The finish is a slow blur of fruity and spicy memories that involves the entire oral cavity.
In excellent company with a mixed plate of cheeses (gorgonzola, parmesan and fresh caciotta from the Pistoiese mountains).

It was the right time.

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Brunello di Montalcino 2015 – Capanna

Brunello di Montalcino 2015 – Capanna

Tutti i vigneti nella zona di Montosoli per questa storica azienda di Montalcino condotta dalla famiglia Cencioni

Fermentazione in troncoconici, invecchiamento per 36 mesi in botti di capienza variabile tra i 10 e i 36 hl. Seguono 6 mesi in bottiglia.

Il colore è uno splendido rubino chiaro, la foto lo testimonia bene, al naso precisione, nettezza, frutto fragrantissimo, viola, Lampone, eucalipto, lavanda, arancia tarocco, richiami appena accennati di humus e pellame.

Il palato è teso, slanciato, trascinante, con buona concentrazione, acidità fluente con tannini granulosi ben strutturati, dal finale rinfrescante e balsamico. Non lo direi pronto adesso, lo direi buono, molto godibile per chi apprezza, come chi scrive, vini non ancora domati, eleganti e austeri, e per essi crea occasioni culinarie adeguate.

Sono sicuro che tra ⅘ anni potrà offrire una compagnia più disinvolta.

In abbinamento alla lombatina (una lombatona, anche se non una bistecca alla fiorentina) al sangue con contorni vari fu felice sposalizio.

Non sottovaluterei parlando dell’azienda della Famiglia Cencioni il prezzo delle sue proposte.

Enonauta/Degustazione di Vino #272 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Capanna | Brunello giovane, austero, promettente
Enonauta/Degustazione di Vino #272 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Capanna | Brunello giovane, austero, promettente
Enonauta/Degustazione di Vino #272 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Capanna | Brunello giovane, austero, promettente
Enonauta/Degustazione di Vino #272 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Capanna | Brunello giovane, austero, promettente

Brunello di Montalcino 2015 – Capanna

All the vineyards in the Montosoli area for this historic Montalcino company run by the Cencioni family

Fermentation in truncated cones, aging for 36 months in barrels with a capacity varying between 10 and 36 hl. 6 months in the bottle follow.

The color is a splendid light ruby, the photo demonstrates this well, on the nose precision, clarity, very fragrant fruit, violet, raspberry, eucalyptus, lavender, tarot orange, barely hinted hints of humus and leather.

The palate is tense, slender, enthralling, with good concentration, flowing acidity with well-structured grainy tannins, with a refreshing and balsamic finish. I wouldn’t say it’s ready now, I’d say it’s good, very enjoyable for those who appreciate, like the writer, wines that haven’t yet been tamed, elegant and austere, and create suitable culinary opportunities for them.

I’m sure that in ⅘ years he will be able to offer more relaxed company.

Paired with the lombatina (a loin steak, although not a Florentine steak) rare with various side dishes it was a happy marriage.

When speaking about the Cencioni family company, I would not underestimate the price of its proposals.

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Bottiglie, Degustazioni

Collecapretta “Le Cese” 2018

Le Cese 2018 – Collecapretta – Igt Umbria

Ci sono i vini del cuore e Le Cese di Collecapretta per me è uno di questi. Lo è per vari motivi, tra i quali non per ultimo il fatto di aver vissuto in Umbria per 12 anni ed essermi avvicinato al mondo dei vini naturali-artigianali proprio grazie alle bottiglie di quest’azienda, situata sulle colline intorno a Spoleto. La famiglia Mattioli lavora da molti anni in completa attenzione alla naturalità dei processi, sia in vigna che in cantina. Prima ancora che si parlasse di vino naturale.

Le Cese è un grande Sangiovese in purezza che non vede legno e riesce a competere con moltissimi grandi espressioni toscane dello stesso vitigno. Alla cieca, a par mio, sarebbe difficile distinguerlo da molti sangiovesi di rango, soprattutto della zona di Montalcino (ovviamente parlo dei più buoni ed ispirati ai principi dell’artigianalità).

Rosso rubino con riflessi granato, naso diretto, schietto e verace di frutti rossi, prugna, ciliegia selvatica, cuoio, terra, sottobosco. Il palato è coerente, saporito e confortante, senza virare mai in pesantezze, ma mantenendo invece una sua proverbiale e rustica eleganza. Tannini ben integrati, morbidi, calore e densità si sviluppano in armonia, ottima acidità e sapidità, soprattutto nel finale, che chiude il sorso in equilibrio tra materia e stile.

Personalmente, come spesso mi capita con il sangiovese, preferisco la versione base alle riserve e quindi consiglio di iniziare proprio da ” Le Cese” che in questa versione 2018 appare in grandissima forma espressiva, tra le migliori bevute fino ad ora.

Da segnalare che l’Azienda produce anche due eccellenti olio extravergine, oltre ad un’altra decina di etichette tra bianchi rossi e rosati.

Enonauta/Degustazione di Vino #271 - review - Le Cese 2018 - Collecapretta | Le Cese è un grande Sangiovese in purezza che se la gioca con tuttiEnonauta/Degustazione di Vino #271 - review - Le Cese 2018 - Collecapretta | Le Cese è un grande Sangiovese in purezza che se la gioca con tutti
Enonauta/Degustazione di Vino #271 - review - Le Cese 2018 - Collecapretta | Le Cese è un grande Sangiovese in purezza che se la gioca con tutti
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Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Riva Rocca, menzione geografica del Comune di Verduno. 24 mesi in barrique francesi, 12 mesi in botte grande 30Hl e 12 mesi in bottiglia.
Uno dei due Baroli prodotti dall’azienda di Diano d’Alba i cui vini negli anni non finiscono mai di impressionarmi positivamente per i valori che riescono a esprimere.
Questo è un Barolo sostanzioso, color rubino pieno, articolato impatto olfattivo con richiami classici e ben delineati di Rosa, visciola, note mentolate e balsamiche che accompagnano con costanza, etereo, erbe essiccate/radici aromatiche, un soffio di chinotto e di resine.
Al palato arriva pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali, il sorso è invece dinamico, persistente, dal tannino potente e di forma arrotondata e con cospicua acidità distribuita. Coerente nel gusto, intenso, finisce aperto, balsamico e fruttato. Se al palato, nell’incipit, appare un Barolo moderno finisce, alla fine dell’esame olfattivo e gustolfattivo, per avere le sembianze di un classico.
Già stappato lo stesso vino un paio d’anni addietro e lo trovo sicuramente migliorato sotto tutti gli aspetti. In ottimo abbinamento con la Tasca di Vitello ripiena, ma non solo.

Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali
Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali
Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali

Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Riva Rocca, geographical mention of the Municipality of Verduno. 24 months in French barriques, 12 months in large 30Hl barrels and 12 months in the bottle.
One of the two Barolos produced by the Diano d’Alba company whose wines over the years never cease to positively impress me for the values ​​they manage to express.
This is a substantial Barolo, full ruby ​​colour, articulated olfactory impact with classic and well-defined hints of rose, sour cherry, minty and balsamic notes that consistently accompany, ethereal, dried herbs/aromatic roots, a whiff of chinotto and resins.
On the palate it arrives full and warm, without lingering however in dramatic softness, the sip is instead dynamic, persistent, with powerful tannins and a rounded shape and with conspicuous distributed acidity. Consistent in taste, intense, finishes open, balsamic and fruity. If on the palate, in the incipit, a modern Barolo appears, it ends up, at the end of the olfactory and taste-olfactory examination, having the appearance of a classic.
I already uncorked the same wine a couple of years ago and I certainly found it improved in all aspects. In excellent combination with stuffed veal pocket, but not only.

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Terra di Lavoro 2018 – Galardi

Terra di Lavoro 2018 – Galardi – Campania IGT

Aglianico per l’80 percento e il resto Piedirosso. Invecchiamento in legno. Barrique di Allier e Never nuove. Un vino in cui c’è lo zampino di Cotarella. 
Il Colore è scuro, rubino con riflessi purpurei. 
Al naso è ricco con fragranze fruttate di mirtillo e prugna, c’è la viola, abbondanza di spezie varie, tabacco, liquirizia, cappero essiccato, timo. Non è un vino riservato. Anzi piuttosto generoso. 
Allo stesso modo il sorso è all’esordio ampio, un po’ gagaroneggiante, smargiasso, vellutato e concentrato, pieno di energia, vino coinvolgente. Acidità, alcool e tannini di precisione, piazza anche un bel finale più misurato e aperto dove a essere rievocati sono l’anice stellato, il frutto scuro, le erbe mediche. 
Un vino d’impatto, ben eseguito e che potrà dare soddisfazioni anche nel prossimo futuro.

Enonauta/Degustazione di Vino #269 - review - Terra di Lavoro 2018 - Galardi | smargiasso, vellutato e concentrato, pieno di energia
Enonauta/Degustazione di Vino #269 - review - Terra di Lavoro 2018 - Galardi | smargiasso, vellutato e concentrato, pieno di energia
Enonauta/Degustazione di Vino #269 - review - Terra di Lavoro 2018 - Galardi | smargiasso, vellutato e concentrato, pieno di energia

Terra di Lavoro 2018 – Galardi – Campania IGT

80 percent Aglianico and the rest Piedirosso. Aging in wood. New Allier and Never barriques. A wine in which Cotarella has a hand. The color is dark, ruby ​​with purple reflections. The nose is rich with fruity fragrances of blueberry and plum, there is violet, abundance of various spices, tobacco, licorice, dried caper, thyme. It is not a reserved wine. Rather generous indeed. Likewise, the sip is broad at first, a little gagaronesque, flamboyant, velvety and concentrated, full of energy, an engaging wine. Precision acidity, alcohol and tannins also provide a nice, more measured and open finish where star anise, dark fruit and medicinal herbs are evoked. An impactful wine, well executed and which will also give satisfaction in the near future.

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Baron’ Ugo 2015 – Az. Agr. Monteraponi

Baron’ Ugo 2015 – Monteraponi – Toscana Igt

Sangiovese con piccole percentuali di Canaiolo e Colorino. Radda in Chianti

Pochi interventi, fermentazione spontanea in cemento vetrificato, 36 mesi di botte grande.

Colore rubino scuro, bel ventaglio di sentori di frutti rossi come il lampone e il ribes poco maturi, la china, l’anice, la viola, agrumi freschi, cenere, ma anche note rustiche non ben risolte, a tratti solvente.
Il sorso è molto fresco, puntuto, alcol misurato e ben inserito, bevibilità assicurata, ma il gusto è un po’ traballante, non è un vino compiuto, il tannino è acerbo, trovo indicazioni in questa bottiglia già ricevute in altre occasioni, ed è fondamentalmente uno stile che non riesco ad apprezzare appieno. Ha grande struttura fisica, ma a latitare è il frutto e il centrobocca resta anonimo, il finale poco espressivo. Lo definirei un vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po’ di immaginazione per essere apprezzato.

A mio giudizio, dal rapporto prezzo/felicità molto squilibrato dalla parte del prezzo.

Enonauta/Degustazione di Vino #268 - review - Baron' Ugo 2015 - Monteraponi | vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po' di immaginazione per essere apprezzato
Enonauta/Degustazione di Vino #268 - review - Baron' Ugo 2015 - Monteraponi | vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po' di immaginazione per essere apprezzato
Enonauta/Degustazione di Vino #268 - review - Baron' Ugo 2015 - Monteraponi | vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po' di immaginazione per essere apprezzato

Baron’ Ugo 2015 – Monteraponi – Toscana Igt

Sangiovese with small percentages of Canaiolo and Colorino. Radda in Chianti

Few interventions, spontaneous fermentation in vitrified concrete, 36 months in large barrels.

Dark ruby ​​colour, nice range of hints of red fruits such as raspberry and under-ripe currant, cinchona, anise, violet, fresh citrus fruit, ash, but also rustic notes not well resolved, sometimes solventy.
The sip is very fresh, sharp, the alcohol is measured and well integrated, drinkability is assured, but the taste is a bit shaky, it is not a complete wine, the tannin is immature, I find indications in this bottle already received on other occasions, and it is basically a style that I can’t fully appreciate. It has great physical structure, but the fruit is lacking and the mid-mouth remains anonymous, the finish not very expressive. I would define it as an abstract, very closed wine, which needs a bit of imagination to be appreciated.

In my opinion, the price/happiness ratio is very unbalanced on the price side.

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