Bottiglie, Degustazioni

Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco è uno dei vini, prodotto dal 1977,  che ha contribuito a fare la storia di Bolgheri.

Questo 2018 mi aveva convinto, per la vibrante freschezza e la dinamica di gusto, durante vari assaggi dello scorso anno e questa è la prima bottiglia che stappo a casa. Ed è una conferma.

Taglio bordolese appena toscanizzato dal Sangiovese. Cabernet Sauvignon per il 65 per cento, per il resto Merlot e Sangiovese in parti quasi uguali. Fermentazione in tini aperti e 18 mesi di affinamento in barrique.

Colore rosso scuro, denso, un bel bouquet  con predominanti note di bacche scure, d’incenso, balsamiche cui si aggiungono ricordi floreali, di pepe, cacao, scorza di bergamotto. 

Al palato si fa notare per la brillante acidità che movimenta una materia di spessore, con tannini ruggenti. Vino dinamico, sapido, intenso. Sorso piacevole nella sua giovane esuberanza  e che troverà un punto di equilibrio immaginabile tra qualche anno.

Finale coerente e apprezzabIle con ulteriori reminiscenze di Rabarbaro.

Giovane con buone prospettive e un presente già apprezzabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #360 - review - Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore - ColleMassari | Giovane con buone prospettive e un presente già apprezzabile.
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Grattamacco 2018 Bolgheri Superiore – ColleMassari

Grattamacco is one of the wines, produced since 1977, that has contributed to making the history of Bolgheri.

This 2018 had convinced me, for its vibrant freshness and dynamic flavour, during various tastings last year and this is the first bottle I have opened at home. And it’s a confirmation.

Freshly Tuscanized Bordeaux blend from Sangiovese. 65 percent Cabernet Sauvignon, the rest Merlot and Sangiovese in almost equal parts. Fermentation in open vats and 18 months of aging in barrique.

Dark red color, dense, a beautiful bouquet with predominant notes of dark berries, incense, balsamic to which are added floral notes, pepper, cocoa, bergamot peel.

On the palate it stands out for the brilliant acidity that enlivens a thick material, with roaring tannins. Dynamic, savory, intense wine. Pleasant sip in its young exuberance  and which will find an imaginable point of balance in a few years.

Coherent and appreciable finish with further reminiscences of Rhubarb.

Young wine with good prospects and an already appreciable present.

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Dolcetto d’Alba 2020 – Accomasso

Il Dolcetto d’Alba 2020 del Cavalier Lorenzo Accomasso da La Morra non è un dolcetto consueto. Non è nemmeno il miglior dolcetto mai assaggiato, non è il più lineare o il più preciso. È il dolcetto sfrontato e possente del Cavalier Accomasso. Che non lo faceva più e nel 2017, “vista l’annata difficile” queste sono parole sue, decise di ricominciare.

Lo stappi e ti prende paura. Perplessità. 

Vaschetta di affettato appena aperta, una leggera carbonica, sentori rustici.

Ne bevo un bicchiere e decido di metterlo da una parte sospendendo il giudizio per tornare dopo 24 ore.

L’arieggiamento gli fa molto bene. Colore rubino scuro. Carbonica e riduzione svanite, è rimasto certamente un dolcetto generoso e rustico, ampiamente floreale, con ricordi di frutti scuri, chiodo di garofano, note ematiche e di humus/terra. 

Al palato risulta potente, caldo, concentrato, con acidità incisiva e rara profondità. Elegante non direi, direi piuttosto ruvido e sostanziale, adatto a una serata dove ci sono la voglia di vivere e un piatto di penne al ragù, almeno 2 etti a testa.

Enonauta/Degustazione di Vino #359 - review - Dolcetto d'Alba 2020 - Accomasso | Non è un dolcetto consueto, non è nemmeno il miglior dolcetto mai assaggiato, non è il più lineare o il più preciso. È il dolcetto sfrontato e possente del Cavalier Accomasso
Dolcetto 2020 di Lorenzo Accomasso
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Dolcetto d’Alba 2020 di Lorenzo Accomasso

Dolcetto d’Alba 2020 di Lorenzo Accomasso

The Dolcetto d’Alba 2020 by Cavalier Lorenzo Accomasso from La Morra is not a usual. It’s not even the best one I’ve ever tasted, it’s not the most linear or the most precise. It is the cheeky and powerful Dolcetto of Cavalier Accomasso. That he no longer did it and in 2017, “given the difficult year” these are his words, he decided to start again.

You uncork it and it scares you. Perplexity.

Freshly opened tray of cold cuts, a light carbonation, rustic hints.

I drink a glass and decide to put it aside, suspending judgment and returning after 24 hours.

Airing is very good for him. Dark ruby ​​colour. Carbonic and reduction vanished, it certainly remained a generous and rustic sweet, largely floral, with hints of dark fruits, clove, blood and humus/earth notes.

On the palate it is powerful, warm, concentrated, with incisive acidity and rare depth. I wouldn’t say elegant, I would say rather rough and substantial, suitable for an evening where there is the desire to live and a plate of penne with ragù, at least 2 ounces each.

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Chardonnay Lafòa 2019 – Colterenzio

Chardonnay Lafòa 2019 – Colterenzio

Nel momento di approcciarsi ad uno Chardonnay si dice, per quanto io non sia d’accordo, che il confronto con la sua terra d’elezione sia imprescindibile. Io propendo più per una valutazione della piacevolezza e dellla qualità generale del vino principalmente in relazione a come/dove è stato fatto. Questo Chardonnay di Colterenzio comunque, se confrontato con certi omologhi di Borgogna, risulta simile negli intenti e addirittura negli esiti, per quanto restino delle differenze che al degustatore non passano inosservate.

È uno Chardonnay generoso e di spessore, tendente all’opulenza, vinificato e affinato in legno con sosta sulle fecce.

Il Colore è concentrato e brillante, con naso complesso e distintivo dove si rievocano la mela opal e il cedro, la ginestra e la noce, con echi di vaniglia e spezie orientali.
Al palato è denso e avvolgente, alcool e acidità ben armonizzati, mai sopra le righe, dai tratti ben disegnati e gratificante qualità di gusto. Buono il finale coerente.
Rispetto ai cugini chardonnay francesi vinificati con tecniche simili manca forse di un po’ di acida vitalità, ma resta un’ottima bevuta dal prezzo invitante che, perlomeno per chi scrive, finisce per fare miglior figura di vini ben più costosi. Italici e non.

Enonauta/Degustazione di Vino #358 - review - Chardonnay Lafòa 2019 - Colterenzio | Chardonnay generoso e di spessore, tendente all'opulenza
Enonauta/Degustazione di Vino #358 - review - Chardonnay Lafòa 2019 - Colterenzio | Chardonnay generoso e di spessore, tendente all'opulenza

Chardonnay Lafòa 2019 – Colterenzio

When approaching a Chardonnay it is said, although I do not agree, that the comparison with its chosen land is essential. I lean more towards an evaluation of the pleasantness and general quality of the wine mainly in relation to how/where it was made. This Colterenzio Chardonnay, however, when compared with certain Burgundy counterparts, is similar in intent and even in results, although there remain differences that do not go unnoticed by the taster.

It is a generous and full-bodied Chardonnay, tending towards opulence, vinified and aged in wood with a rest on the lees.

The color is concentrated and brilliant, with a complex and distinctive nose recalling opal apple and cedar, broom and walnut, with echoes of vanilla and oriental spices.
On the palate it is dense and enveloping, alcohol and acidity well harmonized, never over the top, with well-designed features and a gratifying quality of taste. Good coherent ending.
Compared to its French Chardonnay cousins ​​vinified with similar techniques, it perhaps lacks a bit of acidic vitality, but it remains an excellent drink with an attractive price which, at least for this writer, ends up making a better impression than much more expensive wines. Italian and otherwise.

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Cuna 2016 – Podere Santa Felicita

Cuna 2016 – Podere Santa Felicita
Toscana IGT
(un vino che ricorda nothing but flowers)

Cominciato a casa e finito nel bosco questo Pinot nero del Casentino ideato dall’enologo Federico Staderini che stappo con grande soddisfazione da svariati anni. Questo 2016 è risultato forse il migliore di tutti quelli che lo precedettero e seguiva lo stappo di una 2015 prematuramente maturata, ma ne ha cancellato all’istante la delusione.
Sulla metodologia di vinificazione consiglio di leggere quanto scritto sul sito aziendale qui: https://www.cuna.cloud/

Il colore è rubino chiaro, spicca per finezza ed espressività con ricordi di lampone e fragoline di bosco, bitter, note ematico/ferrose, echi mentolati, di bosco, muschio, spezie.

È mirabile l’equilibrio generale raggiunto per cui si beve un vino ampio, dal sorso definito e dall’andatura certa, che ha calibrata e distribuita, ma vivacissima, acidità, tannini ricamati ed energia da vendere che fanno da sponda alla delicata dolcezza dei richiami al frutto, alla sua vellutata suadenza. Lo definirei un vino completo, ottimamente eseguito.

Ricorda per analogia la famosa canzone dei Talking Heads “nothing but flowers ” che montava una melodia irresistibile su un ritmo semilatino incalzante.

“…two fools in love, so beautiful and strong…”

Enonauta/Degustazione di Vino #357 - review - Cuna 2016 - Podere Santa Felicita | Lo definirei un vino completo, ottimamente eseguito
Enonauta/Degustazione di Vino #357 - review - Cuna 2016 - Podere Santa Felicita | Lo definirei un vino completo, ottimamente eseguito

Cuna 2016 – Podere Santa Felicita
Tuscany IGT
(a wine reminiscent of nothing but flowers)

Started at home and finished in the woods, this Pinot Noir from Casentino created by the oenologist Federico Staderini, which I have been uncorking with great satisfaction for several years. This 2016 was perhaps the best of all those that preceded it and followed the lead of a prematurely matured 2015, but it instantly erased the disappointment.
On the winemaking methodology I recommend reading what is written on the company website here: https://www.cuna.cloud/

The color is light ruby, stands out for its finesse and expressiveness with hints of raspberry and wild strawberries, bitter, blood/ferrous notes, mentholated and forest echoes, musk, spices.

The general balance achieved is admirable, resulting in an ample wine to be drunk, with a defined sip and a certain pace, which has calibrated and distributed, but very lively, acidity, embroidered tannins and energy to spare which act as a support to the delicate sweetness of the notes. to the fruit, to its velvety persuasiveness. I would define it as a complete wine, excellently executed.

Remember by analogy the famous Talking Heads song “nothing but flowers” which mounted an irresistible melody on a pressing semi-Latin rhythm.

“…two fools in love, so beautiful and strong…”

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Siamo stati bene – un tranquillo lunedì di fine agosto

grandi vini bianchi per un tranquillo lunedì di fine Agosto

Siamo stati bene. Titolo della serata e al contempo notazione emozionale su un lunedì sera di fine agosto con dei grandi vini bianchi.

Queste le bottiglie in tavola:

Moscato Giallo 2020 – Vallarom 

Un ottimo Moscato Giallo che ha fatto da vino di apertura in una serata con bottiglie impegnative. Brillante, molto intenso al naso con ricordi di salvia, cedro, mela golden, fiori di tiglio. Secco, lineare, buona tenuta al palato, persistente.

Don Chisciotte Fiano 2021 – Zampaglione

Conferma. Ho avuto la fortuna d poter bere diverse annate a breve distanza e trovo confortante continuità qualitativa affiancate a sostanziali differenze legate all’annata.

Questo 2021 si conferma più esile di altre annate, ma non cede nulla sul piano dell’espressività.

Più lo stappo, più diventa uno dei miei vini preferiti. Profumato, elegante, dalla insistita sapidità.

Sancerre Auksinis 2018 – Sebastian Riffault

Raccolta tardiva per questo Sauvignon della Loira. Biodinamica, 10 giorni di macerazione. Vino di grande complessità e compostezza. Color oro, ventaglio aromatico che parte dalla frutta gialla e arriva alle spezie passando per la pietra focaia, la liquirizia, il lime.

Al palato risulta avvolgente, con spiccate doti di gusto, profondo, con acidità ben innervata e un sottilissimo tannino a dare forma.

Bottiglia esaurita in pochi minuti.

Un tranquillo lunedì sera. Grandi vini bianchi. Sassocarlo, Vallarom, Robert Denogent, Bouzereau, Don Chisciotte Zampaglione e Riffault.

Pouilly-Fuissę La Croix Vieilles Vignes 2020 – Domaine Robert Denogent

Un bel compendio su come un vino possa essere fine e opulento allo stesso tempo. Preciso e potente. Vinificazione e affinamento in legno, lunga sosta sulle fecce.

Colore concentrato, profumi di spezie, mango, bergamotto, un filo di burro fuso, gelsomino. Ricchezza al naso.

Sorso vasto, acidità lineare, grande tenuta e progressione. Finale impressionante. Bravissimo Denogent anche senza le Sardine.

Un tranquillo lunedì sera. Grandi vini bianchi. Sassocarlo, Vallarom, Robert Denogent, Bouzereau, Don Chisciotte Zampaglione e Riffault.

Sassocarlo 2019 – Terreamano/Fattoria di Bacchereto – grandi vini bianchi

Non costa poco, ma la soddisfazione è tanta. Trebbiano 80 percento e il restante 20 percento Malvasia. Arriva da Bacchereto/Carmignano che è zona di Vino Rosso.

Breve macerazione, acciaio poi legno con lunga sosta sulle fecce.

Il 2019 è un grandissimo vino. Profumi molti e buoni. Il fico, le spezie, il narciso, il mandarino, il sorso è voluminoso, ampio, stratificato, senza cedere in freschezza e dinamica. Piacevolezza senza fatica che invoglia a ritornare in enoteca. 

Un tranquillo lunedì sera. Grandi vini bianchi. Sassocarlo, Vallarom, Robert Denogent, Bouzereau, Don Chisciotte Zampaglione e Riffault.

Mersault Les Tessons 2010 – Michel Bouzereau – grandi vini bianchi

Reduce dall’apertura di un 2018 che era risultato assai godibile a fine serata propongo agli amici l’apertura di questo 2010. 

Vino davvero lussureggiante, ma probabilmente ancora da aspettare. A tratti grasso, opulento, profondo, sempre però trainato da acidità netta, potenza di gusto, da una girandola di ricordi olfattivi come il cedro, l’ananas, la mandorla tostata, la pasticceria secca.

Un tranquillo lunedì sera. Grandi vini bianchi. Sassocarlo, Vallarom, Robert Denogent, Bouzereau, Don Chisciotte Zampaglione e Riffault.
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Sine Felle Ambrato 2019 – Podere Casaccia

Sine Felle Ambrato 2019 – Moretti Podere Casaccia

Ultimo della trilogia Orange (esempio) di metà agosto anche se temporalmente il primo stappato e probabilmente il più Orange di tutti.
Un maceratissimo, un supermacerato. Qui si parla di nove mesi a contatto con le bucce, nessuna aggiunta, nessuna pratica, più un anno in barrique per questo assemblaggio di uve tradizionali toscane. Vermentino, trebbiano e Malvasia. Dalle colline sopra Scandicci (FI).

Non è un vino per tutti. Perché è un vino d’impatto, dalla personalità particolare e che per certi versi travalica l’orizzonte espressivo degli Orange Wine.
Il colore è effettivamente ambrato. Senza residui/opalescenza.
Mette insieme reminiscenze tipiche della categoria come il miele aromatico, la frutta disidratata, note di smalto/resine, con altre come la passiflora, lo sfalcio di erba medica, la scorza di agrume che non è così comune incontrare.

Palato pieno, di struttura, sorso giocato in buona parte su una paradossale contrapposizione tra le evidenti asperità che porta in dote, trama tannica netta, rugosità, una certa pungenza, e una amichevole morbida dolcezza di fondo. Ha lunga coda sapida dove si rievocano spezie e frutto

21 euro in enoteca che rispenderei volentieri.





Enonauta/Degustazione di Vino #350 - review - Sine Felle Ambrato 2019 - Moretti Podere Casaccia | Un maceratissimo, un supermacerato
Enonauta/Degustazione di Vino #350 - review - Sine Felle Ambrato 2019 - Moretti Podere Casaccia | Un maceratissimo, un supermacerato

Sine Felle Ambrato 2019 – Moretti Podere Casaccia

Last of the Orange trilogy from mid-August although temporally the first uncorked and probably the most Orange of all.
A very macerated, a super macerated. Here we are talking about nine months in contact with the skins, no additions, no practice, plus a year in barrique for this blend of traditional Tuscan grapes. Vermentino, Trebbiano and Malvasia. From the hills above Scandicci (FI).

It is not a wine for everyone. Because it is a wine with an impact, with a particular personality and which in some ways goes beyond the expressive horizon of Orange Wines.
The color is actually amber. Without residues/opalescence.
It brings together typical reminiscences of the category such as aromatic honey, dehydrated fruit, notes of enamel/resins, with others such as passion flower, alfalfa clippings, citrus peel which is not so common to encounter.

Full, structured palate, sip played largely on a paradoxical contrast between the evident asperities it brings with it, a clear tannic texture, roughness, a certain pungency, and a friendly soft underlying sweetness. It has a long savory tail where spices and fruit are evoked

21 euros in a wine shop which I would gladly spend again.

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Ribolla Gialla 2020 – Ronco Severo

Ribolla Gialla 2020 – Ronco Severo – Venezia Giulia Igt

Tannica, ruvida e salina. Buonissima e potente. Questa è la Ribolla Gialla dell’azienda Ronco Severo di Prepotto. Secondo della trilogia arancione dell’ultima settimana.

Raccolta a maturazione tardiva, fermentazione con lieviti propri, lunga macerazione sulle bucce e sosta sulle fecce, 12 mesi in botti da 30 hl.

In bottiglia, e nel bicchiere, c’è un vino dorato, che offre reminiscenze di frutta gialla a nocciolo, narcisi, spezie, resine fresche.

Acidità e alcool ben calibrati e ben assestati dentro questo vino stratificato, profondo, sapido, dalla stoffa spessa e dal disegno tannico netto che risulta equilibrato e molto piacevole.

E non potrà che migliorare.

Enonauta/Degustazione di Vino #349 - review - Ribolla Gialla 2020 - Ronco Severo | Acidità e alcool ben calibrati e ben assestati
Enonauta/Degustazione di Vino #349 - review - Ribolla Gialla 2020 - Ronco Severo | Acidità e alcool ben calibrati e ben assestati

Ribolla Gialla 2020 – Ronco Severo – Venezia Giulia Igt

Tannic, rough and saline. Very good and powerful. This is the Ribolla Gialla from the Ronco Severo di Prepotto company. Second of last week’s orange trilogy.

Harvest at late maturation, fermentation with its own yeasts, long maceration on the skins and rest on the lees, 12 months in 30 hl barrels.

In the bottle, and in the glass, there is a golden wine, which offers reminiscences of yellow stone fruit, daffodils, spices, fresh resins.

Well-calibrated and well-balanced acidity and alcohol within this layered, deep, savory wine, with a thick texture and a clear tannic pattern which is balanced and very pleasant.

And it can only get better.

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Bianco alla Marta 2021 – Buondonno

Bianco alla Marta 2021 – Buondonno

Ultimo di una trilogia di vini cosiddetti “Orange” che mi sono trovato ad assaggiare in rapida sequenza. Categoria, quella degli Orange, di cui sono un semiappassionato, nel senso che alcuni mi piacciono molto e altri sinceramente mi sembrano un inno all’approssimazione.

Questo bianco da Trebbiano di Gabriele Buondonno da Castellina in Chianti su idea della figlia Marta è uno dei miei preferiti (qui una precedente nota sul 2015). Non saprei nemmeno se in base ai canoni con cui si definisce un Orange Wine potrebbe essere considerato tale. Comunque lo trovo in carta in uno dei ristoranti più remoti, ma da tenere presente per gli amanti della cucina tradizionale, della Toscana (la Buca di Baldabò a Vico Pancellorum) e non me lo lascio scappare.

Fermenta per 10 giorni sulle bucce e poi affina in legno piegato a vapore per un anno
Ambra di lucentezza unica. Ricordi di fico e uva sultanina, narciso, zenzero, mela opal. Preciso e pulitissimo.
Secco e incisivo, centrato, con acidità fluida, splendida consistenza e ottimi sviluppo di gusto e persistenza.
Già buono, ma vorrei provarlo ancora tra qualche anno.

In abbinamento perfetto con la cucina tradizionale del ristorante, in special modo con le tagliatelle con ragù bianco al coltello.

Enonauta/Degustazione di Vino #348 - review - Bianco alla Marta 2021 - Buondonno | Secco e incisivo, centrato, con acidità fluida, splendida consistenza e ottimi sviluppo di gusto e persistenza.
Bianco alla Marta 2021 – Buondonno

Bianco alla Marta 2021 – Buondonno

Last of a trilogy of so-called “Orange” wines that I found myself tasting in rapid sequence. Category, that of Orange, of which I am a semi-enthusiast, in the sense that some I like very much and others sincerely seem to me to be a hymn to approximation.

This white Trebbiano by Gabriele Buondonno from Castellina in Chianti based on his daughter Marta’s idea is one of my favorites (here is a previous note on 2015). I don’t even know if, based on the standards by which an Orange Wine is defined, it could be considered as such. However, I find it on the menu in one of the most remote restaurants, but one to keep in mind for lovers of traditional Tuscan cuisine (the Buca di Baldabò in Vico Pancellorum) and I don’t miss it.

It ferments for 10 days on the skins and then ages in steam-bent wood for a year
Amber with a unique shine. Memories of fig and sultanas, narcissus, ginger, opal apple. Precise and very clean.
Dry and incisive, centered, with fluid acidity, splendid consistency and excellent development of taste and persistence.
Already good, but I would like to try it again in a few years.

Perfectly paired with the traditional cuisine of the restaurant, especially with the tagliatelle with white ragout.

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Vino Bianco 2016 – Antonio Canestrari

Vino Bianco 2016 – Antonio Canestrari

Verdicchio. Fuori denominazione, per quanto ho letto pare sia l’ultima annata che verrà prodotta.

Affilato e Ossidato.
In enoteca mi avevano avvertito. “È un vino spostato sulle ossidazioni…”. Avevano ragione.
È un vino affilato e ossidato.
Colore luminoso tendente al giallo scuro.
Parco nel suscitare emozioni olfattive con ricordi di fieno secco, mela tagliata, erbe aromatiche, elicriso. Sembra a tutti gli effetti un vino ossidato.

Acidissimo. Una sciabola. Passato il primo momento è un vino molto bevibile che in fase retroattiva è più ricco di quanto non prometta al naso. Ma resta per me un vino monocorde. Dalle note ossidativo troppo pronunciate. Così tanto che mi viene un dubbio.

Spenderei altre 26 euro per un’altra bottiglia?
Se il vino è proprio questo, e non una deriva contestuale, sinceramente no.

Enonauta/Degustazione di Vino #347 - review -Vino Bianco 2016 - Antonio Canestrari | vino monocorde. Dalle note ossidativo troppo pronunciate

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Les Sardines 2019 – Domaine Robert-Denogent

Les Sardines 2019 – Domaine RobertDenogent
Appellation Macon-Villages Controlee

EngFra

Avrei già voluto aprirlo un paio di volte, mi sono risoluto a stappare dopo aver letto un catastrofico racconto di una bottiglia decisamente molto diversa da questa.

Chardonnay da uve provenienti da più parcelle situate nel Maconnais. Fermentazione e malolattica in barrique usate, da 18 a 30 mesi sulle fecce.

Vino di enorme personalità.
Cangiante e luminoso, alla luce mostra a tratti riflessi verdi.
Un campionario di fragranze da profumeria introdotto da una lieve volatile, questo va detto, che include la scorza di lime, il timo limone, il cappero essiccato, la nespola, il tarassaco, il miele di cardo e forse altro che io non ho mai avuto la fortuna di annusare.
Rugoso e stratificato, caldo e persistente animato da un’acidità che non si fa notare per la quantità, ma per la sua forma, la sua forza, come una sonda che traccia inarrestabile una rotta a un vino che sembra poter esprimersi a lungo. Sapidità pronunciata, credo potrebbe essere portato ad esempio come l’esatto opposto del vino “bianco carta”. Un finale lungo e potente dove si rievocano le drupe mature, le spezie, le erbe aromatiche.

Non direi che siano l’eleganza e la precisione i suoi punti di forza. Non penso nemmeno che fosse il risultato cercato. La persuasiva potenza, la qualità del gusto. Queste mi sembrano le sue armi migliori.

A tavola con gli Spaghetti alle Vongole, ma l’ultimo bicchiere benissimo anche con tonno, pomodoro e uovo sodo.

Enonauta/Degustazione di Vino #346 - review - Les Sardines 2019 - Domaine Robert Denogent | Vino di enorme personalità

Les Sardines 2019 – Domaine Robert-Denogent Appellation Macon-Villages Controlee

I already wanted to open it a couple of times, I resolved to uncork after reading a catastrophic story of a bottle very different from this one.

Chardonnay from grapes from several parcels located in the Maconnais. Fermentation and malolactic fermentation in used barriques, from 18 to 30 months on the lees.

Wine of enormous personality.

Iridescent and bright, in the light it shows green reflections at times. A sampling of perfumery fragrances introduced by a slight volatile, it must be said, which includes lime zest, lemon thyme, dried caper, medlar, dandelion, thistle honey and perhaps other things that I have never had lucky enough to smell.

Wrinkled and stratified, warm and persistent animated by an acidity that is not noticed for its quantity, but for its shape, its strength, like a probe that traces an unstoppable route to a wine that seems to be able to express itself for a long time. Pronounced sapidity, I think it could be used for example as the exact opposite of the “white paper” wine. A long and powerful finish where ripe drupes, spices and aromatic herbs are evoked.

I would not say that elegance and precision are its strengths. I don’t even think that was the result you were looking for. The persuasive power, the quality of taste. These seem to me his best weapons. At the table with Spaghetti alle Vongole, but the last glass is also excellent with tuna, tomato and hard-boiled egg.

Enonauta/Degustazione di Vino #346 - review - Les Sardines 2019 - Domaine Robert Denogent | Vino di enorme personalità

Les Sardines 2019 – Domaine Robert Denogent Appellation Mâcon-Villages Contrôlés

J’ai déjà voulu l’ouvrir plusieurs fois, je me suis résolu à déboucher après avoir lu une histoire catastrophique d’une bouteille très différente de celle-ci.

Chardonnay issu de raisins de plusieurs parcelles situées dans le Mâconnais. Fermentation et fermentation malolactique en barriques usagées, de 18 à 30 mois sur lies.

Vin d’une énorme personnalité.

Irisé et lumineux, il présente à la lumière des reflets verts par moments. Un échantillonnage de fragrances de parfumerie introduites par un léger volatil, il faut le dire, qui comprend du zeste de citron vert, du thym citronné, du câpre séché, du néflier, du pissenlit, du miel de chardon et peut-être d’autres choses que je n’ai jamais eu la chance de sentir.

Ridée et stratifiée, chaleureuse et persistante animée par une acidité qui ne se remarque pas pour sa quantité, mais pour sa forme, sa force, comme une sonde qui trace une route imparable vers un vin qui semble pouvoir s’exprimer longtemps . Sapidité prononcée, je pense qu’il pourrait être utilisé par exemple comme l’exact opposé du vin “papier blanc”.

Une finale longue et puissante où les drupes mûres, les épices et les herbes aromatiques sont évoquées.

Je ne dirais pas que l’élégance et la précision sont ses atouts. Je ne pense même pas que c’était le résultat que vous recherchiez. Le pouvoir de persuasion, la qualité du goût. Celles-ci me semblent ses meilleures armes. A table avec des Spaghetti alle Vongole, mais le dernier verre est aussi excellent avec du thon, de la tomate et de l’œuf dur.

Enonauta/Degustazione di Vino #346 - review - Les Sardines 2019 - Domaine Robert Denogent | Vino di enorme personalità
Enonauta/Degustazione di Vino #346 - review - Les Sardines 2019 - Domaine Robert Denogent | Vino di enorme personalità
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