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Barolo/Barbaresco 2015 – una indagine amichevole

Barolo Barbaresco 2015 – una indagine amichevole


Barolo Sorano – Claudio Alario

Barolo – Domenico Clerico

Barolo – Ferdinando Principiano

Barolo – Cascina Fontana

Barbaresco – Francesco Versio

Barbaresco Autinbej – Ca del Baio


Reduci da una serata dedicata al Brunello di Montalcino dalla quale siamo usciti delusi e con una quantità anomala di sensazioni negative, e che non so nemmeno se raccontare, ci sediamo a tavola con entuasiasmo rinnovato per fare una piccola escursione nell’annata 2015 in Langa con 4 Barolo e 2 Barbaresco e ne ricaviamo ottime indicazioni sull’annata e per quanto riguarda i vini già degustati in precedenza anche interessanti informazioni sulla loro evoluzione.
I vini appaiono tutti, pur nella loro talvolta radicale differenza, approcciabili. Sembra che l’annata abbia contribuito a creare vini meno complessi e più immediatamente interpretabili e dal considerevole tenore alcolico ben integrato.

In ordine di apertura:

Barbaresco Autinbej Ca del Baio

Barbaresco classico con uve provenienti da diversi vigneti e che io definirei un giusto compromesso tra la potenza e la finezza. Dal primo assaggio (https://wp.me/pavwJ6-aP) risulta meno assertivo e decisamente più lineare ed equilibrato. Mantiene l’identità con la sua scorta di sentori che spaziano dal lampone alle erbe aromatiche, passando per la rosa e le spezie.

Resta un vino dal vigoroso impatto, ma c’è già più spazio di gusto, più grazia tattile.

Il Barolo di Domenico Clerico, già assaggiato, dà segni evidenti di apertura. Se in precedenti occasioni era risultato chiuso pare adesso avviato verso una fase di più brillante espressività. Barolo moderno, di colore più scuro degli altri, con sentori di marasca matura, essenze orientali, resine fresche, spezie dolci, sorso setoso, coerente, ben calibrato, senza particolari asperità.

Il Barbaresco di Francesco Versio brilla per la finezza esemplare, la pulizia e la nitidezza dei richiami, la precisione e la definizione del sorso, ha colore chiarissimo in un quadro di fragranza di piccoli frutti rossi, cannella, arancia navel, finale arioso e rinfrescante. Ci si può leggere chiarezza d’intenti ben realizzati in questo vino che è immediato, ma assai ben concertato.

Il Barolo di Serralunga d’Alba di Ferdinando Principiano ha energia straripante, è appena rustico, fresco assai, molto floreale, sanguigno, note di ciliegia e balsamiche, al palato risulta diretto, godibile, a tratti entusiasmante, tannini di grana fine che lasciano spazio alla dolcezza del frutto.

Cascina Fontana è animato da una forza oscura, ancora imbrigliata, ricorda certe bottiglie del cav. Accomasso. Il più tannico e austero del gruppo, ma a me è sembrato un grande vino in attesa di dare il meglio. Per la complessità e la ricchezza del bouquet, dove si trovano reminiscenze di rosa, marasca, carne cruda, humus, genziana, per il suo scheletro e la profondità di gusto. Non esiterei a scommettere su una cassa da conservare in cantina.

Il Barolo Sorano di Claudio Alario mostra un po’ i muscoli. Il più concentrato e denso del gruppo che potrebbe far storcere il naso ai fanatici dl Barolo Classico. Io l’ho invece apprezzato molto nella sua ottima intepretazione moderna. Un bel ventaglio di aromi (prugna matura, chiodo di garofano, mentolato/balsamico, vaniglia, viola), sorso stratificato che sviluppa una buona dinamica, tannini non domati che tracciano un bel profilo, lungo finale balsamico/fruttato.

Barolo Barbaresco 2015

Barolo Sorano - Claudio AlarioBarolo - Domenico Clerico
Barolo - Ferdinando Principiano
Barolo - Cascina Fontana
Barbaresco - Francesco Versio
Barbaresco Autinbej - Ca del Baio
Barolo Barbaresco 2015 – una indagine amichevole
Barolo Barbaresco 2015 – una indagine amichevole
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Barolo Lazzairasco 2006 – Guido Porro

Barolo Lazzairasco 2006 – Guido Porro

Ciò che un tempo fu probabilmente un vino potente e austero è oggi un vino ottimamente evoluto, caratterizzato da determinata gentilezza. E potrebbe essere portato ad esempio delle potenzialità di un vino adatto all’invecchiamento. Il Lazzairasco di Guido Porro da Serralunga, fuoriclasse indiscusso del Nebbiolo, è un Barolo fortemente tradizionale. A 17 anni dalla vendemmia è un vino di colore chiaro luminoso che si dispiega con estrema precisione al palato e nitore al naso dove prevalgono i ricordi fruttati di Melograno maturo, agrumati di scorza di chinotto, e poi sentori di timo, genziana, cuoio, the nero, a tratti etereo.
Vino potente, caldo, il cui filo conduttore sono l’integrità e la qualità del ritorno fruttato nel centrobocca, il suo prolungarsi lineare, definito ed equilibrato, con un tannino adesso disegnato e giusta freschezza, senza flessioni. In coda tornano anche l’agrume e le radici aromatiche.

Vino che avrebbe ancora del tempo a sua disposizione, ma adesso forse al culmine della sua evoluzione positiva.

Enonauta/Degustazione di Vino #318 - review - Barolo Lazzairasco 2006 - Guido Porro | Ciò che un tempo fu probabilmente un vino potente e austero è oggi un vino ottimamente evoluto, caratterizzato da determinata gentilezza
Enonauta/Degustazione di Vino #318 - review - Barolo Lazzairasco 2006 - Guido Porro | Ciò che un tempo fu probabilmente un vino potente e austero è oggi un vino ottimamente evoluto, caratterizzato da determinata gentilezza

Barolo Lazzairasco 2006 – Guido Porro

What was once probably a powerful and austere wine is today an excellently evolved wine, characterized by determined kindness. And it could be given as an example of the potential of a wine suitable for aging. Guido Porro da Serralunga’s Lazzairasco, the undisputed champion of Nebbiolo, is a highly traditional Barolo. 17 years after the harvest, it is a wine with a bright light color that unfolds with extreme precision on the palate and clarity on the nose where the fruity notes of ripe pomegranate, citrus notes of chinotto peel, and then hints of thyme, gentian, leather, tea prevail. black, at times ethereal.
Powerful, warm wine, whose common thread is the integrity and quality of the fruity return in the mid-mouth, its linear, defined and balanced extension, with a well-defined tannin and the right freshness, without inflections. Citrus fruits and aromatic roots also return at the end.

A wine that still has some time at its disposal, but now perhaps at the peak of its positive evolution.

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Vinudilice 2020 – I Vigneri

Vinudilice 2020 – I Vigneri

Vino rosato prodotto da Salvo Foti con vitigni bianchi e rossi vinificati assieme (Granache, Minnella Nera, Grecanico, Minnella Bianca e altri vitigni) e coltivati sopra i mille metri, forse nella vigna più alta d’Europa, sul versante Nord-Ovest dell’Etna. Con attitudine “naturale”.

Uno dei vini più peculiari che abbia mai provato. Principalmente per mancanza di un repertorio per un confronto possibile.

Colore brillantissimo e invitante, tra la buccia della cipolla ramata e il rosa chiaretto, profumi intensi di susina rossa selvatica, ribes, caramella rossana, agrumi misti, gesso, bitter (erbe aromatiche), pane fresco per un impatto generale che potrebbe far pensare a uno spumante.

Sorso snello, caratterizzato da acidità vivace, cospicua, sapidità, forza espressiva, dal tenore alcolico misurato e grande PAI, la famosa persistenza aromatica intensa del manuale del Sommelier che in questo caso rende benissimo le sensazioni generate da questo vino e che lo rende ottimo compagno a tavola anche con pietanze di difficile abbinamento come i Nachos con il Guacamole per un aperitivo davvero unico.

Enonauta/Degustazione di Vino #317 - review - Vinudilice 2020 - I Vigneri | Uno dei vini più peculiari che abbia mai provato
Enonauta/Degustazione di Vino #317 - review - Vinudilice 2020 - I Vigneri | Uno dei vini più peculiari che abbia mai provato
Enonauta/Degustazione di Vino #317 - review - Vinudilice 2020 - I Vigneri | Uno dei vini più peculiari che abbia mai provato

Vinudilice 2020 – I Vigneri

Rosé wine produced by Salvo Foti with white and red vines vinified together (Granache, Minnella Nera, Grecanico, Minnella Bianca and other vines) and grown above a thousand metres, perhaps in the highest vineyard in Europe, on the North-West side of the Etna. With a “natural” attitude.

One of the most peculiar wines I have ever tried. Mainly due to lack of a repertoire for a possible comparison.

Very bright and inviting colour, between the coppery onion skin and the claret pink, intense aromas of wild red plum, currant, redcurrant, mixed citrus fruits, chalk, caramella rossana, bitters (aromatic herbs), fresh bread for a general impact that could make you think of a sparkling wine.

Slender sip, characterized by lively, conspicuous acidity, flavor, expressive strength, with a measured alcohol content and large PAI, the famous intense aromatic persistence of the Sommelier’s manual which in this case perfectly conveys the sensations generated by this wine and which makes it an excellent companion at the table even with difficult-to-match dishes such as Nachos with Guacamole for a truly unique aperitif.

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Nebbiolo d’Alba 2011 – Flavio Roddolo

Nebbiolo d’Alba 2011 – Flavio Roddolo

I vini di Flavio Roddolo, il Ronin del Bricco Appiani, finiscono per essere sempre sorprendenti e questo Nebbiolo non fa eccezione e se confrontato col 2010, ultimo da me bevuto e che era un campione di austerità, risulta essere un vino più caldo e denso e meno rigoroso del solito. Più pronto, anzi pronto adesso.

Colore rosso granato scuro, all’apertura asfalto bagnato, poi marasca sotto spirito, tamarindo, foglia di the, rosmarino e poi la cifra dei vini di Flavio Roddolo ovvero questa nota sanguigno/ferrosa che spesso si riscontra nei suoi vini. Non manca certo di aromi e dà qualche segnale di un iniziale avviamento verso la maturazione.

Sorso piuttosto caldo e ampio, acquisisce potenza espressiva col tempo, ha un filo di pungenza con sensazioni acido/sapide in evidenza, tannini lavorati e dentro il vino, prevalenza di frutto maturo in fase retrolfattiva. A tratti mostra morbidezza.
Vino pronto, tendente all’equilibrio, meno Roddoliano del solito.
Il tutto orchestrato su registri cupi. Un nebbiolo crepuscolare, di grande personalità.

A chi fortunello ne detenesse delle bottiglie io consiglio l’apertura entro un paio d’anni.

Enonauta/Degustazione di Vino #316 - review - Nebbiolo d'Alba 2011 - Flavio Roddolo | Un nebbiolo crepuscolare, di grande personalità
Enonauta/Degustazione di Vino #316 - review - Nebbiolo d'Alba 2011 - Flavio Roddolo | Un nebbiolo crepuscolare, di grande personalità
Enonauta/Degustazione di Vino #316 - review - Nebbiolo d'Alba 2011 - Flavio Roddolo | Un nebbiolo crepuscolare, di grande personalità

Nebbiolo d’Alba 2011 – Flavio Roddolo

The wines of Flavio Roddolo, the Ronin del Bricco Appiani, always end up being surprising and this Nebbiolo is no exception and if compared with the 2010, the last one I drank and which was a champion of austerity, it turns out to be a warmer and denser wine and less rigorous than usual. Readier, actually ready now.

Dark garnet red colour, wet asphalt at the opening, then morello cherry in spirit, tamarind, tea leaf, rosemary and then the signature of Flavio Roddolo’s wines, that is this sanguine/ferrous note that is often found in his wines. It certainly does not lack aromas and gives some signs of an initial start towards maturation.

Rather warm and broad on the palate, it acquires expressive power over time, has a hint of pungency with evident acid/savory sensations, tannins worked within the wine, prevalence of ripe fruit in the retro-olfactory phase. At times it shows softness.
Ready wine, tending towards balance, less Roddolian than usual.
All orchestrated in dark registers. A twilight Nebbiolo, with great personality.

For anyone lucky enough to have bottles of it, I recommend opening it within a couple of years.

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ELI ZAMBROTTA 2020 – Cantine Telaro Fiano IGT Roccamonfina

ELI ZAMBROTTA 2020 – Cantine Telaro – Fiano IGT Roccamonfina

 Fiano coltivato nel parco di Roccamonfina sulle pendici del vulcano spento.

Un anno in acciaio. Il Colore quasi tendente al verde, profumi decisi di pesca percoca, orzo, sambuco, erba medica, agrume aromatico.

Secco e salino al palato, deciso nella sua essenzialità sviluppa una considerevole forza gustativa, con acidità misurata e prolungato ritorno finale di bergamotto e frutto fresco.

Vino ben eseguito che suggerisce chiarezza d’intenti.

Nel mio caso ha accompagnato brillantemente i Filetti di Ombrina in padella con cannellini e crema di peperoni in guscio di verza. Ed è sostanzialmente con piatti di mare che io lo vedo accompagnarsi. E, perché no, con formaggi freschi caprini.

Enonauta/Degustazione di Vino #315 - review - ELI ZAMBROTTA 2020 - Cantine Telaro | Vino ben eseguito che suggerisce chiarezza d'intenti
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Le delusioni enoiche del 2022

Vino Delusione – LE DELUSIONI ENOICHE DEL 2022

Prendendo spunto dall’iniziativa di un competente stappatore/comunicatore che incitava dal suo spazio Facebook i suoi omologhi a stilare una lista di vini deludenti invece di limitarsi solo a quelli piacevoli, ho compilato questa lista. Ho volutamente omesso i vini guasti, difettati e ingiudicabili ed è quindi sottinteso che i vini nell’elenco non fossero difettati. Tutte le bottiglie, tranne Baron Ugo e Turriga sono state condivise e la delusione è parsa essere unanime. Contribuisce certamente alla delusione il fatto che tutti questi vini sono preceduti dalla loro fama, dal discorso e dall’aura di mito da cui sono ammantati.
Specifico che sono delusioni contestuali legate a singole esperienze e non giudizi definitivo sull’operato di nessuno e che di alcuni dei produttori in elenco sono convinto sostenitore/stappatore da anni.

Barbera Francia 2018 – Conterno – Vino Delusione Delusioni Enoiche

C’è poca Barbera. Vagamente freaky, un mix di resine, erbe aromatiche e frutto acerbo. Comunica ricerca di originalità senza successo. In una serata con altre 7 Barbere di fama sfigura nettamente.

Turriga 2012 – Argiolas

Molta polpa, ma poca vitalità. Si annuncia vigorosamente, ma si esaurisce in breve ed è lontano parente delle altre bottiglie di Turriga, giovani e vecchie, bevute nel recente passato.

Baron’ Ugo 2015 – Monteraponi – Vino Delusione Delusioni Enoiche

Un vino criptico, incomprensibile, grosso scheletro e poco, o punto, gusto. Sentori un po’ al limite che ho riscontrato anche in altre bottiglie e che mi fanno pensare a una precisa scelta stilistica. Per me resta un sangiovese da 50 euri che nel bicchiere dà ben poca soddisfazione.

Ribolla 2013 – Gravner

Si passa dal vastissimo e bellissimo corredo aromatico a una alcolicità impressionante che offusca il sorso, lo rende difficoltoso, macchinoso. Lo neutralizza.

Barolo Ciabot Mentin 2010 – Clerico – Vino Delusione Delusioni Enoiche

Vuoi per l’annata, vuoi per la fama del produttore, le aspettative c’erano. E le aspettative, specificando sempre che contribuiscono esse stesse alla formazione delle delusioni, vanno deluse. Sentori di resine, essenze aromatiche. Vino troppo acido e caldo, poco fruttuoso, corto. Anonimo.

Faro Palari 2013

Apporto di legno maldosato, vino contratto, pochissimo espressivo, al limite del mutismo.

Brunello di Montalcino 2012 – Cerbaiona

Come Turriga. Forse anche vagamente piatto e pochissimo fragrante. Rapporto prezzo soddisfazione da shock.

Jakot 2018 – Princic

Acetica senza controllo. La decisione di proporre al bevitore un vino come questo mi risulta ancora insondabile. Espressività o esagerazione? Credo che solo con atteggiamento ideologico sia possibile bere questo vino, ma non escludo di avere gusti limitati e di non essere abbastanza “inclusivo”.

Pinot Nero Ris. Trattman Mazon 2016 – Girlan

Una bomba alcolica lignea. A tratti ingombrante. Uno dei pochi 2016 malriusciti che abbia avuto la possibilità di assaggiare. Bevibilità scarsissima.

Vino Delusione Delusioni Enoiche - del 2022 | i motivi per cui un vino risulta deludente sono molti. Queste le principali delusioni del 2022
Vino Delusione Delusioni Enoiche - del 2022 | i motivi per cui un vino risulta deludente sono molti. Queste le principali delusioni del 2022
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Montecucco “Campo Rombolo” 2020 – Le Calle

(le belle sorprese da poco più di 10 euro)

Montecucco “Campo Rombolo” 2020 – Le Calle

L’azienda Le Calle si trova a Cinigiano in provincia di Grosseto. Tra il Monte Amiata e il mare Tirreno.
Questo Montecucco è prodotto con uve Sangiovese 90 percento e Ciliegiolo.
Vino artigianale, senza invecchiamento in legno.
Conservavo un buon ricordo di un bicchiere bevuto un paio d’anni addietro, trovo una bottiglia in enoteca e decido di rinfrescarlo.

Vino di colore scuro, immediato, con sentori di viola, marasca, ematico/terroso, pepe nero. Semplice e diretto.
Sorso caratterizzato da robusta fruttuosità e spiccata sapidità, gioviale e appena rustico, gli si perdona quel po’ di alcol di troppo in virtù di un sorso decisamente piacevole e corposo, mai sfuggente, ben definito. Tannini possenti, ma ben scolpiti.

Se non è un campione di finezza, lo è certamente di concretezza.

Benissimo con le mezze pipe al Ragù di Manzo e Prosciutto.

Enonauta/Degustazione di Vino #314 - review - Montecucco "Campo Rombolo" 2020 - Le Calle | le belle sorprese da poco più di 10 euro
Enonauta/Degustazione di Vino #314 - review - Montecucco "Campo Rombolo" 2020 - Le Calle | le belle sorprese da poco più di 10 euro
Enonauta/Degustazione di Vino #314 - review - Montecucco "Campo Rombolo" 2020 - Le Calle | le belle sorprese da poco più di 10 euro

Montecucco “Campo Rombolo” 2020 – Le Calle

The Le Calle company is located in Cinigiano in the province of Grosseto. Between Mount Amiata and the Tyrrhenian Sea.
This Montecucco is produced with 90 percent Sangiovese and Ciliegiolo grapes.
Artisanal wine, without aging in wood.
I had a good memory of a glass I drank a couple of years ago, I find a bottle in a wine shop and decide to refresh it.

Dark colored wine, immediate, with hints of violet, morello cherry, blood/earthy, black pepper. Simple and direct.
Sip characterized by robust fruitiness and marked flavor, jovial and slightly rustic, it is forgiven for that little bit too much alcohol by virtue of a decidedly pleasant and full-bodied sip, never elusive, well defined. Powerful but well-sculpted tannins.

If he is not a champion of finesse, he is certainly one of concreteness.

Excellent with mezze pipes with beef ragout and ham.

Enonauta/Degustazione di Vino #314 – review – Montecucco “Campo Rombolo” 2020 – Le Calle | le belle sorprese da poco più di 10 euro

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Chianti Classico 2018 – Le Masse di Lamole

Chianti Classico 2018 – Le Masse di Lamole

Il nome de Le Masse di Lamole è apparso spesso sulle pagine de L’Enonauta (vedi qui).


Un Sangiovese di Lamole, oltre 600 metri slm, vinificato in acciaio e con invecchiamento in botti di castagno.

Un Chianti Classico/Sangiovese smagliante, di colore vivace, giovane, con profumi di agrumi, lampone e lavanda in mezzo a un onda di floreale fragrantissimo. Con qualche eco di sottobosco e spezie. Tutto qui. Nettamente, con vigoria. Un tutto qui che è assai.

Enonauta/Degustazione di Vino #313 - review - Chianti Classico 2018 - Le Masse di Lamole | L'essenza del Terroir ben spiegata in toscano

Freschissimo al palato, diretto, schietto di carattere, ma equilibrato nel suo sviluppo, lineare, giustamente alcolico e tannico per un sorso tonico, ma sempre ben definito e direzionato. Retrogusto agrumato e di frutti rossi dolci, molto aperto sul finale. Vino identitario, territoriale, comprensibile e ampiamente godibile. Il consiglio di abbinarlo con la bistecca è inevitabile e altrettanto inevitabile è specificare che una bottiglia a persona è la “giusta proporzione” in questo caso.

Enonauta/Degustazione di Vino #313 - review - Chianti Classico 2018 - Le Masse di Lamole | L'essenza del Terroir ben spiegata in toscano

Chianti Classico 2018 – Le Masse di Lamole

The name of Le Masse di Lamole often appeared in the pages of L’Enonauta (see here).

A Sangiovese from Lamole, over 600 meters above sea level, vinified in steel and aged in chestnut barrels.

A dazzling Chianti Classico/Sangiovese, lively in color, young, with aromas of citrus, raspberry and lavender amidst a wave of very fragrant florals. With some echoes of undergrowth and spices. That’s all. Clearly, with vigor. An all here which is a lot.

Very fresh on the palate, direct, frank in character, but balanced in its development, linear, rightly alcoholic and tannic for a tonic sip, but always well defined and directed. Citrus and sweet red fruit aftertaste, very open on the finish. Wine with identity, territorial, understandable and widely enjoyable. The advice to pair it with steak is inevitable and equally inevitable is to specify that one bottle per person is the “right proportion” in this case.

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L’Alberello 2018 Bolgheri Superiore – Grattamacco

L’Alberello 2018 – Grattamacco – Bolgheri Superiore

“Pole Bolgheri permettisi di pareggiare con tutti gli altri territori vocati così da poter essere considerato vocato allo stesso modo?”
Prendo a prestito, parafrasandola, una famosa battuta del film “Berlinguer ti voglio bene” per introdurre le mie note su questo Bolgheri Superiore.
Certi assaggi ci dicono di sì e questo è tra quelli. Assaggiato in diverse occasioni nel 2022, occasioni in cui mi sembrò sempre un vino piuttosto convincente, stappo finalmente una bottiglia a casa.

Cabernet Sauvignon per il 70 percento Cabernet Franc per il restante 30. Un anno in barrique e un anno in bottiglia. Questo si evince dalla scheda tecnica reperibile sul sito aziendale. Altrove si legge che il blend si completa con un saldo di Petit Verdot.

Veste color rubino scuro, impenetrabile, vino aperto, gioviale, profumato e non ci mette molto a presentarsi con ricordi di cassis, spezie dolci, mirto, timo fresco pestato e reminiscenze di tabacco, terrose e vagamente balsamiche.

Caldo senza mai strabordare, freschezza misurata molto larga/diffusa, buon corpo, ricchezza di gusto e tannini ben maturi per un sorso gratificante ed equilibrato dal lungo finale fruttato/balsamico.

Approcciabile e godibile fin da subito, ma non escluderei ottimi risultati anche nel tempo. Ma sicuramente consiglio a chi ne avesse comprate alcune bottiglie di stapparne una subito.

Enonauta/Degustazione di Vino #312 - review - L'Alberello 2018 - Grattamacco | Bolgheri Superiore accessibile e già approcciabile
L’Alberello 2018 – Grattamacco
Enonauta/Degustazione di Vino #312 - review - L'Alberello 2018 - Grattamacco | Bolgheri Superiore accessibile e già approcciabile
L’Alberello 2018 – Grattamacco

L’Alberello 2018 – Grattamacco – Bolgheri Superiore

“Do Pole Bolgheri allow itself to equalize with all the other suitable territories so that it can be considered equally suited?”
I borrow, paraphrasing it, a famous line from the film “Berlinguer I love you” to introduce my notes on this Bolgheri Superiore.
Certain tastings tell us yes and this is among them. Tasted on several occasions in 2022, occasions on which it always seemed to me to be a rather convincing wine, I finally uncorked a bottle at home.

Cabernet Sauvignon for 70 percent Cabernet Franc for the remaining 30. One year in barrique and one year in bottle. This can be seen from the technical data sheet available on the company website. Elsewhere we read that the blend is completed with a balance of Petit Verdot.

It has a dark ruby ​​colour, impenetrable, an open, cheerful, perfumed wine and it doesn’t take long to present itself with memories of cassis, sweet spices, myrtle, fresh crushed thyme and reminiscences of tobacco, earthy and vaguely balsamic.

Warm without ever overflowing, very broad/widespread measured freshness, good body, richness of taste and well-ripe tannins for a gratifying and balanced sip with a long fruity/balsamic finish.

Approachable and enjoyable right away, but I wouldn’t rule out excellent results over time too. But I certainly advise anyone who has bought a few bottles to uncork one immediately.

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UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023

UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023

La giornata a ViniVeri è una delle mie preferite nel Calendario del Vinomane/Winewriter. Anzi, forse è la mia preferita. E continua a essere la mia preferita, alla pari con gli eventi organizzati da L’Acquabuona (https://www.acquabuona.it/), anche dopo aver frequentato negli anni una miriade di festival, fiere, esposizioni, etc.
E il motivo è semplice, come spesso è ciò che ti convince e soddisfa. Lo spazio e l’atmosfera.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Viniveri è forse l’occasione in cui si riescono a scambiare il maggior numero di parole col prossimo. In cui si riesce a bere/degustare senza l’incombente presenza fisica di migliaia di altre persone, a camminare liberi, a respirare, a riflettere il tempo necessario su quanto si è appena bevuto. E da quest’anno con un nuovo spazio espositivo e uno spazio ristoro di buon livello.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Per cosa ricorderemo Viniveri Cerea 2023?

Sicuramente ci sono le conferme di quanto di buono assaggiato ad Assisi.
Ne abbiamo scritto qui: https://wp.me/pavwJ6-T3

Su tutto il Barolo Brunate 2019 di Rinaldi che pare un vino immaginario partorito dall’immaginazione di una mente illuminata come quella di Borges o di Elemire Zolla, vino di evidente e persuasiva precisione articolata in un linguaggio enoico comprensibile a tutti, non artificioso. Segno che chi continua l’opera di Citrico ha i numeri per farlo.

Il Bramaterra della famiglia Antoniotti, 2019 al banco, che anno dopo anno consolida una reputazione dovuta a ripetuti brillanti assaggi e ottime bottiglie stappate.

Il Pendio, azienda della Franciacorta che incontro per la prima volta in questa occasione, che porta in assaggio dei Metodo Classico di grande personalità lontani da certi standard del luogo da cui solitamente mi tengo lontano.

Massa Vecchia da Massa Marittima, con i cui vini in passato ho un po’ discusso, che ha tra le proposte il Rosato 2019 e il Sangiovese 201 . Sul Sangiovese superiore e sul Vermentino sul momento dell’assaggio si sono formate però delle riserve (un gioco di parole non premeditato). Da riprovare.

Laiolo Reginin con le sue Barbera. Dalla sapida e succosa agilita de La Mora alla struttura più importante, ma mai imballata, del Nizza Lai Man, passando per la sempre vitale e identitaria Barbera Da Sul.

Ronco Severo: simpatia e grandi vini. Combo perfetta.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Eugenio Rosi che forse è il produttore, tra quelli che portano un buon numero di etichette, con la qualità media più alta su tutta la proposta. In crescita costante.

Zampaglione che porta al banco un Fiano del 2007 che lascia incantati a riflettere sulle potenzialità espressive e di invecchiamento del vino.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

E ci rivedremo nel 2024.

Fotografie di Dario Agostini

Viniveri Cerea 2023 una delle principali manifestazioni del vino italiane
Viniveri Cerea 2023
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