Bottiglie, Degustazioni

Barolo Bussia 2012 – Giacomo Fenocchio

BAROLO BUSSIA 2012 – GIACOMO FENOCCHIO

Per il Barolo Bussia di Giacomo Fenocchio ci troviamo a Monforte d’alba.
Barolo tradizionale. Lunga macerazione, affinamento in botti grandi.

Un bel granato lucido con sfumature sull’unghia color cipria.
Al naso porta un ventaglio olfattivo fine e complesso, che sviluppa suggestioni piacevoli e ben definite e che io riassumerei in quattro descrittori che mi sembrano, in questo momento che scrivo, i più consoni a replicare nel discorso le percezioni provate nel portare il bicchiere al naso: Rosa, Melograno, Cuoio fresco, Foglia di The.
Le aspettative generate dal naso restano però in parte deluse dal sorso.

L’attacco è caldo e misuratamente sapido, ma una freschezza poco brillante lo rende leggermente fiacco e poco profondo in fase centrale. L’alcool spinge rapidamente verso un un finale tannico caratterizzato da sentori di erboristeria.
Rispetto al Villero suo coevo, bevuto sei mesi fa, un gradino sotto.
Da riprovare.

Enonauta/Degustazione di Vino #015 review - Barolo Bussia 2012 di Giacomo Fenocchio. Tradizione e austerità.
Enonauta/Degustazione di Vino #015 review - Barolo Bussia 2012 di Giacomo Fenocchio. Tradizione e austerità.
Enonauta/Degustazione di Vino #015 review - Barolo Bussia 2012 di Giacomo Fenocchio. Tradizione e austerità.
Enonauta/Degustazione di Vino #015 review – Barolo Bussia 2012 di Giacomo Fenocchio. Tradizione e austerità.

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Bottiglie, Degustazioni

Turpino 2010 – Querciabella

Turpino 2010 – Querciabella

Turpino di Querciabella viene fatto con le Uve dalle vigne aziendali in Maremma.

Blend di Cabernet Franc (40), Merlot (20) e Syrah (40). Biodinamico Steineriano in vigna. Fermentazione con lieviti indigeni. Affinamento in barrique nuove per il 20%

Consistente granato scuro. Turpino 2010 è un vino che si distingue per la sua elegante forza. Potente e dinamico al naso, dispiega un ventaglio aromatico complesso in cui risaltano i sentori di prugna e mora e accenni di tabacco dolce, spezie, di grafite e incenso.

Enonauta/Degustazione di Vino #014 review - Turpino 2010 di Querciabella. Un blend elegante dalle colline sopra Greve in Chianti

{Nez puissant et dynamique, il déploie une gamme aromatique complexe dans laquelle se détachent les arômes de prune et de mûre et des notes de tabac doux, d’épices, de graphite et d’encens.}

(Powerful and dynamic on the nose, it unfolds a complex aromatic range in which the scents of plum and blackberry and hints of sweet tobacco, spices, graphite and incense stand out.)

Attacco caldo, aromatico e non di petto, acidità vellutata e viva, tannino rifinito e setoso.

Piacevole ritorno di frutti di bosco nel centro bocca e lungo finale dove si riverbera la freschezza.

A volergli trovare per forza un punto debole si potrebbe dire che un po’ di corpo, di volume in più avrebbe forse giovato, ma resta la sensazione di aver bevuto un ottimo vino che è ulteriore conferma della vocazione di Querciabella per vini eleganti e puliti.

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Barbaresco Manzola 2008 - Fiorenzo Nada
Bottiglie, Degustazioni

Barbaresco Manzola 2008 – Fiorenzo Nada

Risale al 2012 la mia visita all’azienda di Bruno Nada. Eppure conservo intatto nella memoria il ricordo dell’accoglienza ricevuta, della sua generosità nel raccontarsi e nel raccontare la storia della sua famiglia e della disciplina necessaria alla vita dell’agricoltore. E ricordo molto bene i vini bevuti quel giorno.
Resta ad oggi una delle esperienze più formative ed entusiasmanti nel mio percorso enoico.

Questa è una delle ultime bottiglie di quella trasferta, sopravvissuta a due traslochi e a una alluvione.

 

Barbaresco Manzola Fiorenzo Nada 2008

Fiorenzo Nada

100% Nebbiolo (Lampia e Michet)
24 mesi di botte
6 mesi di bottiglia
Treiso

Granato fitto e vivo il colore. Sornione d’acchìto, palesa con le ore un ricco bouquet.

Rosa essiccata, lampone e frutti di bosco maturi, si avvertono note di radice aromatica come rabarbaro e liquirizia, tabacco, qualche accenno boschivo.
Attacco gustativo fresco, l’acidità si impone e imprime al sorso una accelerazione emozionante. Segue grande intensità di frutto, materia e succo vibranti, una trama tannica integra e ben integrata. Sapidità sottotraccia che si allunga sul finale dove torna coerentemente la radice.
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L’assaggio ci parla di una bottiglia che può essere considerata vicina al vertice positivo della sua evoluzione. Che porta in dote al contempo grande dinamica gustativa ed equilibrio. Potenza verticale e grazia.

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The glass told us of a bottle that can be considered close to the positive point of its evolution. Which brings at the same time great gustatory dynamics and balance. Vertical power and grace.

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Le goût nous parle d’une bouteille qui peut être considérée comme proche du point positif de son évolution. Ce qui apporte à la fois une grande dynamique gustative et un bon équilibre. Puissance verticale et la grâce.

Barbaresco Manzola 2008 - Fiorenzo Nada
Barbaresco Manzola 2008 – Fiorenzo Nada
Barbaresco Manzola 2008 - Fiorenzo Nada
Barbaresco Manzola 2008 – Fiorenzo Nada

 
 
 
 
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Barrosu 2016 (Cannonau di Sardegna Doc) – Giovanni Montisci

Barrosu 2016 (Cannonau di Sardegna Doc) – Giovanni Montisci

Un brindisi improvvisato tra tre Enonauti in occasione di un lieto evento e per brindare andiamo fino a Mamoiada. (luoghi del vino)

Una bomba senza orologeria questo Cannonau del Signor Montisci. Viti vecchie, pochi interventi, un clima favorevole ed ecco Barrosu.

Naso esuberante e impressivo. Vasti sentori di frutta sotto spirito, macchia bagnata, mirto, echi di spezie dolci.
Al palato è caldo e non potrebbe non esserlo, ma al contempo non risulta schiacciato dalla sua enorme carica alcolica. Una importante, spessa e succosa dotazione acida rendono equilibrato, seppur impegnativo, il sorso.

Il finale, per durata degli aromi e per come si distende l’intensissima vena sapida, lascia storditi e disse bene l’oste che nel servirlo lo definì “una via di mezzo tra un distillato e un vino”.

Enonauta/Degustazione di Vino #7 - BARROSU 2016 di MONTISCI. Un Cannonau di Mamoiada esuberante e impressivo
Barrosu 2016 Montisci
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Bottiglie, Rifermentati

Vadum Caesaris Spumante Metodo Famigliare 2016 – Vallarom

Vadum Caesaris Metodo Familiare 2016

Vallarom (Avio, Tn)

Vadum Caesaris Metodo Familiare fa vinificazione in acciaio e in percentuali diverse per Chardonnay, Sauvignon, Riesling Renano e Pinot Bianco. A seguire rifermentazione in bottiglia.

Verdolino opalescente, d’altra parte è un sur lie. Al naso è vivace, principalmente frutti esotici, mango e ananas, ma anche susina selvatica e pane fresco.

Effervescenza minuta e setosa e acidità vellutata per questo Metodo Famigliare di casa Vallarom che al palato risulta cremoso e di gusto pieno. Finale insistito di frutto esotico e un lungo, piacevole ricordo di arancia amara, di scorzette di cedro ed è un vino che si lascia bere agevolmente, piacevolmente, e che può accompagnare degnamente un bel risotto ai porri, che per l’appunto avevo cucinato in questa occasione, dei primi di pesce o anche semplicemente un aperitivo in agilità prima di una cena sostanziosa.

 
 
Enonauta/Degustazione di Vino #5 - Vadum Caesaris 2016  di Vallarom. Il metodo familiare come lo intende Filippo Scienza di Vallarom.
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Bottiglie, Degustazioni

Nebbiolo Cascinotto 2015 – Claudio Alario

Nebbiolo Cascinotto 2015 – Claudio Alario

Colore rubino scuro. Consistente.
Appena sturato è chiuso, oscuro. Lancia brevi segnali olfattivi, tutti riconducibili al legno e alle spezie, ma resta chiuso nel guscio.
Assaggio, ma rimando al giorno seguente gli appunti e le conclusioni.
A distanza di ventiquattro ore esprime un bouquet di tutto rispetto e mette in successione sentori di geranio, mirtillo, note eteree e di tabacco, sentori boisée per poi distendersi in una singolare coda di eucalipto, cannella e mirto.
Al palato è caldo, molto caldo. Ha volume il sorso, forza e polpa, è un vino di struttura che che ingaggia un corpo a corpo con le papille gustative. Un vino tattile e muscolare, dotato di freschezza soffice e di un tannino robusto e che sviluppa in ampiezza, senza peraltro rinunciare a sorprendere anche in bocca con un persistente retrogusto finale di scorza d’arancio.
È lecito pensare che questa grande potenza figlia dell’annata in un paio d’anni riesca a smorzarsi e a dare la possibilità a questo Nebbiolo  di Claudio Alario di esprimersi al 100%. Dunque non resta dunque nient’altro da fare che darsi appuntamento al 2021.

 
 
Nebbiolo Cascinotto 2015 Claudio Alario
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Bottiglie, Degustazioni

Solare Toscana Igt 2004 – Capannelle

Tutto inizia con un miracolo al novantesimo col tappo. Che sembra sbriciolarsi, un po’ si sbriciola, si spezza, ma alla fine si fa estrarre senza sbriciolarsi dentro la bottiglia.
80 sangiovese e 20 malvasia nera del chianti. Affinamento per 18 mesi in barrique (in parte nuove).
L’annata 2004 è considerata dall’azienda, per questo vino, il benchmark qualitativo per le annate successive e secondo me hanno ragione.

E inoltre il binomio Sangiovese/Malvasia Nera si conferma in questa etichetta, come in altre prodotte in Toscana, uno dei migliori al fine di ottenere riserve eleganti e longeve.

Il colore è quello di un vino che non ha ceduto al tempo e che la fortuna ha voluto consegnarci integro a 14 anni dalla vendemmia e dopo 10 dall’imbottigliamento. Rosso rubino intenso, scuro. In controluce sembra di scorgere ancora dei toni purpurei, ma come ben sappiamo la percezione deve affrontare perigli di varia natura e siamo pronti a prendere in considerazione l’ipotesi che non sia vero anche se in effetti sembrano proprio sfumature purpuree quelle che si scorgono nel bevante.

Ampio e pulito fin da subito il ventaglio odoroso.
Note mentolate e ematico/ferrose su un fondo di frutti scuri, corbezzolo maturo, scorza d’arancia, cacao e spezie dolci. A tratti reminiscenze di quella invenzione da salotto anni 60/70 chiamata After Eight.
Al sorso risulta essere un vino di straordinario impatto e vitalità.
Una sontuosa spalla acida per una freschezza smisurata a cui un tannino levigato, un misurato, ma sensibile, calore e un corpo integro, fanno da contrappunto per un sorso dinamico, equilibrato e flessuoso. Nel lunghissimo finale balsamico tornano coerentemente le scorze, il cacao, il frutto maturo.
Molto lontano ancora da una fase discendente che, dopo questo assaggio, sembra impossibile a immaginarsi. Lo definirei pronto. Ma non maturo.
Una bottiglia che non verrà dimenticata facilmente.

Aperto nel dicembre 2018

Solare Capannelle Supertuscan

Solare Capannelle Supertuscan

Solare Capannelle Supertuscan

Solare Capannelle Supertuscan

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Manincor - Kalterersee Kiel 2015
Bottiglie, Degustazioni

Kalterersee Keil 2015 – Manincor

“Sarebbe bello incontrare più spesso vini di questa fatta”. Questo è ciò che ho pensato alla fine della bottiglia che, non so se è rilevante ai fini della narrazione, è durata circa venti minuti in un tavolo di tre persone. Sarà stata la sete, sarà stata la piacevolezza, la serbevolezza del vino, il liquido scomparve come risucchiato dalla falla in fondo alla bottiglia. E i commensali tutti, pochi a dire il vero, ma buoni, rilasciarono dichiarazioni di apprezzamento entusiastico per la finezza indiscutibile della Schiava di Manincor.
Io vorrei incontrare più spesso bottiglie di immediata piacevolezza e convincente carattere, animate da inarginabile beva e accessibili economicamente, senza costringersi a inutili sforzi di immaginazione per giustificare spese ingiustificabili, sapori irricevibili, aspettative illegittime.
Kalterersee Keil 2015 (Schiava) è prodotto da Manincor. Azienda del Sud Tirolo, situata sul versante settentrionale del Lago di Caldaro, che segue i dettami dell’agricoltura biodinamica senza rinunciare a proporre vini corretti e di indiscussa eleganza.
Il colore è lucente, rubino vivido, e lascia intendere un vino vibrante, vivo. E quel vino vibrante e vivo poi si palesa esattamente come tale.
Sorprende il nitore dei profumi. Ciliegia e ribes in testa. Profuma di frutta fresca, rosa e bacche rosse, un ricordo speziato e di erbe aromatiche.
È un vino scattante, dotato di vigoria nervosa, asciutto, mai fiacco. Anzi. Un vino incalzante, espressivo, animato da una acidità setosa accompagnata da un tannino gentile e saporito.
Torna il frutto nel finale insieme a una nota sapida, e come di china, che rende persistenti i sentori nel retrobocca.
Un vino che si fa bere, versatile nell’accompagnare il cibo a tavola.
Credo s’intenda che l’apprezzamento per questo Kiel 2015 è stato entusiastico.
Stappato nel dicembre 2017
© Simone Molinaroli
per L’Enonauta

Manincor - Kalterersee Kiel 2015
Manincor – Kalterersee Kiel 2015
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