Degustazioni, Eventi

UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023

UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023

La giornata a ViniVeri è una delle mie preferite nel Calendario del Vinomane/Winewriter. Anzi, forse è la mia preferita. E continua a essere la mia preferita, alla pari con gli eventi organizzati da L’Acquabuona (https://www.acquabuona.it/), anche dopo aver frequentato negli anni una miriade di festival, fiere, esposizioni, etc.
E il motivo è semplice, come spesso è ciò che ti convince e soddisfa. Lo spazio e l’atmosfera.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Viniveri è forse l’occasione in cui si riescono a scambiare il maggior numero di parole col prossimo. In cui si riesce a bere/degustare senza l’incombente presenza fisica di migliaia di altre persone, a camminare liberi, a respirare, a riflettere il tempo necessario su quanto si è appena bevuto. E da quest’anno con un nuovo spazio espositivo e uno spazio ristoro di buon livello.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Per cosa ricorderemo Viniveri Cerea 2023?

Sicuramente ci sono le conferme di quanto di buono assaggiato ad Assisi.
Ne abbiamo scritto qui: https://wp.me/pavwJ6-T3

Su tutto il Barolo Brunate 2019 di Rinaldi che pare un vino immaginario partorito dall’immaginazione di una mente illuminata come quella di Borges o di Elemire Zolla, vino di evidente e persuasiva precisione articolata in un linguaggio enoico comprensibile a tutti, non artificioso. Segno che chi continua l’opera di Citrico ha i numeri per farlo.

Il Bramaterra della famiglia Antoniotti, 2019 al banco, che anno dopo anno consolida una reputazione dovuta a ripetuti brillanti assaggi e ottime bottiglie stappate.

Il Pendio, azienda della Franciacorta che incontro per la prima volta in questa occasione, che porta in assaggio dei Metodo Classico di grande personalità lontani da certi standard del luogo da cui solitamente mi tengo lontano.

Massa Vecchia da Massa Marittima, con i cui vini in passato ho un po’ discusso, che ha tra le proposte il Rosato 2019 e il Sangiovese 201 . Sul Sangiovese superiore e sul Vermentino sul momento dell’assaggio si sono formate però delle riserve (un gioco di parole non premeditato). Da riprovare.

Laiolo Reginin con le sue Barbera. Dalla sapida e succosa agilita de La Mora alla struttura più importante, ma mai imballata, del Nizza Lai Man, passando per la sempre vitale e identitaria Barbera Da Sul.

Ronco Severo: simpatia e grandi vini. Combo perfetta.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

Eugenio Rosi che forse è il produttore, tra quelli che portano un buon numero di etichette, con la qualità media più alta su tutta la proposta. In crescita costante.

Zampaglione che porta al banco un Fiano del 2007 che lascia incantati a riflettere sulle potenzialità espressive e di invecchiamento del vino.

Eventi Vino #5 - 2023 - UNA GIORNATA A Cerea per VINIVERI 2023 | qualche impressione Viniveri 2023 a Cerea

E ci rivedremo nel 2024.

Fotografie di Dario Agostini

Viniveri Cerea 2023 una delle principali manifestazioni del vino italiane
Viniveri Cerea 2023
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Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione

Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione

Enonauta/Degustazione di Vino #311 - review - Fiano Don Chisciotte 2007 - Zampaglione | Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Pasqua avara, ma il dopo Pasqua si apre con questo cimelio riportato dall’ultima edizione di Viniveri a Cerea.

Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Al banco a Cerea si rimane colpiti dalla forza e dalla precisione con cui si esprime questo vino. I cui profumi e il cui gusto ricordano quanto espresso nelle annate più recenti a sottolineare un’idea e una identità netta, ma se vogliamo con ancora più riconoscibilità.

Enonauta/Degustazione di Vino #311 - review - Fiano Don Chisciotte 2007 - Zampaglione | Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Il colore è giallo scuro, meno tendente all’arancio di quanto appaia in foto, ed è appena velato. E non lo definirei un orange wine. Lo classificherei più come un bianco tradizionale. Non è un orange. Degli orange non ha la vena confusionaria che spesso li contraddistingue al naso e non ha quel tocco un po’ sgraziato da cui spesso, non tutti specifichiamo, vengono caratterizzati.

Enonauta/Degustazione di Vino #311 - review - Fiano Don Chisciotte 2007 - Zampaglione | Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Sentori di nespole, elicriso secco, caramella d’orzo, datteri, col passare del tempo si concentrano aromi di purea di albicocche, cera d’api, il piretro che avevo riscontrato nel 2020 bevuto, e raccontato, da poco.

Il Sorso è secco, incisivo, piuttosto preciso nelle sue suggestioni, molto equilibrato e persistente. Dotato di una eleganza rustica e confortevole, per analogia come una bella giacca alla cacciatora di panno. Il ritorno del frutto nel centrobocca e sul finale brilla per integrità, e nel complesso è certamente un vino dalla spiccata personalità.

È uno dei pochi vini che mi sentirei di paragonare al Trebbiano di Valentini. Proprio per il fatto che al pari suo non somiglia a nessun altro vino e si somigliano in questo. Nell’essere unici e tradizionalmente fuori da ogni schema.

Nel momento in cui chiudo questa nota l’ultimo gróndo di vino e di residui sono nel bicchiere da 48 ore. Non c’è traccia di derive. Purea di albicocche, c’era d’api, vegetale aromatico. Uno stress test che mi capita talvolta di fare con quei vini che sembrano avere un bel rapporto con l’aria.

Enonauta/Degustazione di Vino #311 - review - Fiano Don Chisciotte 2007 - Zampaglione | Fiano vinificato tradizionalmente a Calitri, alta Irpinia, quasi Basilicata.

Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione

A stingy Easter, but the post-Easter period opens with this relic brought back from the latest edition of Viniveri in Cerea.

Fiano traditionally vinified in Calitri, upper Irpinia, almost Basilicata.

At the counter in Cerea you are struck by the strength and precision with which this wine is expressed. Whose aromas and taste are reminiscent of what was expressed in the most recent vintages to underline an idea and a clear identity, but if we want with even more recognisability.

Enonauta/Wine Tasting #311 – review – Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione | Fiano traditionally vinified in Calitri, upper Irpinia, almost Basilicata.
The color is dark yellow, less orange than it appears in the photo, and is barely veiled. And I wouldn’t call it an orange wine. I would classify it more as a traditional white. It’s not orange. Of oranges it does not have the confusing streak that often distinguishes them on the nose and it does not have that slightly awkward touch by which they are often, not all of us specified, characterized.

Enonauta/Wine Tasting #311 – review – Fiano Don Chisciotte 2007 – Zampaglione | Fiano traditionally vinified in Calitri, upper Irpinia, almost Basilicata.
Hints of medlar, dried helichrysum, barley candy, dates, as time goes by, aromas of apricot puree, beeswax, and the pyrethrum that I had recently encountered in 2020 were concentrated.

The sip is dry, incisive, rather precise in its suggestions, very balanced and persistent. Equipped with a rustic and comfortable elegance, by analogy like a beautiful cloth hunter’s jacket. The return of the fruit in the mid-mouth and on the finish shines with integrity, and overall it is certainly a wine with a strong personality.

It is one of the few wines that I would compare to Valentini’s Trebbiano. Precisely for the fact that like it it does not resemble any other wine and they are similar in this. In being unique and traditionally outside of any mold.

By the time I close this note, the last drop of wine and residue has been in the glass for 48 hours. There is no trace of drifts. Apricot puree, bee’s cabbage, aromatic vegetable. A stress test that I sometimes do with those wines that seem to have a good relationship with air.

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Soave Castelcerino 2019 – Filippi

Soave Castelcerino 2019 – Filippi – Soave Colli Scaligeri Doc

Pasqua avara di soddisfazioni enoiche e allora recupero questa bevuta consumata appena prima della festa e che mi ha lasciato un bel ricordo.

Soave Tripla A che muove opinioni anche molto diverse e che da un po’ volevo provare. Trovo un 2019 online e non me lo lascio scappare.

Garganega da vigne su suoli vulcanici. Fermentazione spontanea e sosta sulle fecce in acciaio.

Colore bello, giallo intenso, brillante, ha un bel corredo aromatico che spazia dal narciso alla noce di macadamia, dalla drupa matura al miele millefiori, fino a ricordi vegetali aromatici e speziati.
Al palato dà il meglio. Sorso gustoso (si potrà dire?) dinamico, sapido, strutturato con acidità appena pungente e una trama spessa. Il ritorno del frutto è ingente, così come di suggestioni legate al miele, alla scorza di cedro.
Bottiglia dalla piacevolezza di beva impressionante che si svuota a velocità record.

Enonauta/Degustazione di Vino #310 - review - Soave Castelcerino 2019 - Filippi | Sorso gustoso (si potrà dire?) dinamico, sapido
Enonauta/Degustazione di Vino #310 - review - Soave Castelcerino 2019 - Filippi | Sorso gustoso (si potrà dire?) dinamico, sapido
Enonauta/Degustazione di Vino #310 - review - Soave Castelcerino 2019 - Filippi | Sorso gustoso (si potrà dire?) dinamico, sapido

Soave Castelcerino 2019 – Filippi – Soave Colli Scaligeri Doc

Easter is stingy with wine satisfaction and so I recover this drink consumed just before the party and which left me with a beautiful memory.

Soave Triple A which raises very different opinions and which I have wanted to try for a while. I find a 2019 online and I don’t let it slip away.

Garganega from vineyards on volcanic soils. Spontaneous fermentation and rest on the lees in steel.

Beautiful colour, intense, brilliant yellow, it has a beautiful aromatic complement that ranges from narcissus to macadamia nut, from ripe drupe to wildflower honey, up to aromatic and spicy vegetal memories.
It gives its best on the palate. Tasty sip (can we say?) dynamic, savory, structured with slightly pungent acidity and a thick texture. The return of the fruit is huge, as well as suggestions linked to honey and cedar peel.
Bottle with impressive drinking pleasure that empties at record speed.

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Percarlo 2008 – Fattoria San Giusto a Rentennano

Percarlo 2008 – Fattoria San Giusto a Rentennano

Sangiovese. Selezione dai migliori appezzamenti a Gaiole in Chianti, lunga macerazione e affinamento per 22 mesi in fusti da 225 litri e poi in bottiglia per 15 mesi.

È un VINONE. Uso questo termine, che per molti è diventato tabù in quest’epoca di ricerca della leggerezza, fino quasi alla invenzione del vino esangue, e che alla fine sembra ricalcare in senso negativo la ricerca della opulenza a tutti i costi, e lo uso affettuosamente e in senso elogiativo. Un vinone non opulento che a 15 anni dalla vendemmia non ha ceduto di un millimetro sullo smalto e sull’espressività e non ha ancora intrapresa la china della disgregazione/invecchiamento. Anzi. È un vino più pronto che maturo e l’integrità del liquido contenuto in questa bottiglia è eccezionale.
Dove per integrità non s’intende “come se il tempo non fosse passato”, ma integrità di colore e di frutto percepito.
Il tempo è invece passato e il colore di questo Percarlo 2008 è scuro, rubino fitto, brillante fino all’unghia. L’ampiezza e la nettezza dei profumi sono paradigmatiche. Esordisce sul mirto e poi l’arancia tarocco matura, la prugna, grafite e carne cruda, note ematiche e poi torna il frutto con la ciliegia sotto spirito e ancora ricordi di erbe aromatiche e di tabacco.
Sorso caldo, impattante, coeso con acidità distribuita e tannini sabbiosi che stanno “dentro” la materia, la prima dando luminosità e i secondi disegnandone la precisa forma. Materia che ha concentrazione, fibra, percezione del frutto di rara intensità e finale lunghissimo e prepotentemente balsamico.

Vino che può essere definito memorabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #309 - review - Percarlo 2008 - Fattoria San Giusto a Rentennano | Sorso caldo, impattante, coeso
Enonauta/Degustazione di Vino #309 - review - Percarlo 2008 - Fattoria San Giusto a Rentennano | Sorso caldo, impattante, coeso
Enonauta/Degustazione di Vino #309 - review - Percarlo 2008 - Fattoria San Giusto a Rentennano | Sorso caldo, impattante, coeso

Percarlo 2008 – Fattoria San Giusto in Rentennano

Sangiovese. Selection from the best plots in Gaiole in Chianti, long maceration and refinement for 22 months in 225 liter barrels and then in the bottle for 15 months.

It’s a WINE. I use this term, which for many has become taboo in this era of the search for lightness, almost until the invention of bloodless wine, and which in the end seems to reflect in a negative sense the search for opulence at all costs, and I use it affectionately and in a laudatory sense. A non-opulent wine which, 15 years after the harvest, has not lost a millimeter in its enamel and expressiveness and has not yet embarked on the slope of disintegration/ageing. On the contrary. It is a wine that is more ready than mature and the integrity of the liquid contained in this bottle is exceptional.
Where by integrity we do not mean “as if time had not passed”, but integrity of color and perceived fruit.
However, time has passed and the color of this Percarlo 2008 is dark, dense ruby, brilliant up to the nail. The breadth and clarity of the aromas are paradigmatic. It starts with myrtle and then the ripe tarot orange, plum, graphite and raw meat, blood notes and then the fruit returns with the cherry in alcohol and again memories of aromatic herbs and tobacco.
Warm, impactful sip, cohesive with distributed acidity and sandy tannins that are “inside” the material, the former giving brightness and the latter drawing its precise shape. Material that has concentration, fibre, perception of the fruit of rare intensity and a very long and forcefully balsamic finish.

Wine that can be defined as memorable.

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Taurasi Terzotratto 2011 – I Favati

Taurasi Terzotratto 2011 de I Favati è una bellissima scoperta dell’ultimo Mercato Fivi da cui riportammo il Terzotratto Riserva 2009 (etichetta bianca) stappato a inizio anno e di cui è ancora vivo il ricordo.

Qualitativamente non è distante dal fratello maggiore questo Taurasi Terzotratto 2011.

Aglianico vinificato in acciaio e invecchiamento in legni di varie dimensioni per tre anni.

Colore rubino scuro compatto, consistenza evidente, con tipico e bel corredo olfattivo di mora matura, pepe bianco, anice, note fumé, e di erbe aromatiche essiccate.
Irruenza non giovanile, ma di carattere, è generoso ed estroverso, caldo, carnoso, tannico e sapido, avrà bisogno di qualche anno per trovare un bilanciamento che si intravede. Per il momento è un vino di impatto, ben delineato nella sua muscolarità. Coerente sul finale dove si rievocano i frutti scuri, gli agrumi, erbe e radici aromatiche.

Enonauta/Degustazione di Vino #308 - review - Taurasi Terzotratto 2011 - I Favati | Irruenza non giovanile, ma di carattere, è generoso ed estroverso
Enonauta/Degustazione di Vino #308 - review - Taurasi Terzotratto 2011 - I Favati | Irruenza non giovanile, ma di carattere, è generoso ed estroverso
Taurasi Terzotratto I Favati

Taurasi Terzotratto I Favati

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Anteprime Toscane 2023 – qualche impressione

Anteprime Toscane 2023 – (qualche impressione)

Report parziale di quanto assaggiato e visto durante le Anteprime Toscane perché per L’Enonauta fu possibile presenziare solo alla Chianti Classico Collection, all’Anteprima del Nobile di Montepulciano e all’Anteprima dei Vini della Costa.

CHIANTI CLASSICO COLLECTION – Anteprime Toscane 2023

La Chianti Classico Collection 2023 è la solita Chianti Classico Collection degli altri anni. Alla stazione Leopolda tutti i banchi d’assaggio divisi per area di provenienza, grande folla, si ottiene quel che si aspetta. Ogni anno la permanenza scema di qualche minuto.

Cosa mi è rimasto impresso nella mente e sul taccuino?

Tenuta Carleone

Porta tre vini in assaggio che sono un campione di radicale finezza e che per fragranza potrebbero essere apparentati a invenzioni di profumeria. Chianti Classico 2020, Uno 2020 con 20 scritto a mano, Il Guercio 2020. Tre esecuzioni magistrali.

Podere Pruneto

Pruneto porta un Chianti Classico che si distingue tra gli omologhi raddesi per una più spiccata florealità, un’anima agrumata vitale e un tannino che mi azzardo a definire sfrontato.

Montesecondo

Il Chianti Classico 2021 di Montesecondo è tra i più emozionanti pur nella sua estrema precisione.
Sul Sangiovese in anfora sospendo il giudizio.

Monte Bernardi

Per la scintillante florealità, la leggiadria del sorso, la dichiarata fedeltà al vitigno.
Chanti Classico Retromarcia 2021 e Riserva 2020

San Giusto a Rentennano

Vini che sono, al solito, un punto d’incontro tra la potenza, lo spessore e l’espressività.
Chianti Classico Riserva Le Baròncole 2020 spicca.

ANTEPRIMA DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO – Anteprime Toscane 2023

La prima volta per chi scrive all’Anteprima del Nobile. Parcheggio casualmente molto lontano e per arrivare spendo non poche energie in un giorno di mezza primavera anticipata. Lo scenario offerto dalla Rocca di Montepulciano e il panorama mettono di buon umore e la qualità media dei vini presentati è alta e mi dolgo di non bere più spesso il Nobile di Montepulciano ripromettendomi di rimediare fin da subito.

I preferiti:

TIBERINI

Tiberini su tutti con largo vantaggio. Per la batteria tutta impeccabile di vini caratterizzati da grande solidità e identità, dal nobile 2020 in anteprima fino alla Riserva Fossatone 2015. Ottima freschezza, frutto in primo piano, finezza.

IL MOLINACCIO

Per l’assoluta rispondenza tra quanto dichiarato dal titolare al banco al momento di introdurre i propri vini e quanto riscontrato poi all’atto dell’assaggio.
Per cui i vini di Molinaccio risultano decisamente più leggiadri rispetto agli omologhi di zona. Più che la ricerca dell’impatto emerge la volontà di proporre vini varietali ed eleganti che conservino carattere.

GODIOLO

Buoni ricordi hanno lasciato i vini dell’Azienda Godiolo, Nobile 2019 e Riserva 2015 entrambi godibilissimi.

LE BERNE

Il Nobile 2019 de Le Berne per l’ottimo corredo aromatico e la bella dinamica di gusto.

GUIDOTTI

I due Nobile presentati dall’Azienda Guidotti, 2019 e 2020 che ci raccontano due anni e due raccolti diversi come sempre sarebbe auspicabile.
2019 più corposo e potente, 2020 più essenziale e fragrante.

TENUTA GRACCIANO DELLA SETA

porta in assaggio un Nobile di Montepulciano Riserva 2018 che fa grandissima figura, un campione di Sangiovesitudine purissima.

ANTEPRIMA DEI VINI DELLA COSTA – Anteprime Toscane 2023

Un’edizione un po’ ridotta, almeno così mi è parso, con meno espositori, alcune zone veramente poco rappresentate. Alcune essenzialmente non pervenute. Highlights della giornata sono stati la scoperta di una azienda

POGGIO AL GELLO – Anteprime Toscane 2023

di Civitella – Paganico, sulla via che da Grosseto porta a Montalcino, che propone degli ottimi Montecucco fatti con Sangiovese in purezza che consiglio vivamente, il Syrah di

Tenuta Lenzini – Anteprime Toscane 2023

e un fantastico panino volante in un locale di piazza Santa Maria.

Proposito per il 2024: esserci a tutte le anteprime Toscane.

Eventi Vino #4 - 2023 - Anteprime Toscane 2023 | qualche impressione sulle Anteprime Toscane 2023
Eventi Vino #4 - 2023 - Anteprime Toscane 2023 | qualche impressione sulle Anteprime Toscane 2023

Anteprime Toscane 2023

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Soave Classico “Monte Grande” 2020 – Prà

Soave Classico “Monte Grande” 2020 – Prà

È da circa un anno che ogni volta che è possibile, a casa e fuori, stappo o mi faccio stappare un Soave.

Di alcuni ho scritto (qui, qui, qui e qui), di altri avrei voluto, altri sono risultati meno memorabili, ma ho incontrato una qualità media, anche in relazione ai prezzi, ottima ed espressività sempre spiccata.

Questo di cui scrivo adesso è il Soave Classico “Monte Grande” dell’azienda di Graziano Prà a Monteforte d’Alpone. Ottenuto da Garganega per il 70% e da Trebbiano di Soave per il 30% provenienti da vigne selezionate di 40 anni, le migliori dell’azienda, su terreni vulcanici. Trebbiano vendemmiato a settembre, appassimento in pianta di un mese per la Garganega. Invecchiamento in legno grande per 10 mesi. Finale in bottiglia.

Un vino che ambisce dichiaratamente all’eccellenza, dal colore giallo scuro lucente e dall’ampio e potente profilo olfattivo con reminiscenze di cedro, pesca bianca matura, giunchiglie e in più note di erbe aromatiche come la menta selvatica e di miele.

Ha struttura, è stratificato, materia densa attraversata da una vena di dolcezza, ma è anche tonico e sapido perché ha un’anima fresca, con acidità diretta, incalzante, fino al finale ad alta intensità di frutto.

Uno dei migliori di questa mia personale escursione tra i Soave.

Enonauta/Degustazione di Vino #307 - review - Soave Classico "Monte Grande" 2020 - Prà | Un vino che ambisce dichiaratamente all'eccellenza
Enonauta/Degustazione di Vino #307 - review - Soave Classico "Monte Grande" 2020 - Prà | Un vino che ambisce dichiaratamente all'eccellenza

Soave Classico “Monte Grande” 2020 – Prà

For about a year now, whenever possible, at home and outside, I have opened or had a Soave opened for me.

I have written about some (here, here, here and here), about others I would have liked, others were less memorable, but I encountered average quality, also in relation to the prices, excellent and always marked expressiveness.

What I’m writing about now is the Soave Classico “Monte Grande” from Graziano Prà’s company in Monteforte d’Alpone. Obtained from 70% Garganega and 30% Trebbiano di Soave from selected 40-year-old vineyards, the best of the company, on volcanic soils. Trebbiano harvested in September, withering on the vine for a month for the Garganega. Aging in large wood for 10 months. Finish in the bottle.

A wine that clearly aspires to excellence, with a shiny dark yellow color and a broad and powerful olfactory profile with reminiscences of cedar, ripe white peach, daffodils and additional notes of aromatic herbs such as wild mint and honey.

It has structure, it is layered, dense matter crossed by a vein of sweetness, but it is also tonic and savory because it has a fresh soul, with direct, pressing acidity, up to the finish with high intensity of fruit.

One of the best of my personal excursion among the Soave.

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Oi Nì 2019 – Tenuta Scuotto

Oi Nì 2019 – Tenuta Scuotto – Campania Fiano Igp

Vigne a Lapio, 500 mt. l’altitudine. Fiano vinificato in botti ovali alsaziane da 25 hl con lunga sosta sulle fecce fini.

Che si può dire di Oi Nì della Tenuta Scuotto? Che è un superfiano si può dire? O sembra riduttivo perché riconduce a un’universo enoico diverso e abusato?
Posso dire che è un vino lussureggiante, generoso, a tratti paradossale, di grande impatto, dal colore giallo quasi dorato e dal corredo aromatico intenso, con ricordi di zafferano, pesca gialla matura, narciso, miele millefiori, ananas disidratato. Al palato si presente stratificato, caldo e avvolgente, senza lesinare in freschezza e vitalità. Il sorso, che ha grande esattezza pur nella sua caleidoscopica varietà di stimoli, ti porta lontano, senza finire mai di incitarti alla scoperta.
Buono adesso, ma avendo testato un 2013 non molto tempo fa con enorme soddisfazione posso prevedere anche per questo 2019 un futuro radioso.
In abbinamento alle uova affrittellate con formaggio misto stagionato della Montagna Pistoiese e tartufo bianco.

Enonauta/Degustazione di Vino #306 - review - Oi Nì 2019 - Tenuta Scuotto - Campania Fiano Igp | vino lussureggiante, generoso, a tratti paradossale
Enonauta/Degustazione di Vino #306 - review - Oi Nì 2019 - Tenuta Scuotto - Campania Fiano Igp | vino lussureggiante, generoso, a tratti paradossale
Enonauta/Degustazione di Vino #306 - review - Oi Nì 2019 - Tenuta Scuotto - Campania Fiano Igp | vino lussureggiante, generoso, a tratti paradossale

Oi Nì 2019 – Tenuta Scuotto – Campania Fiano Igp

Vineyards in Lapio, 500 m. the altitude. Fiano vinified in 25 hl Alsatian oval barrels with a long rest on the fine lees.

What can we say about Oi Nì from Tenuta Scuotto? Can you say that he is a superfiano? Or does it seem reductive because it leads back to a different and overused wine universe?
I can say that it is a lush, generous, at times paradoxical, high-impact wine, with an almost golden yellow color and an intense aromatic complement, with flavors of saffron, ripe yellow peach, narcissus, wildflower honey, dehydrated pineapple. On the palate it is layered, warm and enveloping, without skimping on freshness and vitality. The sip, which has great precision despite its kaleidoscopic variety of stimuli, takes you far away, without ever ceasing to incite you to discovery.
Good now, but having tested a 2013 not long ago with enormous satisfaction I can foresee a bright future for this 2019 too.
Paired with fried eggs with mixed mature cheese from the Pistoia mountains and white truffle.

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Naniha 2021 – Tenute Perda Rubia

Naniha 2021 – Tenute Perda Rubia – Cannonau di Sardegna

Da piante a piede franco della regione dell’Ogliastra nella Sardegna centro orientale, solo acciaio.
Il suo tratto principale pare essere una precisa, generosa e disinvolta immediatezza. Immediatezza senza approssimazione. Fin dal colore che è uno splendido rubino chiaro con tendenza al porpora e poi l’intenso corredo olfattivo che innesca ricordi di ciliegie e cassis, di viola, cannella e pepe bianco, un fondo di erbe aromatiche.
Andatura distesa e fisico tirato, una considerevole dotazione alcolica che lo rende avvolgente, sempre sul punto di sembrare troppo caldo, ma rilancia ogni volta con la sua essenziale piacevolezza, con carattere e precisione. Acidità giusta, tannini amichevoli, finale fruttato e appena balsamico di buona lunghezza.
Una bella sorpresa procurata dal sempre affidabile Luciano Vignali dell’Enoteca da David.

Enonauta/Degustazione di Vino #305 - review - Naniha 2021 - Tenute Perda Rubia | Da piante a piede franco della regione dell'Ogliastra
Enonauta/Degustazione di Vino #305 - review - Naniha 2021 - Tenute Perda Rubia | Da piante a piede franco della regione dell'Ogliastra
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Sassella Riserva “Rocce Rosse” 2007 – AR. PE. PE

Sassella Riserva “Rocce Rosse” 2007 – ARPEPE – Valtellina Superiore Docg

La qualità espressa dai vini delle cantina Ar. Pe. Pe. di Sondrio in Valtellina è una consuetudine a cui non si fa l’abitudine. Vino che nel bicchiere dimostra la lungimiranza di chi lo premiò con stelle, bicchieri e titoli di vario genere.

Vino pronto, stimolante, dal colore granato traslucido, con profumi essenziali e nitidissimi di rosa, melograno, rosmarino, sorso di raro equilibrio che ha le sue asperità gestite in modo mirabile ed è tutta forza luminosa, precisione millimetrica, frutto gentilissimo e una forma delineata, risolta. Un flusso di gusto continuo, inesausto.

Non sempre si riesce a pensare al costo dei vini come qualcosa di realmente giustificato, davanti a Rocce Rosse non ci si pensa.

Cinque stelle, tre bicchieri, nove cavatappi, 98/100 punti.

Enonauta/Degustazione di Vino #304 - review - Sassella Riserva "Rocce Rosse" 2007 - AR. PE. PE. | 5 stelle, 3 bicchieri, 9 cavatappi, 100 pt

Sassella Riserva “Rocce Rosse” 2007 – ARPEPE – Valtellina Superiore Docg

The quality expressed by the wines of the Ar. winery For example. For example. of Sondrio in Valtellina is a custom that you don’t get used to. A wine that in the glass demonstrates the foresight of those who rewarded it with stars, glasses and titles of various kinds.

Ready, stimulating wine, with a translucent garnet color, with essential and very clear aromas of rose, pomegranate, rosemary, a sip of rare balance which has its asperities managed in an admirable way and is all luminous strength, millimetric precision, very delicate fruit and a delineated shape , resolved. A continuous, inexhaustible flow of taste.

It’s not always possible to think of the cost of wines as something truly justified, in front of Rocce Rosse you don’t think about it.

Five stars, three glasses, nine corkscrews, 98/100 points.

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