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Siamo stati bene – un tranquillo lunedì di fine agosto

grandi vini bianchi per un tranquillo lunedì di fine Agosto

Siamo stati bene. Titolo della serata e al contempo notazione emozionale su un lunedì sera di fine agosto con dei grandi vini bianchi.

Queste le bottiglie in tavola:

Moscato Giallo 2020 – Vallarom 

Un ottimo Moscato Giallo che ha fatto da vino di apertura in una serata con bottiglie impegnative. Brillante, molto intenso al naso con ricordi di salvia, cedro, mela golden, fiori di tiglio. Secco, lineare, buona tenuta al palato, persistente.

Don Chisciotte Fiano 2021 – Zampaglione

Conferma. Ho avuto la fortuna d poter bere diverse annate a breve distanza e trovo confortante continuità qualitativa affiancate a sostanziali differenze legate all’annata.

Questo 2021 si conferma più esile di altre annate, ma non cede nulla sul piano dell’espressività.

Più lo stappo, più diventa uno dei miei vini preferiti. Profumato, elegante, dalla insistita sapidità.

Sancerre Auksinis 2018 – Sebastian Riffault

Raccolta tardiva per questo Sauvignon della Loira. Biodinamica, 10 giorni di macerazione. Vino di grande complessità e compostezza. Color oro, ventaglio aromatico che parte dalla frutta gialla e arriva alle spezie passando per la pietra focaia, la liquirizia, il lime.

Al palato risulta avvolgente, con spiccate doti di gusto, profondo, con acidità ben innervata e un sottilissimo tannino a dare forma.

Bottiglia esaurita in pochi minuti.

Un tranquillo lunedì sera. Grandi vini bianchi. Sassocarlo, Vallarom, Robert Denogent, Bouzereau, Don Chisciotte Zampaglione e Riffault.

Pouilly-Fuissę La Croix Vieilles Vignes 2020 – Domaine Robert Denogent

Un bel compendio su come un vino possa essere fine e opulento allo stesso tempo. Preciso e potente. Vinificazione e affinamento in legno, lunga sosta sulle fecce.

Colore concentrato, profumi di spezie, mango, bergamotto, un filo di burro fuso, gelsomino. Ricchezza al naso.

Sorso vasto, acidità lineare, grande tenuta e progressione. Finale impressionante. Bravissimo Denogent anche senza le Sardine.

Un tranquillo lunedì sera. Grandi vini bianchi. Sassocarlo, Vallarom, Robert Denogent, Bouzereau, Don Chisciotte Zampaglione e Riffault.

Sassocarlo 2019 – Terreamano/Fattoria di Bacchereto – grandi vini bianchi

Non costa poco, ma la soddisfazione è tanta. Trebbiano 80 percento e il restante 20 percento Malvasia. Arriva da Bacchereto/Carmignano che è zona di Vino Rosso.

Breve macerazione, acciaio poi legno con lunga sosta sulle fecce.

Il 2019 è un grandissimo vino. Profumi molti e buoni. Il fico, le spezie, il narciso, il mandarino, il sorso è voluminoso, ampio, stratificato, senza cedere in freschezza e dinamica. Piacevolezza senza fatica che invoglia a ritornare in enoteca. 

Un tranquillo lunedì sera. Grandi vini bianchi. Sassocarlo, Vallarom, Robert Denogent, Bouzereau, Don Chisciotte Zampaglione e Riffault.

Mersault Les Tessons 2010 – Michel Bouzereau – grandi vini bianchi

Reduce dall’apertura di un 2018 che era risultato assai godibile a fine serata propongo agli amici l’apertura di questo 2010. 

Vino davvero lussureggiante, ma probabilmente ancora da aspettare. A tratti grasso, opulento, profondo, sempre però trainato da acidità netta, potenza di gusto, da una girandola di ricordi olfattivi come il cedro, l’ananas, la mandorla tostata, la pasticceria secca.

Un tranquillo lunedì sera. Grandi vini bianchi. Sassocarlo, Vallarom, Robert Denogent, Bouzereau, Don Chisciotte Zampaglione e Riffault.
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Sine Felle Ambrato 2019 – Podere Casaccia

Sine Felle Ambrato 2019 – Moretti Podere Casaccia

Ultimo della trilogia Orange (esempio) di metà agosto anche se temporalmente il primo stappato e probabilmente il più Orange di tutti.
Un maceratissimo, un supermacerato. Qui si parla di nove mesi a contatto con le bucce, nessuna aggiunta, nessuna pratica, più un anno in barrique per questo assemblaggio di uve tradizionali toscane. Vermentino, trebbiano e Malvasia. Dalle colline sopra Scandicci (FI).

Non è un vino per tutti. Perché è un vino d’impatto, dalla personalità particolare e che per certi versi travalica l’orizzonte espressivo degli Orange Wine.
Il colore è effettivamente ambrato. Senza residui/opalescenza.
Mette insieme reminiscenze tipiche della categoria come il miele aromatico, la frutta disidratata, note di smalto/resine, con altre come la passiflora, lo sfalcio di erba medica, la scorza di agrume che non è così comune incontrare.

Palato pieno, di struttura, sorso giocato in buona parte su una paradossale contrapposizione tra le evidenti asperità che porta in dote, trama tannica netta, rugosità, una certa pungenza, e una amichevole morbida dolcezza di fondo. Ha lunga coda sapida dove si rievocano spezie e frutto

21 euro in enoteca che rispenderei volentieri.





Enonauta/Degustazione di Vino #350 - review - Sine Felle Ambrato 2019 - Moretti Podere Casaccia | Un maceratissimo, un supermacerato
Enonauta/Degustazione di Vino #350 - review - Sine Felle Ambrato 2019 - Moretti Podere Casaccia | Un maceratissimo, un supermacerato

Sine Felle Ambrato 2019 – Moretti Podere Casaccia

Last of the Orange trilogy from mid-August although temporally the first uncorked and probably the most Orange of all.
A very macerated, a super macerated. Here we are talking about nine months in contact with the skins, no additions, no practice, plus a year in barrique for this blend of traditional Tuscan grapes. Vermentino, Trebbiano and Malvasia. From the hills above Scandicci (FI).

It is not a wine for everyone. Because it is a wine with an impact, with a particular personality and which in some ways goes beyond the expressive horizon of Orange Wines.
The color is actually amber. Without residues/opalescence.
It brings together typical reminiscences of the category such as aromatic honey, dehydrated fruit, notes of enamel/resins, with others such as passion flower, alfalfa clippings, citrus peel which is not so common to encounter.

Full, structured palate, sip played largely on a paradoxical contrast between the evident asperities it brings with it, a clear tannic texture, roughness, a certain pungency, and a friendly soft underlying sweetness. It has a long savory tail where spices and fruit are evoked

21 euros in a wine shop which I would gladly spend again.

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Ribolla Gialla 2020 – Ronco Severo

Ribolla Gialla 2020 – Ronco Severo – Venezia Giulia Igt

Tannica, ruvida e salina. Buonissima e potente. Questa è la Ribolla Gialla dell’azienda Ronco Severo di Prepotto. Secondo della trilogia arancione dell’ultima settimana.

Raccolta a maturazione tardiva, fermentazione con lieviti propri, lunga macerazione sulle bucce e sosta sulle fecce, 12 mesi in botti da 30 hl.

In bottiglia, e nel bicchiere, c’è un vino dorato, che offre reminiscenze di frutta gialla a nocciolo, narcisi, spezie, resine fresche.

Acidità e alcool ben calibrati e ben assestati dentro questo vino stratificato, profondo, sapido, dalla stoffa spessa e dal disegno tannico netto che risulta equilibrato e molto piacevole.

E non potrà che migliorare.

Enonauta/Degustazione di Vino #349 - review - Ribolla Gialla 2020 - Ronco Severo | Acidità e alcool ben calibrati e ben assestati
Enonauta/Degustazione di Vino #349 - review - Ribolla Gialla 2020 - Ronco Severo | Acidità e alcool ben calibrati e ben assestati

Ribolla Gialla 2020 – Ronco Severo – Venezia Giulia Igt

Tannic, rough and saline. Very good and powerful. This is the Ribolla Gialla from the Ronco Severo di Prepotto company. Second of last week’s orange trilogy.

Harvest at late maturation, fermentation with its own yeasts, long maceration on the skins and rest on the lees, 12 months in 30 hl barrels.

In the bottle, and in the glass, there is a golden wine, which offers reminiscences of yellow stone fruit, daffodils, spices, fresh resins.

Well-calibrated and well-balanced acidity and alcohol within this layered, deep, savory wine, with a thick texture and a clear tannic pattern which is balanced and very pleasant.

And it can only get better.

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Bianco alla Marta 2021 – Buondonno

Bianco alla Marta 2021 – Buondonno

Ultimo di una trilogia di vini cosiddetti “Orange” che mi sono trovato ad assaggiare in rapida sequenza. Categoria, quella degli Orange, di cui sono un semiappassionato, nel senso che alcuni mi piacciono molto e altri sinceramente mi sembrano un inno all’approssimazione.

Questo bianco da Trebbiano di Gabriele Buondonno da Castellina in Chianti su idea della figlia Marta è uno dei miei preferiti (qui una precedente nota sul 2015). Non saprei nemmeno se in base ai canoni con cui si definisce un Orange Wine potrebbe essere considerato tale. Comunque lo trovo in carta in uno dei ristoranti più remoti, ma da tenere presente per gli amanti della cucina tradizionale, della Toscana (la Buca di Baldabò a Vico Pancellorum) e non me lo lascio scappare.

Fermenta per 10 giorni sulle bucce e poi affina in legno piegato a vapore per un anno
Ambra di lucentezza unica. Ricordi di fico e uva sultanina, narciso, zenzero, mela opal. Preciso e pulitissimo.
Secco e incisivo, centrato, con acidità fluida, splendida consistenza e ottimi sviluppo di gusto e persistenza.
Già buono, ma vorrei provarlo ancora tra qualche anno.

In abbinamento perfetto con la cucina tradizionale del ristorante, in special modo con le tagliatelle con ragù bianco al coltello.

Enonauta/Degustazione di Vino #348 - review - Bianco alla Marta 2021 - Buondonno | Secco e incisivo, centrato, con acidità fluida, splendida consistenza e ottimi sviluppo di gusto e persistenza.
Bianco alla Marta 2021 – Buondonno

Bianco alla Marta 2021 – Buondonno

Last of a trilogy of so-called “Orange” wines that I found myself tasting in rapid sequence. Category, that of Orange, of which I am a semi-enthusiast, in the sense that some I like very much and others sincerely seem to me to be a hymn to approximation.

This white Trebbiano by Gabriele Buondonno from Castellina in Chianti based on his daughter Marta’s idea is one of my favorites (here is a previous note on 2015). I don’t even know if, based on the standards by which an Orange Wine is defined, it could be considered as such. However, I find it on the menu in one of the most remote restaurants, but one to keep in mind for lovers of traditional Tuscan cuisine (the Buca di Baldabò in Vico Pancellorum) and I don’t miss it.

It ferments for 10 days on the skins and then ages in steam-bent wood for a year
Amber with a unique shine. Memories of fig and sultanas, narcissus, ginger, opal apple. Precise and very clean.
Dry and incisive, centered, with fluid acidity, splendid consistency and excellent development of taste and persistence.
Already good, but I would like to try it again in a few years.

Perfectly paired with the traditional cuisine of the restaurant, especially with the tagliatelle with white ragout.

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Vino Bianco 2016 – Antonio Canestrari

Vino Bianco 2016 – Antonio Canestrari

Verdicchio. Fuori denominazione, per quanto ho letto pare sia l’ultima annata che verrà prodotta.

Affilato e Ossidato.
In enoteca mi avevano avvertito. “È un vino spostato sulle ossidazioni…”. Avevano ragione.
È un vino affilato e ossidato.
Colore luminoso tendente al giallo scuro.
Parco nel suscitare emozioni olfattive con ricordi di fieno secco, mela tagliata, erbe aromatiche, elicriso. Sembra a tutti gli effetti un vino ossidato.

Acidissimo. Una sciabola. Passato il primo momento è un vino molto bevibile che in fase retroattiva è più ricco di quanto non prometta al naso. Ma resta per me un vino monocorde. Dalle note ossidativo troppo pronunciate. Così tanto che mi viene un dubbio.

Spenderei altre 26 euro per un’altra bottiglia?
Se il vino è proprio questo, e non una deriva contestuale, sinceramente no.

Enonauta/Degustazione di Vino #347 - review -Vino Bianco 2016 - Antonio Canestrari | vino monocorde. Dalle note ossidativo troppo pronunciate

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Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Villa Gemma 2022 – Masciarelli

Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Villa Gemma 2022 – Masciarelli

Montepulciano con  24/36 ore a contatto con le bucce a bassa temperatura e poi sosta sulle fecce fini per tre mesi.
Il colore è intenso, bei profumi di mandarino, ciliegia, rose, erbe aromatiche, pesca tabacchiera. Non si risparmia.
Caldo, salino e secco, mostra buona struttura e forza di gusto, freschezza giustamente distribuita, larga, e bel finale in coerenza.

L’ho apprezzato per la brillante congiunzione di corpo e agilità di beva, la bella espressività al naso.


Enonauta/Degustazione di Vino #345 - review - Cerasuolo d'Abruzzo Superiore Villa Gemma 2022 - Masciarelli | brillante congiunzione di corpo e agilità di beva
Enonauta/Degustazione di Vino #345 - review - Cerasuolo d'Abruzzo Superiore Villa Gemma 2022 - Masciarelli | brillante congiunzione di corpo e agilità di beva
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St. Magdalener 2022 / due espressioni a confronto

St. Magdalener 2022 / due espressioni a confronto

Santa Maddalena una delle denominazioni più tipiche del vino altoatesino.

Santa Maddalena una delle denominazioni più tipiche del vino altoatesino.

Bevute le due bottiglie a distanza di un paio di giorni (St. Magdalener Huck am Bach di Kellerei Bozen e il St.Magdalener Classico di Kandlerhof), viene spontaneo fare un confronto.

Entrambe con saldo di Lagrein e passaggio in botte grande.

St. Magdalener Huck am Bach 2022

di Kellerei Bozen

ha veste scura, tendente al violaceo, floreale di viole, ricordi fruttati opulenti di ciliegia, vinoso, pepe bianco e cannella.
Sorso dai confini un po’ confusi, caldo in esordio, saporito e rotondo, con acidità moderata e finisce però per esaurire rapidamente la sua verve.

St. Magdalener 2022 Kandlerhof

di Kandlerhof

è invece traslucido vivo, evoca i fiori rossi selvatici come il rododendro, il frutto fresco, ciliegia principalmente, cannella, altre spezie e un accenno di erbe aromatiche.
Sorso definito e ben disteso, meno corpo e più forza che oltre a esprimersi bene nel centrobocca, con freschezza e sapidità, termina anche discretamente lungo e speziato.

Netta preferenza per Kandlerhof.

Enonauta/Degustazione di Vino #343/344 - review - St. Magdalener 2022 / due espressioni a confronto | Huck am Bach & Kandlerhof
Due espressioni di Santa Maddalena 2022 a confronto. Huck am Bach di Kellerei Bozen/Santa Maddalen classico di Kandlerhof

St. Magdalener 2022 / two expressions compared

Santa Maddalena is one of the most typical denominations of South Tyrolean wine.

Santa Maddalena is one of the most typical denominations of South Tyrolean wine.

Having drunk the two bottles a couple of days apart (St. Magdalener Huck am Bach by Kellerei Bozen and the St. Magdalener Classico by Kandlerhof), a comparison comes naturally.

Both with Lagrein balance and passage into the big barrel.

St. Magdalener Huck am Bach 2022

from Kellerei Bozen

it has a dark appearance, tending towards purple, floral notes of violets, opulent fruity notes of cherry, vinous, white pepper and cinnamon.
A sip with somewhat confused boundaries, warm at the start, tasty and rounded, with moderate acidity and which however ends up quickly running out of verve.

St. Magdalener 2022 Kandlerhof

of Kandlerhof

instead it is translucent and alive, evoking wild red flowers such as rhododendron, fresh fruit, mainly cherry, cinnamon, other spices and a hint of aromatic herbs.
Defined and well-relaxed sip, less body and more strength which, in addition to expressing itself well in the mid-mouth, with freshness and flavor, also ends up being fairly long and spicy.

Clear preference for Kandlerhof.

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BAROLO RISERVA VIGNOLO 2009 – Cavallotto

Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto

Vignolo: vigna esposta a sud-ovest in Castiglione Falletto. Vinificazione tradizionale, lunga macerazione a cappello semi sommerso, invecchiamento altrettanto lungo in botte grande.

Vino dall’aspetto brillante, di considerevole complessità con reminiscenze eteree e fruttate passando, col tempo, dalla marasca a frutti più scuri. E poi le radici aromatiche, il goudron/asfalto bagnato (la prima volta che lo percepisco davvero nettamente e ho la conferma reale della sua esistenza in quanto percezione potenziale), felce e humus, l’ossigeno lo arricchisce ed emergono sentori di foglia di the, cuoio fresco, tamarindo. Giudicando dal naso lo si direbbe in una fase di ottima espressività.

Al palato potrebbe invece per qualcuno risultare intimidatorio. Perché dal punto di vista gustativo sviluppa molta potenza e un impatto tattile che impegna. Parte caldo, acidità penetrante e sapidità trainanti che innescano una ottima progressione, in piena coerenza e integrità di frutto. Tannini di grana finissima animati da forza indomita che impegnano la bocca.
Un buon esempio di salda finezza.

Un vino emblematico che aggiunge qualcosa all’idea di longevità potenziale. Dell’altra bottiglia in mio possesso credo potranno goderne i miei figli intorno all’anno 2035. Che è un po’ un bene, ma anche un po’ il disincentivo a spendere, il prezzo stesso a dire il vero non economico potrebbe essere disincentivante, per vini che racchiudono il mistero del famoso momento giusto, quello in cui il miracolo della prontezza si compirà, la risultante dell’evoluzione simultanea di più elementi che non sempre va a buon fine.
In questo caso le premesse fanno pensare che nel 2035 si potrà, con questo Riserva Vignolo 2009 di Cavallotto, fare una bella esperienza enoica.

Buon abbinamento insieme all’Ossobuco in umido.

Enonauta/Degustazione di Vino #342 - review - Barolo Riserva Vignolo 2009 - Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Enonauta/Degustazione di Vino #342 – review – Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Enonauta/Degustazione di Vino #342 - review - Barolo Riserva Vignolo 2009 - Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto

Vignolo: vineyard facing south-west in Castiglione Falletto. Traditional vinification, long semi-submerged cap maceration, equally long aging in large barrels.

A wine with a brilliant appearance, of considerable complexity with ethereal and fruity reminiscences, passing, over time, from morello cherry to darker fruits. And then the aromatic roots, the goudron/wet asphalt (the first time I really perceive it clearly and have real confirmation of its existence as a potential perception), fern and humus, the oxygen enriches it and hints of tea leaf emerge , fresh leather, tamarind. Judging by the nose one would say it is in a phase of excellent expressiveness.

On the palate, however, it could be intimidating for some. Because from a gustatory point of view it develops a lot of power and a tactile impact that engages. Warm start, penetrating acidity and driving flavor that trigger an excellent progression, in full coherence and fruit integrity. Very fine-grained tannins animated by indomitable strength that engage the mouth.
A good example of firm finesse.

An emblematic wine that adds something to the idea of ​​potential longevity. I think my children will be able to enjoy the other bottle in my possession around the year 2035. Which is a bit of a good thing, but also a bit of a disincentive to spend, the price itself, to be honest, not cheap could be a disincentive, for wines that contain the mystery of the famous right moment, the one in which the miracle of readiness will be accomplished, the result of the simultaneous evolution of multiple elements that does not always end well.
In this case the premises suggest that in 2035 it will be possible, with this Riserva Vignolo 2009 from Cavallotto, to have a beautiful wine experience.

Good pairing with stewed ossobuco.

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Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils
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Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils

Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils

Dispiace per l’unica foto disponibile perché un vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo, avrebbe meritato miglior documentazione. Però ero impegnato con la griglia, la zuppa di pesce  e l’Ombrina da 3 kg. 

Ricevuta in regalo per il mio cinquantesimo, le uniche informazioni che avevo prima dello stappo erano a proposito del passaggio in legno, solo 25% nuovo, e il commento di un amico “Bouzereau è un grande!“. È stato qualche anno in cantina e sentivo che era il momento giusto e non mi sbagliavo.

Assaggiandolo avrei detto fermentazione e affinamento in legno con sosta sulle fecce. Ed è effettivamente uno Chardonnay che matura 18/24 mesi in barrique per tre quarti usate, ma non trovo notizia del vaso di fermentazione e della eventuale sosta sulle fecce.

Colore concentrato, brillantezza esemplare, bouquet limpido con ricordi di  cedro, cedro candito, ananas maturo, enotèra/enagra selvatica, e poi le spezie, il fiore di cappero, un filo di balsamicità. Bellissimo al naso. Bellissimo.

Al palato è intenso, spaziale/stratificato, evocativo, con acidità diretta ben fusa dentro la materia che ha stoffa spessa, morbidezze ben calibrate e fusione è davvero la parola chiave per descrivere questa esperienza. La perfetta fusione di una serie di elementi a comporre una “lega” senza difetti, dalla forza espressiva inarginabile e con un finale a dir poco epico dove si rievocano molto frutto, molte spezie.

Vino da 98 punti minimo per chi gradisce la valutazione in punti. 98 in senso assoluto. In tavola c’erano la zuppa di pesce e un’ombrina alla griglia da 3 kg. Non il migliore degli abbinamenti, sarebbe sicuramente andata meglio con un coniglio, ma valido.

Enonauta/Degustazione di Vino #341 - review - Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils | vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo
Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils
Enonauta/Degustazione di Vino #341 - review - Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils | vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo
Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils
Enonauta/Degustazione di Vino #341 - review - Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils | vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo
ombrina da 3 kg
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Esegesi 2018 – Eugenio Rosi

Esegesi 2018 – Eugenio Rosi / Vallagarina IGT

Sono ormai più di dieci anni che bevo i vini di Eugenio Rosi, da quando a me e ad alcuni amici fu consigliato dal sommelier dell’Osteria del Pettirosso di Rovereto (https://osteriadelpettirosso.it/) , e in questi anni ho notato una progressione continua. Le volte che mi sono trovato ai banchi d’assaggio ho sperimentate qualità e piacevolezza sempre più evidenti nei vini proposti dalla cantina di Volàno (TN). 

Torno a stappare quindi Esegesi di Eugenio Rosi durante una vacanza in Trentino-Alto Adige dopo il 2016 bevuto a Malga Cere. (Link sotto)

Cabernet Sauvignon 80% e Merlot 20%, vino artigianale con invecchiamento di 24 mesi in legni di varia dimensione e cemento. 

Scuro e Impenetrabile, estroverso al naso con sentori prevalentemente fruttati, prima la prugna e poi la creme de cassis, la mora, estroverso e intenso, una speziatura fine, ricordi di humus, cacao, eterei/balsamici. 

In bocca ha uno sviluppo coerente. Caldo, spaziale, acidità calibrata, centrobocca avvincente e pieno di energia, tannini perentori, ma senza ruvidità, un finale quasi da leggenda dove il frutto a piena maturazione torna e ritorna e in cui si ha il tempo di riflettere sul fatto che forse il vino è un po’ troppo alcolico, ma mentre rifletti il finale non finisce e la persistenza non si può contare in secondi e nessuna riflessione  sembra  avere più rilevanza. 

Vino ottimo. Buona l’accoppiata con la polenta con porcini in rosso, ma si poteva fare meglio. 

Enonauta/Degustazione di Vino #340 - review - Esegesi 2018 - Eugenio Rosi | una sempre piacevole conferma per Eugenio Rosi e il suo Esegesi

Esegesi 2018 – Eugenio Rosi / Vallagarina IGT

I have been drinking Eugenio Rosi’s wines for more than ten years now, ever since it was recommended to me and some friends by the sommelier of the Osteria del Pettirosso in Rovereto (https://osteriadelpettirosso.it/), and in recent years I have noticed a continuous progression. The times I found myself at the tasting tables I experienced increasingly evident quality and pleasantness in the wines offered by the Volàno (TN) winery.

So I’m back to uncorking Eugenio Rosi’s Esegesi during a holiday in Trentino-Alto Adige after the 2016 drink at Malga Cere. (Link below)

Cabernet Sauvignon 80% and Merlot 20%, artisanal wine aged for 24 months in wood of various sizes and cement.

Dark and impenetrable, extroverted on the nose with predominantly fruity scents, first plum and then creme de cassis, blackberry, extroverted and intense, a fine spiciness, hints of humus, cocoa, ethereal/balsamic.

In the mouth it has a coherent development. Warm, spatial, calibrated acidity, gripping mid-mouth full of energy, peremptory tannins, but without roughness, an almost legendary finish where the fully ripe fruit returns and returns and in which one has time to reflect on the fact that perhaps the wine it’s a little too alcoholic, but as you reflect the ending doesn’t end and the persistence can’t be counted in seconds and no reflection  seems  to have any more relevance.

Excellent wine. The pairing with the polenta with red porcini mushrooms was good, but it could have been done better.

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