Bottiglie, Degustazioni

Fiano di Avellino “Clos d’Haut” 2022 – Villa Diamante

Clos d’Haut 2022 Fiano di Avellino – Villa Diamante

Il mio amore per il Fiano in tutte le sue declinazioni è dichiarato. Bottiglie come questa servono a rinnovare la dichiarazione.

Da vigna a 530 metri di altitudine nella zona di Montefreddane. Vinificato in acciaio e sempre in acciaio sosta sui lieviti per 11 mesi prima degli ultimi 6 mesi in bottiglia. 

Vino eccellente, con veste chiara e profilo aromatico ricco e nitido dove inizialmente a colpire sono i ricordi vegetali e aromatici dell’Artemisia calpestata e dell’anice. seguono poi le note di frutto come il melone bianco, la mela granny smith, appena percettibili sentori agrumati, di spezie.

Al palato mostra spiccata sapidità, acidità decisa e un discreto spessore. Il calibrato tenore alcolico, qui forse il territorio ha fatto la sua parte, lo agevola nel risultare un vino in cui alla piacevolezza, all’espressività e alla precisione si affianca una bevibilità che incanta. 

Finisce coerente e lungo.

Sono pronto a scommettere sull’avvenire di questo vino che non potrei definire economico, ma che vale ampiamente il suo prezzo.

Enonauta/Degustazione di Vino #421 - review - Fiano di Avellino Clos d'Haut 2022 - Villa Diamante | vino emblematico e di micidiale bontà
Enonauta/Degustazione di Vino #421 - review - Fiano di Avellino Clos d'Haut 2022 - Villa Diamante | vino emblematico e di micidiale bontà

Clos d’Haut 2022 Fiano di Avellino – Villa Diamante

My love for Fiano in all its forms is declared. Bottles like this serve to renew the statement.

From vineyard at 530 meters above sea level in the Montefreddane area. Vinified in steel and, again in steel, it rests on the yeasts for 11 months before the last 6 months in the bottle.

Excellent wine, with a clear appearance and a rich and clear aromatic profile where the vegetal and aromatic notes of trampled Artemisia and anise are initially striking. then follow the fruit notes such as white melon, granny smith apple, barely perceptible hints of citrus and spices.

On the palate it shows marked flavor, strong acidity and a fair thickness. The calibrated alcohol content, here perhaps the territory has played its part, helps it to be a wine in which pleasantness, expressiveness and precision are accompanied by an enchanting drinkability. It ends coherent and long. I am ready to bet on the future of this wine which I could not define as cheap, but which is well worth its price.

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Bottiglie, Consigli per la Sturatura

Consigli per la Sturatura: Rosso di Montalcino “Sogni & Follia” 2018 di Podere Le Ripi – un vino compiuto

Consigli Acquisto Vino #001 – Se c’è un vino tra quelli assaggiati recentemente che consiglierei entusiasticamente e senza indugi è il Rosso di Montalcino “Sogni & Follia”  2018 del Podere Le Ripi.

Non è una nota di degustazione questa mia, bensì proprio una raccomandazione. Per quanto riguarda la degustazione confermo quanto scritto qui:

Confermo il giudizio ampliandolo con una considerazione. Era un vino che manifestava due anni fa, mentre già era un ottimo vino, la propensione a trovare una compiutezza ulteriore che in effetti poi ha trovato.

A questo punto è un vino radicalmente piacevole, chiaro e sincero. Parla un linguaggio semplice con cui spiega in modo esaustivo la propria Sangiovesità e anche la Sangiovesità in generale. 

Un vino compiuto in pieno.

Consigli Acquisto Vino #001 - Rosso di Montalcino "Sogni & Follia" 2018 di Podere Le Ripi - un vino compiuto
Consigli Acquisto Vino #001 - Rosso di Montalcino "Sogni & Follia" 2018 di Podere Le Ripi - un vino compiuto
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Bottiglie, Degustazioni

Quattro bianchi per l’Estate 2024

quattro VINI BIANCHI PER L’ESTATE 2024  

UN OCCHIO AL PREZZO E UN OCCHIO ALLA QUALITÀ 

Quattro VINI BIANCHI PER L’ESTATE 2024 / Tetralogia degustativa di mezza estate centrata sui bianchi italiani. Quattro bottiglie di produttori più e meno affermati e/o conosciuti che alla qualità e alla sicura espressività affiancano anche un prezzo invitante.

Derthona 2021 – Vigneti Massa – vini bianchi per l’estate

20 euro circa online

Timorasso con breve macerazione a freddo, fermentazione in acciaio e sosta sulle fecce in acciaio per 12 mesi.

Colore dorato, mostra una densità che trova poi conferma in bocca. Ricordi di Iris giallo e melone, pan di zenzero, mela.

Vino dal gusto intenso e duraturo, sviluppa in larghezza, acidità moderata, matericità e impatto quasi da vino rosso, lo definirei un Timorasso per tutti senza eccessi ed eccentricità. 

Don Chisciotte Fiano 2021 – Zampaglione

Poco meno di 20 euro al Mercato Fivi

Le emozioni suscitate dall’assaggio di questo vino all’ultimo Mercato Fivi mi indussero all’acquisto di un cartone. Quelle emozioni trovano una convalida, anzi un rinforzo, in questa bottiglia che racconta di un progetto che fa costanti passi verso l’eccellenza. Non dissimile quindi da quanto assaggiato nelle annate precedenti, ma si evince un costante miglioramento. Qui un racconto del 2020 

Fiano dall’alta Irpinia. Macerazione sulle bucce, affinamento in acciaio sui lieviti.

Netto e incisivo al naso con ricordi di pompelmo, nespola e ginestra. Sorso sapido, avvincente, ben orchestrato in piena coerenza e con definizione mirabile.

Sarà l’annata, qualunque cosa sia, forse il miglior Don Chisciotte di sempre.

Campo delle Oche 2019 – Fattoria San Lorenzo

Poco meno di 20 euro circa in lotto

Da sempre, perlomeno dalla prima volta che l’ho stappato, uno dei miei bianchi preferiti. Potrebbe lasciare qualcuno sbigottito, questo lo ripeto sempre, ma credo di poter dire che i suoi estimatori lo apprezzano per la sua unicità dovuta anche ad alcune esagerazioni.

Vino artigianale che fa 36 mesi tra cemento e acciaio sui lieviti, poi 6 mesi in bottiglia.

Colore su toni scuri, il naso è bello e paradossale e mette insieme ricordi di fiori bianchi come l’acacia, ma ancora più bianchi come l’anemone di campo e altri di drupe a piena maturazione, altre note speziate, vegetale aromatico.

Il sorso avvolge e travolge con la sua struttura, il suo spessore, la forza di gusto che pare non esaurirsi mai e che sembra invece ampliarsi bicchiere dopo bicchiere, moltiplicando le sensazioni. Acidità di misura, opulenza senza mai finire nella viscosità.

Un successo che si rinnova anno dopo anno restando in una fascia di prezzo abbordabile per chiunque.

Hic et Nunc 2019 – Fietri – vini bianchi per l’estate

20 euro da Silvio a Pianosinatico (PT)

Bevuto spesso alle fiere e col ricordo di un’unica bottiglia bevuta molti anni fa, lo trovo in carta da Silvio a Piano Sinatico (PT), luogo importante per gli amanti della cucina tradizionale della Montagna Pistoiese e del buon vino, e non lo lascio in cantina. 

Trattasi di Chardonnay e Viogner in partì eguali. Coltivati a Fietri tra i boschi delle alte colline ad sud-est di Gaiole che è un luogo famoso per il Chianti Classico, ma dove si fanno anche alcuni bianchi interessanti.

Per lo Chardonnay fermentazione e affinamento in barrique di 6 mesi. Malolattica parziale. Per il Viogner fermentazione e affinamento in acciaio per 6 mesi e niente malolattica.

Anche per questo Hic et Nunc un bel colore giallo oro, fragranze varie dal cedro alla susina goccia d’oro, passando per la liquirizia, la ginestra, fieno secco,  il miele di acacia, le essenze orientali.

Palato deciso, diretto, con acidità ferma, struttura considerevole e buona dinamica di gusto. Polposo, rugoso, mai sfuggente, inizialmente tornano molto il frutto giallo e il miele mentre sul finale si affiancano le spezie e la vaniglia.

Enonauta/Degustazione di Vino #417/420 - review - Campo delle Oche, Don Chisciotte, Hic et Nunc, Derthona Massa, 4 bianchi per l'estate 2024
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Mersault “Les Narvaux” 2010 – Domaine Remi Jobard

Mersault “Les Narvaux” 2010 – Domaine Remi Jobard

Non una bevuta come un’altra. Prima di tutto le bottiglie erano tre. Le prime due per un ritrovo tra amici in cui la prima risultò eccezionale e la seconda, sfortunatamente con tappo poco performante, decisamente ossidata e con tutti marcatori di un prematuro invecchiamento. Secondo, al nome Remi Jobard sono associate parole unanimi di entusiasmo ed apprezzamento. Per me è la prima volta.

Per questo Mersault, ovviamente, Chardonnay da vigne che all’epoca avevano tra i 30 e 40 anni. Più vigna che cantina, due anni in legno,  nuovo per il 20 percento.

La prima bottiglia eccezionale, così come la terza. Ovvero questa. 

Colore giallo intenso luminoso con ampio e finissimo corredo olfattivo.

Con reminiscenze di narcisi, Mango, cedro, pinoli, orzata. A margine dei sentori principali un filo di burro salato, vino dal bouquet possente, inebriante anche e soprattutto dopo l’arieggiamento.

Il Sorso è frontale, freschissimo, dalla direzione precisa. Col tempo diventa un vino ricco, lussureggiante, profondo, stratificando il sapore su una moltitudine di livelli e con Qualità di gusto e presenza in bocca straordinarie restando sempre agile.

Un florido bianco quattordicenne che ci racconta una moltitudine di cose su quanto  può invecchiare, e su quanto virtuosamente possa farlo, il vino e sulle cause della sua talvolta prematura dipartita. Cause da non ricercare nella “sfortuna”.

Enonauta/Degustazione di Vino #416 - review - Mersault "Les Narvaux" 2010 - Domaine Remi Jobard | vino emblematico e di micidiale bontà
Enonauta/Degustazione di Vino #416 - review - Mersault "Les Narvaux" 2010 - Domaine Remi Jobard | vino emblematico e di micidiale bontà

Mersault “Les Narvaux” 2010 – Domaine Remi Jobard

Not a drink like any other. First of all there were three bottles. The first two for a meeting with friends in which the first was exceptional and the second, unfortunately with a poorly performing cork, decidedly oxidized and with all the signs of premature aging. Second, the name Remi Jobard is associated with unanimous words of enthusiasm and appreciation. It’s the first time for me.

For this Mersault, obviously, Chardonnay from vines that were between 30 and 40 years old at the time. More vineyard than cellar, two years in wood, 20 percent new.

The first bottle was exceptional, as was the third. Or this one.

Bright intense yellow color with a broad and very fine olfactory profile.

With reminiscences of daffodils, mango, cedar, pine nuts, orgeat. Alongside the main aromas, a drizzle of salted butter, a wine with a powerful bouquet, inebriating even and above all after aeration.

The Sorso is frontal, very fresh, with a precise direction. Over time it becomes a rich, lush, deep wine, stratifying the flavor on a multitude of levels and with extraordinary quality of taste and presence in the mouth while always remaining agile.

A thriving fourteen-year-old white wine who tells us a multitude of things about how much wine can age, and how virtuously it can do so, and about the causes of its sometimes premature demise. Causes not to be found in “bad luck”.

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Barolo Via Nuova 2018 – E. Pira/Chiara Boschis

Barolo Via Nuova Chiara Boschis

Barolo Via Nuova 2018 – E. Pira/Chiara Boschis 

Al contrario del coevo Mosconi, che all’assaggio (leggi qui) risultò interlocutorio, fa grandissima figura e impressiona per definizione ed eleganza. 

Le uve del Barolo Via Nuova, piccolo cru assorbito poi da Terlo e mai diventato mga, vengono assemblate classicamente con quelle dei cru Terlo e Liste del Comune di Barolo; Gabutti e Baudana del Comune di Serralunga d’Alba; Ravera di Monforte e Mosconi del Comune di Monforte d’Alba.

Due anni di invecchiamente in legno grande e piccolo e un anno in bottiglia.

Rose, Anguria e Chinotti in primo piano. Si completa il quadro con ricordi balsamici, di pinolo, spezie e resine/essenze orientali, cannella, cipria. Vino decisamente fragrante.

Le buone sensazioni prodotte dall’approccio trovano ampia conferma nel sorso. Che è fresco e pieno di energia, radioso e profondo, con bella forza di gusto, tannini finissimi e un fantastico finale coerente. Il tutto in modo elegante ed equilibrato.

Da tenere d’occhio 

Enonauta/Degustazione di Vino #415 - review - Barolo Via Nuova 2018 - E. Pira/Chiara Boschis | vino di eleganza spiccata

Barolo Via Nuova Chiara Boschis

Barolo Via Nuova 2018 – E. Pira/Chiara Boschis

Unlike the contemporary Mosconi, which when tasted (read here) was hesitant, it makes a great impression and impresses with its definition and elegance.

The grapes of Barolo Via Nuova, a small cru later absorbed by Terlo and never became MGA, are classically assembled with those of the Terlo and Liste crus of the Municipality of Barolo; Gabutti and Baudana of the Municipality of Serralunga d’Alba; Ravera di Monforte and Mosconi of the Municipality of Monforte d’Alba.

Two years of aging in large and small wood and one year in the bottle.

Roses, watermelon and chinotti in the foreground. The picture is completed with balsamic notes, of pine nuts, spices and oriental resins/essences, cinnamon, face powder. Definitely fragrant wine.

The good sensations produced by the approach are amply confirmed in the sip. Which is fresh and full of energy, radiant and deep, with beautiful strength of taste, very fine tannins and a fantastic coherent finish. All in an elegant and balanced way.

Worth keeping an eye on

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Barbaresco Montestefano 2015 – Rivella Serafino

Barbaresco Montestefano 2015 – Rivella Serafino

Per raccontare questo vino mi avventuro volentieri nella lingua fino a definirlo il miglior 2015 delle Langhe provato fino ad oggi. Un Azzardo apparentemente, ma per chi ce l’ha nel bicchiere nemmeno tanto. È un vino che sfiora la perfezione espressiva/stilistica in assoluta fedeltà alla tipologia.

Barbaresco classicista, autodefinizione del proprio stile espressa a voce da Teobaldo Rivella a chi scrive. Lunghe macerazioni, lunghi affinamenti in botti grandi con le uve dal cru Montestefano. Ma qui a mio avviso c’è stato qualcosa, c’è stata la mano magistrale e lungimirante che decide di fare, o non fare, qualcosa e che ci ha restituito una interpretazione mirabile di vitigno e annata congiuntamente.

Vino luminoso, dall’ampio bouquet  con reminiscenze di rose e melograni, farina di carrube e spezie e più accenati ricordi di genziana ed altre erbe aromatiche, note di anice e balsamiche. Precisione e incisività.

Il sorso è lineare, contraddistinto da una tensione gustativa continua, acidità netta e tannino grintoso senza eccessi, un ritorno di frutto freschissimo che conquista e ammalia, vitalità, struttura, equilibrio, un finale rinfrescante e arioso come pochi.

Vino da Hall of Fame 

Enonauta/Degustazione di Vino #414 - review - Barbaresco Montestefano 2015 - Rivella Serafino | capolavoro classicista di Langa
Enonauta/Degustazione di Vino #414 - review - Barbaresco Montestefano 2015 - Rivella Serafino | capolavoro classicista di Langa
Enonauta/Degustazione di Vino #414 - review - Barbaresco Montestefano 2015 - Rivella Serafino | capolavoro classicista di Langa

Barbaresco Montestefano 2015 – Rivella Serafino

To describe this wine I willingly venture into the language to define it as the best 2015 from the Langhe I have tried to date. A gamble apparently, but for those who have it in their glass not even so much. It is a wine that borders on expressive/stylistic perfection in absolute fidelity to the typology.

Barbaresco classicist, self-definition of his style expressed verbally by Teobaldo Rivella to the writer. Long macerations, long refinements in large barrels with grapes from the Montestefano cru. But in my opinion there was something here, there was the masterly and far-sighted hand that decides to do, or not do, something and which gave us an admirable interpretation of grape variety and vintage together.

Bright wine, with a large bouquet with reminiscences of roses and pomegranates, carob flour and spices and more pronounced memories of gentian and other aromatic herbs, aniseed and balsamic notes. Precision and incisiveness.

The sip is linear, characterized by a continuous gustatory tension, clear acidity and gritty tannin without excess, a return of very fresh fruit that conquers and enchants, vitality, structure, balance, a refreshing and airy finish like few others.

Hall of Fame wine

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Brunello di Montalcino 2015 – Pietroso

Brunello di Montalcino 2015 – Pietroso

Un Brunello d’impianto tradizionale con 36 mesi d’invecchiamento in botte grande dopo 20 giorni di acciaio. Le vigne dell’azienda sono posizionate in quattro diversi punti del territorio di Montalcino e si può affermare che raramente i vini di Pietroso sono risultati deludenti al momento dello stappo e nelle occasioni dedicate alla degustazione.

Questo Brunello 2015 non tradisce le aspettative. Colore bello, intenso rubino, esplosivo al naso e fortemente fruttato con sentori di marasca e mandarino, a tratti si percepiscono sentori di pesca tabacchiera. Meno diffuse note balsamiche, spezie assortite, lavanda, sottobosco.

L’attacco è impattante, voluminoso e caldo. Il bello però viene dopo, quando al punto massimo di questa invasione il vino innesca un’accelerazione vertiginosa guidata da una acidità cospicua e diretta. La forza di gusto è ragguardevole, in coerenza col naso. Tannini energici, di forma regolare. Il finale è aperto, lungo, evocativo. 

Vino muscolare e robusto che riesce a non sconfinare nel troppo, nel troppo denso e nel troppo caldo. Interpretazione dell’annata 2015 Ilcinese decisamente più centrata di altre già assaggiate in passato che sembravano aver smarrito un po’ di forza vitale. 

A mio parere, stando a quanto suggerito da questa specifica bottiglia, l’apertura non è da rimandare di tanto perché è adesso che tutta questa forza di gusto e questa energia bilanciano adeguatamente l’alcool.

Enonauta/Degustazione di Vino #411 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Pietroso | Brunello tradizionale decisamente buono
Enonauta/Degustazione di Vino #411 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Pietroso | Brunello tradizionale decisamente buono

Brunello di Montalcino 2015 – Pietroso

A traditional Brunello with 36 months of aging in large barrels after 20 days in steel. The company’s vineyards are located in four different points of the Montalcino area and it can be said that Pietroso’s wines have rarely been disappointing at the moment of uncorking and on occasions dedicated to tasting.
This Brunello 2015 does not disappoint expectations. Beautiful color, intense ruby, explosive on the nose and strongly fruity with hints of morello cherry and mandarin, at times there are hints of snuffbox peach. Less widespread are balsamic notes, assorted spices, lavender, undergrowth.
The attack is impactful, voluminous and warm. The beauty, however, comes later, when at the maximum point of this invasion the wine triggers a dizzying acceleration driven by a conspicuous and direct acidity. The strength of taste is remarkable, consistent with the nose. Energetic tannins, regularly shaped. The ending is open, long, evocative.
A muscular and robust wine that manages not to go too far, too dense and too hot. Interpretation of the 2015 Ilcinese vintage that is decidedly more centered than others already tasted in the past which seemed to have lost a bit of vital force.
In my opinion, according to what this specific bottle suggests, the opening should not be postponed for long because it is now that all this strength of taste and this energy adequately balance the alcohol.

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Zal Scur 2016 – Ivaldo Orzan – Collio Doc Ribolla Gialla

Zal Scur 2016 – Ivaldo Orzan – Collio Doc Ribolla Gialla

Scoperto al Mercato Fivi Piacenza nell’edizione di fine Lockdown quando Dario Orzan ci illustrò stoicamente la vasta gamma dei vini aziendali nonostante fosse ormai reso àfono dai due giorni di grande parlare.

Zal Scur 2016 ci restò subito impresso e nel panorama dei vini orange, o bianchi macerati se si preferisce, la Ribolla Gialla dell’azienda Orzan afferma la sua esistenza in modo perentorio, e a mio avviso a ragione, perché in una giusta comparazione con vini assimilabili per stile e provenienza geografica non sfigura affatto. Anzi.

Ribolla gialla del Collio che fa un lungo percorso prima di arrivare al bevitore. Macerazione sulle bucce per 20 giorni. Due anni di legno, un anno in acciaio e poi 6 mesi in bottiglia.

Un vino orange è un vino orange, ma ci sono vini Orange più bianchi e vini Orange più rossi. Questo mi è parso più rosso. E poi ci sono vini Orange più precisi e altri meno. Questo di più.

Il Colore è quello dell’ambra lucida. Ricorda ampiamente e intensamente le drupe come l’albicocca e la nespola, il cedro, la polvere di caffè, poi un filo di cardamomo/spezie e sentori di sfalcio secco in un quadro di generale (piacevole e apprezzabile) compostezza.

Se al naso fa buona figura, al palato risulta invece coinvolgente. Ben sapido, rugoso, con tannini pepati che ne dirigono l’andamento. Ricco di gusto e materia il centrobocca e poi un finale coerente frutto/spezie. Vino da abbinamenti fantasiosi o classici senza timore. 

Enonauta/Degustazione di Vino #410 - review - Zal Scur 2016 - Ivaldo Orzan | ottima ribolla macerata da Capriva del Friuli
Enonauta/Degustazione di Vino #410 - review - Zal Scur 2016 - Ivaldo Orzan | ottima ribolla macerata da Capriva del Friuli
Enonauta/Degustazione di Vino #410 - review - Zal Scur 2016 - Ivaldo Orzan | ottima ribolla macerata da Capriva del Friuli
Enonauta/Degustazione di Vino #410 - review - Zal Scur 2016 - Ivaldo Orzan | ottima ribolla macerata da Capriva del Friuli
ottima ribolla macerata da Capriva del Friuli

Zal Scur 2016 – Ivaldo Orzan – Collio Doc Ribolla Gialla

Discovered at the Fivi Piacenza Market in the end-of-Lockdown edition when Dario Orzan stoically showed us the vast range of company wines despite having been rendered speechless by two days of great talk.

Zal Scur 2016 immediately made an impression on us and in the panorama of orange wines, or macerated white wines if you prefer, the Ribolla Gialla from the Orzan company asserts its existence in a peremptory way, and in my opinion rightly so, because in a fair comparison with similar wines in terms of style and geographical origin it doesn’t look out of place at all. On the contrary.

Ribolla giallo del Collio which travels a long way before reaching the drinker. Maceration on the skins for 20 days. Two years in wood, one year in steel and then 6 months in bottle.

An orange wine is an orange wine, but there are whiter Orange wines and redder Orange wines. This one seemed redder to me. And then there are more precise Orange wines and others less so. This more.

The color is that of shiny amber. It is broadly and intensely reminiscent of drupes such as apricot and medlar, cedar, coffee powder, then a thread of cardamom/spices and hints of dry mowing in a framework of general (pleasant and appreciable) composure.

If it makes a good impression on the nose, it is engaging on the palate. Very tasty, wrinkled, with peppery tannins that direct its progress. Rich in flavor and substance in the mid-mouth and then a coherent fruit/spices finish. Wine for imaginative or classic pairings without fear.

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Carema 2016 – Cantina Produttori Nebbiolo di Carema

Carema 2016 – Cantina Produttori Nebbiolo di Carema

A Parigi dal 1875 esiste il Bureau international des poids et mesures. 

Al suo interno è conservato, insieme alle altre 6 grandezze fondamentali, la barra di platino-iridio che riproduce il Metro.

Ecco. Questa Espressione cristallina del Nebbiolo della Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema si potrebbe utilizzare come una sorta di metro di misura, una sorta di Nebbiolo archetipico, e si potrebbe depositare l’esperienza percettiva prodotta da questo vino in un immaginario e apposito Boureau mentale ispirato a quello di Parigi. Il Metro del Nebbiolo. 

Questo a prescindere dal fatto che ne potresti preferire un altro.

Nebbiolo con 12 giorni di macerazione e 24 mesi (almeno 12 in legno) di invecchiamento.

Il Colore è granato di luminosità e brillantezza assolute. La finezza delle fragranze fa il pari con la leggiadria del sorso. E la leggiadria del sorso è direttamente proporzionale alla sua intensità gustativa.

Lampone in principio, più melograno con l’arieggiamento. Rose, misurata speziatura, un tocco di scorza d’arancia e di erbe aromatiche.

Vino secco e decisamente fresco, con tannini di grana fina e alcool dosato magistralmente. Ciò che lo rende irresistibile è la qualità e la durata del ritorno del frutto che si potrebbe definire delizioso Questo lo rende un vino dalla bevuta equilibrata e piacevole. Pronto adesso, ma senza ansie si potrebbe conservare in cantina.

Non si finisce mai di rinnovare la propria stima per Cantina di Carema.

Enonauta/Degustazione di Vino #409 - review - Carema 2016 - Cantina Produttori Nebbiolo di Carema | Nebbiolo Paradigmatico

Carema 2016 – Cantina Produttori Nebbiolo di Carema

The Bureau international des poids et mesures has existed in Paris since 1875.

Inside it, together with the other 6 fundamental quantities, the platinum-iridium bar that reproduces the Meter is preserved.

Here you are. This crystalline expression of Nebbiolo from the Nebbiolo Producers Cellar of Carema could be used as a sort of measuring stick, a sort of archetypal Nebbiolo, and the perceptive experience produced by this wine could be deposited in an imaginary and specific mental Boureau inspired by that of Paris. The Nebbiolo Metro.

This is regardless of the fact that you might prefer another.

Nebbiolo with 12 days of maceration and 24 months (at least 12 in wood) of aging.

The color is garnet with absolute brightness and brilliance. The finesse of the fragrances is matched by the gracefulness of the sip. And the gracefulness of the sip is directly proportional to its gustatory intensity.

Raspberry at first, more pomegranate as it aerates. Rose, measured spiciness, a touch of orange peel and aromatic herbs.

Dry and decidedly fresh wine, with fine-grained tannins and masterfully dosed alcohol. What makes it irresistible is the quality and duration of the return of the fruit which could be defined as delicious. This makes it a balanced and pleasant drinking wine. Ready now, but without worries it could be stored in the cellar.

You never stop renewing your esteem for Cantina di Carema.

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Primitivo di Manduria 2019 – Luca Attanasio

Primitivo di Manduria 2019 – Luca Attanasio

È un vero piacere sorseggiare questo Primitivo di Luca Attanasio da Sava nell’alto Salento, un piacere che si rinnova e stratifica ad ogni sorso. Ed è prova che si possono fare vini dal tenore alcolico importante, concentrati, ma non meramente opulenti.

Questo nello specifico è un Vino sontuoso, tonico, dalla muscolatura allenata. Per quanto non verticale, come sembra debbano essere tutti i vini al giorno d’oggi, ma ben vivo.

Primitivo coltivato ad Alberello, acciaio e 12 mesi in barrique 

La colorazione è scura, la densità è manifesta. I profumi sono penetranti e ricordano il frutto scuro come il mirtillo, le spezie, il tabacco, le erbe aromatiche. 

Sul palato esercita un bella pressione, sferico, 15.5 gradi alcolici ben supportati dalla sostanza e dal considerevole sviluppo di gusto. A suo modo è fresco, per quanto non sia la sua caratteristica primaria, con acidità distribuita e tannini ben piazzati.

Vino importante, sostanzioso, però mai ingombrante e addirittura molto bevibile seppure nella sua muscolarità. Ovviamente non lo consiglierei mai all’aperitivo, ma lo consiglierei senza dubbio per una bella cena con pietanze di carne elaborate. 

Una delle ultime bottiglie riportate dal Mercato Fivi 2023.

Enonauta/Degustazione di Vino #333 - review - Primitivo di Manduria 2019 - Luca Attanasio | Vino sontuoso, tonico, gustoso
Enonauta/Degustazione di Vino #333 - review - Primitivo di Manduria 2019 - Luca Attanasio | Vino sontuoso, tonico, gustoso
Enonauta/Degustazione di Vino #333 - review - Primitivo di Manduria 2019 - Luca Attanasio | Vino sontuoso, tonico, gustoso

Primitivo di Manduria 2019 – Luca Attanasio

It is a real pleasure to sip this Primitivo by Luca Attanasio from Sava in the upper Salento, a pleasure that is renewed and stratified with every sip. And it is proof that it is possible to make wines with a significant alcohol content, concentrated, but not merely opulent.

This specifically is a sumptuous, tonic wine with trained muscles. Although not vertical, as all wines seem to be nowadays, but very much alive.

Primitivo grown in Alberello, steel and 12 months in barrique

The color is dark, the density is evident. The aromas are penetrating and reminiscent of dark fruit such as blueberry, spices, tobacco, aromatic herbs.

On the palate it exerts a nice, spherical pressure, 15.5 degrees of alcohol well supported by the substance and the considerable development of taste. In its own way it is fresh, although this is not its primary characteristic, with distributed acidity and well-placed tannins.

An important, substantial wine, but never cumbersome and even very drinkable despite its muscularity. Obviously I would never recommend it as an aperitif, but I would undoubtedly recommend it for a nice dinner with elaborate meat dishes.

One of the last bottles brought back from the Fivi 2023 Market.

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