Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico 2020 – Fattoria San Giusto a Rentennano

Chianti Classico 2020 – Fattoria San Giusto a Rentennano 

Sangiovese con una piccola parte di Canaiolo. 11 mesi di invecchiamento in botti, tonneau e barrique al termine di una vendemmia propizia.

Da Gaiole in Chianti.

Riscorrendo a memoria gli assaggi passati davanti a questa bottiglia penso: “Che sia il miglior Chianti Classico annata 2020?”. Certo lo metto insieme a un altro paio tra quelli più compiuti e convincenti.

Florido e fragrante, meglio del desaparecido e premiato 2016 che assaggiai a suo tempo. C’è l’impronta tipica dell’azienda, quindi profondità e un certo ombroso temperamento, ma in questo caso è declinata su toni più luminosi e gioviali.

Bel granato intenso il colore. Frutto in primo piano. Cassis, ciliegia, scorza di arancio, fruttuosità imperiosa con un contorno di ricordi speziati di cannella, carnosi, di humus, di eucalipto. Intensità e nitore eccezionali che rendono le fragranze percepibili a distanza.

Vino trascinante, pieno di energia e gusto che tornano con ritmo costante tracciando un percorso netto e lungo. Acidità vivace, mai sopra le righe, sempre organica all’esperienza nel suo complesso. Pur portando in dote 14,5 gradi e non lesinando affatto in concentrazione è un vino che si beve agilmente e che finisce quasi per sembrare leggiadro. I tannini emergono da questa grande onda di gusto perfetti per forma e forza.

Vino eccellente in relazione alla tipologia, ed eccellente anche in senso generale. 

Enonauta/Degustazione di Vino #438 - review - Chianti Classico 2020 - San Giusto a Rentennano  | Per noi è il miglior Chianti Classico 2020
Enonauta/Degustazione di Vino #438 - review - Chianti Classico 2020 - San Giusto a Rentennano  | Per noi è il miglior Chianti Classico 2020

Chianti Classico 2020 – Fattoria San Giusto in Rentennano 

Sangiovese with a small part of Canaiolo. 11 months of aging in barrels, tonneaus and barriques at the end of a favorable harvest.

From Gaiole in Chianti.

Going through the tastings of this bottle by heart, I think: “Is this the best Chianti Classico of the 2020 vintage?”. Of course I put it together with a couple of other more accomplished and convincing ones.

Florid and fragrant, better than the desaparecido and award-winning 2016 that I tasted at the time. There is the typical imprint of the company, therefore depth and a certain shady temperament, but in this case it is expressed in brighter and more jovial tones.

Nice intense garnet color. Fruit in the foreground. Cassis, cherry, orange peel, imperious fruitiness with a side of spicy memories of cinnamon, fleshy, humus, eucalyptus. Exceptional intensity and clarity that make the fragrances perceivable from a distance.

An enthralling wine, full of energy and taste that return with a constant rhythm, tracing a clear and long path. Lively acidity, never over the top, always organic to the experience as a whole. Despite bringing 14.5 degrees and not skimping on concentration at all, it is a wine that can be drunk easily and which almost ends up seeming graceful. The tannins emerge from this great wave of taste, perfect in shape and strength.

Excellent wine in relation to the type, and also excellent in a general sense.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Brunello di Montalcino Saporoia 2010 – Az. Agr. Baccinetti

Brunello di Montalcino Saporoia 2010 – Az. Agr. Baccinetti

Assaggiato a Benvenuto Brunello al tempo e poi acquistato in azienda a seguito delle buone impressioni ricevute.

L’azienda Baccinetti si trova appena dopo il Passo del Lume Spento percorrendo la S.P. 14 verso Sant’Angelo in Colle. 

Trattasi di un Brunello di grande impatto, dal contenuto alcolico considerevole, ma senza melensaggini ed eccessi di trattamento. Di ispirazione tradizionale.

Il colore è granato fitto. Negli anni ha decisamente ampliato il suo potenziale aromatico e sviluppa in primo piano bei ricordi di arancia tarocco, amarena Toschi, tabacco e meno pronunciati sentori di cenere bianca, erbe aromatiche e di sottobosco autunnale. In crescendo con l’arieggiamento.

In ingresso mostra una certa virulenza, con la sua indiscutibile potenza e il suo volume non è certo bilanciato, ma l’effetto generale prodotto dal suo calore, dal tannino che va allentando la presa, dal suo gusto intenso è quello di un vino largo ed avvolgente, impegnativo ed avvincente, lungo e  con un finale amaricante/balsamico.

Per mio parere è all’apice positivo del suo evolversi e con pietanze ricche, in questo caso un bel tegame di Salsicce della Montagna Pistoiese con fagioli e lenticchie, può dare grandissime soddisfazioni.

Potrà non essere il più raffinato tra tutti i Brunelli, ma ha il pregio della sincerità e della chiarezza. 

Indubbiamente un ottimo Sangiovese. 

https://www.enonauta.it/didattica/luoghi-del-vino/#montalcino
https://www.enonauta.it/didattica/luoghi-del-vino/#montalcino
Standard
Bottiglie, Degustazioni

Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 – Sandro De Bruno

Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 – Sandro De Bruno

In trasferta in Veneto, il giorno prima di correre la maratona di Venezia, balugina all’improvviso la malsana ma irresistibile idea di farmi un giro per cantine nel Soave. Sugli effetti di questa iniziativa sui risultati dell’indomani stendiamo il velo pietoso dell’oblìo; restano invece memorabili i risultati della scampagnata del sabato, con diverse bottiglie di qualità portate a casa. Tra le altre, questo Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 Sandro De Bruno, donatomi gentilmente dal ragazzo che mi accoglie, in aggiunta ad alcune bottiglie acquistate, per compensare la delusione di non poter effettuare una visita o almeno una degustazione senza averla precedentemente prenotata. È l’ultima bottiglia che apro nel 2024 prima della cena di San Silvestro e la felicità di averlo fatto è sollecitata subito dal colore oro, pieno, intenso, che mi saluta dal calice. Anche il naso è promettente, con un profluvio di frutti chiari ed esotici, una dolcezza pronunciata, quasi zuccherina, dovuta alla vendemmia quasi tardiva, di fine ottobre, ma attraversata da una nota più fresca, minerale, ereditata dai substrati vulcanici del terreno. Anche in bocca si conferma vino di complessità gustosa, dal sorso pieno, cremoso, ricco di frutta secca e arancia e pasticceria, ma anche con la profondità delle erbe aromatiche e una decisa sapidità che si fa sempre più strada e resta in bocca in una lunghezza quasi infinita. Bottiglia che irrompe con prepotenza nella lista delle mie migliori bevute sotto i venti euro.

Enonauta/Degustazione di Vino #436 - review - Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 - Sandro De Bruno | Complessità gustosa

Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 – Sandro De Bruno

On a trip to Veneto, the day before running the Venice marathon, I suddenly had the unhealthy but irresistible idea of ​​taking a tour of the cellars in Soave. We draw the pitiful veil of oblivion over the effects of this initiative on the results of the following day; However, the results of the Saturday outing remain memorable, with several quality bottles taken home. Among others, this Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 Sandro De Bruno, kindly given to me by the boy who welcomes me, in addition to some bottles purchased, to compensate for the disappointment of not being able to make a visit or at least a tasting without having previously booked it. It is the last bottle that I open in 2024 before the New Year’s Eve dinner and the happiness of having done so is immediately encouraged by the full, intense gold color that greets me from the glass. The nose is also promising, with a flood of light and exotic fruits, a pronounced sweetness, almost sugary, due to the almost late harvest, at the end of October, but crossed by a fresher, mineral note, inherited from the volcanic substrates of the soil. Even in the mouth it confirms itself as a wine of tasty complexity, with a full, creamy sip, rich in dried fruit and orange and pastries, but also with the depth of the aromatic herbs and a decisive flavor that increasingly makes its way and remains in the mouth for a long time. almost infinite. A bottle that forcefully enters the list of my best drinks under twenty euros.

Enonauta/Degustazione di Vino #436 - review - Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 - Sandro De Bruno | Complessità gustosa
Enonauta/Degustazione di Vino #436 – review – Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 – Sandro De Bruno | Complessità gustosa
Standard
Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico DUELAME 2021 – Lamole di Lamole

Chianti Classico DUELAME 2021 – Lamole di Lamole

Io e Martino Baldi lo assaggiammo alla Chianti Classico Collection 2024. Ci colpì ed emerse alla fine della fiera come uno degli assaggi più nitidi e convincenti tra la moltitudine di bottiglie presenti a dispetto del suo essere reperibile al supermercato e prodotto da un’azienda di proprietà di un grande gruppo. Contravvenendo quindi ulteriormente a una delle regole capitali del winelover di alta categoria, ovvero che la GDO è il demonio e tutto ciò che vi si compra non è buono, usufruimmo poi della stessa offerta del solito supermercato.

Un vino a cui darei la massima valutazione per i valori espressi in relazione alla tipologia e alle metodiche di produzione.

Sangiovese vinificato in acciaio. Poi invecchiato in botte e a seguire l’affinamento in bottiglia. L’altitudine e il suolo sono qui come in tutti i vini di Lamole una componente fondamentale.

Vino di colore mediamente fitto, fragrantissimo e filologico presenta prevalenti ricordi di giaggioli e marasche, l’arancia navel e il timo, con più discreti rimandi ematici e balsamici.

Al palato risulta pienamente definito, preciso, entra con freschezza tipica ben innervata, corpo snello e ottima e lunga dinamica di gusto. Ha tannini di carattere e fini, si beve e si ribeve con gioia accompagnando il pasto, finisce coerentemente con ritorno del frutto e in parte balsamico.

Bevuto ora dà grande soddisfazione, ma ancora tra qualche anno, con buona probabilità, regalerà emozioni a chi saprà conservarne qualche bottiglia.

Enonauta/Degustazione di Vino #435 - review - Chianti Classico DUELAME 2021 - Lamole di Lamole | Chianti Classico Filologicamente Lamolese
Enonauta/Degustazione di Vino #435 - review - Chianti Classico DUELAME 2021 - Lamole di Lamole | Chianti Classico Filologicamente Lamolese

Chianti Classico DUELAME 2021 – Lamole di Lamole

Martino Baldi and I tasted it at the Chianti Classico Collection 2024. It struck us and emerged at the end of the fair as one of the clearest and most convincing tastings among the multitude of bottles present despite its being available in the supermarket and produced by an owned company of a large group. Therefore further violating one of the capital rules of high-class wine lovers, namely that large-scale retail trade is the devil and everything you buy there is not good, we then took advantage of the same offer as the usual supermarket.

A wine to which I would give the highest rating for the values ​​expressed in relation to the type and production methods.

Sangiovese vinified in steel. Then aged in barrels followed by refinement in the bottle. Altitude and soil are a fundamental component here, as in all Lamole wines.

A wine with a medium-dense colour, very fragrant and philological, with prevalent hints of irises and morello cherries, navel orange and thyme, with more discreet blood and balsamic references.

On the palate it is fully defined, precise, enters with typical well-innervated freshness, slim body and excellent and long dynamic flavour. It has characterful and fine tannins, it can be drunk over and over again with joy accompanying the meal, it ends consistently with a return of fruit and is partly balsamic.

Drunk now it gives great satisfaction, but in a few years, it will probably give emotions to those who know how to keep a few bottles of it.

Standard
Barolo Brunate 2020 - Giuseppe Rinaldi
Bottiglie, Degustazioni

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

È successo alla Trattoria da Amerigo di Savigno, grazie ad Alberto Bettini (qui un racconto di Martino Baldi) che ci ha servito questa bottiglia insieme ai sempre ottimi piatti del suo locale. Nel mio caso la bottiglia è arrivata insieme al Germano Reale in due cotture con cui in effetti si combinò bene.

Che dire?

Un giovanissimo Brunate 2020, ma è sempre e comunque meglio bere giovane che non bere, emblema della classicità e, ahimè/ahinoi, della speculazione (non in questo caso). Mga di La Morra.

Un colore bellissimo e traslucido, praticamente una dichiarazione d’intenti. Finissimi e continui richiami alle viole, al tamarindo, al bergamotto, ma soprattutto note di frutto delicato, a metà tra la ciliegia e il melograno. Completano il quadro meno spiccate note di spezie, balsamiche e di erbe aromatiche.

Al palato è rigoroso, ma non così austero come ci si potrebbe aspettare. L’ingresso è discreto, in evidenza subito il cuore di frutto delicato che innesca un lungo reverbero, l’acidità è diffusa, sorso agile, snello, pieno di questo sapore di frutto fresco che perdura e tannini possenti che ti ricordano dove ci si trova, ma senza chiudere. Finisce lungo, molto lungo, tra il melograno, l’eucalipto e il chinotto.

È un gioco divertente immaginarsi tra 15 anni con la stessa bottiglia. Ma non avendo certezza di cosa ci riserva l’avvenire è un gioco ancora più divertente berlo nel presente.

Enonauta/Degustazione di Vino #434 - review - Barolo Brunate 2020 - Giuseppe Rinaldi | Vino Emblematico anche da Giovane
Enonauta/Degustazione di Vino #434 - review - Barolo Brunate 2020 - Giuseppe Rinaldi | Vino Emblematico anche da Giovane

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

It happened at Trattoria da Amerigo in Savigno, thanks to Alberto Bettini (qui a story by Martino Baldi) who served us this bottle together with the always excellent dishes of his restaurant. In my case the bottle arrived together with the Mallard in two cooking sessions with which it actually combined well.

What can I say?

A very young Brunate 2020, but it is always better to drink young than not, an emblem of classicism and, alas, of speculation (not in this case). Mga of La Morra.

A beautiful, translucent color, practically a declaration of intent. Very fine and continuous references to violets, tamarind, bergamot, but above all notes of delicate fruit, halfway between cherry and pomegranate. Less strong notes of spices, balsamics and aromatic herbs complete the picture.

On the palate it is rigorous, but not as austere as one might expect. The entrance is discreet, immediately highlighting the delicate fruit heart that triggers a long reverberation, the acidity is widespread, agile, slim sip, full of this fresh fruit flavor that lasts and powerful tannins that remind you where you are , but without closing. It ends long, very long, between pomegranate, eucalyptus and chinotto.

It’s a fun game to imagine yourself 15 years from now with the same bottle. But not being certain of what the future holds for us makes it an even more fun game to drink it in the present.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Grignolino d’Asti 2023 – Gianni Doglia – sotto i dieci euro #6

Grignolino d’Asti 2023 – Gianni Doglia – sotto i dieci euro #6

Chi ti racconta il Grignolino racconta sempre di un’uva dal temperamento difficile, ma che può dare risultati sorprendenti. Chi è consapevole di poterne offrire una buona interpretazione spende volentieri un po’ di tempo per riconoscergli ciò che è dovuto. Questo è uno di quei casi, acquistato direttamente in cantina e di questa e altre visite ne riscriverò, dove chi lo fa lo offre con sicuro entusiasmo.

Fermentazione a temperatura controllata sulle bucce per due/tre giorni e poi la fermentazione termina in bianco. Poi riposo in acciaio fino a primavera e un mese in bottiglia.  

Un Grignolino talmente chiaro e splendente da sembrare un rosato. E dai profumi netti, di Rosa Canina, fragolina selvatica e delicatamente speziati. 

Vino che in bocca si caratterizza per la precisione del sorso, decisamente ben rifinito, con alcol e tannini moderati, secco, teso, acido, con bel ritorno di frutto fresco, dove alla rinuncia al volume si affiancano però la forza espressiva e una levità coinvolgente che fanno di questo Grignolino un ipotetico accompagnamento per una moltitudine di piatti. 

Altro palese esempio di quanto, distaccandosi dai cliché dominanti, di ottimo e accessibile si può bere nel panorama del vino italico.

Enonauta/Degustazione di Vino #433 - review - Grignolino d’Asti 2023 - Gianni Doglia | Grignolino d'Asti dal bel sorso definito
Enonauta/Degustazione di Vino #433 - review - Grignolino d’Asti 2023 - Gianni Doglia | Grignolino d'Asti dal bel sorso definito

Grignolino d’Asti 2023 – Gianni Doglia – under ten euros #6

Whoever tells you about Grignolino always talks about a grape with a difficult temperament, but which can give surprising results. Those who are aware that they can offer a good interpretation willingly spend some time to give it its due. This is one of those cases, purchased directly from the cellar and I will write about this and other visits, where those who make it offer it with certain enthusiasm. Fermentation at a controlled temperature on the skins for two/three days and then the fermentation ends in white. Then I rest in steel until spring and a month in the bottle. A Grignolino so light and shining that it seems like a rosé. And with clear aromas of Rosa Canina, wild strawberry and delicately spiced. Wine characterized in the mouth by the precision of the sip, decidedly well finished, with moderate alcohol and tannins, dry, taut, acidic, with a nice return of fresh fruit, where the renunciation of volume is however accompanied by expressive strength and an engaging lightness which make this Grignolino a hypothetical accompaniment for a multitude of dishes. Another clear example of how excellent and accessible one can drink in the panorama of Italian wine, breaking away from the dominant clichés.

Standard
Le Baròncole Chianti Classico Riserva
Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico Riserva “Le Baròncole” 2019 – Fattoria San Giusto a Rentennano

Le Baròncole 2019 Chianti Classico Riserva – Fattoria San Giusto a Rentennano

Un vino poderoso e generoso. Ricco e preciso. Fatto con Sangiovese in gran parte e una piccolissima parte di Canaiolo. Cemento, tra i 16 e i 20 mesi in legni di varia capacità e poi 6 mesi di bottiglia. Di colore granato fitto, porta i profumi della prugna fresca e dell’arancia rossa mescolati a quelli del bosco, a ricordi balsamici ed ematici e più tenui sentori di tabacco e spezie.

In bocca a caratterizzarlo è il bilanciamento, il modo in cui gli elementi sono orchestrati in modo da risultare totalmente organici all’esperienza di gusto. Sapido e strutturato, con buona acidità distribuita, spazialità senza pesantezza, un tannino di forza considerevole e di forma particolare che stringe e poi lascia per un finale aperto, lungo, coerentemente di frutto fresco e spezie.

Vino non giovane, non ancora maturo. Da bersi nel presente o anche più avanti. Per chi lo beve da anni un Baròncole tra i migliori.

Enonauta/Degustazione di Vino #428 - review - Langhe Nebbiolo 2021 - Ferdinando Principiano | Una semplicità convincente e dinamica
Enonauta/Degustazione di Vino #428 - review - Langhe Nebbiolo 2021 - Ferdinando Principiano | Una semplicità convincente e dinamica
Enonauta/Degustazione di Vino #428 - review - Langhe Nebbiolo 2021 - Ferdinando Principiano | Una semplicità convincente e dinamica

Le Baròncole 2019 Chianti Classico Riserva – Fattoria San Giusto a Rentennano

A powerful and generous wine. Rich and precise. Made with mostly Sangiovese and a very small part of Canaiolo. Cement, between 16 and 20 months in wood of various capacities and then 6 months in bottle. Of a dense garnet color, it brings the aromas of fresh plum and blood orange mixed with those of the forest, with balsamic and blood memories and more subtle hints of tobacco and spices.

What characterizes it in the mouth is the balance, the way in which the elements are orchestrated so as to be totally organic to the taste experience. Savory and structured, with good distributed acidity, spatiality without heaviness, a tannin of considerable strength and a particular shape that tightens and then leaves for an open, long finish, consistently of fresh fruit and spices.

Not young wine, not yet mature. To be drunk in the present or even later. For those who have been drinking it for years, one of the best Baròncole.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Soave Doc 2023  – Sandro De Bruno – sotto i 10 euro #5

Soave Doc 2023  – Sandro De Bruno

Di passaggio per le terre del Soave il giorno prima di correre la maratona di Venezia, la tentazione di suonare qualche campanello anche senza preavviso in un paio di cantine di un territorio talmente generoso è forte. Tra le tentazioni a cui non riesco a resistere, una è quella del passaggio da Sandro De Bruno, ricordando le goduriose bevute del passato. Impossibile degustare in sede di sabato mattina senza appuntamento ma ne approfitto per fare un piccolo approvvigionamento e appena conclusa la fatica podistica, la sera successiva a cena, mi svito (eh, sì, svito, per fortuna) una bottiglia del Soave base della casa, acquistato in cantina a € 9.50.
Ricordi dell’esperienza passata confermati ed esaltati. Già ad apertura di bottiglia, senza nemmeno versare il liquido, esplode un bouquet impetuoso di pesca gialla.

Nel calice il liquido è paglierino con riflessi non indifferenti sul verde. Insieme alla frutta più dolce salgono note agrumate e di erbe aromatiche. Il sorso è avvolgente, pieno, dolcemente opulento e sapido allo stesso tempo, con una persistenza salina libidinosa che spinge in breve a mescere ancora e ancora e ancora. Insomma è una di quelle bottiglie che, almeno a me, durano poco.

Tornato a casa in Toscana, dopo pochi giorni apro una seconda bottiglia perché un’idea mi frulla per la testa: tutti consigliano l’abbinamento con pesce e frutti di mare ma… ve lo devo dire, l’intuizione è confermata: per me grande bevuta anche col pollo al curry, che intesse un pregevole colloquio con la lunghissima sapidità di questo liquore vulcanico. Promossa anche la persistenza olfattiva percepita la mattina seguente nel calice ormai vuoto ma non rigovernato (mi è rimasta questa fissazione dalle degustazioni di whisky). Non mi viene in mente come spendere meglio dieci euro al giorno d’oggi. Prosit.

Enonauta/Degustazione di Vino #429 - review - Soave Doc 2023  - Sandro De Bruno | avvolgente, pieno, opulento e sapido allo stesso tempo

Soave Doc 2023 – Sandro De Bruno

Passing through the lands of Soave the day before running the Venice marathon, the temptation to ring a few bells even without warning in a couple of cellars in such a generous territory is strong. Among the temptations that I can’t resist, one is that of stopping by Sandro De Bruno, remembering the delightful drinks solicited at prices that are anything but exorbitant (rare stuff these days) by the legendary wine pusher Marcovaldos. It is impossible to taste on site on Saturday morning without an appointment but I take the opportunity to make a small supply and as soon as the effort of the run is over, the following evening at dinner, I unscrew (yes, I unscrew, luckily) a bottle of the basic Soave of the house, purchased in the cellar for € 9.50.
Memories of the past experience confirmed and exalted. Already when opening the bottle, without even pouring the liquid, an impetuous bouquet of yellow peach explodes. In the glass the liquid is straw-yellow with not indifferent reflections on green.

From the glass, together with the sweetest fruit, citrus notes and aromatic herbs rise. The sip is enveloping, full, opulent and savory at the same time, with a saline persistence that quickly pushes you to pour again and again and again. In short, it is one of those bottles that, at least for me, do not last long. Back home in Tuscany, after a few days I open a second bottle because an idea buzzes in my head: everyone recommends pairing it with fish and seafood but… I have to tell you, the intuition is confirmed: for me it is also a great drink with chicken curry, which weaves a valuable dialogue with the very long sapidity of this volcanic liqueur. The olfactory persistence perceived the following morning in the now empty, but not refilled glass is also promoted (I have this obsession from whisky tastings). I can’t think of a better way to spend ten euros nowadays. Cheers.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Langhe Nebbiolo 2021 – Ferdinando Principiano

Il Langhe Nebbiolo 2021 di Ferdinando Principiano potrei definirlo in breve “uno dei migliori vini bevuti nel 2024” in relazione a prezzo, tipologia, aspettative/risultato.

Vino in cui equilibrio, misura e forza convivono declinate con semplicità, una semplicità a cui attribuisco un valore del tutto positivo.

Vino chiaro, di colore e di carattere. Ricorda generosamente la rosa, il tamarindo, il melograno e varie spezie. 

Vino che mostra una spiccata freschezza che conduce il sorso. Che ha equilibrio, espressività, misurato grado alcolico e godibilità pericolosa. I Tannini sono sottili, la dinamica di gusto è lineare, continua, il vino è ottimo, ottimo esempio di quanto Ferdinando Principiano, da cui fu acquistata la bottiglia, racconta del suo impegno di vignaiolo.

Enonauta/Degustazione di Vino #428 - review - Langhe Nebbiolo 2021 - Ferdinando Principiano | Una semplicità convincente e dinamica
Enonauta/Degustazione di Vino #428 - review - Langhe Nebbiolo 2021 - Ferdinando Principiano | Una semplicità convincente e dinamica

Langhe Nebbiolo 2021 – Ferdinando Principiano

I could briefly define the Langhe Nebbiolo 2021 by Ferdinando Principiano as “one of the best wines drunk in 2024” in relation to price, type, expectations/result.

A wine in which balance, measure and strength coexist declined with simplicity, a simplicity to which I attribute a completely positive value.

A clear wine, with color and character. It generously recalls rose, tamarind, pomegranate and various spices.

A wine that shows a marked freshness that leads the sip. Which has balance, expressiveness, measured alcohol content and dangerous enjoyability. The tannins are subtle, the dynamics of taste are linear, continuous, the wine is excellent, an excellent example of what Ferdinando Principiano, from whom the bottle was purchased, tells of his commitment as a winemaker.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Brunello di Montalcino 2010 – Le Ragnaie

Brunello di Montalcino 2010 – Le Ragnaie

Ricordo che la prima e unica volta che ho partecipato alla famosa manifestazione ilcineseBenvenuto Brunello” si presentava l’annata 2010. Annata definita ottima e in effetti ricordo che non furono poche le cantine a finire sul mio taccuino con i loro Brunello 2010. Tra questi il Brunello di Montalcino 2010 de Le Ragnaie stava al primo posto, principalmente per la sua fedeltà al vitigno, per la sua inarrestabile energia, per il grande scheletro che lasciava intravedere una finezza di tratto in controluce, una promessa sospesa dentro una potenza davvero imponente.

La promessa di allora è mantenuta oggi

Il colore è quello che si vede in foto. Limpido, granato chiaro, non così dissimile da quello della prima volta.

Vino profumato con reminiscenze d’arancia navelina, ciliegine, lavanda, carne cruda accompagnate da un lungo afflato balsamico. In secondo piano ricordi di cuoio, sottobosco ed eterei.

L’acidità è oceanica, innervata, vino adesso disteso, definito, arioso, profondissimo. I tannini, all’uscita decisamente austeri, pur restando tannini di carattere hanno mollato un po’ la presa e al sorso danno precisione e temperamento. 

Vino pronto adesso che andò felicemente a nozze con le bistecchine di Agnello in padella.

Enonauta/Degustazione di Vino #427 - review - Brunello di Montalcino 2010 - Le Ragnaie | Vino che mantiene le promesse fatte nel passato
Enonauta/Degustazione di Vino #427 - review - Brunello di Montalcino 2010 - Le Ragnaie | Vino che mantiene le promesse fatte nel passato

Brunello di Montalcino 2010 – Le Ragnaie

I remember that the first and only time I participated in the famous Ilcinese event “Benvenuto Brunello” the 2010 vintage was presented. A vintage defined as excellent and in fact I remember that there were quite a few wineries that ended up in my notebook with their 2010 Brunellos. Among these, the 2010 Brunello di Montalcino from Le Ragnaie was in first place, mainly for its faithfulness to the grape variety, for its unstoppable energy, for the large skeleton that allowed a glimpse of a finesse of line against the light, a promise suspended within a truly imposing power.

The promise of then is kept today

The color is what you see in the photo. Clear, light garnet, not so different from that of the first time.

A fragrant wine with reminiscences of navelina orange, cherries, lavender, raw meat accompanied by a long balsamic breath. In the background memories of leather, undergrowth and ethereal.

The acidity is oceanic, innervated, wine now relaxed, defined, airy, very deep. The tannins, decidedly austere at the exit, while remaining tannins of character have loosened their grip a bit and at the sip they give precision and temperament.

Wine ready now that went happily with the lamb steaks in the pan.

Standard