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BAROLO RISERVA VIGNOLO 2009 – Cavallotto

Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto

Vignolo: vigna esposta a sud-ovest in Castiglione Falletto. Vinificazione tradizionale, lunga macerazione a cappello semi sommerso, invecchiamento altrettanto lungo in botte grande.

Vino dall’aspetto brillante, di considerevole complessità con reminiscenze eteree e fruttate passando, col tempo, dalla marasca a frutti più scuri. E poi le radici aromatiche, il goudron/asfalto bagnato (la prima volta che lo percepisco davvero nettamente e ho la conferma reale della sua esistenza in quanto percezione potenziale), felce e humus, l’ossigeno lo arricchisce ed emergono sentori di foglia di the, cuoio fresco, tamarindo. Giudicando dal naso lo si direbbe in una fase di ottima espressività.

Al palato potrebbe invece per qualcuno risultare intimidatorio. Perché dal punto di vista gustativo sviluppa molta potenza e un impatto tattile che impegna. Parte caldo, acidità penetrante e sapidità trainanti che innescano una ottima progressione, in piena coerenza e integrità di frutto. Tannini di grana finissima animati da forza indomita che impegnano la bocca.
Un buon esempio di salda finezza.

Un vino emblematico che aggiunge qualcosa all’idea di longevità potenziale. Dell’altra bottiglia in mio possesso credo potranno goderne i miei figli intorno all’anno 2035. Che è un po’ un bene, ma anche un po’ il disincentivo a spendere, il prezzo stesso a dire il vero non economico potrebbe essere disincentivante, per vini che racchiudono il mistero del famoso momento giusto, quello in cui il miracolo della prontezza si compirà, la risultante dell’evoluzione simultanea di più elementi che non sempre va a buon fine.
In questo caso le premesse fanno pensare che nel 2035 si potrà, con questo Riserva Vignolo 2009 di Cavallotto, fare una bella esperienza enoica.

Buon abbinamento insieme all’Ossobuco in umido.

Enonauta/Degustazione di Vino #342 - review - Barolo Riserva Vignolo 2009 - Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Enonauta/Degustazione di Vino #342 – review – Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Enonauta/Degustazione di Vino #342 - review - Barolo Riserva Vignolo 2009 - Cavallotto | Longevo, potente, molto complesso

Barolo Riserva Vignolo 2009 – Cavallotto

Vignolo: vineyard facing south-west in Castiglione Falletto. Traditional vinification, long semi-submerged cap maceration, equally long aging in large barrels.

A wine with a brilliant appearance, of considerable complexity with ethereal and fruity reminiscences, passing, over time, from morello cherry to darker fruits. And then the aromatic roots, the goudron/wet asphalt (the first time I really perceive it clearly and have real confirmation of its existence as a potential perception), fern and humus, the oxygen enriches it and hints of tea leaf emerge , fresh leather, tamarind. Judging by the nose one would say it is in a phase of excellent expressiveness.

On the palate, however, it could be intimidating for some. Because from a gustatory point of view it develops a lot of power and a tactile impact that engages. Warm start, penetrating acidity and driving flavor that trigger an excellent progression, in full coherence and fruit integrity. Very fine-grained tannins animated by indomitable strength that engage the mouth.
A good example of firm finesse.

An emblematic wine that adds something to the idea of ​​potential longevity. I think my children will be able to enjoy the other bottle in my possession around the year 2035. Which is a bit of a good thing, but also a bit of a disincentive to spend, the price itself, to be honest, not cheap could be a disincentive, for wines that contain the mystery of the famous right moment, the one in which the miracle of readiness will be accomplished, the result of the simultaneous evolution of multiple elements that does not always end well.
In this case the premises suggest that in 2035 it will be possible, with this Riserva Vignolo 2009 from Cavallotto, to have a beautiful wine experience.

Good pairing with stewed ossobuco.

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Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils
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Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils

Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils

Dispiace per l’unica foto disponibile perché un vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo, avrebbe meritato miglior documentazione. Però ero impegnato con la griglia, la zuppa di pesce  e l’Ombrina da 3 kg. 

Ricevuta in regalo per il mio cinquantesimo, le uniche informazioni che avevo prima dello stappo erano a proposito del passaggio in legno, solo 25% nuovo, e il commento di un amico “Bouzereau è un grande!“. È stato qualche anno in cantina e sentivo che era il momento giusto e non mi sbagliavo.

Assaggiandolo avrei detto fermentazione e affinamento in legno con sosta sulle fecce. Ed è effettivamente uno Chardonnay che matura 18/24 mesi in barrique per tre quarti usate, ma non trovo notizia del vaso di fermentazione e della eventuale sosta sulle fecce.

Colore concentrato, brillantezza esemplare, bouquet limpido con ricordi di  cedro, cedro candito, ananas maturo, enotèra/enagra selvatica, e poi le spezie, il fiore di cappero, un filo di balsamicità. Bellissimo al naso. Bellissimo.

Al palato è intenso, spaziale/stratificato, evocativo, con acidità diretta ben fusa dentro la materia che ha stoffa spessa, morbidezze ben calibrate e fusione è davvero la parola chiave per descrivere questa esperienza. La perfetta fusione di una serie di elementi a comporre una “lega” senza difetti, dalla forza espressiva inarginabile e con un finale a dir poco epico dove si rievocano molto frutto, molte spezie.

Vino da 98 punti minimo per chi gradisce la valutazione in punti. 98 in senso assoluto. In tavola c’erano la zuppa di pesce e un’ombrina alla griglia da 3 kg. Non il migliore degli abbinamenti, sarebbe sicuramente andata meglio con un coniglio, ma valido.

Enonauta/Degustazione di Vino #341 - review - Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils | vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo
Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils
Enonauta/Degustazione di Vino #341 - review - Mersault "Les Tessons" 2018 - Domaine Michel Bouzereau et Fils | vino epico, che tutti i presenti si ricorderanno a lungo
Mersault “Les Tessons” 2018 – Domaine Michel Bouzereau et Fils
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ombrina da 3 kg
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Esegesi 2018 – Eugenio Rosi

Esegesi 2018 – Eugenio Rosi / Vallagarina IGT

Sono ormai più di dieci anni che bevo i vini di Eugenio Rosi, da quando a me e ad alcuni amici fu consigliato dal sommelier dell’Osteria del Pettirosso di Rovereto (https://osteriadelpettirosso.it/) , e in questi anni ho notato una progressione continua. Le volte che mi sono trovato ai banchi d’assaggio ho sperimentate qualità e piacevolezza sempre più evidenti nei vini proposti dalla cantina di Volàno (TN). 

Torno a stappare quindi Esegesi di Eugenio Rosi durante una vacanza in Trentino-Alto Adige dopo il 2016 bevuto a Malga Cere. (Link sotto)

Cabernet Sauvignon 80% e Merlot 20%, vino artigianale con invecchiamento di 24 mesi in legni di varia dimensione e cemento. 

Scuro e Impenetrabile, estroverso al naso con sentori prevalentemente fruttati, prima la prugna e poi la creme de cassis, la mora, estroverso e intenso, una speziatura fine, ricordi di humus, cacao, eterei/balsamici. 

In bocca ha uno sviluppo coerente. Caldo, spaziale, acidità calibrata, centrobocca avvincente e pieno di energia, tannini perentori, ma senza ruvidità, un finale quasi da leggenda dove il frutto a piena maturazione torna e ritorna e in cui si ha il tempo di riflettere sul fatto che forse il vino è un po’ troppo alcolico, ma mentre rifletti il finale non finisce e la persistenza non si può contare in secondi e nessuna riflessione  sembra  avere più rilevanza. 

Vino ottimo. Buona l’accoppiata con la polenta con porcini in rosso, ma si poteva fare meglio. 

Enonauta/Degustazione di Vino #340 - review - Esegesi 2018 - Eugenio Rosi | una sempre piacevole conferma per Eugenio Rosi e il suo Esegesi

Esegesi 2018 – Eugenio Rosi / Vallagarina IGT

I have been drinking Eugenio Rosi’s wines for more than ten years now, ever since it was recommended to me and some friends by the sommelier of the Osteria del Pettirosso in Rovereto (https://osteriadelpettirosso.it/), and in recent years I have noticed a continuous progression. The times I found myself at the tasting tables I experienced increasingly evident quality and pleasantness in the wines offered by the Volàno (TN) winery.

So I’m back to uncorking Eugenio Rosi’s Esegesi during a holiday in Trentino-Alto Adige after the 2016 drink at Malga Cere. (Link below)

Cabernet Sauvignon 80% and Merlot 20%, artisanal wine aged for 24 months in wood of various sizes and cement.

Dark and impenetrable, extroverted on the nose with predominantly fruity scents, first plum and then creme de cassis, blackberry, extroverted and intense, a fine spiciness, hints of humus, cocoa, ethereal/balsamic.

In the mouth it has a coherent development. Warm, spatial, calibrated acidity, gripping mid-mouth full of energy, peremptory tannins, but without roughness, an almost legendary finish where the fully ripe fruit returns and returns and in which one has time to reflect on the fact that perhaps the wine it’s a little too alcoholic, but as you reflect the ending doesn’t end and the persistence can’t be counted in seconds and no reflection  seems  to have any more relevance.

Excellent wine. The pairing with the polenta with red porcini mushrooms was good, but it could have been done better.

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Cesanese del Piglio “Torre del Piano” 2020 – Casale della Ioria

Cesanese del Piglio “Torre del Piano” 2020 – Casale della Ioria

Cesanese con affinamento in barrique. Un vino particolare e di carattere che però non mi convince del tutto.  Tocca berlo nel bicchiere da acqua perché i bicchieri a nolo offerti dalla casa sono di plastica e sinceramente non si riesce a portarli alla bocca.

Il Colore è scuro, purpureo, vivaci sentori di ciliegia fresca, spezie, resine assortite, humus. 

Palato secco, di medio corpo, sviluppa una discreta forza gustativa, ma ha carica tannica non indifferente, rustica ed  asciugante che ne limita l’espressività e lascia un po’ delusi sul finale. 

Vorrei riprovarlo tra 5 anni per vedere cosa succederà quando, e se, il vino avrà metabolizzato quelli che a me sono sembrati segni troppo evidenti del passaggio in legno e il carattere proprio del vino potrà forse esprimersi appieno. 

Enonauta/Degustazione di Vino #339 - review - Cesanese del Piglio "Torre del Piano" 2020 - Casale della Ioria | rustico e Vivace Cesanese

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Brunello di Montalcino “Cielo d’Ulisse” 2015 – Podere Le Ripi

Brunello di Montalcino “Cielo d’Ulisse” 2015 – Podere Le Ripi

Questo Brunello di Montalcino 2015 del Podere Le Ripi è un esempio di quanto splendidi risultati si possano ottenere dal Sangiovese con l’impegno, l’ispirazione e la “vocazione” . Fa inoltre dimenticare la delusione per l’omologo 2016 aperto un paio di mesi addietro e che era palesemente difettato.

36 mesi di invecchiamento in botti di rovere e 12 mesi in bottiglia.

Luminoso e chiaro il colore, incisivo, netto e ricco al naso con ricordi di arancia tarocco, lampone, lavanda, una finissima speziatura, note balsamiche e ematiche. Si distanzia radicalmente da certe interpretazioni bolse e inespressive che talvolta càpita di trovare nel bicchiere.
Al palato si conferma vino di spiccata espressività, rigore e fedeltà alla tipologia. Acidità tonica, tannino fermo e nobile, lunga progressione, vino asciutto nella forma cui non manca però la forza di gusto. Finale molto arioso.


Enonauta/Degustazione di Vino #338 - review - Brunello di Montalcino "Cielo d'Ulisse" 2015 - Podere Le Ripi | vino di spiccata espressività, rigore e fedeltà
Enonauta/Degustazione di Vino #338 - review - Brunello di Montalcino "Cielo d'Ulisse" 2015 - Podere Le Ripi | vino di spiccata espressività, rigore e fedeltà
Enonauta/Degustazione di Vino #338 - review - Brunello di Montalcino "Cielo d'Ulisse" 2015 - Podere Le Ripi | vino di spiccata espressività, rigore e fedeltà

Brunello di Montalcino “Cielo d’Ulisse” 2015 – Podere Le Ripi

This Brunello di Montalcino 2015 from Podere Le Ripi is an example of how splendid results can be obtained from Sangiovese with commitment, inspiration and “vocation”. It also makes us forget the disappointment of the 2016 counterpart opened a couple of months ago and which was clearly defective.

36 months of aging in oak barrels and 12 months in the bottle.

The color is bright and clear, incisive, clean and rich on the nose with hints of tarot orange, raspberry, lavender, a very fine spiciness, balsamic and blood notes. It radically distances itself from certain dull and inexpressive interpretations that sometimes happen to be found in the glass.
On the palate it confirms itself as a wine of marked expressiveness, rigor and fidelity to the typology. Tonic acidity, firm and noble tannin, long progression, dry wine in form which however does not lack the strength of taste. Very airy finish.

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I Sodi di San Niccolò 2018 – Castellare di Castellina

I Sodi di San Niccolò 2018 – Castellare di Castellina


Sangiovese con saldo variabile di Malvasia Nera.
Vinificazione in acciaio, 24/30 mesi di invecchiamento in barrique nuove e usate, 12 mesi di affinamento in bottiglia.

I Sodi di San Niccolò è una di quelle bottiglie che, ormai un po’ di anni addietro, hanno contribuito ad innescare la mia passione per il vino.

Nel portare il calice alla bocca pare di scorgere qualche riflesso porpora nel liquido brillante, al naso è vitale e con precisione porge ricordi di ciliegia e di mirto, speziatura delicata, agrume fresco, balsamicità accennata, essenze varie.
Vino dalla lunga progressione con acidità modulata e larga, di medio corpo e buona forza di gusto, colpiscono la trama del tannino, la sua maturità, la forma netta del sorso che si slancia in un allungo finale davvero intenso, l’azione composta e incessante di questo vino che risulta molto buono ed espressivo anche e soprattutto alla distanza.

Il prezzo è diventato negli anni un po’ caro, ma la soddisfazione perlomeno c’è. Ognuno dà il valore che vuole alla soddisfazione.

Uno dei primi autentici Supertuscan…

Enonauta/Degustazione di Vino #337 - review - I Sodi di San Niccolò 2018 - Castellare di Castellina | Uno dei primi autentici Supertuscan
Enonauta/Degustazione di Vino #337 - review - I Sodi di San Niccolò 2018 - Castellare di Castellina | Uno dei primi autentici Supertuscan

I Sodi di San Niccolò 2018 – Castellare di Castellina

Sangiovese with a variable balance of Malvasia Nera.
Vinification in steel, 24/30 months of aging in new and used barriques, 12 months of refinement in bottle.

I Sodi di San Niccolò is one of those bottles that, a few years ago, contributed to triggering my passion for wine.

When bringing the glass to your mouth you seem to see some purple reflections in the brilliant liquid, on the nose it is vital and with precision offers memories of cherry and myrtle, delicate spiciness, fresh citrus, hinted balsamicity, various essences.
Wine with a long progression with modulated and broad acidity, medium body and good strength of taste, striking the texture of the tannin, its maturity, the clear shape of the sip which launches into a truly intense final extension, the composed and incessant action of this wine which is very good and expressive even and above all at a distance.

The price has become a little expensive over the years, but at least the satisfaction is there. Everyone gives the value they want to satisfaction.

One of the first authentic Supertuscans…

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Pinot Nero 2013 – Dalzocchio

Pinot Nero 2013 – Dalzocchio – Vigneti delle Dolomiti igt – Rovereto

18 mesi in barrique, affinamento in bottiglia.
Non è un vino facile. È un vino-bosco, ci si addentra in vaste zone di silenzio, d’ombra, la luce appare all’improvviso dall’alto filtrando come tra fitti rami, il suono ci raggiunge massivo come se tutto ciò che di vivo lo abiti si rivelasse all’unisono.
Terza bottiglia e ultima delle mie tre. Mostra nettamente evoluzione positiva dalla prima esperienza in cui il vino sembrava molto più chiuso e contratto. Resta un vino a tratti enigmatico, che sembra celare un nucleo d’energia sotto una superficie apparentemente placida.
Colore chiaro, luminoso.
Profumi Bacche di Goji, fragole selvatiche, reminiscenze di vermouth e bitter, sostanzialmente di erbe aromatiche, muschio, resina di cipresso, spezie. Vitale.
In bocca è fresco e sapido, buona intensità gustativa e tannini rifiniti. Sorso ben delineato che finisce ottimamente rievocando la prugna, le spezie, un che di balsamico.

Non tradisce mai la sua fama.

Enonauta/Degustazione di Vino #336 - review - Pinot Nero 2013 - Dalzocchio | Non è un vino facile. È un vino-bosco...
Enonauta/Degustazione di Vino #336 - review - Pinot Nero 2013 - Dalzocchio | Non è un vino facile. È un vino-bosco...

Pinot Nero 2013 Dalzocchio – Vigneti delle Dolomiti igt – Rovereto

18 months in barrique, refinement in bottle.
It is not an easy wine. It is a forest-wine, we enter vast areas of silence, of shadow, the light suddenly appears from above filtering as if through thick branches, the sound reaches us massively as if everything living in it were revealing itself in unison.
Third bottle and last of my three. It clearly shows a positive evolution from the first experience in which the wine seemed much more closed and contracted. It remains a wine that is at times enigmatic, which seems to hide a nucleus of energy beneath an apparently placid surface.
Light color, bright.
Scents Goji berries, wild strawberries, reminiscences of vermouth and bitters, essentially of aromatic herbs, musk, cypress resin, spices. Vital.
In the mouth it is fresh and tasty, good flavor intensity and refined tannins. Well-defined sip that finishes excellently recalling the plum, the spices, a hint of balsamic.

He never betrays his fame.

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Poggio Paterno 2021 – Az. Agr. Il Monticello – Colli di Luni Doc Vermentino

Poggio Paterno Vermentino 2021 – Az. Agr. Il MonticelloColli di Luni Doc Vermentino

Ero solito bere il loro Vermentino base con l’etichetta colorata che una collega era solita portarmi perché frequentatrice dell’azienda. Sempre trovato buono e l’ho consigliato più volte sempre con sicurezza. Stappo per la prima volta questo altro  Vermentino di fascia superiore e resto molto contento.

Vermentino che sosta sui lieviti e poi affina in legno.
Non sauvignoneggia per niente, non si esaurisce in un lampo metallico, non lascia perplessi, non è mellifluo.
Ha invece un bellissimo colore concentrato, un ventaglio aromatico composito che ricorda gli agrumi, il frutto tropicale, il  fiore del  tiglio, la menta selvatica.

Al palato è stratificato e ricco, a tratti potente, con acidità avvolgente, ben modulata, stoffa ruvida, tangibile, ottimo ritorno fruttato tra il mango e la susina goccia d’oro nel lungo finale.

Un vino buonissimo che consiglio vivamente a chi come me non riesce ad apprezzare il Vermentino in certe sue numerose declinazioni.

Enonauta/Degustazione di Vino #335 - review - Poggio Paterno 2021 - Az. Agr. Il Monticello | Non sauvignoneggia per niente
Enonauta/Degustazione di Vino #335 - review - Poggio Paterno 2021 - Az. Agr. Il Monticello | Non sauvignoneggia per niente
Enonauta/Degustazione di Vino #335 - review - Poggio Paterno 2021 - Az. Agr. Il Monticello | Non sauvignoneggia per niente

Poggio Paterno Vermentino 2021 – Az. Agr. Il Monticello – Colli di Luni Doc Vermentino

I used to drink their basic Vermentino with the colored label that a colleague used to bring me because she frequented the company. Always found it good and I have recommended it several times always with confidence. I uncork this other top-of-the-range Vermentino for the first time and I am very happy.

Vermentino rests on the yeasts and then ages in wood.
It doesn’t sauvignon at all, it doesn’t run out in a metallic flash, it doesn’t leave you perplexed, it’s not mellifluous.
Instead, it has a beautiful concentrated color, a composite aromatic range reminiscent of citrus fruits, tropical fruit, linden flower, wild mint.

On the palate it is layered and rich, at times powerful, with enveloping, well-modulated acidity, rough, tangible texture, excellent fruity return between the mango and the golden drop plum in the long finish.

A very good wine that I highly recommend to those like me who are unable to appreciate Vermentino in some of its many variations.

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Una Scatola di Taurasi (dal 1997 al 2012)

Degustazione Taurasi/Una Scatola di Taurasi

  • Terra d’Eclano 2012 – Quintodecimo
  • Taurasi 2010 – Villa Raiano
  • Taurasi Radici 2010 – Mastroberardino
  • Taurasi Historia Naturalis 2009 – Mastroberardino
  • Taurasi Radici Riserva 1998 – Mastroberardino
  • Taurasi Piano di Montevergine 1997 – Feudi di San Gregorio
  • (bonus) Halconero 2008 – Mastroberardino (aglianico passito)


Una bellissima serata con questi sei vini (più un passito) dall’Irpinia, in bilico tra il ludico/ricreativo e l’approfondimento, forse più ricreativo dal momento che della serata restano solo due testimonianze fotografiche. Le bottiglie stappate a inizio serata e il meraviglioso tappo del Radici Riserva 1998. Molte ottime indicazioni sui vini stappati. Soprattutto sui due più stagionati.

In ordine di apertura:

Terre d’Eclano 2012 – Quintodecimo – Degustazione Taurasi

Aglianico con 18 mesi di  affinamento in barrique.
Vino sostanzioso, dal colore scuro, sanguigno, d’impatto, dai bei profumi di frutto scuro maturo, spezie, cenere, incenso, tabacco. Sorso di spessore, caldo, ma con grande equilibrio degli elementi e piacevolezza immediata. Forse gli manca un po’ di slancio, però è un vino per una platea folta.

Taurasi 2010 – Villa Raiano

3 anni di invecchiamento. 1 in legno di varie dimensioni, 1 in acciaio e 1 in bottiglia.
Il meno pronto dei sei. Il più peculiare nella sua asciutta essenzialità. Riporta accanto a un cespuglio di timo, fa ricordare la resina, la noce moscata, il ribes nero.
Al palato mostra una certa energia, ma appare imbrigliata, ancora in fase di definizione. Secco, tannico, persistente, coerente, sapido ma credo avrebbe potuto esprimersi meglio tra qualche anno ancora.

Taurasi Radici 2010 – Mastroberardino

24 mesi in legno e 24 in bottiglia
Vino ricco in aromi e generoso, viole, prugne, chiodo di garofano, più frutto in evidenza, terra bagnata, erbe aromatiche, pelle fresca.
Si conferma al palato molto generoso in entrata, preciso ed equilibrato, forse non molto presente nel centrobocca dove risulta un po’ scarno. Retrogusto di frutto maturo, di buona persistenza. Vino compìto, dai tratti ben delineati.

Taurasi Historia Naturalis 2009 – Mastroberardino

24 mesi in legno e 30 in bottiglia. Il mio preferito per la complessità e la bellezza dei richiami al naso, per la definizione e l’intensità del sorso. 
Colore rubino scuro, Balsamico, eucalipto, prugna e ciliegia, e ancora balsamico, pepe di Sichuan, bitter e scorza di arancio, ancora balsamico, canfora.
Bevuta spaziale, profonda, fresca con delicata fruttuosità e sapidità e magnifico tannino in filigrana. Persistenza proverbiale. Per me tra i vini indimenticabili.

Taurasi Radici Riserva 1998 – Mastroberardino

Barrique e botti di rovere per 30 mesi. 40 mesi in bottiglia. Riconoscibile, anche se potrebbe ingannare alla cieca, e integro. Di colore più chiaro degli omologhi più giovani. È un vino di estrema finezza.
Mette insieme antiche reminiscenze floreali, di prugna essiccata come anche di frutti rossi freschi che alla lunga tendono a prevalere, rievoca l’incenso e le spezie dolci, il fungo fresco, il rosmarino. Probabilmente con una bottiglia intera a testa a disposizione da provare anche il giorno dopo avrebbe regalato anche altri sentori.
Al palato risulta compatto, mai un filo di alcol in eccesso, mai troppo acido.
Equilibrio, precisione, vitalità, qualità e intensità di gusto, un bere che che si trasforma in piacere senza intoppi, un vino fatto di sussurri ben scanditi e di una materia nobilissima da cui tuttt i presenti restano folgorati.

Taurasi Piano di Montevergine 1997 – Feudi di San Gregorio – Degustazione Taurasi

Invecchiamento in botti di diverse dimensioni per 24 mesi e poi affinamento per altri 24 in bottiglia.
Il tappo in cattive condizioni desta un po’ di preoccupazione, ma il vino risulta godibile nella sua fase di piena maturità.
Il Colore è granato, un bel ventaglio di profumi dalla bacca di goji alla scorza di chinotto passando per prugna, cuoio, spezie varie, carruba.
Mostra ancora vitalità al palato, soprattutto congruità. Vellutato, fresco, sottile e con ottima persistenza aromatica.

Halconero 2008 – Mastroberardino – Degustazione Taurasi

Aglianico passito. Forse l’unica mezza delusione della serata. Profumi a bassa intensità di incenso, mora, vaniglia, un po’ cupo, secco e poco dinamico. Poco risolto. Da riprovare in altra occasione.

A fine serata e a bottiglie vuote giungo a una conclusione e m’insorge un interrogativo. 

Conclusione: disdegnare pregiudizialmente, che per alcuni sembra un atteggiamento fascinoso, le bottiglie dei “grandi” produttori è un errore. 

Interrogativo: il Radici Riserva 1998 osservando il tappo, appena bagnato, elastico come un tappo nuovo tanto che sarebbe stato possibile riutilizzarlo interamente, è stato molto probabilmente conservato in piedi. E lo stato di conservazione del vino era perfetto. Questo legittimamente fa ripensare alla teoria che vuole che i vini vadano conservati stesi e ai pochi che invece continuano a sostenere il contrario. Chi avrà ragione? Avrà davvero ragione qualcuno? 

Conclusione ulteriore: mai scherzare col Taurasi nemmeno dopo 26 anni. 

Enonauta/Degustazione di Vino #328/334 - review - Una Scatola di Taurasi | dal 1997 al 2012. Mastroberardino & C.
Enonauta/Degustazione di Vino #328/334 - review - Degustazione di Una Scatola di Taurasi | dal 1997 al 2012. Mastroberardino & C.
Il tappo del Taurasi Radici Riserva 1998 di Mastroberardino
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Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio

Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio

Non voglio parlare dell’annata, ma ho avuto l’occasione di assaggiare un certo numero di vini del 2012, anche blasonati, famosi, unicorni e alcuni non avevano sprint, energia, carattere. Questo non è il caso. Il Barolo Cannubi 2012 di Giacomo Fenocchio è certo invece uno dei migliori 2012 da me assaggiato fino ad oggi.

Prima di ogni altro discorso bisogna parlare del colore di questo vino. Granato splendente, luminoso, la luce lo attraversa e lo pervade rendendolo raggiante.
Ampio al naso con ricordi decisi di frutti rossi maturi, scorza di chinotto, carruba, radici aromatiche, cipria e noce moscata. Ampio e finissimo.

Ha molte buone carte da giocare. Energia, calore, potenza, acidità ben diffusa, sapidità, tannini tangibili e vigorosi, qualità dell’aroma fruttato. Cede qualcosa in presenza e in profondità, a tratti l’alcol sembra troppo/scollegato però senza mai sconfinare nell’incontrollabile. Ottimo il finale dolce/amaro molto persistente.

Credo di poter dire che questo sarà forse il suo apice espressivo, perché ha uno scheletro che il tempo ha levigato appena, alcol evidente a momenti un po’ disorganico e cominciano a tratteggiarsi segnali, se non di maturità, perlomeno di fine della gioventù.

In base a quanto esperito dò un consiglio a chi lo detiene in cantina: Bevilo adesso.

Enonauta/Degustazione di Vino #327 - review - Barolo Cannubi 2012 - Giacomo Fenocchio | uno dei migliori 2012 da me assaggiato fino ad oggi

Enonauta/Degustazione di Vino #327 – review – Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio | uno dei migliori 2012 da me assaggiato fino ad oggi

Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio

I don’t want to talk about the vintage, but I had the opportunity to taste a certain number of 2012 wines, even noble, famous, unicorns and some lacked sprint, energy, character. This is not the case. Giacomo Fenocchio’s Barolo Cannubi 2012 is certainly one of the best 2012s I have tasted to date.

Before any other discussion we must talk about the color of this wine. Shining, luminous garnet, the light passes through it and pervades it, making it radiant.
Broad on the nose with strong hints of ripe red fruits, chinotto peel, carob, aromatic roots, face powder and nutmeg. Large and very fine.

He has many good cards to play. Energy, heat, power, well-diffused acidity, flavor, tangible and vigorous tannins, quality of the fruity aroma. It gives something in presence and in depth, at times the alcohol seems too/disconnected but without ever bordering on the uncontrollable. Excellent, very persistent sweet/bitter finish.

I think I can say that this will perhaps be his expressive pinnacle, because he has a skeleton that time has barely smoothed, alcohol is evident at times a little disorganized and signs are beginning to emerge, if not of maturity, at least of the end of youth.

Based on what I have experienced, I give some advice to those who have it in their cellar: Drink it now.

Enonauta/Wine Tasting #327 – review – Barolo Cannubi 2012 – Giacomo Fenocchio | one of the best 2012s I’ve tasted to date

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