Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Bottiglie, Degustazioni

San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009

Per una rimpatriata che mancava dall’agosto scorso due magnum per cui non necessitano tante presentazioni e preamboli. Due simboli della viticoltura italiana. San Leonardo 2008 (Vigneti delle Dolomiti IGT) di Tenuta San Leonardo e Capo di Stato 2009 (Colli Trevigiani IGT) di Loredan Gasparini – Venegazzù

60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenére, 10% Merlot con affinamento in barrique di primo, secondo e terzo passaggio per San Leonardo

10% Cabernet Franc, 70% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 5% Malbec
18-24 mesi in botti grandi di rovere, per il 30%, in barrique, poi 12 in bottiglia per il Capo di Stato.

Arrivano all’appuntamento col cavatappi in modo diametralmente opposto. Un po’ seduto il Capo di Stato, con brillante eleganza San Leonardo. Capo di Stato ci fa pensare, per via del tappo e del colore un po’ opaco, a una bottiglia che ha avuto un trascorso burrascoso.
Il colore è rosso scuro non molto vivo, il bouquet risulta un po’ ristretto a note di cassis, vegetali, e sentori riconducibili al passaggio in legno che appaiono troppo marcati.
Anche il sorso appare un po’ piatto, poco fresco, poco dinamico, sviluppando molto in volume e calore con tannino un po’ sgraziato e finale amaricante. San Leonardo 2008 arriva invece in stato di grazia.
Colore granato molto vivo, finezza e complessità al naso con ricordi di cassis, scorza d’arancia, liquirizia, foglia di the, cacao.
Dietro l’apparenza di un sorso sottile si celano una forza inarrestabile, lunghezza e profondità gustativa, equilibrio, tannino ricamato, ma più di tutto resta impressa l’accelerazione sapida del finale. Martino Baldi, padrone di casa a capotavola lo definì “una bevuta pacificante”. Se ne parla spesso in termini denigratori, dopo questa Magnum mi chiedo il perché.

Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 – review – San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico
Enonauta/Degustazione di Vino #141/142 - review - San Leonardo 2008/Capo di Stato 2009 | 2 caposaldi del bordolese italico

San Leonardo 2008 (Vigneti delle Dolomiti IGT) by Tenuta San Leonardo and Capo di Stato 2009 (Colli Trevigiani IGT) by Loredan Gasparini – Venegazzù

For a reunion that had been missing since last August, two magnums that don’t require many introductions and preambles. Two symbols of Italian viticulture. San Leonardo 2008 (Vigneti delle Dolomiti IGT) by Tenuta San Leonardo and Capo di Stato 2009 (Colli Trevigiani IGT) by Loredan Gasparini – Venegazzù

60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenére, 10% Merlot with aging in first, second and third passage barriques for San Leonardo

10% Cabernet Franc, 70% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 5% Malbec
18-24 months in large oak barrels, 30%, in barrique, then 12 in the bottle for the Head of State.

They arrive at the appointment with the corkscrew in a diametrically opposite way. The Head of State sits a little, with brilliant elegance San Leonardo. Capo di Stato makes us think, due to the cork and the slightly opaque colour, of a bottle that has had a stormy past.
The color is dark red, not very bright, the bouquet is a little restricted to notes of cassis, vegetables, and hints attributable to the passage in wood which appear too strong.
The sip also appears a little flat, not very fresh, not very dynamic, developing a lot in volume and heat with somewhat awkward tannins and a bitter finish. San Leonardo 2008 instead arrives in a state of grace.
Very bright garnet colour, finesse and complexity on the nose with hints of cassis, orange peel, licorice, tea leaf, cocoa.
Behind the appearance of a thin sip lies an unstoppable strength, length and depth of taste, balance, embroidered tannin, but most of all the savory acceleration of the finish remains imprinted. Martino Baldi, the host at the head of the table, defined it as “a pacifying drink”. It is often spoken of in disparaging terms, after this Magnum I wonder why.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico 2016 Ama – Castello di Ama (l’abbinamento Chianti/Bistecca non è quasi mai sbagliato)

Chianti Classico 2016 Ama – Castello di Ama

A Gaiole in Chianti

Sangiovese 96% e il resto Merlot, fermentazione separata in acciaio e poi barrique non nuove.

Stappato domenica con la bistecca alla fiorentina e finito nei giorni successivi proprio mentre mi è capitato di leggere una affermazione perentoria, ma decisamente discutibile: “l’abbinamento chianti e bistecca è quasi sempre sbagliato.”

Io mi sento di dire che l’abbinamento Chianti Classico/Bistecca alla Fiorentina è quasi sempre giusto se il taglio e la cottura della carne sono quelli tipici e se il vino ha il vigore e la tipicità che ha, ad esempio, il vino in questione.

Enonauta/Degustazione di Vino #140 - review - Chianti Classico 2016 Ama - Castello di Ama | Interpretazione gagliarda del Chianti Classico

Interpretazione gagliarda del Chianti Classico questo Ama 2016 fresco e asciutto, incisivo, vitale.

Rosso rubino chiaro con sentori intensi di viola, ciliegia e lampone, buccia d’arancia, qualche reminiscenza di erbe aromatiche.

Al palato è diretto, di corpo snello, ma sviluppa una bella tensione, allungo fresco, ha un tannino setoso e finale sul frutto.

Un Sangiovese che parla da Sangiovese e che potrebbe essere definito anche un Chianti Classico didattico.

Con la bistecca, al solito, un abbinamento riuscito. Mettici il pomeriggio di sole in terrazzo e siamo al top.

Enonauta/Degustazione di Vino #140 - review - Chianti Classico 2016 Ama - Castello di Ama | Interpretazione gagliarda del Chianti Classico
Una Bistecca Toscana

Chianti Classico 2016 Ama – Castello di Ama

In Gaiole in Chianti

96% Sangiovese and the rest Merlot, separate fermentation in steel and then not new barriques.

Uncorked on Sunday with the Florentine steak and finished in the following days just as I happened to read a peremptory but decidedly questionable statement: “the combination of Chianti and steak is almost always wrong.”

I would like to say that the Chianti Classico/Fiorentina steak pairing is almost always right if the cut and cooking of the meat are typical and if the wine has the vigor and typicality that, for example, the wine in question has. .

A vigorous interpretation of Chianti Classico, this 2016 amazes fresh and dry, incisive, vital.

Light ruby ​​red with intense hints of violet, cherry and raspberry, orange peel, some reminiscences of aromatic herbs.

On the palate it is direct, with a slim body, but develops a nice tension, a fresh finish, it has a silky and final tannin on the fruit.

A Sangiovese that speaks from Sangiovese and which could also be defined as an educational Chianti Classico.

With the steak, as usual, a successful combination. Add a sunny afternoon on the terrace and we’re at the top.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Memorie da un Aperitivo Ricco

Memorie da un aperitivo ricco con degustazione di vino

Ci si trova di pomeriggio, come imposto dalle vigenti disposizioni, si ritorna a casa presto.

4 bottiglie. Due Langhe, due Carso.

Il mitico Dolcetto Superiore di Flavio Roddolo. Un bel Nebbiolo giovane di Conterno Fantino. Due espressioni diverse del bianco macerato dal Carso. La Malvasia di Zahar e il Bezga, blend di Vitovska e Malvasia, di Milic.

Enonauta/Degustazione di Vino #136-139 - review - Malvasia Zahar/Bezga Milic/Dolcetto d'Alba Roddolo/Nebbiolo Ginestrino 19 Conterno Fantino

Dolcetto d’Alba Superiore 2013 di Flavio Roddolo da Monforte.

Brilla della sue consuete caratteristiche. Forza, espressività, persistenza, intensità dell’aroma di bocca. Impenetrabile. Mora e cassis, spezie dolci, erbe aromatiche, in bocca struttura, grande persistenza, il profumo nel bevante vuoto è da ricordare per sempre.

Nebbiolo Ginestrino 2019 di Conterno Fantino

Giovane, rubino con riflessi porpora, molto floreale, marasca, spezie, sorso pieno, di corpo, un tannino un po’ irruento.

Malvasia Zahar 2016 – Aperitivo Ricco con Degustazione di Vino

Una Malvasia Istriana macerata molto elegante, ambra chiara, di misura, con sentori di camomilla, albicocca disidratata, miele di Cardo. Equilibrato al palato, coerente, buona presenza e bel finale.

Bezga Lune Milic 2015 -Aperitivo Ricco con Degustazione di Vino

Malvasia e Vitovska
Orange wine pieno di energia, quasi strabordante. Lievemente rustico, intenso al naso con ricordi di camomilla, zenzero, caffé tostato, nespola. Il sorso è vitale, di non comune pienezza di gusto, persistente.

Enonauta/Degustazione di Vino #136-139 - review - Malvasia Zahar/Bezga Milic/Dolcetto d'Alba Roddolo/Nebbiolo Ginestrino 19 Conterno Fantino
Enonauta/Degustazione di Vino #136-139 - review - Malvasia Zahar/Bezga Milic/Dolcetto d'Alba Roddolo/Nebbiolo Ginestrino 19 Conterno Fantino
Enonauta/Degustazione di Vino #136-139 - review - Malvasia Zahar/Bezga Milic/Dolcetto d'Alba Roddolo/Nebbiolo Ginestrino 19 Conterno Fantino
Standard
Bottiglie, Degustazioni

Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 – F. LLI Alessandria

Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 – Fratelli Alessandria

Vigneto nel Comune di Verduno con esposizione a sud. 25 giorni di macerazione in acciaio, 30 mesi in botti da 30 hl, poi 2 mesi in acciaio e 6 in bottiglia.

C’è da dire che mi ricordero di questa bottiglia per lungo tempo. Cercherò di riverberarne i ricordi per utilizzarli come pietra di paragone qualitativa. Per la finezza espressiva, per la potenza e l’eleganza congiunte, l’equilibrio e la progressione gustativa, la fortuna di essere stato stappato a un punto di evoluzione, a mio giudizio, ottimale.

Colore rubino tendente al granato. Intenso e preciso al naso con sentori sentori di Rosa e Melograno e chinotto su tutto e poi carruba e vaghe reminiscenze eteree e di rabarbaro.

Il sorso è caldo in partenza, del resto i gradi sono 15, poi si innesca una brillante progressione. Tensione acida, lunga scia sapida, pienezza di gusto, tannino setoso e di buona forza, finale maestoso e coerente.

Trovare un Barolo in quello che sembra il punto esatto in cui la curva evolutiva comincia a cambiare direzione è un’emozione enoica impareggiabile.

Enonauta/Degustazione di Vino #135 - review - Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 - F. LLI Alessandria | Eccezionale. 100/100 dell'Enonauta
Enonauta/Degustazione di Vino #135 - review - Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 - F. LLI Alessandria | Eccezionale. 100/100 dell'Enonauta
Enonauta/Degustazione di Vino #135 - review - Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 - F. LLI Alessandria | Eccezionale. 100/100 dell'Enonauta
Enonauta/Degustazione di Vino #135 - review - Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 - F. LLI Alessandria | 100/100 dell'Enonauta

Barolo San Lorenzo Di Verduno 2011 – Fratelli Alessandria

Vineyard in the municipality of Verduno with southern exposure. 25 days of maceration in steel, 30 months in 30 hl barrels, then 2 months in steel and 6 in the bottle.

It must be said that I will remember this bottle for a long time. I will try to reverberate the memories to use them as a qualitative touchstone. For the expressive finesse, for the combined power and elegance, the balance and the taste progression, I am lucky to have been uncorked at an optimal point of evolution, in my opinion.

Ruby color tending towards garnet. Intense and precise on the nose with hints of rose and pomegranate and chinotto on everything and then carob and vague ethereal reminiscences of rhubarb.

The sip is warm at the start, after all the degrees are 15, then a brilliant progression is triggered. Acidic tension, long savory trail, fullness of flavour, silky tannins with good strength, majestic and coherent finish.

Finding a Barolo at what seems like the exact point where the evolutionary curve begins to change direction is an unparalleled wine emotion.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Barolo Castellero 2012 – Giacomo Fenocchio

il Barolo Castellero 2012 di Giacomo Fenocchio. La cantina è a Monforte. Il cru Castellero è nel comune di Barolo (vedi la mappa). Fenocchio è uno degli emblemi della classicità e della tradizione. Giornata indimenticabile quella in cui comprai questa e altre bottiglie dal Signor Fenocchio che fu prodigo nel farci assaggiare i suoi vini così come nella compagnia e nel discorrere.

Lunga macerazione, sei mesi in acciaio e poi 30 mesi in botti da 25 hl. Tra i più tradizionali tra i tradizionali alla prova dell’assaggio. Vini che hanno bisogno di pazienza quelli di Giacomo Fenocchio. Questo tra gli altri suoi pari età della cantina sembra comunque il più pronto, quello che ha sviluppato al momento un equilibrio più manifesto.

Tra il rubino scarico e il granato, naso classico di viola, amarene, ribes, radice aromatica, balsamico, per il momento nessun terziario, vino ancora in fase evolutiva ascendente. Il sorso è rigoroso, ma non così austero come ad esempio il Villero 2012 del quale non ha la chiusura tannica asciugante. Il tannino è più levigato, la freschezza è più avvolgente, distribuita, il centrobocca gratificante e porta in dote una persistenza notevole con finale appassionante su amarena e balsamico. A dispetto dell’annata, che ha una brutta nomea, un vino ottimissimo.

 
 
 
Enonauta/Degustazione di Vino #134 - review - Barolo Castellero 2012 - Giacomo Fenocchio | Barolo di prontezza ed energia
Enonauta/Degustazione di Vino #134 - review - Barolo Castellero 2012 - Giacomo Fenocchio | Barolo di prontezza ed energia
Enonauta/Degustazione di Vino #134 - review - Barolo Castellero 2012 - Giacomo Fenocchio | Barolo di prontezza ed energia

Barolo Castellero 2012 by Giacomo Fenocchio.

The cellar is in Monforte. The Castellero cru is in the municipality of Barolo (see the map). Fenocchio is one of the emblems of classicism and tradition. An unforgettable day when I bought this and other bottles from Mr. Fenocchio who was generous in letting us taste his wines as well as in company and conversation.

Long maceration, six months in steel and then 30 months in 25 hl barrels. Among the most traditional among the traditional ones to the test of tasting. Wines that require patience are those of Giacomo Fenocchio. However, this one among others of the same age in the cellar seems to be the most ready, the one that has currently developed a more evident balance.

Between pale ruby ​​and garnet, classic nose of violets, black cherries, currants, aromatic root, balsamic, for the moment no tertiary, wine still in an ascending evolutionary phase. The sip is rigorous, but not as austere as for example the Villero 2012 which does not have the drying tannic closure. The tannin is smoother, the freshness is more enveloping, distributed, the mid-mouth is gratifying and brings notable persistence with a passionate finish of black cherry and balsamic. Despite the vintage, which has a bad reputation, an excellent wine.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico Riserva 2016 – Buondonno (un Sangiovese coi Controcazzi)

il Chianti Classico Riserva 2016 di Buondonno da Castellina in Chianti è Un Sangiovese coi Controcazzi

Sangiovese dalle vigne più vecchie, fatto solo nelle annate migliori. Lunga macerazione in cemento poi maturazione in legno di piccole e medie dimensioni.

Se mi chiedessero di riassumere in breve l’essenza di questo vino non avrei esitazioni. Lo definirei un Chianti Classico, un Sangiovese coi Controcazzi pur consapevole che la parola Controcazzi non è prevista nel lessico ufficiale di nessuna associazione di assaggiatori. Però finirò per dilungarmi in onore di questa bottiglia che per qualità intrinseca e livello di soddisfazione in relazione alle aspettative non è seconda a nessun’altra.

Questo Chianti Classico Riserva di Buondonno ha tutte le caratteristiche che un appassionato di Sangiovese si aspetta di trovare in un Sangiovese. Il Colore Rosso rubino pieno, i profumi nitidi, filologici, intensi di viola e marasca, lavanda e scorza d’arancia.

Il sorso che è un raro esempio di tempra e finezza congiunte. Freschezza smagliante, copiosa, a ondate, corroborante, tannino di misura, pepato, un sorso che si distende in un lunghissimo finale pieno di gusto.

Last but not least è una riserva chiantigiana che sa di uva e non di cantina, lo specifico perché molto spesso capita il contrario. Come dimenticare all’ultima Chianti Classico Collection prima del lockdown, quando mi decisi per una mezz’ora di assaggi che avevo giurato di non fare più e ne uscii con le papille gustative asfaltate. Non ho niente contro nessuna tipologia di vino, c’è un bevitore per ogni bicchiere. Ma qui siamo su un altro pianeta.

Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi
Enonauta/Degustazione di Vino #133 - review - Chianti Classico Riserva 2016 - Buondonno | un Sangiovese coi Controcazzi

the Chianti Classico Riserva 2016 by Buondonno from Castellina in Chianti is a Sangiovese with Controcazzi

Sangiovese from the oldest vines, made only in the best years. Long maceration in cement then maturation in small and medium sized wood.

If I were asked to briefly summarize the essence of this wine I would not hesitate. I would define it as a Chianti Classico, a Sangiovese with Controcazzi while being aware that the word Controcazzi is not included in the official lexicon of any association of tasters. However, I will end up going on at length in honor of this bottle which, in terms of intrinsic quality and level of satisfaction in relation to expectations, is second to no other.

This Chianti Classico Riserva di Buondonno has all the characteristics that a Sangiovese enthusiast expects to find in a Sangiovese. The color is full ruby ​​red, the clear, philological, intense aromas of violet and morello cherry, lavender and orange peel.

The sip which is a rare example of combined temper and finesse. Dazzling freshness, copious, in waves, invigorating, measured tannins, peppery, a sip that extends into a very long finish full of flavour.

Last but not least it is a Chianti reserve that tastes of grapes and not of the cellar, specifically because the opposite often happens. How can I forget the last Chianti Classico Collection before the lockdown, when I decided to do half an hour of tastings that I had sworn I would never do again and I came out with my taste buds asphalted. I have nothing against any type of wine, there is a drinker for every glass. But here we are on another planet.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Pinot Grigio Olivers 2018 – Pierpaolo Pecorari

Pinot Grigio Olivers 2018 – Pierpaolo Pecorari

Ho conosciuto i vini dell’azienda Pecorari in una delle ultime giornate di libertà del 2020 al Wine and Siena e raccontati dalla voce del Signor Pecorari. Come fu Lockdown approfittai subito del loro shop online.

Per questo Pinot Grigio Olivers Fermentazione in legno, sosta sulle fecce di nove mesi e poi bottiglia per altri sette mesi.

È un vino brillante, estroverso, preciso con profumi che ricordano il gelsomino, l’albicocca, le spezie dolci e il miele millefiori. Consistente e ricco al palato, dove spicca per la buona intensità gustativa, la freschezza avvolgente, il grande equilibrio e per i lunghi ricordi speziati/fruttati del finale.

Conferma empirica del “voglio fare vini classici ed eleganti” dettomi dal signor Pecorari quel giorno a Siena.

A tavola fece grande figura prima col filetto di Rombo in vasocottura, ma anche con la lasagnetta con pesto, patate e fagiolini. Meglio col rombo.

Da non trascurare anche i vini rossi (esempio)

Enonauta/Degustazione di Vino #132 - review - Pinot Grigio Olivers 2018 - Pierpaolo Pecorari | vino brillante, estroverso, preciso
Enonauta/Degustazione di Vino #132 - review - Pinot Grigio Olivers 2018 - Pierpaolo Pecorari | vino brillante, estroverso, preciso
Enonauta/Degustazione di Vino #132 - review - Pinot Grigio Olivers 2018 - Pierpaolo Pecorari | vino brillante, estroverso, preciso
Enonauta/Degustazione di Vino #132 - review - Pinot Grigio Olivers 2018 - Pierpaolo Pecorari | vino brillante, estroverso, preciso

Pinot Grigio Olivers 2018 – Pierpaolo Pecorari

I got to know the wines of the Pecorari company on one of the last days of freedom of 2020 at Wine and Siena and told by the voice of Mr. Pecorari. As it was Lockdown I immediately took advantage of their online shop.

For this Pinot Grigio Olivers Fermentation in wood, rest on the lees for nine months and then bottled for another seven months.

It is a brilliant, extroverted, precise wine with aromas reminiscent of jasmine, apricot, sweet spices and wildflower honey. Consistent and rich on the palate, where it stands out for its good flavor intensity, enveloping freshness, great balance and for the long spicy/fruity flavors of the finish.

Empirical confirmation of the “I want to make classic and elegant wines” told to me by Mr. Pecorari that day in Siena.

At the table he made a great impression first with the jarred turbot fillet, but also with the lasagna with pesto, potatoes and green beans. Better with turbot.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Barolo Ornato 2011 – Palladino

Barolo Ornato 2011 – Palladino – Serralunga d’Alba

Tra i cru proposti dalla Cantina Palladino. Mi ricorda di un bel pomeriggio di maggio passato a Serralunga d’Alba, il luogo dove sono transitato più volte nella mia storia di bevitore di vini e da cui venivano alcuni dei miei vini preferiti.
Lo definirei amaranto. Molto luminoso seppur fitto il colore. Mi preoccupa un po’ all’apertura per una decisa ritrosia. Stappato al ristorante in più persone e bevuto in breve tempo avrebbe fatto poca figura, ma a casa ha avuto il giusto tempo per manifestarsi.
È ancora un vino giovane. Con sentori fruttati maturi, di radice aromatica, vagamente agrumati e speziati e un leggero ricordo floreale. Robusto e caldo (forse leggermente troppo), con tannino possente e acidità molto viva. Ne risulta un sorso molto fisico, a tratti un corpo a corpo, eppure non manca di intensità gustativa, di persistenza, di un bel finale coerente centrato su agrume e radice.
Al momento lo consiglierei insieme a piatti di carne strutturati.
Io ormai l’ho stappato, ma sicuramente meglio nel 2025.
 
 
Enonauta/Degustazione di Vino #131 - review - Barolo Ornato 2011 - Palladino | sorso molto fisico, a tratti un corpo a corpo

Barolo Ornato 2011 – Palladino – Serralunga d’Alba

Among the crus proposed by the Palladino winery. It reminds me of a beautiful May afternoon spent in Serralunga d’Alba, the place where I have passed several times in my history as a wine drinker and where some of my favorite wines came from.
I would call it amaranth. The color is very bright yet dense. It worries me a little when I open it due to a strong reluctance. Uncorked in a restaurant by several people and drunk in a short time it would have made little impression, but at home it had the right time to manifest itself.
It is still a young wine. With ripe fruity, aromatic root, vaguely citrus and spicy hints and a light floral hint. Robust and warm (perhaps slightly too much), with powerful tannins and very lively acidity. The result is a very physical sip, at times a melee, yet it does not lack gustatory intensity, persistence, a nice coherent finish centered on citrus and root.
At the moment I would recommend it together with structured meat dishes.
I’ve uncorked it now, but it will certainly be better in 2025.

Enonauta/Degustazione di Vino #131 - review - Barolo Ornato 2011 - Palladino | sorso molto fisico, a tratti un corpo a corpo
Enonauta/Degustazione di Vino #131 - review - Barolo Ornato 2011 - Palladino | sorso molto fisico, a tratti un corpo a corpo
Standard
Bottiglie, Degustazioni

Ronco Bernizza Chardonnay 2019 – Venica

Ronco Bernizza Chardonnay 2019 – Venica – Collio Doc

Non bevevo uno Chardonnay dalla sera del mio ultimo compleanno, nell’interzona temporale tra i due lockdown. Come allora è uno Chardonnay fatto entro confine e come allora è uno Chardonnay che lascia buoni ricordi. Anche se stavolta non era il mio compleanno e siamo in zona rossa.

Viene dal Collio.

Breve macerazione poi fermentazione e affinamento sulle fecce in legno di diverse dimensioni e acciaio (70%).

È uno Chardonnay denso, più fruttato che floreale, con acidità vischiosa, sorso ricco, profumi che ricordano la Mela Opal, il mango, il narciso e il miele di tiglio, color giallo intenso, che probabilmente ribevuto tra un anno darà ampia soddisfazione.

Enonauta/Degustazione di Vino #130 - review - Ronco Bernizza Chardonnay 2019 - Venica | Chardonnay denso, più fruttato che floreale
Enonauta/Degustazione di Vino #130 - review - Ronco Bernizza Chardonnay 2019 - Venica | Chardonnay denso, più fruttato che floreale

Ronco Bernizza Chardonnay 2019 – Venica – Collio Doc

I hadn’t drank a Chardonnay since the evening of my last birthday, in the time between the two lockdowns. As then it is a Chardonnay made within the border and as then it is a Chardonnay that leaves good memories. Even if this time it wasn’t my birthday and we are in the red zone.

It comes from Collio.

Brief maceration then fermentation and aging on the lees in wood of different sizes and steel (70%).

It is a dense Chardonnay, more fruity than floral, with viscous acidity, rich sip, aromas reminiscent of Opal Apple, mango, narcissus and lime honey, intense yellow in colour, which will probably give ample satisfaction if drunk in a year’s time.

Standard
Degustazioni

Valpolicella Classico Saseti 2019 – Monte Dall’Ora

Ancora un Valpolicella Classico da stappo quotidiano che invoglia a proseguire l’esplorazione rigorosamente da fermi e in zona rossa. È il Valpolicella Saseti 2019 dell’azienda Monte Dall’Ora di San Pietro in Cariano che segue i principi della biodinamica.

Uvaggio classico con:

Corvina 50%, Corvinone 20%, Rondinella 20%, Molinara e Oseleta 10%

Fermentazione spontanea, macerazione di otto giorni e affinamento di tre mesi in cemento e acciaio.

Quasi rosato, luminoso. Giacinto, lampone e fragoline, leggermente speziato, vitalità, molta vitalità al naso e parimenti il sorso è vitale, cordiale, fresco, spensierato, ma affatto evanescente. Finale dove si rievocano il lampone e la cannella. Un vino che riesco a immaginare bevuto a qualunque ora della giornata, finanche nella borraccia come tonico nell’intervallo di una partita di calcetto (o altro in relazione ai gusti).

Un vino che già dall’osservazione del colore mette a dura prova alcuni preconcetti sul vino della Valpolicella.

Enonauta/Degustazione di Vino #129 - review - Valpolicella Classico Saseti 2019 - Monte Dall'Ora | vitalità e spensieratezza
Enonauta/Degustazione di Vino #129 - review - Valpolicella Classico Saseti 2019 - Monte Dall'Ora | vitalità e spensieratezza
Enonauta/Degustazione di Vino #129 - review - Valpolicella Classico Saseti 2019 - Monte Dall'Ora | vitalità e spensieratezza

Valpolicella Classico Saseti 2019 – Monte Dall’Ora

Another Valpolicella Classico for daily uncorking that encourages you to continue exploring strictly while standing still and in the red zone. It is the Valpolicella Saseti 2019 from the Monte Dall’Ora company of San Pietro in Cariano which follows the principles of biodynamics.

Classic blend with:

Corvina 50%, Corvinone 20%, Rondinella 20%, Molinara and Oseleta 10%

Spontaneous fermentation, eight-day maceration and three-month refinement in concrete and steel.

Almost rosé, bright. Hyacinth, raspberry and strawberries, slightly spicy, vitality, a lot of vitality on the nose and equally the sip is vital, cordial, fresh, carefree, but not at all evanescent. Finale where raspberry and cinnamon are evoked. A wine that I can imagine drinking at any time of the day, even in a water bottle as a tonic during the interval of a soccer match (or anything else depending on tastes).

A wine that already from the observation of the color puts to the test some preconceptions about Valpolicella wine.

Standard