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Esegesi 2016 di Eugenio Rosi

Tra le cose che allietano e rendono memorabile la giornata di un appassionato di vini c’è sicuramente l’arrivare alla fine di una faticosa ascesa, figlia in spalla, verso una malga (in questo caso Malga Cere, raggiungibile da una strada forestale, o in alternativa da un sentiero, che si dipanano dalla strada che conduce al Passo Manghen – Trentino) e trovare una selezione di vini interessanti. Tra cui Esegesi 2016 di Eugenio Rosi (Vallagarina IGT)

Lo bevo senza avere ulteriori informazioni oltre quelle di etichetta e confesso di aver pensato a una percentuale di Merlot superiore rispetto a quella che ho poi scoperto esserci realmente in questo vino. In virtù della sua fine espressività, pur rimanendo nel quadro di un vino corposo e caldo.

Cabernet Sauvignon 80 e Merlot 20.

Lieviti indigeni, lunga macerazione in acciaio, legno e cemento. 24 mesi in rovere di diverse dimensioni.

Colore rosso scuro, intenso profumo di mora, resine, cacao, muschio, vagamente etereo, al palato attacca caldo e vellutato, con tannini smussati, sviluppa molto volume, ma non lèsina in freschezza. Finale buono, centrato su frutto scuro e spezie dolci.

Vino confortante, magari un po’ troppo alcolico, che probabilmente trova la sua collocazione ottimale accanto a un piatto di selvaggina.

Enonauta/Degustazione di Vino #161 - review -  Esegesi 2016 - Eugenio Rosi | Vino confortante del bravissimo vignaiolo Eugenio Rosi

Esegesi 2016 di Eugenio Rosi

Among the things that cheer up and make the day of a wine enthusiast memorable there is certainly arriving at the end of a tiring ascent, daughter on the shoulder, towards a mountain hut (in this case Malga Cere, reachable from a forest road, or alternatively from a path, which unravels from the road that leads to Passo Manghen – Trentino) and find a selection of interesting wines. Including Exegesi 2016 by Eugenio Rosi (Vallagarina IGT)

I drink it without having any further information beyond that on the label and I confess that I thought of a higher percentage of Merlot than what I later discovered was actually in this wine. By virtue of its fine expressiveness, while remaining within the framework of a full-bodied and warm wine.

Cabernet Sauvignon 80 and Merlot 20.

Indigenous yeasts, long maceration in steel, wood and concrete. 24 months in oak of different sizes.

Dark red colour, intense aroma of blackberry, resins, cocoa, musk, vaguely ethereal, warm and velvety on the palate, with smooth tannins, develops a lot of volume, but does not skimp on freshness. Good finish, centered on dark fruit and sweet spices.

A comforting wine, perhaps a little too alcoholic, which probably finds its best place alongside a game dish.

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Pinot Nero 2016 – Dalzocchio

Pinot Nero 2016

Dalzocchio

Vigneti delle Dolomiti IGT

Dalle colline a nordest di Rovereto uno tra i più considerati tra i Pinot Nero italiani bevuto nel più orrendo dei bicchieri, l’unico disponibile sul momento, dimostrazione che si può godere della bontà di un vino in qualunque contenitore. Vino per chi pensa che in Italia si possano fare e bere ottimi pinot nero. Quelli che pensano che non si possa e finiscono sempre nel paragone con la Borgogna fanno meglio a bere solo la Borgogna. Il Pinot Nero 2016 di Elisabetta Dalzocchio.

Questo 2016 rinverdisce il ricordo della prima bottiglia che mi fece interessare all’azienda di Elisabetta Dalzocchio.

Fermentazione con lieviti indigeni in tino aperto a seguire 18 mesi in legno. Chiaro e luminoso il colore, al naso è lineare e nitido, fragolina di bosco, arancia, bitter (ovvero erbe aromatiche), vagamente boisee.

Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza, energia da vendere, fresco e tannico, non lo si può apprezzare al momento per l’equilibrio, ma lo si può apprezzare per la presenza, per l’intensità e la lunghezza, per il sospetto che tra qualche anno, anche se tutte le volte che mi ritrovo a pronunciare queste parole finisco per fare gli scongiuri, potrà dare grandi soddisfazioni a chi ne avrà messa da parte qualche bottiglia.

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

Pinot Nero 2016 – Dalzocchio Vigneti delle Dolomiti IGT

From the hills north-east of Rovereto, one of the most considered Italian Pinot Noirs drunk in the most hideous of glasses, the only one available at the moment, proof that you can enjoy the goodness of a wine in any container. Wine for those who think that excellent pinot noir can be made and drunk in Italy. Those who think it can’t be done and always end up comparing it to Burgundy are better off drinking only Burgundy. Elisabetta Dalzocchio’s Pinot Noir 2016.

This 2016 revives the memory of the first bottle that made me interested in Elisabetta Dalzocchio’s company.

Fermentation with indigenous yeasts in open vats followed by 18 months in wood. The color is clear and bright, the nose is linear and clear, wild strawberry, orange, bitter (i.e. aromatic herbs), vaguely woody.

A wine appreciable in its young exuberance, energy to spare, fresh and tannic, it cannot be appreciated at the moment for its balance, but it can be appreciated for its presence, for its intensity and length, for the suspicion that in a few year, even if every time I find myself saying these words I end up begging, it will be able to give great satisfaction to those who have saved a few bottles.

Enonauta/Degustazione di Vino #160 - review -  Pinot Nero 2016 - Dalzocchio | Vino apprezzabile nella sua giovane esuberanza

 

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Fiano di Avellino 2015 – Colli di Lapio

Fiano di Avellino 2015

Colli di Lapio di Romano Clelia

Quando compro una bottiglia per me ignota e alla fine sono soddisfatto il piacere è doppio. Al piacere del buon vino si affianca il piacere della scoperta che spesso è viatico verso altre piacevoli scoperte. È successo con il Fiano di Avellino di Colli di Lapio.

Il colore è giallo intenso dalla luminosità rara. All’apertura tappo e bottiglia porgono suggestioni che potrebbero sulle prime far pensare a un Riesling. Al naso è molto intenso con sentori di mela, passiflora, anice, cedro, noce del Brasile, come premesso presenta ricordo di pietra focaia.

Vino secco e morbido, di buona struttura, coerente e ricco, denso al palato, giustamente sapido e persistente.

Ci sono molte cose in questo vino, come in un racconto dove abbondano le subordinate e la narrazione si snoda in molteplici simultanee direzioni, senza mai risultare ridondante od opulento.

Qualita e convenienza.

 
Enonauta/Degustazione di Vino #159 - review -  Fiano di Avellino 2015 - Colli di Lapio | secco e morbido, di buona struttura, coerente e ricco
Enonauta/Degustazione di Vino #159 - review -  Fiano di Avellino 2015 - Colli di Lapio | secco e morbido, di buona struttura, coerente e ricco
Enonauta/Degustazione di Vino #159 - review -  Fiano di Avellino 2015 - Colli di Lapio | secco e morbido, di buona struttura, coerente e ricco
Enonauta/Degustazione di Vino #159 - review -  Fiano di Avellino 2015 - Colli di Lapio | secco e morbido, di buona struttura, coerente e ricco

Fiano di Avellino 2015 – Colli di Lapio by Romano Clelia


When I buy a bottle that is unknown to me and in the end I am satisfied, the pleasure is double. The pleasure of good wine is accompanied by the pleasure of discovery which is often a viaticum towards other pleasant discoveries. It happened with the Fiano di Avellino from Colli di Lapio.

The color is intense yellow with a rare brightness. Upon opening the cap and bottle they offer suggestions that might at first make you think of a Riesling. On the nose it is very intense with hints of apple, passion flower, anise, cedar, Brazil nut and, as mentioned, has a hint of flint.

Dry and soft wine, with good structure, coherent and rich, dense on the palate, rightly savory and persistent.

There are many things in this wine, as in a story where subordinates abound and the narrative unfolds in multiple simultaneous directions, without ever appearing redundant or opulent.

Quality and convenience.

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Etna Rosso 2019 – Pietradolce

Ci sono vini che regalano grande soddisfazione a prezzi contenuti. Qui ci troviamo davanti a uno di questi vini. L’Etna Rosso 2019 di Pietradolce.

Nerello Mascalese coltivato sul versante nord della Montagna. 18 giorni di macerazione e tre mesi in legno.

Questo vino dà l’impressione di essere stato pensato e poi realizzato in modo consequenzialmente felice. In relazione alla tipologia e al prezzo potrebbe anche risultare entusiasmante. Ricorda a tratti un rosato per la poca intensità del colore che è rosso vivissimo, vira sul viola talvolta nel bicchiere, sembra giovane e in effetti lo è, ha profumi di lampone e viola, qualche appena percepibile nota di tostatura, spezie delicate. Levità e precisione.

Piacevole e ben fatto, ha ancora bei legami col frutto da cui discende, che a tratti sembra di masticare, molto vitale, tirato, asciutto, con un tannino di considerevole forza seppure evoluto. Un vino giovane e con un carattere ben definito. Non capita spesso.

Mi ricorda a tratti, senza paragone alcuno e solo per la suggestione generale, certi Chianti Classico di Lamole. Andrebbe bene anche se a qualcuno un certo chianti classico di Lamole ricordasse questo Etna Rosso.

Enonauta/Degustazione di Vino #157 - review -  Etna Rosso 2019
Pietradolce | molto vitale, tirato, asciutto, dà l'impressione di essere stato pensato e poi realizzato in modo consequenzialmente felice
Enonauta/Degustazione di Vino #157 - review -  Etna Rosso 2019
Pietradolce | molto vitale, tirato, asciutto, dà l'impressione di essere stato pensato e poi realizzato in modo consequenzialmente felice
Enonauta/Degustazione di Vino #157 - review -  Etna Rosso 2019
 Pietradolce | molto vitale, tirato, asciutto, dà l'impressione di essere stato pensato e poi realizzato in modo consequenzialmente felice

Etna Rosso 2019 – Pietradolce

There are wines that offer great satisfaction at reasonable prices. Here we find ourselves in front of one of these wines. Etna Rosso 2019 by Pietradolce.

Nerello Mascalese grown on the northern side of the mountain. 18 days of maceration and three months in wood.

This wine gives the impression of having been conceived and then created in a consequentially happy way. Depending on the type and price it could also be exciting. At times it recalls a rosé due to the lack of intensity of the color which is very bright red, it sometimes turns purple in the glass, it seems young and in fact it is, it has aromas of raspberry and violet, some barely perceptible notes of toasting, delicate spices. Lightness and precision.

Pleasant and well made, it still has good links with the fruit from which it comes, which at times feels like chewing, very vital, tight, dry, with a tannin of considerable strength albeit evolved. A young wine with a well-defined character. It doesn’t happen often.

It reminds me at times, without any comparison and only for the general suggestion, of certain Chianti Classicos from Lamole. It would also be fine if a certain classic Chianti from Lamole reminded someone of this Etna Rosso.

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Quattro In Trasferta Con Quattro Bottiglie (da AMERIGO a Savigno)

Pranzo da Amerigo a Savigno con Tignanello 2016, Turriga 2015, Agrapart les 7 crus, Macon Verze 2018 – Domaine Leflaive

Talvolta sono dubbioso sul raccontare giornate in cui si stappano quelle bottiglie che polarizzano il pubblico dei bevitori tra entusiasti e polemici acritici. In questo caso si aggiunge anche il tema del BYOB o del diritto di tappo che sempre desta pareri contrastanti.

Andò che partimmo in quattro da Pistoia con quattro bottiglie alla volta della Trattoria da Amerigo in quel di Savigno. Locale fuori dal tempo e dalle traiettorie turistiche dove si sperimenta ogni volta un riuscito connubio di tradizione, tecnica culinaria, amore per il territorio.

Abbiamo inziato con:

Champagne Brut Agrapart & Fils Les 7 Crus sbocc. 2020

Enonauta/Degustazione di Vino #153-156 - review -  Tignanello 2016/Turriga 2015/Agrapart les 7 crus/Macon Verze 2018 - Domaine Leflaive | A pranzo da Amerigo a Savigno

Scolastico in senso buono. Lineare, sembra avere più a che fare col vino che con la dosatura, al naso e al palato, e per questo a me piaciuto assai.
Brillantissimo giallo, bolla finissima e duratura, ha struttura, acidità flessuosa, sentori di mela, nespola, ananas, ricordi di erbe mediche e spezie, cedro appena accennato, così come appena accenati sono i rimandi al lievito. Al palato mostra una buona struttura, equilibrio, intensità di gusto, sapidità e ottima persistenza.
L’Azienda Agrapart non poteva inventare viatico migliore ai propri Champagne.

Mâcon Verzé 2018 – Domaine Leflaive

Enonauta/Degustazione di Vino #153-156 - review -  Tignanello 2016/Turriga 2015/Agrapart les 7 crus/Macon Verze 2018 - Domaine Leflaive | A pranzo da Amerigo a Savigno

Delude un po’. Monocorde, citrino, verticale, viene da pensare ciò che non ho mai piacere di pensare ovvero che magari qualcuno nel 2040 lo troverà godibile, ma intanto?
Intanto ha una acidità che non passa inosservata, come un raggio laser verde nel cielo di notte, nessun difetto, abbozza qualche timido tentativo di allargare il ventaglio olfattivo, ma in realtà non si va oltre il citrino, la mela selvatica, in bocca è secco e fresco, ma tende un po’ a defilarsi. Nelle lumache in realtà aveva trovato ottime compagne di viaggio verso lo stomaco, ma su quattro persone al tavolo nessuno si mostrò entusiasta. Nemmeno il gentilissimo cameriere tirato in causa a dire la sua.

Tignanello 2016 – Antinori – Pranzo da Amerigo a Savigno

Enonauta/Degustazione di Vino #153-156 - review -  Tignanello 2016/Turriga 2015/Agrapart les 7 crus/Macon Verze 2018 - Domaine Leflaive | A pranzo da Amerigo a Savigno

Per me Tignanello in una delle sue migliori annate. Nonché una delle migliori bottiglie di vino toscano che abbia avuto la fortuna di stappare. Al momento e in prospettiva. Finezza ed energia, Molto sangiovese, arancio tarocco, lavanda, marasca, qualche ricordo speziato.
Ingresso ad effetto, volume, profondità, è un vino ancor giovane dall’acidità distribuita, ma su tutto al momento svetta un tannino elettrico, dalla trama fitta, nobile. Il finale è sul frutto maturo e le spezie, ma non è un finale per quanto dura. Lunga vita davanti a questo vino. Per tanti sembrerà impossibile, ma è un vino che racconta bene la Toscana più di tanti altri vini per descrivere i quali si abusa del termine “territorialità”.

Turriga 2015 – Argiolas – Pranzo da Amerigo a Savigno

Enonauta/Degustazione di Vino #153-156 - review -  Tignanello 2016/Turriga 2015/Agrapart les 7 crus/Macon Verze 2018 - Domaine Leflaive | A pranzo da Amerigo a Savigno

Vino di grande energia, possente, grande dotazione di tutto. Colore rubino scuro, ciliege sotto spirito, mora, erbe aromatiche, remiscenze di cuoio e di affumicati. Il sorso è molto caldo, da meditazione lo preferirei all’Amarone per una sua più spiccata freschezza. Vino di grande impatto, intenso, corposo, si rasenta il corpo a corpo, con tannini ben maturati. Il finale è coerente e tornano la frutta sotto spirito, il mirto. Col coscio di daino affumicato fu amore.

Colgo l’occasione di ringraziare tutto lo staff della Trattoria da Amerigo di Savigno (BO) che ci ha accolti con le nostre bottiglie e ci ha offerto un saggio di grande cucina, gentilezza e di professionalità non comuni.

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Collio Bianco 2018 “Vigne” – Zuani

Collio Bianco 2018 “Vigne” – Zuani – Collio Doc

Collio Bianco Zuani da Vigne a San Floriano del Collio, territorio del quale è un interprete classico, senza estremismi.

Fhriulano, Chardonnay, Pinot Grigio e Sauvignon in parti uguali, solo acciaio.

Vino che si fa notare principalmente per la precisione e la buona struttura che ci raccontano di un ottimo interprete di un territorio dove convivono in armonia internazionali e autoctoni.

Ginestra, Salvia, passion fruit, albicocca, leggermente agrumato, profumi intensi, continui, puliti. L’ingresso è caldo, spesso e confortante. Poi una progressione che mostra una bella anima sapida, una freschezza che avvolge, pienezza di gusto, un lungo finale centrato sul frutto.

Appagante, equilibrato, ben eseguito.

Da tenere a mente se trovato in carta al ristorante per essere certi di evitare roulette russe con vini dall’esito gustativo incerto e che potrebbero farci pentire della scelta e della spesa.

Che in questo caso è a vantaggio del consumatore.

Enonauta/Degustazione di Vino #151 - review -  Collio Bianco 2018 "Vigne" - Zuani | la precisione e la buona struttura che ci raccontano di un ottimo interprete di un territorio dove convivono in armonia internazionali e autoctoni...
Enonauta/Degustazione di Vino #151 - review -  Collio Bianco 2018 "Vigne" - Zuani | la precisione e la buona struttura che ci raccontano di un ottimo interprete di un territorio dove convivono in armonia internazionali e autoctoni...

Collio Bianco 2018 “Vigne” – Zuani – Collio Doc

Collio Bianco Zuani from Vigne in San Floriano del Collio, territory of which he is a classic interpreter, without extremism.

Fhriulano, Chardonnay, Pinot Grigio and Sauvignon in equal parts, only steel.

A wine that stands out mainly for its precision and good structure which tell us of an excellent interpreter of a territory where international and indigenous coexist in harmony.

Broom, sage, passion fruit, apricot, slightly citrusy, intense, continuous, clean aromas. The entrance is warm, thick and comforting. Then a progression that shows a beautiful savory soul, an enveloping freshness, fullness of taste, a long finish centered on the fruit.

Satisfying, balanced, well executed.

To keep in mind if found on the menu at the restaurant to be sure to avoid Russian roulette with wines with an uncertain tasting outcome and which could make us regret the choice and the expense.

Which in this case is to the benefit of the consumer.

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Schioppettini a confronto: Marco Sara /Lino Casella

Capita anche di bere, per quanto non sia facile andare aldilà dei soliti noti, un paio di Schioppettino a distanza di pochi giorni, Marco Sara & Lino Casella. 29 km di distanza tra le due cantine. Al netto della differenza di annata, due interpretazioni diverse del più territoriale e tradizionale tra i vitigni a bacca rossa del Friuli.

Schioppettino di Prepotto 2015 – Casella – Colli Orientali del Friuli DOC

Colore rosso scuro, profumi più evoluti di spezie dolci e mora matura, qualche suggestione di caffè tostato che riporta all’affinamento in legno per lo Schioppettino di Casella, con più corpo, densità, equilibrio e morbidezza, tannini addomesticati. Forse in assoluto lo Schioppettino più corposo che abbia mai assaggiato.

Schioppettino 2018 – Marco Sara – Colli Orientali del Friuli DOC

Floreale, vinoso, fresco e vitale lo Schioppettino di Marco Sara. Il colore è purpureo, intenso al naso con sentori floreali, di pepe e lampone. Tannino più intraprendente.

Due vini che riberrei.

Enonauta/Degustazione di Vino #148/149 - review - 2 Schioppettino a confronto: Marco Sara /Lino Casella - il più territoriale dei vitigni

Schioppettini a confronto: Marco Sara /Lino Casella

It also happens to drink, although it is not easy to go beyond the usual suspects, a couple of Schioppettinos every few days, Marco Sara & Lino Casella. 29 km distance between the two wineries. Net of the difference in vintage, two different interpretations of the most territorial and traditional of Friuli’s red grape varieties.

Schioppettino di Prepotto 2015 – Casella – Colli Orientali del Friuli DOC

Dark red colour, more evolved aromas of sweet spices and ripe blackberry, some suggestions of roasted coffee that hark back to the aging in wood for the Schioppettino di Casella, with more body, density, balance and softness, tamed tannins. Perhaps by far the fullest Schioppettino I have ever tasted.

Schioppettino 2018 – Marco Sara – Colli Orientali del Friuli DOC

Marco Sara’s Schioppettino is floral, vinous, fresh and vital. The color is purple, intense on the nose with floral, pepper and raspberry scents. More enterprising tannin.

Two wines I would drink again.

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Lugana Orestilla 2018 – Montonale

Incontro fatale questo con il Lugana Orestilla 2018 dell’Azienda Montonale di Desenzano sul Garda. Nacque un vero innamoramento.

Turbiana vinificata in acciaio con lunga sosta sulle fecce e affinamento. in bottiglia. Per rapporto prezzo/soddisfazione, qualità intrinseca e mantenimento delle aspettative generate va tra i migliori assaggi di questi primi sei mesi del 2021.

Il colore è giallo paglierino, aromi vivi e vari per un bouquet per cui si può spendere il concetto di complessità. Tarassaco, cedro candito, mela golden reminiscenze di erbe aromatiche, miele di acacia. Il sorso è intenso, giustamente sapido e fresco, di una freschezza ruvida che fa da sponda alla morbida matericità del vino, al suo spessore, alla pienezza del gusto che si protrae a lungo non durando molto nel bicchiere e nella bottiglia. Finale centrato sul frutto candito, appena balsamico. Come premesso il rapporto prezzo/soddisfazione è buono, cosa che va specificata posizionandosi questo prodotto in una fascia di prezzo non definibile economica.

Enonauta/Degustazione di Vino #147 - review - Lugana Orestilla 2018 - Montonale | Un Lugana di spessore, sapore, soddisfazione
Enonauta/Degustazione di Vino #147 - review - Lugana Orestilla 2018 - Montonale | Un Lugana di spessore, sapore, soddisfazione

Lugana Orestilla 2018 – Montonale

This is a fatal encounter with the Lugana Orestilla 2018 from the Montonale company of Desenzano sul Garda. A true love was born.

Turbiana vinified in steel with long rest on the lees and refinement. in the bottle. For price/satisfaction ratio, intrinsic quality and maintenance of the expectations generated, it is among the best tastings of these first six months of 2021.

The color is straw yellow, lively and varied aromas for a bouquet for which the concept of complexity can be expressed. Dandelion, candied citron, golden apple reminiscent of aromatic herbs, acacia honey. The sip is intense, rightly savory and fresh, with a rough freshness that supports the soft materiality of the wine, its thickness, the fullness of the taste that lasts for a long time, not lasting long in the glass or in the bottle. Finish centered on candied fruit, slightly balsamic. As mentioned, the price/satisfaction ratio is good, which must be specified since this product is positioned in a price range that cannot be defined as economical.

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Merlot Baolar 2016 – Pierpaolo Pecorari

Merlot Baolar 2016 – Pierpaolo Pecorari

Merlot Baolar 2016
Pierpaolo Pecorari
Venezia Giulia Igt
12 mesi di barrique e 14 in bottiglia

Questo Merlot mi conferma le impressioni positive ricevute lo scorso anno al banco d’assaggio di Wine and Siena e mi ricorda anche, per eleganza e finezza di tratto, altri assaggi recenti ben più costosi.

Rosso intenso e vivo, al naso è molto pulito, con sentori floreali, di mora, lavanda, vagamente balsamico/mentolato, accenni di cacao e vaniglia.

L’assaggio è preciso, caratterizzato da bella finezza di tratto, equilibrio ed eleganza, pienezza di gusto, acidità avvolgente e distribuita, tannini levigati. Non teme l’apertura prolungata. Lo riberrei anche subito.

Enonauta/Degustazione di Vino #145 - review - Merlot Baolar 2016 - Pierpaolo Pecorari | Finissimo Merlot Isontino
Enonauta/Degustazione di Vino #145 - review - Merlot Baolar 2016 - Pierpaolo Pecorari | Finissimo Merlot Isontino


https://youtu.be/7wVi1n-ofcg

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Trebbiano 2015 – Valentini

Col Trebbiano 2015 Valentini Trebbiano d’Abruzzo Doc ci ritroviamo di nuovo dopo sei anni dall’ultima volta, allora era l’annata 2010, e la conclusione è questa: il Trebbiano di Valentini è un vino che non somiglia a nessun altro vino (forse un po’ questo)

Al netto di una sottilissima rifermentazione svanita nel tempo trascorso tra il pranzo e la cena, è un vino ricco e composto, non è un vino che spinge, è un vino che si apre a ventaglio e che apre diverse porte percettive, di lunghezza rara e presenza. Fondista e caleidoscopico, meno fresco dell’ultimo bevuto, molto più sapido e materico.

Fermentato e affinato in grandi botti di quercia. Il colore lo definirei “giallo paglierino archetipico”, il bouquet si arricchisce senza sosta e dispiace che la bottiglia non sia durata quanto di solito tento di farle durare a casa. Ricorda la giunchiglia, la pesca tabacchiera, lo zafferano, e fa sovvenire il pensiero della salamoia di olive verdi e il caffe tostato.

Complessità che non abbisogna di sforzi interpretativi. Al palato è un vino di spessore e grande intensità. Materico, avvolgente, molto persistente e sapido, di una sapidità unica e senza paragoni possibili.

Questa bottiglia rimarrà per me quella stappata in casa durante la pandemia e non quella stappata da Romano a Viareggio in una serata indimenticabile, ma nell’albo dei ricordi enoici fanno entrambi grande figura.

Enonauta/Degustazione di Vino #143 - review - Trebbiano 2015 - Valentini | un vino che non somiglia a nessun altro vino

 

Enonauta/Degustazione di Vino #143 - review - Trebbiano 2015 - Valentini | un vino che non somiglia a nessun altro vino

Trebbiano 2015 – Valentini

With Trebbiano 2015 Valentini Trebbiano d’Abruzzo Doc we meet again after six years since the last time, then it was the 2010 vintage, and the conclusion is this: Valentini’s Trebbiano is a wine that does not resemble any other wine.

Net of a very subtle refermentation that vanished in the time elapsed between lunch and dinner, it is a rich and composed wine, it is not a wine that pushes, it is a wine that opens up like a fan and opens various perceptive doors, of rare length and presence. Cross-country and kaleidoscopic, less fresh than the last drink, much more savory and textural.

Fermented and aged in large oak barrels. I would define the color as “archetypal straw yellow”, the bouquet is continually enriched and I’m sorry that the bottle didn’t last as long as I usually try to make it last at home. It recalls jonquil, snuffbox peach, saffron, and brings to mind green olive brine and toasted coffee.

Complexity that does not require interpretative efforts. On the palate it is a wine of depth and great intensity. Textured, enveloping, very persistent and savory, with a unique and unparalleled flavor.

For me, this bottle will remain the one uncorked at home during the pandemic and not the one uncorked by Romano in Viareggio on an unforgettable evening, but in the register of wine memories they both make a great impression.

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