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LO CHENIN BLANC È CAMALEONTICO COME DICONO?

Degustazione Chenin Blanc – LO CHENIN BLANC È CAMALEONTICO COME DICONO?

La serata che mi appresto a raccontare è nata da questo interrogativo. Perché lo Chenin Blanc, che viene dalla Valle della Loira, gode della fama d’essere vitigno eclettico, camaleontico nelle sue manifestazioni, che ha caratteristiche intrinseche che gli permettono di essere vinificato nei modi più svariati e di avere dunque il titolo di vitigno con più declinazioni stilistiche nel mondo.

Ma sarà veramente camaleontico come si dice?

Mercoledì 16 febbraio ne abbiamo messe in tavola sei bottiglie. Sei bottiglie unite da tre denominatori comuni. Lo Chenin Blanc ovviamente, la biodinamica e la zona d’origine. Che è Anjou.

Cosa ci racconta questa serata?

Prima di tutto che la socializzazione dell’approfondimento enoico è una gran cosa. Poi che lo Chenin Blanc è veramente un vitigno versatile e dal grande potenziale. Tra i sei campioni in tavola si possono individuare almeno tre diverse interpretazioni. Molto fresco, vagamente ossidativo, vendemmia tardiva. A inizio e a fine serata appaiono due bottiglie aggiuntive, un vino spumante e uno dolce, e si arriva a cinque diverse interpretazioni tutte peraltro apprezzabili e con le loro buone ragioni di esistere. Buona la qualità media dei campioni in tavola che lasciano intendere grandi prospettive anche nel medio/lungo periodo.

Ci racconta anche che in Francia la biodinamica è una cosa seria, una stregoneria che evidentemente riesce, forse per caso penseranno gli scientisti del vino (chi scrive ha preferenza per un approccio più empirico al vino), a dare ottimi risultati.

I vini stappati erano questi:

La Rue aux Loup 2020 – les Vignes Herbel

Fermentazione spontanea, no so2, affinamento in legno. Suggestioni vagamente ossidative in apertura col tempo si assesta e offre sentori di mela gialla, nespola, susina, pietroso e ampiamente floreale. In bocca è coerente con evidente ritorno di mela, lungo e salato. Rimane un vino fresco dalla altà acidità che sarà una costante tra tutti i vini, acidità ottimamente distribuita e mai puntuta. Basso in alcol, di bevibilità esagerata.
Apprezzato unanimemente.

L’Enchanteur 2019 – Les Vignes Herbel (da vendemmia tardiva)

Fermentazione in legno neutro e seguente affinamento, sempre in legno, per sei mesi. 15 mg di solforosa, biodinamica, non filtrato. Complesso e ricco il bouquet con sentori di cedro candito, crema di limone, lemongrass, frutto giallo maturo. Caldo il sorso. La sapidità però lo distende, nonostante i 14 gradi e lo spessore in bocca resta sempre abbastanza teso, dinamico. E soprattutto di grande persistenza. Non subisce il peso della vendemmia tardiva.

L’experto 2020 – Domaine Aussigouins (Dominique Doufour)

Erbe aromatiche, fiori di acacia, frutta gialla a metà maturazione. Molto fresco, ma poca sostanza, poca persistenza, finale erbaceo, senso di poca maturazione. Non entusiasmante.

Globule Blanc 2019 – Adrien de Melio

Colore Opalescente, quasi verdolino, ampio sedimento in sospensione. Miele di cardo, elicriso, susina gialla acerba. In bocca vira sull’agrume, limone più che lime, acidità prorompente, molto dritta, ne risulta un vino abbastanza semplice, da berne molto. Un po’di volatile.

http://www.domainedelapetitesoeur.fr/

Pin’eau de Loire 2020 – Vaillant Domaine Les Grandes Vignes

Basse rese, 9 grammi di residuo zuccherino. Miele di acacia, fiori gialli, paglia, ricordi del pane fatto col lievito madre, cedro. Al palato risulta dolce senza essere vischioso, ha bella freschezza (come sempre) che lo anima ed è persistente, molto persistente.

Varenne de Poirier 2020 – Vaillant Domaine Les Grandes Vignes

Fermentazione e malolattica in legno poi 12 mesi ulteriori in legno. Appena velato, esprime nitide note citrine di limone e pompelmo, di fiori bianchi, mela, escono anche ricordi petrosi, il sorso è dinamicissimo e apparentemente infinito, al momento potrebbe essere considerato un easy wine senza alcuna pretesa di complessità, ma è godibilissimo.

Degustazione Chenin Blanc

Enonauta/Degustazione di Vino #191/196 - Degustazione Chenin Blanc | La serata che mi appresto a raccontare è nata da questo interrogativo. Perché lo Chenin Blanc, che viene dalla Valle della Loira, gode della fama d'essere vitigno eclettico, camaleontico nelle sue manifestazioni, che ha caratteristiche intrinseche che gli permettono di essere vinificato nei modi più svariati e di avere dunque il titolo di vitigno con più declinazioni stilistiche nel mondo. - Simone Molinaroli dietro le bottiglie dopo lo stappo di controllo
Simone Molinaroli dietro le bottiglie dopo lo stappo di controllo – Degustazione Chenin Blanc

Degustazione Chenin Blanc – IS CHENIN BLANC AS CHAMELEONTIC AS THEY SAY?

The evening I am about to describe was born from this question. Because Chenin Blanc, which comes from the Loire Valley, enjoys the reputation of being an eclectic vine, chameleonic in its manifestations, which has intrinsic characteristics that allow it to be vinified in the most varied ways and therefore to have the title of vine with the most stylistic declinations in the world.

But will he really be as chameleonic as they say?

On Wednesday 16 February we put six bottles on the table. Six bottles united by three common denominators. Chenin Blanc obviously, biodynamics and the area of ​​origin. Which is Anjou.

What does this evening tell us?

First of all, the socialization of in-depth wine studies is a great thing. Then Chenin Blanc is truly a versatile grape variety with great potential. Among the six samples on the table, at least three different interpretations can be identified. Very fresh, vaguely oxidative, late harvest. At the beginning and end of the evening, two additional bottles appear, a sparkling wine and a sweet one, and we arrive at five different interpretations, all of which are appreciable and have good reasons for existing. The average quality of the samples on the table is good, suggesting great prospects even in the medium/long term.

He also tells us that in France biodynamics is a serious thing, a sorcery that evidently manages, perhaps by chance the wine scientists think (the writer prefers a more empirical approach to wine), to give excellent results.

The wines uncorked were these:

La Rue aux Loup 2020 – les Vignes Herbel

Spontaneous fermentation, no SO2, aging in wood. Vaguely oxidative suggestions at the opening, over time it settles down and offers hints of yellow apple, medlar, plum, stony and largely floral. In the mouth it is consistent with an evident hint of apple, long and salty. It remains a fresh wine with high acidity which will be a constant among all wines, acidity excellently distributed and never sharp. Low in alcohol, exaggerated drinkability.
Unanimously appreciated.

L’Enchanteur 2019 – Les Vignes Herbel (from late harvest)

Fermentation in neutral wood and subsequent refinement, again in wood, for six months. 15 mg sulfur, biodynamic, unfiltered. The bouquet is complex and rich with hints of candied citron, lemon cream, lemongrass, ripe yellow fruit. The sip is warm. However, the flavor relaxes it, despite the 14 degrees and the thickness in the mouth always remains quite tense and dynamic. And above all of great persistence. It does not suffer the burden of the late harvest.

The 2020 expert – Domaine Aussigouins (Dominique Doufour)

Aromatic herbs, acacia flowers, half-ripe yellow fruit. Very fresh, but little substance, little persistence, herbaceous finish, sense of little ripeness. Not exciting.

Globule Blanc 2019 – Adrien de Melio

Color Opalescent, almost greenish, large suspended sediment. Thistle honey, helichrysum, unripe yellow plum. In the mouth it turns towards citrus, lemon more than lime, bursting acidity, very straight, resulting in a fairly simple wine, worth drinking a lot. A little volatile.

http://www.domainedelapetitesoeur.fr/

Pin’eau de Loire 2020 – Vaillant Domaine Les Grandes Vignes

Low yields, 9 grams of residual sugar. Acacia honey, yellow flowers, straw, memories of bread made with sourdough, cedar. On the palate it is sweet without being viscous, it has a nice freshness (as always) that enlivens it and it is persistent, very persistent.

Varenne de Poirier 2020 – Vaillant Domaine Les Grandes Vignes

Fermentation and malolactic in wood then 12 further months in wood. Barely veiled, it expresses clear citrine notes of lemon and grapefruit, of white flowers, apple, even petrous memories emerge, the sip is very dynamic and seemingly infinite, at the moment it could be considered an easy wine without any pretense of complexity, but it is very enjoyable.

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Le Droit Chenin 2018 – Beatrice & Pascal Lambert

Le Droit Chenin 2018 – Chinon AOC – Domaine Béatrice et Pascal Lambert

Il 2021 è l’anno in cui ho scoperto realmente lo Chenin Blanc e nel 2022 continuo a scoprirlo con enorme soddisfazione insieme all’altro gioiello della Loira, ovvero il Cabernet Franc.
Le droit chenin è un vino ottenuto da chenin blanc coltivato secondo i princìpi della biodinamica, con scarsi interventi e con sei mesi di affinamento in acciaio. 18 ettari i n zona Chinon per il Domaine in questione.
Camaleontico, prova delle potenzialità del vitigno, questo Le Droit Chenin è un vino solido, piacevole, finanche ricco e complesso.
Al naso Pesca, floreale, zafferano, cera d’api, suggestioni ossidative appena accennate. Molto preciso e pulito.
Sorso multiforme, caldo e sferico e grande presenza d’acchìto, di gusto pieno e coerente, non è un vino che scivola via, innesca poi una bella progressione acida e finisce molto lungo rievocando il frutto giallo a piena maturazione, le spezie dolci.

Molto buono, prezzo giusto.
Da ribere.

Enonauta/Degustazione di Vino #190 - Le Droit Chenin 2018 - Beatrice & Pascal Lambert | Camaleontico, prova delle potenzialità del vitigno
Enonauta/Degustazione di Vino #190 - Le Droit Chenin 2018 - Beatrice & Pascal Lambert | Camaleontico, prova delle potenzialità del vitigno
Enonauta/Degustazione di Vino #190 - Le Droit Chenin 2018 - Beatrice & Pascal Lambert | Camaleontico, prova delle potenzialità del vitigno

Le Droit Chenin 2018 – Chinon AOC – Domaine Béatrice et Pascal Lambert

2021 is the year I truly discovered Chenin blanc and in 2022 I continue to discover it with enormous satisfaction.
Le droit chenin is a wine obtained from chenin blanc grown according to biodynamic principles, with little intervention and six months of aging in steel.
Chameleonic, proof of the potential of the vine, this Le Droit Chenin is a solid, pleasant, even rich and complex wine.
On the nose peach, floral, saffron, beeswax, barely hinted oxidative suggestions. Very precise and clean.
Multifaceted sip, warm and spherical and with a great presence at first sight, with a full and coherent flavour, it is not a wine that slips away, it then triggers a nice acidic progression and ends very long, recalling the fully ripe yellow fruit and the sweet spices.

Very good, right price.
To drink.

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Asinone 2016 – Vino Nobile di Montepulciano – Poliziano

Asinone 2016 Vino Nobile di Montepulciano – POLIZIANO

Sangiovese
18 mesi in legno
Vino di punta della nota azienda di Montepulciano

Che l’annata 2016 in Toscana sia stata una annata particolarmente felice lo si sapeva già dal 2016. Negli anni a seguire gli assaggi hanno delineato un quadro di qualità diffusa in tutti i territori toscani vocati alla viticoltura.

Nel caso di Asinone 2016, ci troviamo di fronte a un sontuoso Sangiovese. Per la brillantezza del vino, per la qualità dell’esperienza, ma anche e soprattutto per l’esecuzione. Un buon compromesso tra un sangiovese verace e ciò che viene comunemente definito “gusto internazionale”.
Per cui quello che troviamo nel bicchiere è una ben realizzata miscela di spessore, energia vitale, identità.
Il colore è rubino scuro, si sentono la viola, la marasca e la prugna, la scorza d’arancia, note sanguigno/ferrose, spezie e ricordi balsamico/resinosi.
Vino di buon corpo con vigorosa freschezza, definito, pieno senza mai risultare stancante, tannino molto fino e vellutato che non ostacola sul finale un lungo ritorno fruttato/speziato.

Un vino per cui sento di poter prevedere una ventina d’anni almeno di ottima evoluzione in bottiglia.

Enonauta/Degustazione di Vino #189 - Asinone 2016 - Vino Nobile di Montepulciano - Poliziano | Vino di buon corpo con vigorosa freschezza
Enonauta/Degustazione di Vino #189 - Asinone 2016 - Vino Nobile di Montepulciano - Poliziano | Vino di buon corpo con vigorosa freschezza
Enonauta/Degustazione di Vino #189 - Asinone 2016 - Vino Nobile di Montepulciano - Poliziano | Vino di buon corpo con vigorosa freschezza

Asinone 2016 Vino Nobile di Montepulciano – POLIZIANO

Sangiovese
18 months in wood
Flagship wine from the well-known Montepulciano company

We have already known since 2016 that the 2016 vintage in Tuscany was a particularly happy one. In the years that followed, the tastings outlined a picture of widespread quality in all the Tuscan territories suited to viticulture.

In the case of Asinone 2016, we are faced with a sumptuous Sangiovese. For the brilliance of the wine, for the quality of the experience, but also and above all for the execution. A good compromise between a true Sangiovese and what is commonly defined as “international taste”.
So what we find in the glass is a well-crafted blend of depth, vital energy, identity.
The color is dark ruby, there are hints of violet, morello cherry and plum, orange peel, bloody/ferrous notes, spices and balsamic/resinous memories.
Full-bodied wine with vigorous freshness, defined, full without ever being tiring, very fine and velvety tannin which does not hinder a long fruity/spicy return on the finish.

A wine for which I feel I can foresee at least twenty years of excellent evolution in the bottle.

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TZÈRB eRETICO 2018 – Orto Tellinum

TZÈRB eRETICO 2018 – Rosso di Valtellina – Orto Tellinum

Le belle sorprese arrivano all’improvviso. Se così non fosse non sarebbero sorprese. Questa di stasera ha un nome ed è Tzerb. Un nebbiolo del 2018 con saldo di vitigni rari locali che racconta assai bene l’essenza, l’identità e le potenzialità del territorio di provenienza, ovvero la Valtellina.
Da uve surmature, lunghe macerazione, acciaio. Tra il rubino e il Granato, colore molto vivo, molto espressivo e intenso il bouquet, profuma di Valtellina, ma manifesta anche una sua peculiare identità dovuta probabilmente alla scelta delle uve surmature. Sentori di prugna, rosa, farina di carruba, note balsamiche e di erbe mediche.
Fa un ingresso discreto, setoso, equilibrato, acidità smagliante cui fa da sponda una fruttuosità spiccata, rusticità appena sussurrata, tannino fino e sviluppo lineare molto persistente con ritorno di frutto maturo.
Senza esitazioni mi viene di definirlo un vino buonissimo, godibile ed emozionante. Non suggerirei di aspettare molto a berlo, ma è molto buono adesso dunque si può stappare senza timori.

Enonauta/Degustazione di Vino #187 - TZÈRB eRETICO 2018 - Orto Tellinum | Una bellissima sorpresa dalla Valtellina

TZÈRB eRETICO Orto Tellinum

Enonauta/Degustazione di Vino #187 - TZÈRB eRETICO 2018 - Orto Tellinum | Una bellissima sorpresa dalla Valtellina

TZÈRB eRETIC 2018 – Rosso di Valtellina – Orto Tellinum

Beautiful surprises come suddenly. If they didn’t, they wouldn’t be surprised. This evening’s one has a name and it’s Tzerb. A 2018 Nebbiolo with a balance of rare local vines that tells very well the essence, identity and potential of the territory of origin, namely Valtellina.
From overripe grapes, long maceration, steel. Between ruby ​​and garnet, a very bright colour, a very expressive and intense bouquet, it smells of Valtellina, but also shows its own peculiar identity probably due to the choice of overripe grapes. Hints of plum, rose, carob flour, balsamic and medicinal herbal notes.
It makes a discreet, silky, balanced entrance, dazzling acidity backed by a marked fruitiness, barely whispered rusticity, fine tannins and very persistent linear development with a return of ripe fruit.
Without hesitation I can define it as a very good, enjoyable and exciting wine. I wouldn’t suggest waiting too long to drink it, but it’s very good now so you can open it without fear.

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Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Ogni tanto bisogna prendersi il rischio di stappare una di quelle bottiglie, ad esempio il Barolo Sarmassa 2010 di Brezza, cercate e tenute da parte, una di quelle bottiglie su cui abbiamo proiettato aspettative rilevanti e farlo senza un’occasione precisa se non per celebrare la gioia di vivere. Così da dare una misura al vino e alle proprie convinzioni. Ad esempio la mia di cercare di bere il Barolo sempre, o quasi sempre, nella finestra 10/12 anni per cercare di intercettare il liquido nella fase di massima espressività prima dell’inizio della fase discendente.
In questo caso si sarebbe potuto aspettare ancora qualche anno vista l’integrità e le caratteristiche del vino, ma la mia convinzione si rafforza.

Barolo classicista con invecchiamento in botte grande con uve dal cru posto a nord di Barolo verso il confine con La Morra.

Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Colore granato vivo, complessità e finezza olfattiva. Apre con una nota mentolata che accompagna per tutto il tempo della bevuta, lampone e melograno, floreale residuale, carruba, eucalipto, sentori minimi di cuoio fresco e di spezie. Preciso e intenso anche nel tempo.
In bocca è un crescendo continuo, non è un vino da esposizione che lascia di stucco in ingresso, lascia semmai estasiati in uscita, con quella sua lunga scia balsamico/sapida, con la sua struttura, la sua stoffa, lo scheletro solido di questo vino che promette di essere buono anche in tempo X lontano da noi, il suo bilanciamento, questa progressione di gusto che non finisce, la bevibilità incredibile, ebbe ragione chi ne intravide le potenzialità a suo tempo e peccato per tutte quelle bottiglie imprigionate nelle cantine dei mercanti del nordeuropa.

Il mio consiglio a chi lo dovesse trovare è di prenderne quanto più possibile.

Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.
Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.
Enonauta/Degustazione di Vino #184 - Barolo Sarmassa 2010 - Brezza | Grande finezza espressiva, precisione, eleganza, struttura, previsione di vita futura non calcolabile se conservata al meglio.

Barolo Sarmassa 2010 – Brezza

Every now and then we have to take the risk of uncorking one of those bottles, for example the Barolo Sarmassa 2010 by Brezza, sought out and kept aside, one of those bottles on which we have projected significant expectations and doing so without a specific occasion other than to celebrate the joy of life. So as to give a measure to the wine and to one’s own beliefs. For example, mine is to try to drink Barolo always, or almost always, in the 10/12 year window to try to intercept the liquid in the phase of maximum expressiveness before the beginning of the descending phase.
In this case we could have waited a few more years given the integrity and characteristics of the wine, but my conviction is strengthened.

Classicist Barolo aged in large barrels with grapes from the cru located north of Barolo towards the border with La Morra.

Great expressive finesse, precision, elegance, structure, prediction of future life that cannot be calculated if preserved in the best possible way.

Bright garnet color, complexity and olfactory finesse. It opens with a minty note that accompanies the entire drinking time, raspberry and pomegranate, residual floral, carob, eucalyptus, minimal hints of fresh leather and spices. Precise and intense even over time.
In the mouth it is a continuous crescendo, it is not a show wine that leaves you stunned on entry, if anything it leaves you enraptured on the way out, with its long balsamic/savory trail, with its structure, its fabric, the solid skeleton of this wine which promises to be good even in time far from us, its balance, this progression of taste that never ends, the incredible drinkability, those who glimpsed its potential at the time were right and it’s a shame for all those bottles imprisoned in the cellars of Northern European merchants.

My advice to anyone who finds it is to get as much as possible.

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Valpolicella Superiore 2016 – Ferragú

VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 – FERRAGÚ – Valpolicella Doc

Più un Amarone che un Valpolicella Superiore a mio avviso. Ma più un Amarone dinamico che un Amarone pachidermico e con effetto moquette sul palato con cui ingaggiare un corpo a corpo letale.
Corvina, Corvinone, Croatina, Oseleta, Rondinella. Leggero appassimento e 24 mesi in barrique di rovere americano.
Rosso scuro, assolutamente impenetrabile. L’idea noumenica dell’impenetrabilità. Molto espressivo a qualche ora dall’apertura con sentori di frutta matura, confettura di more, mirtillo, spezie, tabacco, cenere.
Caldo e di corpo, mai viscoso però. Fluisce anzi, ha dinamica e freschezza, riempie il cavo orale di gusto, con forza di gusto brillante non meramente muscolare, tannino fine e pungente, a tratti sapido. Finisce lungo sul frutto, balsamico.

Testato a cena e nel dopo cena con apprezzamento generale.

A fine bottiglia mi ispira una quartina:

Ferragú Ferragú
Ne vorrei un’altra in più
Ma purtroppo non ce l’ho
Con la voglia rimarrò.

Enonauta/Degustazione di Vino #182 - VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 - FERRAGÚ | Più un Amarone che un Valpolicella Superiore a mio avviso. Ma più un Amarone dinamico che un Amarone pachidermico e con effetto moquette sul palato con cui ingaggiare un corpo a corpo letale.
Enonauta/Degustazione di Vino #182 - VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 - FERRAGÚ | Più un Amarone che un Valpolicella Superiore a mio avviso. Ma più un Amarone dinamico che un Amarone pachidermico e con effetto moquette sul palato con cui ingaggiare un corpo a corpo letale.
Enonauta/Degustazione di Vino #182 - VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 - FERRAGÚ | Più un Amarone che un Valpolicella Superiore a mio avviso. Ma più un Amarone dinamico che un Amarone pachidermico e con effetto moquette sul palato con cui ingaggiare un corpo a corpo letale.

VALPOLICELLA SUPERIORE 2016 – FERRAGÚ – Valpolicella Doc

More of an Amarone than a Valpolicella Superiore in my opinion. But more of a dynamic Amarone than a pachydermal Amarone with a carpet effect on the palate with which to engage in a lethal melee.
Corvina, Corvinone, Croatina, Oseleta, Rondinella. Light drying and 24 months in American oak barriques.
Dark red, absolutely impenetrable. The noumenal idea of ​​impenetrability. Very expressive a few hours after opening with hints of ripe fruit, blackberry jam, blueberry, spices, tobacco, ash.
Warm and full-bodied, but never viscous. Indeed, it flows, it has dynamics and freshness, it fills the oral cavity with flavour, with a brilliant strength of taste that is not merely muscular, fine and pungent tannin, at times savory. It ends long on the fruit, balsamic.

Tested at dinner and after dinner with general appreciation.

At the end of the bottle a quatrain inspires me:

Ferragú Ferragú
Ne vorrei un’altra in più
Ma purtroppo non ce l’ho
Con la voglia rimarrò.

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Mason 2015 – Manincor

Mason 2015 – Manincor – Pinot Nero/Caldaro/Alto Adige Doc

Il Mason 2015 di Manincor è una bottiglia che mi riconcilia col Pinot Nero, italiano o transalpino che sia, da cui finisco spesso deluso. Per l’essere costantemente in bilico tra un’apparente scarnezza e una forza espressiva inarginabile. La precisione, la pulizia unite a una complessità non trascurabile di un vino che non appare mai sovracostruito.
Pinot nero, fermentazione con lieviti indigeni, due settimana di macerazione, 16 mesi di barrique (20 percento nuove), sempre a contatto con le fecce.
Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet dove troviamo i frutti rossi come la fragolina di bosco e il lampone, il mazzetto aromatico, la china, lievi sentori di spezie e di affumicato.
Al palato brilla per la lineare e lunga progressione, la freschezza diffusa e l’intensa espressione di gusto, il tannino setoso, un equilibrio e una piacevolezza generale da ricordare. Finisce con un bel ricordo di frutto “vero” e spezie dolci.
Un bel riconciliarsi col Pinot Nero con questo Mason che ricordavo buono e che ritrovo buono.
Enonauta/Degustazione di Vino #181 - Mason 2015 - Manincor | Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet...
Enonauta/Degustazione di Vino #181 - Mason 2015 - Manincor | Vino dalla luminosità rara, aperto, lindo e diretto nel bouquet...

Mason 2015 – Manincor – Pinot Noir/Caldaro/Alto Adige Doc

Manincor’s Mason 2015 is a bottle that reconciles me with Pinot Noir, whether Italian or transalpine, which I often end up disappointed by. For being constantly in the balance between an apparent sparseness and an unstoppable expressive force. Precision, cleanliness combined with a non-negligible complexity of a wine that never appears over-constructed.
Pinot noir, fermentation with indigenous yeasts, two weeks of maceration, 16 months in barrique (20 percent new), always in contact with the lees.
Wine with a rare brightness, open, clean and direct in the bouquet where we find red fruits such as wild strawberry and raspberry, the aromatic bunch, cinchona, light hints of spices and smoke.
On the palate it shines with its linear and long progression, the widespread freshness and the intense expression of taste, the silky tannins, a balance and a general pleasantness to remember. It ends with a nice hint of “real” fruit and sweet spices.
A nice reconciliation with the Pinot Noir with this Mason which I remembered as good and which I find good again.

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Okenio 2016 – Terradonnà

Okenio 2016 – Terradonnà
Val di Cornia Doc

I Vini Di Natale 2021 #3 (ancora anche se è già capodanno)
La Sorpresa

Mai visto questa bottiglia in vita mia. Arriva sulla tavola di natale preceduta da una nota sul suo prezzo e dalle lodi di chi la portò. Dunque si genera l’Hype.

Cabernet Sauvignon coltivato a Suvereto, lunga macerazione, malolattica e seguente invecchiamento in barriques per 14 mesi, poi affinamento in bottiglia 30 mesi.
In effetti è un bel vino. Un cabernet sauvignon sostanzioso, denso, che a differenza di molti suoi omologhi italiani bevuti nel recente passato non porta in dote sentori vegetali marcati e un sorso talvolta disunito.
Qui ci sono profumi di frutta scura, cassis e mirtillo, a maturazione piena, tabacco e cacao, chiodo di garofano, a tratti terragno, e sono profumi intensi, non è un vino che che indugia nel proporsi al bevitore.
Il sorso è caldo e voluminoso, di buon gusto, intenso, forse difetta un po’ in acidità e per questo mi vien di pensare che non sia il caso di aspettare tanto per stapparlo, anzi credo proprio che il momento giusto per questo 2016 sia adesso che anche il tannino appare ben maturo. Resto piacevolmente impressionato seppure non sia un bevitore di “vinoni”. Principalmente per la sensazione di aver bevuto un vino ottenuto da uve mature e che in questa densità ci sia anche una buona definizione.
Se valga o meno il suo prezzo non saprei dirlo anche perché i prezzi ormai sono spesso inspiegabili e di conseguenza invalutabili.

Enonauta/Degustazione di Vino #180 - Okenio 2016 - Terradonnà | densità e definizione in questo Cabernet da Suvereto

Okenio 2016 – Terradonnà
Val di Cornia Doc

Christmas Wines 2021 #3 (still even if it’s already New Year’s Eve)
The surprise

Never seen this bottle in my life. It arrives on the Christmas table preceded by a note on its price and the praise of the person who brought it. Therefore Hype is generated.

Cabernet Sauvignon grown in Suvereto, long maceration, malolactic and following aging in barriques for 14 months, then refinement in bottle for 30 months.
It’s actually a nice wine. A substantial, dense cabernet sauvignon, which unlike many of its Italian counterparts drunk in the recent past does not bring marked vegetal hints and a sometimes disjointed sip.
Here there are aromas of dark fruit, cassis and blueberry, when fully ripe, tobacco and cocoa, clove, at times earthy, and they are intense aromas, it is not a wine that lingers in presenting itself to the drinker.
The sip is warm and voluminous, with good taste, intense, perhaps lacking a little in acidity and for this reason I think that there is no need to wait so long to uncork it, in fact I really believe that the right time for this 2016 is now that the tannin also appears well ripe. I am pleasantly impressed even though I am not a “wine” drinker. Mainly for the sensation of having drunk a wine made from ripe grapes and that in this density there is also a good definition.
I couldn’t say whether it’s worth its price or not, also because the prices are now often inexplicable and consequently invaluable.

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Chianti Classico Riserva 2016 “vigna seretina” – Monterotondo

Chianti Classico Riserva 2016 “Vigna Seretina” – MonterotondoGaiole in Chianti

I vini di Natale 2021 #2

Le vigne dell’azienda Monterotondo sono posizionate oltre i 500mt di altitudine sui rilievi a nordest di Gaiole dai quali già si scorge il Valdarno (leggi qui).
Territorio, Annata e la mano di Saverio Basagni di concerto ci consegnano un grande Chianti Classico Riserva.
Sangiovese con saldo di Malvasia Nera (combo spesso vincente). Vinificazione in legno e a seguire 36 di invecchiamento in legno di varia misura.
Colore rubino vivissimo. A dominare è il frutto, lampone e ribes rosso, ad arricchire il quadro olfattivo note floreali, di carruba ed arancia, erbe aromatiche.
Ha ossatura solida, intensità e qualità di gusto non comune, acidità distribuita e tannino raffinato, sorso stratificato e pieno di frutto vivo, con bel finale dove il frutto ritorna ancora.
Il tutto declinato con una eleganza e una disinvoltura non comune.
Un vino per cui intravedo anche un bellissimo futuro oltre a questo fantastico presente.

Enonauta/Degustazione di Vino #179 - Chianti Classico Riserva 2016 "Vigna Seretina" - Monterotondo | Territorio, Annata e la mano di Saverio Basagni
Enonauta/Degustazione di Vino #179 - Chianti Classico Riserva 2016 "Vigna Seretina" - Monterotondo | Territorio, Annata e la mano di Saverio Basagni

Chianti Classico Riserva 2016 “Vigna Seretina” – Monterotondo – Gaiole in Chianti

Christmas wines 2021 #2

The vineyards of the Monterotondo company are located above 500 meters above sea level on the hills north-east of Gaiole from which you can already see Valdarno (read here).
Territory, Vintage and the hand of Saverio Basagni in concert deliver us a great Chianti Classico Riserva.
Sangiovese with a balance of Malvasia Nera (often a winning combo). Vinification in wood followed by 36 years of aging in wood of various sizes.
Very bright ruby ​​colour. The fruit dominates, raspberry and red currant, while floral notes of carob and orange and aromatic herbs enrich the olfactory picture.
It has solid structure, uncommon intensity and quality of flavour, distributed acidity and refined tannin, a layered sip full of live fruit, with a beautiful finish where the fruit returns again.
All expressed with uncommon elegance and ease.
A wine for which I also see a beautiful future in addition to this fantastic present.

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Bottiglie, Degustazioni

Trebbiano Castello di Semivicoli 2018 – Masciarelli

Trebbiano d’Abruzzo Castello di Semivicoli 2018 – Masciarelli

i vini del natale 2021 #1

Grande Delusione. Principalmente per la resa gustativa in relazione al prezzo. Per la scarsa personalità. Lo ristapperò come sempre ristappo i vini deludenti per capire se era il vino o se era la percezione anche se questo assaggio, a questo prezzo, non invoglia.
Solo acciaio per questo Trebbiano di Masciarelli. Il colore è vivo giallo, profumi di fiori bianchi come l’anemone di campo, il gelsomino, citrino, mela granny Smith , vagamente petroso. Non brillantissimo.
Sorso molto fresco, quasi acidulo, ma poco fluente. Si perde nel centrobocca, diventa evanescente dopo il primo impatto fisico e non riprende nel finale che è un po’ moscio dal punto di vista gustativo dove si impongono prettamente note vegetali. Freddo risulta metallico, una sciabola acida. Leggermente meglio a temperatura quasi ambiente, ma senza nessun guizzo.
Enonauta/Degustazione di Vino #178 - Trebbiano d'Abruzzo Castello di Semivicoli 2018 - Masciarelli | Affilato e vegetale

 

Enonauta/Degustazione di Vino #178 - Trebbiano d'Abruzzo Castello di Semivicoli 2018 - Masciarelli | Affilato e vegetale

 

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