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Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Azienda di La Morra che ha vigneti distribuiti anche nel Comune di Serralunga d’Alba. Lì si trova il Cru Badarina. Nella zona più meridionale del territorio.
Non sono riuscito a trovare grandi notizie sulle tecniche di vinificazione, ma già dall’analisi visiva e olfattiva si presenta come un vino muscolare, concentrato, dal colore granato scuro integro fino all’unghia, denso, con aromi ampiamente fruttati e speziati, con prevalenza di amarena, kirsch, chiodo di garofano, scorza d’arancio ricoperta, tamarindo e foglia bagnata.

Sorso caldo e finanche morbido, acidità vellutata e tannino risolto, pienezza di gusto e lunghezza, coerente e integro.
Vino d’impatto, che finisce però per stancare a causa della una dotazione alcolica straripante e della sua anima piacevole, ma alla lunga monocorde.

Vino ottimamente conservato che arriva all’appuntamento in buona forma. Direi meglio con la selvaggina che con i formaggi.

Enonauta/Degustazione di Vino #274 - review - Barolo Badarina 2010 - Reverdito | Barolo d'impatto che arriva in buona forma allo stappo

Enonauta/Degustazione di Vino #274 – review – Barolo Badarina 2010 – Reverdito | Barolo d’impatto che arriva in buona forma allo stappo

Enonauta/Degustazione di Vino #274 - review - Barolo Badarina 2010 - Reverdito | Barolo d'impatto che arriva in buona forma allo stappo

Barolo Badarina 2010 – Reverdito

Company from La Morra which also has vineyards distributed in the municipality of Serralunga d’Alba. The Cru Badarina is located there. In the southernmost area of ​​the territory.
I wasn’t able to find much information on winemaking techniques, but already from the visual and olfactory analysis it presents itself as a muscular, concentrated wine, with a dark garnet color intact up to the nail, dense, with largely fruity and spicy aromas, predominantly of black cherry, kirsch, clove, coated orange peel, tamarind and wet leaf.

Warm and even soft sip, velvety acidity and resolved tannin, fullness of flavor and length, coherent and intact.
An impactful wine, which however ends up tiring due to its overflowing alcohol content and its pleasant, but ultimately monotonous soul.

Excellently preserved wine that arrives at the appointment in good shape. I would say better with game than with cheese.

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Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

San Rocco Seno d’Elvio

(o del piacere di arrivare al momento giusto)

Una delle migliori emozioni che può innescare una bottiglia di vino è quella che si prova allora che ci si rende conto di averla aperta nel momento giusto.
Quando l’integrità del frutto, lo sviluppo aromatico, l’evoluzione e l’accordo delle parti sembrano aver trovato una sintonia che non potrà essere ripetuta e si può dire a voce piena “Questo è un vino pronto!” .

Barbaresco di ispirazione classica, macerazione per 20 giorni e 12 mesi di passaggio in grandi botti da 30 e 50 hl e 9 mesi in bottiglie.

Colore granato traslucido, alterna sentori di piccoli frutti rossi, melograno in prevalenza e ribes rosso alle spezie dolci, e poi scorza di chinotto, foglia di the, cipria, ricordi eterei e di timo in un quadro di grande precisione.

Ha l’impatto del Melograno. Estrema delicatezza del frutto e al contempo acidità radiosa e ficcante, la fermezza del tannino che un tempo doveva essere molto compatto e che qui, adesso, ha cominciato a sgranarsi conservando però forza. Sorso asciutto, sapido, intenso, definito, molto persistente e altamente equilibrato.
Il Finale è un lento sfumare di ricordi fruttati e speziati che coinvolge tutto il cavo orale.
In ottima compagnia con un piatto misto di formaggi (gorgonzola, parmigiano e caciotta fresca della Montagna Pistoiese).

Era il momento giusto.

Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review - Barbaresco Sanadaive 2011 - Adriano Marco & Vittorio | Barbaresco classico aperto nel giusto momento
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review
Enonauta/Degustazione di Vino #273 - review -

Barbaresco Sanadaive 2011 – Adriano Marco & Vittorio

San Rocco Seno d’Elvio

(or the pleasure of arriving at the right time)

One of the best emotions that a bottle of wine can trigger is the one you feel when you realize you have opened it at the right time.
When the integrity of the fruit, the aromatic development, the evolution and the agreement of the parts seem to have found a harmony that cannot be repeated and you can say in full voice “This is a ready wine!” .

Classically inspired Barbaresco, maceration for 20 days and 12 months in large 30 and 50 hl barrels and 9 months in bottles.

Translucent garnet colour, it alternates hints of small red fruits, mainly pomegranate and red currant with sweet spices, and then chinotto peel, tea leaf, face powder, ethereal memories and thyme in a highly precise framework.

It has the impact of Pomegranate. Extreme delicacy of the fruit and at the same time radiant and punchy acidity, the firmness of the tannin which once must have been very compact and which here, now, has begun to break down while retaining strength. Dry, savory, intense, defined, very persistent and highly balanced sip.
The finish is a slow blur of fruity and spicy memories that involves the entire oral cavity.
In excellent company with a mixed plate of cheeses (gorgonzola, parmesan and fresh caciotta from the Pistoiese mountains).

It was the right time.

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Brunello di Montalcino 2015 – Capanna

Brunello di Montalcino 2015 – Capanna

Tutti i vigneti nella zona di Montosoli per questa storica azienda di Montalcino condotta dalla famiglia Cencioni

Fermentazione in troncoconici, invecchiamento per 36 mesi in botti di capienza variabile tra i 10 e i 36 hl. Seguono 6 mesi in bottiglia.

Il colore è uno splendido rubino chiaro, la foto lo testimonia bene, al naso precisione, nettezza, frutto fragrantissimo, viola, Lampone, eucalipto, lavanda, arancia tarocco, richiami appena accennati di humus e pellame.

Il palato è teso, slanciato, trascinante, con buona concentrazione, acidità fluente con tannini granulosi ben strutturati, dal finale rinfrescante e balsamico. Non lo direi pronto adesso, lo direi buono, molto godibile per chi apprezza, come chi scrive, vini non ancora domati, eleganti e austeri, e per essi crea occasioni culinarie adeguate.

Sono sicuro che tra ⅘ anni potrà offrire una compagnia più disinvolta.

In abbinamento alla lombatina (una lombatona, anche se non una bistecca alla fiorentina) al sangue con contorni vari fu felice sposalizio.

Non sottovaluterei parlando dell’azienda della Famiglia Cencioni il prezzo delle sue proposte.

Enonauta/Degustazione di Vino #272 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Capanna | Brunello giovane, austero, promettente
Enonauta/Degustazione di Vino #272 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Capanna | Brunello giovane, austero, promettente
Enonauta/Degustazione di Vino #272 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Capanna | Brunello giovane, austero, promettente
Enonauta/Degustazione di Vino #272 - review - Brunello di Montalcino 2015 - Capanna | Brunello giovane, austero, promettente

Brunello di Montalcino 2015 – Capanna

All the vineyards in the Montosoli area for this historic Montalcino company run by the Cencioni family

Fermentation in truncated cones, aging for 36 months in barrels with a capacity varying between 10 and 36 hl. 6 months in the bottle follow.

The color is a splendid light ruby, the photo demonstrates this well, on the nose precision, clarity, very fragrant fruit, violet, raspberry, eucalyptus, lavender, tarot orange, barely hinted hints of humus and leather.

The palate is tense, slender, enthralling, with good concentration, flowing acidity with well-structured grainy tannins, with a refreshing and balsamic finish. I wouldn’t say it’s ready now, I’d say it’s good, very enjoyable for those who appreciate, like the writer, wines that haven’t yet been tamed, elegant and austere, and create suitable culinary opportunities for them.

I’m sure that in ⅘ years he will be able to offer more relaxed company.

Paired with the lombatina (a loin steak, although not a Florentine steak) rare with various side dishes it was a happy marriage.

When speaking about the Cencioni family company, I would not underestimate the price of its proposals.

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Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Riva Rocca, menzione geografica del Comune di Verduno. 24 mesi in barrique francesi, 12 mesi in botte grande 30Hl e 12 mesi in bottiglia.
Uno dei due Baroli prodotti dall’azienda di Diano d’Alba i cui vini negli anni non finiscono mai di impressionarmi positivamente per i valori che riescono a esprimere.
Questo è un Barolo sostanzioso, color rubino pieno, articolato impatto olfattivo con richiami classici e ben delineati di Rosa, visciola, note mentolate e balsamiche che accompagnano con costanza, etereo, erbe essiccate/radici aromatiche, un soffio di chinotto e di resine.
Al palato arriva pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali, il sorso è invece dinamico, persistente, dal tannino potente e di forma arrotondata e con cospicua acidità distribuita. Coerente nel gusto, intenso, finisce aperto, balsamico e fruttato. Se al palato, nell’incipit, appare un Barolo moderno finisce, alla fine dell’esame olfattivo e gustolfattivo, per avere le sembianze di un classico.
Già stappato lo stesso vino un paio d’anni addietro e lo trovo sicuramente migliorato sotto tutti gli aspetti. In ottimo abbinamento con la Tasca di Vitello ripiena, ma non solo.

Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali
Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali
Enonauta/Degustazione di Vino #270 - review - Barolo Riva Rocca 2013 - Claudio Alario | pieno e caldo, senza indugiare però in morbidezze plateali

Barolo Riva Rocca 2013 – Claudio Alario

Riva Rocca, geographical mention of the Municipality of Verduno. 24 months in French barriques, 12 months in large 30Hl barrels and 12 months in the bottle.
One of the two Barolos produced by the Diano d’Alba company whose wines over the years never cease to positively impress me for the values ​​they manage to express.
This is a substantial Barolo, full ruby ​​colour, articulated olfactory impact with classic and well-defined hints of rose, sour cherry, minty and balsamic notes that consistently accompany, ethereal, dried herbs/aromatic roots, a whiff of chinotto and resins.
On the palate it arrives full and warm, without lingering however in dramatic softness, the sip is instead dynamic, persistent, with powerful tannins and a rounded shape and with conspicuous distributed acidity. Consistent in taste, intense, finishes open, balsamic and fruity. If on the palate, in the incipit, a modern Barolo appears, it ends up, at the end of the olfactory and taste-olfactory examination, having the appearance of a classic.
I already uncorked the same wine a couple of years ago and I certainly found it improved in all aspects. In excellent combination with stuffed veal pocket, but not only.

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Terra di Lavoro 2018 – Galardi

Terra di Lavoro 2018 – Galardi – Campania IGT

Aglianico per l’80 percento e il resto Piedirosso. Invecchiamento in legno. Barrique di Allier e Never nuove. Un vino in cui c’è lo zampino di Cotarella. 
Il Colore è scuro, rubino con riflessi purpurei. 
Al naso è ricco con fragranze fruttate di mirtillo e prugna, c’è la viola, abbondanza di spezie varie, tabacco, liquirizia, cappero essiccato, timo. Non è un vino riservato. Anzi piuttosto generoso. 
Allo stesso modo il sorso è all’esordio ampio, un po’ gagaroneggiante, smargiasso, vellutato e concentrato, pieno di energia, vino coinvolgente. Acidità, alcool e tannini di precisione, piazza anche un bel finale più misurato e aperto dove a essere rievocati sono l’anice stellato, il frutto scuro, le erbe mediche. 
Un vino d’impatto, ben eseguito e che potrà dare soddisfazioni anche nel prossimo futuro.

Enonauta/Degustazione di Vino #269 - review - Terra di Lavoro 2018 - Galardi | smargiasso, vellutato e concentrato, pieno di energia
Enonauta/Degustazione di Vino #269 - review - Terra di Lavoro 2018 - Galardi | smargiasso, vellutato e concentrato, pieno di energia
Enonauta/Degustazione di Vino #269 - review - Terra di Lavoro 2018 - Galardi | smargiasso, vellutato e concentrato, pieno di energia

Terra di Lavoro 2018 – Galardi – Campania IGT

80 percent Aglianico and the rest Piedirosso. Aging in wood. New Allier and Never barriques. A wine in which Cotarella has a hand. The color is dark, ruby ​​with purple reflections. The nose is rich with fruity fragrances of blueberry and plum, there is violet, abundance of various spices, tobacco, licorice, dried caper, thyme. It is not a reserved wine. Rather generous indeed. Likewise, the sip is broad at first, a little gagaronesque, flamboyant, velvety and concentrated, full of energy, an engaging wine. Precision acidity, alcohol and tannins also provide a nice, more measured and open finish where star anise, dark fruit and medicinal herbs are evoked. An impactful wine, well executed and which will also give satisfaction in the near future.

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Baron’ Ugo 2015 – Az. Agr. Monteraponi

Baron’ Ugo 2015 – Monteraponi – Toscana Igt

Sangiovese con piccole percentuali di Canaiolo e Colorino. Radda in Chianti

Pochi interventi, fermentazione spontanea in cemento vetrificato, 36 mesi di botte grande.

Colore rubino scuro, bel ventaglio di sentori di frutti rossi come il lampone e il ribes poco maturi, la china, l’anice, la viola, agrumi freschi, cenere, ma anche note rustiche non ben risolte, a tratti solvente.
Il sorso è molto fresco, puntuto, alcol misurato e ben inserito, bevibilità assicurata, ma il gusto è un po’ traballante, non è un vino compiuto, il tannino è acerbo, trovo indicazioni in questa bottiglia già ricevute in altre occasioni, ed è fondamentalmente uno stile che non riesco ad apprezzare appieno. Ha grande struttura fisica, ma a latitare è il frutto e il centrobocca resta anonimo, il finale poco espressivo. Lo definirei un vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po’ di immaginazione per essere apprezzato.

A mio giudizio, dal rapporto prezzo/felicità molto squilibrato dalla parte del prezzo.

Enonauta/Degustazione di Vino #268 - review - Baron' Ugo 2015 - Monteraponi | vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po' di immaginazione per essere apprezzato
Enonauta/Degustazione di Vino #268 - review - Baron' Ugo 2015 - Monteraponi | vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po' di immaginazione per essere apprezzato
Enonauta/Degustazione di Vino #268 - review - Baron' Ugo 2015 - Monteraponi | vino astratto, molto chiuso, che abbisogna di un po' di immaginazione per essere apprezzato

Baron’ Ugo 2015 – Monteraponi – Toscana Igt

Sangiovese with small percentages of Canaiolo and Colorino. Radda in Chianti

Few interventions, spontaneous fermentation in vitrified concrete, 36 months in large barrels.

Dark ruby ​​colour, nice range of hints of red fruits such as raspberry and under-ripe currant, cinchona, anise, violet, fresh citrus fruit, ash, but also rustic notes not well resolved, sometimes solventy.
The sip is very fresh, sharp, the alcohol is measured and well integrated, drinkability is assured, but the taste is a bit shaky, it is not a complete wine, the tannin is immature, I find indications in this bottle already received on other occasions, and it is basically a style that I can’t fully appreciate. It has great physical structure, but the fruit is lacking and the mid-mouth remains anonymous, the finish not very expressive. I would define it as an abstract, very closed wine, which needs a bit of imagination to be appreciated.

In my opinion, the price/happiness ratio is very unbalanced on the price side.

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Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa

Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa

Lo straordinario Sangiovese di Paolo Cianferoni (Caparsa) da Radda in Chianti

Se la gioca alla pari e in modo sfrontato con qualunque vino toscano di ogni provenienza e ispirazione, ma volendo anche con vini esteri del vecchio e nuovo mondo. E vince. Grazie alla sua straordinaria forza espressiva, alla sua garbata animosità, all’energia straripante in un contesto di precisione e qualità assolute.

Sangiovese di Radda in Chianti, cemento e vecchie botti di rovere.

Integrità paradigmatica, frutto colossale con spinta e struttura, colore rubino scuro, corpo da mediomassimo con le movenze da peso welter, profumi di marasca, iris, arancia sanguinella, erbe in mazzetto, ricordi di bosco, balsamici, appena di cuoio fresco.

Enonauta/Degustazione di Vino #267 - review - Caparsino Riserva Chianti Classico 2015 - Caparsa | Palato generoso, ampio, concentrato
Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa

Palato generoso, ampio, concentrato, freschissimo e fluente, mai puntuto. Con tannini profilanti ed energici che lasciano al vino lo spazio di un finale arioso, lungo dove a dominare è il frutto, l’identità del Sangiovese.

Enonauta/Degustazione di Vino #267 - review - Caparsino Riserva Chianti Classico 2015 - Caparsa | Palato generoso, ampio, concentrato
Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa
Enonauta/Degustazione di Vino #267 - review - Caparsino Riserva Chianti Classico 2015 - Caparsa | Palato generoso, ampio, concentrato
Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa

Bottiglia che è conferma del grande valore che esprimono i vini di Caparsa e dell’importanza del territorio di Radda al tempo del surriscaldamento climatico come ha scritto lo stesso Paolo Cianferoni sul suo blog.

Caparsino Chianti Classico Riserva 2015 – Caparsa

The extraordinary Sangiovese of Paolo Cianferoni (Caparsa) from Radda in Chianti

It competes equally and boldly with any Tuscan wine of any origin and inspiration, but also with foreign wines from the old and new world if desired. And he wins. Thanks to his extraordinary expressive strength, his polite animosity, his overflowing energy in a context of absolute precision and quality.

Sangiovese from Radda in Chianti, cement and old oak barrels.

Paradigmatic integrity, colossal fruit with drive and structure, dark ruby ​​colour, light heavyweight body with welterweight movements, aromas of morello cherry, iris, blood orange, bunch of herbs, hints of the forest, balsamic, just of fresh leather.
Generous palate, broad, concentrated, very fresh and flowing, never pungent. With profiled and energetic tannins that leave the wine space for an airy, long finish where the fruit, the identity of the Sangiovese, dominates.
A bottle that confirms the great value that Caparsa wines express and the importance of the Radda area at the time of global warming as Paolo Cianferoni himself wrote on his blog.

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Il Nizza È… tre giornate di Barbera a Nizza Monferrato (22/24 ottobre 2022)

Il Nizza È… tre giornate di Barbera a Nizza Monferrato (22/24 ottobre 2022)

 

Nizza Monferrato è una cittadina posta al centro di un immaginario quadrilatero avente agli angoli Alba, Asti, Ovada e Alessandria. Nizza, considerato uno dei territori d’elezione della Barbera, dal 2014 (prima annata uscita nel 2016) dopo essere stata una sottozona della Docg Barbera d’Asti, è anche una DOCG. Vini prodotti con solo uve barbera coltivate in18 comuni (Agliano Terme, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Castel Boglione, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Cortiglione, Incisa Scapaccino, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Nizza Monferrato, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra, Vinchio).

Eventi Vino #2 - 2022 - Il Nizza È... tre giornate di Barbera a Nizza Monferrato (22/24 ottobre 2022)

 

Il Nizza è… per chi scrive è principalmente l’occasione di colmare una lacuna, capire dove cerca di andare questa recente denominazione (DOCG NIZZA) nata da ciò che era precedentemente una sottozona della Docg Barbera d’Asti, cosa vuole proporre all’appassionato di vini, cos’è che la contraddistingue nel panorama dei produttori di Barbera, che sono molti, e dei territori che ne esprimono l’anima. Non ultima l’opportunità di percorrere per la prima volta nella sua vita il passo del Turchino, famoso per essere uno dei punti di snodo della più classica e famosa delle corse ciclistiche in linea italiane. La Milano – Sanremo.
Enonauta tra le vigne del Monferrato

 

Enonauta tra le vigne del Monferrato

La manifestazione è raccolta, con banchi d’assaggio divisi per zone geografiche all’interno del Palazzo Crosa nel centro storico di Nizza Monferrato.
 
Un centinaio di bottiglie in degustazione ed io credo di averne assaggiate una cinquantina. Tutti i vini risultavano essere non meno che di corpo, di corpo pieno. Nessuna traccia di vini esili o poco concentrati. Abbondanza di quei vini che il buon Giampi Moretti, vignaiolo lucchese de “Le Terre del Sillabo”, definì “vini da esposizione” o anche “Vini Fallici”. Abbondanza di legno. Legno aromatico, resinoso, vanigliato, pizzicoso, pepato, molti tannini anestetizzanti. A Nizza si usa il legno e si sente. Il disciplinare ne prevede l’uso per entrambe le tipologie proposte, ne ero consapevole, ma insieme al legno ho avvertito il tentativo del colpo ad effetto, molti vini mi hanno fatto pensare a un progetto unitario, con esiti alterni, di portare il Barbera su un piano diverso, su un piano espressivo ipotetico di livello superiore. Ma questo livello a mio avviso resta ipotetico. Molti corpo a corpo, un po’ di fatica, anche nell’ascoltare il sempiterno sermone sull’integrazione futura e ipotetica (anche lei) del legno. Ché poi nessuno lo sa quantificare il tempo in cui questo legno si integra e del resto se ha bisogno di integrarsi vuol dire che al momento in cui non è integrato la situazione non è ottimale.
Con questo tra i cinquanta vini che ho assaggiato ne ho trovati di molto buoni, per gusto, fedeltà alla tipologia, tipicità, esecuzione. Cito dunque solo ciò che lasciò una buona impressione per onorare la bella esperienza, le buone compagnie trovate e non far torto a nessuno elevando il gusto proprio a giudizio definitivo. Confido invece di tornare a Nizza Monferrato per ampliare ulteriormente la confidenza con questa eccellenza enoica piemontese.
 
Su tutti gli assaggi ha brillato il “Viti Vecchie” 2019 di Gianni Doglia (https://giannidoglia.it/) per l’integrità, la precisione e uno sviluppo gustativo davvero coinvolgente.
 

Ottimi il “Laficaia” 2020 di Guasti Clemente & Figli, “Le Nicchie” 2019 de La Gironda , così come i vini di Cascina Garitina, le due proposte de La Barbatella “La Vigna dell’Angelo” 2019 e “La Vigna dell’Angelo” Riserva 2018, i due vini presentati da l’ Armangia “Titon” e “Vignali”, entrambi 2019 ed egualmente animati da grande energia ed espressività, il “Pragerolamo” 2019 dell’Azienda Durio che sorprende per la lunga distensione, la varietà delle suggestioni.

Una menzione particolare per “Noceto” 2018 di Ricossa per il quale, forse a causa della troppa esposizione in GDO, nutrivo degli ingiustificati pregiudizi e che invece alla prova del bicchiere è risultato un vino di sicura eleganza, ricchezza e forza espressiva.

 
Mappa del Nizza
Mappa del Nizza
Eventi Vino #2 - 2022 - Il Nizza È... tre giornate di Barbera a Nizza Monferrato (22/24 ottobre 2022)
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Soave Classico 2021 Roccolo Del Durlo – Le Battistelle

Soave Classico 2021 Roccolo Del Durlo – Le Battistelle

Bella scoperta il Roccolo del Durlo de Le Battistelle. Molti l’avevano forse già scoperto e probabilmente anche premiato, ma è senza dubbio meglio arrivare tardi che non arrivare.

Brillante conferma della incidenza positiva di “ben fatto” che ho potuto riscontrare in una mia ricognizione tra i produttori di Soave. Ben fatto senza spesso difettare in personalità e perciò maggiormente apprezzabile.

Da uve garganega da vigneti coltivati su pendii ripidi, quindi eroicamente, in una delle zone più vocate dell’intero territorio del Soave.

Breve criomacerazione, fermentazione e sosta sulle fecce fini di 8 mesi in acciaio.

Vino molto buono, dal colore intenso, con riflessi dorati, floreale, direi l’osmanto odoroso, profumo di cedro candito, una bella pesca percoca, note agrumate e anche vagamente speziate. Risulta dunque piuttosto ricco.

Il sorso avvolge e punge, ha stoffa morbida senza mai indulgere in stucchevolezza, che l’acidità e la salinità rendono leggera per cui risulta godibile, bevibile e altamente piacevole. La dualità di questo vino è la sua primaria forza, la complementarità di queste due anime, la materia che è spessa, a tratti oleosa, e la forza tattile che in sinergia piena portano il sorso lontano, che in un finale importante che rievoca la frutta a nocciolo, gli agrumi, un quid di miele millefiori.

In conclusione, la vocazione del territorio non è un’opinione.

Enonauta/Degustazione di Vino #265 - review - Soave Classico 2021 Roccolo Del Durlo - Le Battistelle | Il sorso avvolge e punge
Enonauta/Degustazione di Vino #265 - review - Soave Classico 2021 Roccolo Del Durlo - Le Battistelle | Il sorso avvolge e punge
Enonauta/Degustazione di Vino #265 - review - Soave Classico 2021 Roccolo Del Durlo - Le Battistelle | Il sorso avvolge e punge

Soave Classico 2021 Roccolo Del Durlo – Le Battistelle

Roccolo del Durlo of Le Battistelle is a beautiful discovery. Many had perhaps already discovered it and probably even rewarded it, but it is better to arrive late than not arrive.

Brilliant confirmation of the positive impact of “well done” that I was able to find in my survey of Soave producers. Well done without often lacking in personality.

From Garganega grapes grown heroically in one of the most suitable areas of the entire Soave area.

Brief cryomaceration, fermentation and rest on the fine lees for 8 months in steel.

Very good wine, with an intense color, with golden reflections, floral, I would say the fragrant osmanthus, scent of candied cedar, a nice percoca peach, citrus and even vaguely spicy notes. It is therefore quite rich.

The sip envelops and stings, it has a soft texture without ever indulging in cloying, which the acidity and salinity make light so it is enjoyable, drinkable and highly pleasant. The duality of this wine is its primary strength, the complementarity of these two souls, the material which is thick, at times oily, and the tactile strength which in full synergy take the sip far away, in an important finish which recalls the fruit hazelnut, citrus fruits, a hint of wildflower honey.

In conclusion, The vocation of the territory is not an opinion.

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Bramaterra 2010 – Antoniotti

Bramaterra 2010 – Antoniotti

Una splendida bevuta che ha bisogno di una premessa. Bevvi la stessa bottiglia qualche anno fa in un ristorante del quartiere San Salvario a Torino durante un diluvio, lo Scannabue (www.scannabue.it). Lo cito, non per fare pubblicità, perché la scoperta fu indotta dall’entusiasmo del sommelier nel proporsi di scegliere un vino, a suo dire particolare, per degli amanti del nebbiolo. Apprezzo questo entusiasmo quando mi sembra provenire da qualcuno che sembra competente e sincero al solito tempo.

Arrivò in tavola questo Bramaterra 2010 della cantina Antoniotti che riscosse un grande successo. Andai poi in seguito a conoscere la famiglia Antoniotti e a procurarmi questa bottiglia di stasera in quel di Sostegno.

Bevute anche altre annate (leggi qui ad esempio), ma nessuna come questa.

È nebbiolo con 20 percento di Croatina, 7 percento di Vespolina e 3 percento di Uva Rara. Cemento e botte grande per tre anni, approccio tradizionale.
Il vino è granato, integro fino al bordo, pieno, luminoso, ampio ed aperto da subito, intenso, con aromi nettissimi di rosa, lampone, ciliegia matura, chiodo di garofano e speziatura che sottolineano il buon uso dei vitigni complementari e che a questo Bramaterra donano una personalità davvero unica. È inoltre lievemente etereo, con ricordi di radici, appena un po’ di scorza di arancio. Rigore e precisione rari.
Nel sorso tutti gli elementi convergono affinché l’esperienza sia entusiasmante. Tenore alcolico misurato, acidità e salinità davvero importanti, ma che non tagliano mai il flusso di gusto, ne sono invece propulsore infinito. Tannino finissimo, di buona forza e non smussato, un ricamo, centro bocca fruttato, pieno, definito e gustoso. Il Finale è lungo, rinfrescante dove trova il modo di essere rievocato tutto ciò che era stato suggerito al naso.

98 punti, ma anche 100.

Enonauta/Degustazione di Vino #264 - review - Bramaterra 2010 - Antoniotti | Vino perfettamente compiuto, per esecuzione, piacevolezza, carattere e anche originalità.
Un Bramaterra da 100 punti
Enonauta/Degustazione di Vino #264 - review - Bramaterra 2010 - Antoniotti | Vino perfettamente compiuto, per esecuzione, piacevolezza, carattere e anche originalità.
Bramaterra 2010
Enonauta/Degustazione di Vino #264 - review - Bramaterra 2010 - Antoniotti | Vino perfettamente compiuto, per esecuzione, piacevolezza, carattere e anche originalità.
Antoniotti

Bramaterra 2010 – Antoniotti

A splendid drink that needs a premise. I drank the same bottle a few years ago in a restaurant in the San Salvario district of Turin during a flood, Scannabue (www.scannabue.it). I mention it, not to advertise, because the discovery was induced by the sommelier’s enthusiasm in proposing to choose a wine, which he said was particular, for Nebbiolo lovers. I appreciate this enthusiasm when it seems to come from someone who seems competent and sincere at the same time.

This Bramaterra 2010 from the Antoniotti winery arrived on the table and was a great success. I then later went to meet the Antoniotti family and to get this bottle tonight in Sostegno.

I also drank other vintages (read here for example), but none like this one.

It is Nebbiolo with 20 percent Croatina, 7 percent Vespolina and 3 percent Uva Rara. Cement and big barrel for three years, traditional approach.
The wine is garnet, intact up to the edge, full, bright, ample and immediately open, intense, with very clear aromas of rose, raspberry, ripe cherry, clove and spiciness which underline the good use of complementary vines and which to this Bramaterra give a truly unique personality. It is also slightly ethereal, with hints of roots, just a little orange peel. Rare rigor and precision.
In the sip all the elements converge so that the experience is exciting. Measured alcohol content, really important acidity and salinity, but which never cut off the flow of flavour, are instead an infinite driving force. Very fine tannin, of good strength and not blunt, an embroidery, fruity, full, defined and tasty center of the mouth. The finish is long, refreshing where everything that was suggested to the nose finds a way to be evoked.

98 points, but also 100.

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