Grandi Langhe 2024 | Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Degustazioni, Eventi

Grandi Langhe 2024 | Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti

Grandi Langhe 2024 – L’EVENTO

Davvero apprezzabile la formula dell’evento Grandi Langhe a Torino anche nel 2024. Organizzazione, contesto, clima. Sicuramente il più importante tra gli eventi dedicati al vino di Langa organizzato dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e il Consorzio di Tutela Roero, con il supporto di Regione Piemonte e il sostegno di Intesa San Paolo.

Grandi Langhe 2024 – INDICAZIONI GENERALI

Le indicazioni generali non mancano. L’annata 2020 per il Barolo sembra felice nella sua misurata vitalità. La 2021 per il Barbaresco felicissima, molto espressiva soprattutto nelle interpretazioni classiche. La 2022 per i Langhe Nebbiolo e i Nebbiolo d’Alba un po’ problematica. 

Dal Roero arrivano a Torino vini di qualità media piuttosto alta, ma soprattutto vini caratterizzati da grande carattere unito a perizia nell’esecuzione.

I migliori | Barolo 2020 a Grandi Langhe 2024

Al Barolo Cannubi 2020 Pira di Chiara Boschis giudicando sull’onda dell’emozione non lesinerei un 100/100.

Grandi emozioni sono venute da 

Barolo Parafada 2020 di Palladino

Barolo Marenca 2020 di Pira

Barolo Pianpolvere 2020 di Chionetti

E poi da ricordare anche 

Barolo del Comune di La Morra 2019 di Boglietti

Barolo Sarmassa 2020 di Brezza

Barolo Margheria 2020 di Massolino

Barolo Sottocastello di Novello 2020 di Ca Viola per la sua suadenza.

Barolo 4 Vigne 2019 di Cascina Adelaide da ricordare per il vasto bouquet profumiero.

Fuori Categoria il Barolo Riserva San Bernardo 2016 di Palladino. 

I migliori | Barbaresco 2021

Da ricordare in un quadro di generale validità

Barbaresco Albesani 2021 di Massolino

Barbaresco Cottà 2021 di Sottimano che è un fulgido esempio di precisione 

Barbaresco Rio Sordo 2021 e Barbaresco Pora 2021

ovvero i due presentati da Musso che mostrano uno straordinario equilibrio di forze

Barbaresco Montersino 2021 di Albino Rocca per la sua anima duplice, dura e dolce al tempo stesso.

I migliori | Nebbiolo d’Alba e Langhe Nebbiolo 2022

Non mancano vini dal sorso un po’ sbavato, un po’ pienotti, grassi e alcolici. Spiccano il Nebbiolo di Pira da Serralunga e di Musso da Barbaresco che rispetto agli altri mostrano di aver probabilmente gestito meglio le condizioni climatico ambientali.

I migliori | Barbera e Dolcetto

La Barbera d’Alba Bricco delle Olive 2021 di Palladino è una vera Bomba. 

Barbera d’Asti 2022 di Emilio Vada. Distintiva e possente.

Barbera d’Alba Sup. Marun 2020 di Correggia è espressiva ed equilibrata.

Per il Dolcetto 2020 San Luigi di Chionetti spenderei il termine Archetipico. 

Ca ed Curen porta al banco degli ottimi dolcetti. Il preferito il “Cent’anni anni e più” 2021. 

Il Dolcetto d’Alba 2021 di Enzo Boglietti è secco, preciso, incisivo.

Molto buono anche il Dolcetto d’Alba 2022 dei Fratelli Barale

I migliori | Roero

Per mio gusto i migliori sono risultati:

Alberto Oggero con i suoi Roero Anime 2021 e Roero Le Coste 2021 che per certo concorrono per il riconoscimento del migliore vino di tutta la manifestazione.

Matteo Correggia e i suoi due Roero 2021 e Roero Riserva 2020 La Val dei Preti il cui tratto dominante è l’eleganza.

Stefano Occhetti i cui Roero sviluppano in potenza senza trascurare la propria identità.

Roero Rosso Le Sanche 2021

Roero Rosso Riserva Occhetti 2021

I migliori | Roero Arneis

Assaggiati con piacere diversi esperimenti per portare l’Arneis a un livello di gusti più articolato.

Tra questi:

Roero Arneis 2016 La Val dei Preti – Matteo Correggia

Non è una classifica, ma solo ricordi rimasti più impressi di altri alla fine di due giornate passate in piedi senza ovviamente poter assaggiare tutto.

Fotografie di Dario Agostini

Standard
Chianti Classico Collection Firenze
Eventi

Chianti Classico Collection 2024 | Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti

Chianti Classico Collection 2024 | Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti

Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti

La Chianti Classico Collection

La Chianti Classico Collection 2024. Raccontare ancora la Chianti Classico Collection come evento in sé non è utile così come dilungarsi in descrizioni del clima generale, della location è superfluo perché la Chianti Classico Collection è un evento importante, bello,  con una formula funzionante che si ripete negli anni e dentro la quale ognuno ha trovato il suo modo di muoversi. E soprattutto perché quel tipo di racconti abbondano. Anche qui se n’è parlato più volte.

Io (Simone Molinaroli) e Martino Baldi che abbiamo rappresentato L’Enonauta alla Chianti Classico Collection 2024 ci teniamo però a distribuire alcuni riconoscimenti in relazione a quanto assaggiato e a condividere alcune sensazioni e indicazioni ricevute in merito alle nuove annate in anteprima.

Annata 2022 – impressioni

Credo che sbilanciarsi in valutazioni molto critiche dopo un giro di assaggi frettolosi non sia proficuo. Ma quanto assaggiato non parla certo di un’annata facile e/o “evenemenziale”, come fu definita non ricordo da chi la 2019 (non lo ricordavo, ma tutto ormai si può recupare). Tra i vini presentati, campioni da botte e già imbottigliati, non mancavano eccessi alcolici, sorsi dal profilo sfocato, non definitissimi, tannini talvolta sgarbati e ruvidi. Viene da pensare a una futura probabile tendenza alla surmaturazione. Rimando un ulteriore giudizio a quando avrò occasione di riprovare le stesse bottiglie con qualche mese in più di bottiglia.

Chianti Classico Collection 2024 – Annata 2022 – i migliori assaggi

Tra gli assaggi hanno comunque fatto buona figura con il loro Chianti classico 2022

Chianti Classico Buondonno

Chianti Classico Monsanto

Chianti Classico San Giusto a Rentennano

Chianti Classico Istine

Chianti Classico Le Miccine, del quale non si potrà mai dimenticare il tannino spavaldo che non si sente tutti i giorni.

Vini in cui l’impatto dell’annata calda e siccitosa trova una più organica collocazione.

Annata 2021 – impressioni

Vini di grande finezza, espressività, vitali. 

Chianti Classico Collection 2024 – Annata 2021 – i migliori assaggi

Il Miglior Chianti Classico 2021 per L’Enonauta è quello di Querciabella. Per la sua ineguagliabile levità, la vastità del bouquet e l’espressività. 

Sulla scia e per gli stessi motivi, ma principalmente sempre per la fedeltà alla tipologia, la precisione e la forza espressiva segnaliamo:

Chianti Classico – Badia a Coltibuono

Chianti Classico – Isole e Olena

Chianti Classico “Due Lame” – Lamole di Lamole

Chianti Classico – I Sodi

Chianti Classico Collection 2024 – Riserva e Gran Selezione – i migliori assaggi

Chianti Classico Riserva Le Baroncole 2021 di San Giusto a Rentennano rulla tutta la concorrenza in virtù della sua energica complessità.

Appena sotto, ma sono dettagli legati probabilmente al momento:

Querciabella con Chianti Classico Riserva 2020 Chianti Classico Gran Selezione 2019

Lamole di Lamole con il Chianti Classico Riserva Lareale 2020 e lo splendido Chianti Classico Gran Selezione 2020 Vigna Grospoli

Istine con Chianti Classico Gran Selezione Vigna Istine 2019

Badia a Coltibuono con Chianti Classico Riserva 2019

Castello di Vicchiomaggio e il suo Chianti Classico Gran Selezione Le Bolle 2020

Chianti Classico Riserva 2021 di Buondonno

Monsanto che piazza una bella accoppiata con il Riserva 2020 e il Gran Selezione Il Poggio 2019.

Gli IGT

Cepparello 2020 di Isole e Olena una freccia che taglia in due di netto un’altra freccia come nel film animato di Robin Hood.

Chianti Classico Collection 2024 – RICONOSCIMENTI SPECIALI

Il VINCETUTTO  va a Paolo Socci della Fattoria di Lamole, non tanto in una comparazione impossibile con le altre aziende presenti, perché presentava il 2017 e la riserva e i grande selezione 2016, ma per la sua ricetta 2+2+2 (2 anni legno, 2 cemento, 2 vetro) così criticata dai suoi collaboratori, ipse dixit, ma molto amata dall’amante del Sangiovese che si trova davanti a piccoli gioielli di precisione e prontezza. Vigna Grospoli 2016 vino di commovente persuasività. 

Riconoscimento speciale per la SIMPATIA al banco va a Castello di Vicchiomaggio. Conversazione e assaggi ottimi. Non è cosa per tutti l’accoglienza e lo “stare al mondo”.

Speciale Riconoscimento per il CONTRARIO DELLA SIMPATIA per quel famoso produttore, autore di vini cari, puzzoni e sprecisi, che riuscì a mettere in bottiglia un 2022 senza eccessi alcolici e definibile “in sottrazione”, ma aspro e tannico come un Caco Acerbo e che alla domanda “quando avete vendemmiato?” (posta in modo garbatissimo e non provocatorio) cominciò una supercazzola felpata e boriosa. 

Risparmiamo volutamente le stringate note di degustazione che solitamente caratterizzano queste selezioni ché sembrano sempre compilate dal compilatore automatico di note di degustazione stringate e consegniamo queste indicazioni come suggestioni del momento, quello che in realtà esse erano. Specificando che pur con tutta la volontà non siamo riusciti a bere tutti i vini presenti in degustazione.

Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Chianti Classico Collection 2024 - Indicazioni ricevute, i migliori assaggi e altri riconoscimenti
Badia a Coltibuono
Le Miccine
Vigna Grospoli - Fattoria di Lamole
Standard
Degustazioni, Eventi

back to the wine 2023 a Venezia – qualche impressione

Back to the Wine (https://www.backtothewine.com/) per me resterà sempre legato a quella prima e unica volta che nel 2017 tentai, senza successo, di raggiungere Faenza in automobile.

Back to the Wine a Venezia

A Pistoia sembrava, anzi era, una tranquilla giornata autunnale con tempo bello e decisi quindi di raggiungere la Faentina a Borgo San Lorenzo per arrivare poi a Faenza. A Barberino comincia a pioviscolare. A Borgo San Lorenzo a nevischiare. Nell’abitato di Ronta nevica forte e appena usciti dal paese, fatte tre curve, c’è una tempesta di neve. Si possono avvistare le prime auto adagiate a bordo strada, contro il guard rail e presto la mia Skoda Fabia wagon smette di salire e comincia invece a pattinare all’indietro. A quel punto cerco di intraversarla e per pura fortuna l’auto fa una rotazione di 180 gradi e mi ritrovo in discesa. Metto la prima e me ne torno a casa. Non avendo mai potuto vivere la location di Faenza non posso fare paragoni, ma certo il Terminal 103 di Venezia è un luogo adatto a una giornata di degustazioni. Luminoso, suggestivo, raggiungibile comodamente in treno senza doversi inerpicare lungo le pericolose tratte appenniniche in mezzo alle tormente di neve.

Back to  the Wine 2023 a Venezia 
Gaspare Buscemi
Gaspare Buscemi a Back to the Wine

A fronte di alcune perle assaggiate come Alture Bianco 2021 di Gaspare Buscemi da cui abbiamo raccolto una formativa introduzione al come andrebbe e non andrebbe fatto il vino, il Catarratto di Francesco Guccione, gli ottimi vini proposti da Monteversa, il Pallagrello Bianco di Alepa, i sempre sorprendenti vini di Corte Sant’Alda di Mariella Camerani (ne parlai qui), non posso omettere di aver bevuto un buon numero di vini imbarazzanti, di quei vini che che spesso ironicamente chiamo VINI-CILICIO, e più seriamente VINI IDEOLOGICI. Vini certamente frutto di una agricoltura ragionevole e di un fare artigianale, ma che in molti casi mi sono sembrati vini esageratamente disarmonici e sgangherati, non vini espressione di territorio e sapere strutturato in cui la gestione di certi elementi limite finiscono per donare carattere ed espressività. Bensì vini approssimativi.

Back to  the Wine 2023 a Venezia 
Francesco Guccione
Francesco Guccione a Back to the wine

Vini che per essere apprezzati necessitano di un grande sforzo di considerazione delle metodiche di produzione fino all’apprezzamento delle metodiche stesse più che le caratteristiche manifeste del vino. Metodiche che al pari degli elementi narrativi, lo storytelling, che spesso peraltro rimestano concetti in modo un po’ confuso, il terroir e la territorialità su tutti, per quanto mi riguarda non riescono ad essere un plusvalore o un incentivo ad apprezzare maggiormente un vino aldilà della sua piacevolezza e della sua buona esecuzione.

Eventi Vino #8 - 2023 - back to the wine 2023 a Venezia | qualche impressione sul nuovo Back to the Wine
Montevesa a Back to the Wine con Enonauta (Simone Molinaroli)

Non che voglia consigliare un miglioramento su questo aspetto, non penso che questo miglioramento ipotetico interessi e penso invece che ormai ci siano scelte radicalmente ideologiche che non tengono più di conto il risultato finale del processo di creazione di un vino e mi permetto di fare questa notazione personale soltanto perché l’incidenza statistica di certe espressioni non si poteva certo ignorare.

Back to  the Wine 2023 a Venezia
Monteversa a Back to the Wine

Mi sento di chiudere con un rimando al manifesto di Viniveri sottoscritto da Sangiorgi e Vodopivec che con ferma e limpida precisione tratteggia l’equivoco di fondo che consente di proporre al pubblico vini per cui le parole genuino e artigianale finiscono per essere un paravento che occulta in realtà sciattezza e autoindulgenza.

Back to  the Wine 2023 a Venezia
Back to the Wine 2023 a Venezia
Back to  the Wine 2023 a Venezia
Back to the Wine 2023 a Venezia

Le fotografie nell’articolo sono di Dario Agostini

Standard
Del più e del Vino, Eventi

MERCATO FIVI 2023 A BOLOGNA – BUONA LA PARTENZA

mercato fivi bologna | Il mercato FIVI è un evento affascinante e vitale che da 12 anni celebra il meglio dei vini artigianali e biologici dell’Italia. FIVI, acronimo di Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, riunisce produttori che pongono una grande enfasi sulla qualità, l’autenticità e la sostenibilità nella produzione del vino.

fivi market bologna | The FIVI market is a fascinating and vital event that has been celebrating the best of Italy’s artisanal and organic wines for 12 years. FIVI, an acronym for the Italian Federation of Independent Winemakers, brings together producers who place great emphasis on quality, authenticity and sustainability in wine production.

Questo mercato offre un’esperienza unica, dove gli appassionati di vino possono incontrare direttamente i produttori, assaggiare una vasta gamma di vini e scoprire le storie e le filosofie dietro ogni bottiglia. Bologna, con la sua ricca tradizione culinaria e il suo interesse per i prodotti artigianali di alta qualità, offre la cornice perfetta per un evento come il mercato FIVI.

This market offers a unique experience, where wine enthusiasts can meet the producers directly, taste a wide range of wines and discover the stories and philosophies behind each bottle. Bologna, with its rich culinary tradition and its interest in high-quality artisan products, offers the perfect setting for an event like the FIVI market.


Ed è buona la partenza per il mercato Fivi a Bologna dopo una vita passata a Piacenza. Spazi più grandi e carrelli più piccoli. Libertà di movimento e 8000 etichette in degustazione, l’edizione più partecipata di sempre, per gli appassionati delle bevute oceaniche. Clima festoso come al solito, disponibilità, nuove scoperte, qualità media dei vini presentati alta. Rivedibile l’area food. Prezzi eccessivi per proposte non trascendentali. La mia personale esperienza è fatta di un hamburger maremmano (sedicente) tiepido, con pane ghiacciato e guarnizione tipo kebab house a 12 euro. Incommentabile. Su questo consiglio di migliorare.

Per tutto il resto direi che chi ben comincia, anche alla 12esima edizione, è a un buon punto.

Eventi Vino #7 - 2023 - MERCATO FIVI 2023 A BOLOGNA - BUONA LA PARTENZA | nuova location per mercato fivi
Eventi Vino #7 - 2023 - MERCATO FIVI 2023 A BOLOGNA - BUONA LA PARTENZA | nuova location per mercato fivi
Eventi Vino #7 - 2023 - MERCATO FIVI 2023 A BOLOGNA - BUONA LA PARTENZA | nuova location per mercato fivi
Eventi Vino #7 - 2023 - MERCATO FIVI 2023 A BOLOGNA - BUONA LA PARTENZA | nuova location per mercato fivi

Le foto nell’articolo sono di Michele Purin

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 – Fattoria Selvapiana

Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 – Fattoria Selvapiana

La perfezione di un’opera la potrebbe definire intimamente il suo autore valutando lo scarto tra la realizzazione e l’urgenza iniziale che ne determinò la volontà della realizzazione. Ecco, questa bottiglia di Bucerchiale 2016 ha uno scarto decisamente ridotto tra quanto io in anni di ripetuti stappi ho immaginato essere il vertice espressivo raggiungibile da questo vino in relazione a quello che ho pensato potesse essere l’idea originaria di questa etichetta. Un pensiero parziale, unilaterale, da bevitore, ma senza alcun timore di esagerare questo è uno dei miei candidati ideali per i 100 punti se mai mi dedicassi a valutare i vini in punti.

Sangiovese della Rufina con passaggio in legno piccolo.

Veste più chiara del solito, raggiante granato e si parte al naso con quel che si potrebbe respirare in una strada costeggiata da cipressi in un caldo pomeriggio di giugno (la resina fresca per chi non apprezza i giri di parole) e poi il rosmarino, la scorza d’arancia, ciliegia e meno pronunciate note balsamiche, di prugna, sottobosco, ematiche.
Un vino dai ricordi olfattivi intensi e nitidi con un sorso che non ha una virgola fuori posto. Incisivo, espressivo, vitale, risolto, rara profondità e il tutto su registri meno cupi di alcune recenti annate. Ogni elemento sembra intimamente fuso dentro al vino, che ha persistenza e qualità di gusto di assoluto valore e un finale frutto/mentolato molto arioso.

Un grande classico del bere Toscano che non bisogna mai sottovalutare.

Enonauta/Degustazione di Vino #373 - review - Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 - Fattoria Selvapiana | Un vino dai ricordi olfattivi intensi e nitidi con un sorso che non ha una virgola fuori posto
Enonauta/Degustazione di Vino #373 - review - Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 - Fattoria Selvapiana | Un vino dai ricordi olfattivi intensi e nitidi con un sorso che non ha una virgola fuori posto

Bucerchiale Chianti Rùfina Riserva 2016 – Fattoria Selvapiana

The perfection of a work could be intimately defined by its author by evaluating the gap between the realization and the initial urgency that determined the desire for its realization. Here, this bottle of Bucerchiale 2016 has a decidedly small gap between what, over years of repeated uncorking, I imagined to be the expressive peak achievable by this wine in relation to what I thought could be the original idea of ​​this label. A partial, one-sided, drinker’s thought, but without any fear of exaggerating this is one of my ideal candidates for 100 points if I ever get down to rating wines in points.

Sangiovese della Rufina with small wood passage.

It has a lighter appearance than usual, radiant garnet and it starts on the nose with what you might breathe in a street lined with cypress trees on a hot afternoon in June (the fresh resin for those who don’t appreciate mincing words) and then the rosemary, the orange peel, cherry and less pronounced balsamic, plum, undergrowth and blood notes.
A wine with intense and clear olfactory memories with a sip that doesn’t have a comma out of place. Incisive, expressive, vital, resolved, rare depth and all in less dark registers than some recent years. Each element seems intimately fused within the wine, which has persistence and taste qualities of absolute value and a very airy fruity/mentholated finish.

A great classic of Tuscan drinking that should never be underestimated.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Barolo Pisapola 2016 – Edoardo Sobrino

Barolo Pisapola 2016 – Edoardo Sobrino

Vigneto in Verduno, in Diano d’Alba l’azienda.
Invecchiamento in botte grande.

Premessa buffa:
Nell’aprile 2022 stavo organizzando un giro nelle Langhe con alcuni amici e l’azienda di Edoardo Sobrino era tra quelle che avevo contattato, spinto dall’entusiasmo di alcuni racconti raccolti e senza aver mai bevuto i suoi vini.
Poi è finita che io non ho potuto partecipare alla gita e da Edoardo Sobrino sono andati gli amici senza di me e qui si può leggere il resoconto di quel viaggio

(https://www.enonauta.it/2022/12/30/la-prima-volta-non-si-scorda-mai/)

Questa bottiglia è una di quelle che ritornarono da quel viaggio.

Vino chiaro, luminoso, nitido nei rimandi olfattivi con predominanti note floreali e balsamiche, di eucalipto, anice stellato, erbe officinali. Più tenui ricordi di ribes, bergamotto, felce.
Vino dall’intensità olfattiva sopra la media.

Al palato è sottile, dall’andatura lineare e incisiva, senza sbavature, con acidità calibratissima e tannini di grana fine, sapidità spiccata con ben apprezzabile bilanciamento di tattile e gustativo e si conferma la precisione di tratto già suggerita al naso.

Vino ottimo da riassaggiare sicuramente.




Enonauta/Degustazione di Vino #371 - review - Barolo Pisapola 2016 - Edoardo Sobrino | Vino chiaro, luminoso, nitido, lineare al palato

Barolo Pisapola 2016 – Edoardo Sobrino

Vineyard in Verduno, the company in Diano d’Alba.
Aging in large barrels.

Funny premise:
In April 2022 I was organizing a tour in the Langhe with some friends and Edoardo Sobrino’s company was among those I had contacted, driven by the enthusiasm of some stories I had collected and without ever having drunk his wines.
Then it ended up that I wasn’t able to take part in the trip and my friends went to Edoardo Sobrino without me and you can read the report of that trip here

(https://www.enonauta.it/2022/12/30/la-prima-volta-non-si-corda-mai/)

This bottle is one of those that returned from that trip.

Clear, bright wine, clear in its olfactory references with predominant floral and balsamic notes of eucalyptus, star anise, medicinal herbs. More subtle memories of currant, bergamot, fern.
Wine with above average olfactory intensity.

On the palate it is subtle, with a linear and incisive gait, without smudging, with very calibrated acidity and fine-grained tannins, marked flavor with a very appreciable balance of tactile and gustatory aspects and the precision of trait already suggested on the nose is confirmed.

Excellent wine to definitely taste again.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Cepparello 2016 – Isole e Olena

Che possiamo dire di Cepparello 2016 di Isole & Olena? Ottima l’annata, credo in Toscana nessuno sia riuscito a fallire nemmeno provandoci volontariamente, celebrato il vino. Il risultato è buono.
Ultima bottiglia acquistata al prezzo di prima della deriva delirante del mercato e credo sarà, proprio per l’aumento del prezzo, l’ultima volta che ci incontriamo. Questo però non cambia il giudizio di valore sul vino che è indubbiamente ottimo.

Sangiovese con lunga macerazione e invecchiamento in barrique per un terzo nuove.

A differenza di altre volte, ho stappato la bottiglia a casa e ne ho potuto seguire la dinamica evolutiva.
È un vino fondista che acquisisce brillantezza col passare del tempo e si va componendo col tempo un bouquet con ricordi preminenti di marasca e scorza d’arancia, reminiscenze  di lavanda e incenso, alloro, residuali sentori di torrefazione e muschio/balsamico.
Spiccano al palato la sapidita, la stratificazione e la stoffa di questo Sangiovese. Che è ricco di materia cosi come di scheletro,  ha sorso definito, acidità fluida e tannini finissimi vagamente pungenti. Mostra già un certo equilibrio che lo rende godibile. Godibilissmo.

Enonauta/Degustazione di Vino #370 - review - Cepparello 2016 - Isole & Olena | Grande Vino da una Grande Annata
Enonauta/Degustazione di Vino #370 - review - Cepparello 2016 - Isole & Olena | Grande Vino da una Grande Annata

What can we say about Cepparello 2016 di Isole & Olena?

The vintage was excellent, I don’t think anyone in Tuscany managed to fail even by trying voluntarily, the wine was celebrated. The result is good.
Last bottle purchased at the price before the delirious drift of the market and I believe it will be, precisely because of the price increase, the last time we meet. However, this does not change the value judgment on the wine which is undoubtedly excellent.

Sangiovese with long maceration and aging in one third new barriques.

Unlike other times, I uncorked the bottle at home and was able to follow its evolutionary dynamics.
It is a cross-country wine that acquires brilliance as time passes and over time a bouquet is composed with prominent memories of morello cherry and orange peel, reminiscences of lavender and incense, bay leaves, residual hints of roasting and musk/balsamic.
The flavor, stratification and texture of this Sangiovese stand out on the palate. Which is rich in substance as well as skeleton, it has a defined sip, fluid acidity and very fine, vaguely pungent tannins. It already shows a certain balance that makes it enjoyable. Enjoyable.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

“Doccio a Matteo” Chianti Classico Riserva 2016 – Caparsa

Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva – Caparsa

Non da oggi sostengo che Paolo Cianferoni di Caparsa è uno dei migliori vignaioli, non voglio dire il migliore nonostante la tentazione e il convincimento, dell’area del Chianti Classico. Peraltro con la collaborazione di Federico Staderini. Ho avuto l’occasione di dirglielo di persona alla Collection e a Radda in azienda. E questa è l’ultima delle bottiglie riportate dall’ultima visita in azienda ormai alcuni anni fa.

Per le note tecniche rimando al sito di Caparsa.

Comunque Sangiovese con un due percento di Colorino.

Il tempo ha fatto un buon lavoro e ciò che si beve oggi è un vino rubino scuro, con bei profumi tipici di lavanda e viola, scorza di arancia, altri ricordi fruttati delicati che dopo una prima impressione di marasca fanno pensare al melograno. Speziatura fine, sentori di carne cruda, appena terrosi.
In piena corrispondenza il sorso ha corpo ed è temperato, con acidità e tannini fusi in luminoso equilibrio  che fanno emergere la straordinaria fruttuosa delicatezza di questo vino. Che è profondo e avvolgente, tenace sul finale, sapido e di qualità eccellente nel richiamare il frutto in fase retronasale.

Un bellissimo vino.

Enonauta/Degustazione di Vino #366 - review - Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva - Caparsa | Un bellissimo vino di Radda
Doccio a Matteo 2016 di Caparsa
Enonauta/Degustazione di Vino #366 - review - Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva - Caparsa | Un bellissimo vino di Radda
Doccio a Matteo 2016 di Caparsa
Enonauta/Degustazione di Vino #366 - review - Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva - Caparsa | Un bellissimo vino di Radda
Vigna di Caparsa a Radda in Chianti

Doccio a Matteo 2016 Chianti Classico Riserva – Caparsa

Not since today have I maintained that Paolo Cianferoni of Caparsa is one of the best winemakers, I don’t want to say the best despite temptation and conviction, in the Chianti Classico area. Moreover with the collaboration of Federico Staderini. I had the opportunity to tell him in person at the Collection and in Radda at the company. And this is the last of the bottles brought back from the last visit to the company a few years ago.

For technical notes, please refer to the Caparsa website.

However Sangiovese with two percent Colorino.

Time has done a good job and what we drink today is a dark ruby ​​wine, with beautiful typical aromas of lavender and violet, orange peel, other delicate fruity flavors which after a first impression of morello cherry make you think of pomegranate. Fine spiciness, hints of raw meat, slightly earthy.
In full correspondence, the sip has body and is temperate, with acidity and tannins blended in luminous balance which bring out the extraordinary fruitful delicacy of this wine. Which is deep and enveloping, tenacious on the finish, savory and of excellent quality in recalling the fruit in the retronasal phase.

A beautiful wine.

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Note in margine a una serata da Gagaroni

Note in Margine a una serata da Gagaroni con Grandi Vini Toscani

È successo lo scorso venerdì. In ordine di apertura:

Tignanello 2005 – Antinori

Sassicaia 2001 – Tenuta San Guido 

Messorio 2002 – Le Macchiole 

Paleo 2002 – Le Macchiole

Nella ricerca prima, nell’acquisto poi e nello sturare infine un certo tipo di bottiglie si concentrano alcune diverse finalità, presupposti ed esiti possibili.

Abbiamo strappato (e stappato ovviamente), opera meritoria, queste 4 bottiglie, 4 grandi vini toscani, a un potenziale destino di passaggi di mano o a quello addirittura peggiore di finire a degradarsi in un caveau mentre intorno si diffonde il mugugno dei denigratori.

Abbiamo poi messo alla prova le potenzialità delle bottiglie, ma anche di tanto discorrerci intorno che spesso finisce per sembrare principalmente un esercizio ideologico distante da una reale prassi. Mi riferisco all’abitudine di definire i cosiddetti “grandi vini toscani” come dei fenomeni di comunicazione senza un reale valore enoico, ma senza forse averli mai, o poco, incontrati. Ci siamo messi quindi nella condizione di poter parlare perché, come si dovrebbe sempre ricordare, “prima di parlare bisogna stappare”.

In ultimo, ma forse la cosa più importante, abbiamo affidato le bottiglie al posto che gli spetta. Ovvero il piacere e i ricordi condivisi di una serata irripetibile, o difficilmente ripetibile, dunque bella.

Abbiamo trovato vini floridi, vivi, espressivi che permettevano addirittura di pensarli in un futuro non necessariamente prossimo. Chi scrive si è concentrato molto sulla fase ricreativa e le note sono necessariamente approssimative.

Tignanello 2005 – grandi vini toscani

Non ha bisogno di tempo. Tempra ed energia. 

Ricordi di arancia e prugna, lavanda, erbe aromatiche tritate, tabacco, vino decisamente teso, con freschezza incisiva, tannini ben scolpiti, calore ben inserito per un sorso pieno di vigoria, reminiscenze speziate e di frutto maturo sul finale. Da l’impressione di essere partito da due minuti. Di poter fare ancora meglio tra altri 10 anni.

Sassicaia 2001 -grandi vini toscani

Parte bene e finisce gloriosamente. Chi è riuscito a farlo durare nel bicchiere ha raccontato cose belle.

Il più misurato, e questa la trovo una costante negli anni, ma con un crescendo coinvolgente in precisione ed intensità.

Colore scuro, con sentori di cassis, camminata in pineta, caffè tostato, foglia di alloro, grafite. 

Palato progressivo, avvolgente, equilibrato, con acidità innervata e tannini risolti, sorso definito e di crescente intensità, principalmente sapida. Finale arioso, frutto scuro/vegetale aromatico.

Messorio 2002 -grandi vini toscani

Un Merlot abbondante, lussureggiante, ricco di profumi e sensazioni, più generoso in materia che in forza.

Impenetrabile granato scuro, profumi di Mora, cacao, balsamico/mentolato, note di cenere, vaniglia.

Voluminoso, ricco al palato, con discreta sapidità, ma non particolamente dinamico, con tannini smussati. 

Paleo 2002 – grandi vini toscani

Paleo è sempre atteso da chi lo ha bevuto in precedenza. L’annata, come per Messorio, non è delle migliori, ma è più vitale. 

Molto frutto scuro, macchia mediterranea, erbe aromatiche, pepe, grande espressività, vibrante e tannico, a tratti ostico e assertivo. Pensare che sono già 21 anni e Paleo ha immensa forza.

Accompagnati da un assaggio di Cinghiale in umido con frutta secca. Da 10!

Enonauta/Degustazione di Vino #362/365 - review - Note in Margine a una serata | Sassicaia, Paleo, Messorio, Tignanello grandi vini toscani
Sassicaia, Tignanello, Paleo, Messorio
Enonauta/Degustazione di Vino #362/365 - review - Note in Margine a una serata | Sassicaia, Paleo, Messorio, Tignanello grandi vini toscani
Cinghiale

Standard
Bottiglie, Degustazioni

Titon – Nizza docg – 2020 – L’Armangia

Titon 2020 – L’Armangia – Nizza D.o.c.g.

Titon è un ottimo Nizza, ma prima ancora una fantastica Barbera. Assaggiato due volte, a mercato Fivi e alla kermesse di Nizza Monferrato Nizza È, in entrambe le occasioni mi lasciò di buonumore. Un ottimo Nizza che nel panorama rappresenta a mio avviso una visione più tradizionale traghettata nel contesto della denominazione, forse più orientata verso vini moderni, e per questo, perlomeno per chi scrive, ancora più apprezzabile. Una fantastica barbera perché porta in dote tutte le qualità che generalmente la fanno apprezzare.
Affinamento in legni di varie dimensioni, ma principalmente grandi.
Colore porpora, scuro, denso, un’ondata floreale e di frutto fragrante ti investe con veemenza. Questo Titon è uno di quei vini entusiasmanti che ti coinvolgono subito e non mancano però di convincerti. Ricordi di viole, susina rossa e lampone, spezie, balsamici. Con generosità.
Sorso che manifesta vigoria, larga acidità e un’anima quasi salina. Buono, coinvolgente, dall’azione arrembante e lunga, gli si perdona volentieri qualche eccesso di calore alcolico.

Enonauta/Degustazione di Vino #361 - review - Titon 2020 - L'Armangia Nizza D.o.c.g. | barbera vigorosa, tradizionale e fruttata.
Enonauta/Degustazione di Vino #361 - review - Titon 2020 - L'Armangia Nizza D.o.c.g. | barbera vigorosa, tradizionale e fruttata.

Titon 2020 – L’Armangia – Nizza D.o.c.g.

Titon is an excellent Nizza, but even before that a fantastic Barbera. Tasted twice, at the Fivi market and at the Nizza Monferrato Nizza È event, on both occasions it left me in a good mood. An excellent Nizza which in my opinion represents a more traditional vision brought into the context of the denomination, perhaps more oriented towards modern wines, and for this reason, at least for this writer, even more appreciable. A fantastic Barbera because it brings with it all the qualities that generally make it appreciated.
Aging in wood of various sizes, but mainly large.
Purple in color, dark, dense, a wave of floral and fragrant fruit hits you vehemently. This Titon is one of those exciting wines that immediately involves you and never fails to convince you. Memories of violets, red plum and raspberry, spices, balsamics. With generosity.
A sip that shows vigor, broad acidity and an almost saline soul. Good, engaging, with a strong and long action, it is willingly forgiven for some excess of alcoholic heat.

Standard