Degustazioni

Vinoi 2024 IX edizione 

Vinoi 2024 IX edizione 

8 e 9 dicembre 

presso ICLAB Firenze 

Viale Guidoni 13.

di Riccardo Viganò

Lunedi 9 dicembre. Sono diversi anni che non manco l’appuntamento di Vinoi gestito dagli amici di Vineria Sonora, 12 euro di biglietto prenotato a settembre. Quest’anno sono molti i vignaioli nuovi da testare senza ritegno, la giornata sarà lunga ma la sete non manca. Alle 10:30 ci presentiamo ai nastri di partenza con un giro di saluti agli amici, mi impongo di non bere niente per concentrarmi sui produttori che non conosco  ma non posso esimermi da ri-bere Pezzalunga. Qui Durello e Garganega primeggiano ma da non tralasciare è il metodo classico. Podere Casaccia con il suo Sine felle rimane sempre un gran vino, potente e prepotente. Gli amici sloveni di Murenc ci offrono anche uno snack a base di loto che si abbina perfettamente con il loro Chardonnay macerato. L’amico Valla ci accoglie con il suo rifermentato 10 lune, un vino fresco e spensierato che finisce nel carrello in ottica di bevute estive sotto il sole. Finiti i saluti partiamo con i nuovi assaggi e da menzionare subito Le Vigne di Marco con i suo macerati funky e intriganti. Granja Farm un progetto in Val di Susa di resistenza enoica e eroica viste le pendenze delle vigne. Rocca di Carpeneto ci accoglie con un dolcetto da paura, Losna. Chiudiamo la giornata con un tris d’assi prima di avviarci verso la stazione a prendere il treno: viaggio a Mamoiada da Cantina Canneddu, cannonau precisi e di impatto come i prezzi della zona, precisi verso l’alto! Niccolò Lari da Lastra a Signa con Tigre e Beatnick si conferma come un top produttore di vini macerati, oltre al più bel vignaiolo in fiera! Ultimo ma primo nel nostro cuore rimane Antonio Giglioli di Azienda Agricola Casale,  maestro del Trebbiano, che placcandomi mi da il colpo di grazia facendomi assaggiare l’intera gamma dei suoi “figli”. In sintesi sono stato veramente bene:  tanti produttori nuovi da provare, possibilità di non dover guidare arrivando con i mezzi, mangiare buono e senza salasso.

Un saluto, ci vediamo nel 2025 sempre col calice in mano

Eventi Vino #16 - 2024 - Vinoi 2024 IX edizione - Firenze - ICLAB | A Firenze molto del vino artigianale italiano
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Bottiglie, Degustazioni

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

È successo alla Trattoria da Amerigo di Savigno, grazie ad Alberto Bettini (qui un racconto di Martino Baldi) che ci ha servito questa bottiglia insieme ai sempre ottimi piatti del suo locale. Nel mio caso la bottiglia è arrivata insieme al Germano Reale in due cotture con cui in effetti si combinò bene.

Che dire?

Un giovanissimo Brunate 2020, ma è sempre e comunque meglio bere giovane che non bere, emblema della classicità e, ahimè/ahinoi, della speculazione (non in questo caso). Mga di La Morra.

Un colore bellissimo e traslucido, praticamente una dichiarazione d’intenti. Finissimi e continui richiami alle viole, al tamarindo, al bergamotto, ma soprattutto note di frutto delicato, a metà tra la ciliegia e il melograno. Completano il quadro meno spiccate note di spezie, balsamiche e di erbe aromatiche.

Al palato è rigoroso, ma non così austero come ci si potrebbe aspettare. L’ingresso è discreto, in evidenza subito il cuore di frutto delicato che innesca un lungo reverbero, l’acidità è diffusa, sorso agile, snello, pieno di questo sapore di frutto fresco che perdura e tannini possenti che ti ricordano dove ci si trova, ma senza chiudere. Finisce lungo, molto lungo, tra il melograno, l’eucalipto e il chinotto.

È un gioco divertente immaginarsi tra 15 anni con la stessa bottiglia. Ma non avendo certezza di cosa ci riserva l’avvenire è un gioco ancora più divertente berlo nel presente.

Enonauta/Degustazione di Vino #434 - review - Barolo Brunate 2020 - Giuseppe Rinaldi | Vino Emblematico anche da Giovane
Enonauta/Degustazione di Vino #434 - review - Barolo Brunate 2020 - Giuseppe Rinaldi | Vino Emblematico anche da Giovane

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

It happened at Trattoria da Amerigo in Savigno, thanks to Alberto Bettini (qui a story by Martino Baldi) who served us this bottle together with the always excellent dishes of his restaurant. In my case the bottle arrived together with the Mallard in two cooking sessions with which it actually combined well.

What can I say?

A very young Brunate 2020, but it is always better to drink young than not, an emblem of classicism and, alas, of speculation (not in this case). Mga of La Morra.

A beautiful, translucent color, practically a declaration of intent. Very fine and continuous references to violets, tamarind, bergamot, but above all notes of delicate fruit, halfway between cherry and pomegranate. Less strong notes of spices, balsamics and aromatic herbs complete the picture.

On the palate it is rigorous, but not as austere as one might expect. The entrance is discreet, immediately highlighting the delicate fruit heart that triggers a long reverberation, the acidity is widespread, agile, slim sip, full of this fresh fruit flavor that lasts and powerful tannins that remind you where you are , but without closing. It ends long, very long, between pomegranate, eucalyptus and chinotto.

It’s a fun game to imagine yourself 15 years from now with the same bottle. But not being certain of what the future holds for us makes it an even more fun game to drink it in the present.

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Degustazioni

Nebbiolo 2019 Canonica & Barolo Vigna Rionda 2015 Luigi Pira

Dal pranzo domenicale di due settimane con la Paella di Cacciagione Mista (piccione, cervo, anatra, cinghiale e pecora) e a seguire Cinghiale in umido bianco. Apriamo il Nebbiolo 2019 di G. Canonica per cominciare e il Barolo Vigna Rionda 2015 di Pira col secondo.

Due ottime espressioni del nobile vitigno piemontese chiamato Nebbiolo.

Langhe Nebbiolo 2019 – Canonica

Più “canonico” del solito il Nebbiolo 2019 di Giovanni Canonica da Barolo, che sta 10 mesi in acciaio.

Il colore è chiaro, fa sovvenire il Giacinto Rosa, il ribes rosso e la genziana. Piuttosto diretto, senza fronzoli e richiami rustici.

Vino decisamente fresco, con acidità incisiva. Il sorso è definito, lungo, snello, anche il tannino fa un bel disegno per un’esperienza molto piacevole. Sul finale un bel ritorno balsamico/fruttato.

Peccato il prezzo speculativo raggiunto da questo, così come dagli altri vini, della cantina di Barolo.

Barolo Vigna Rionda 2015 – Pira

Ovviamente Serralunga d’Alba, fermentazione di 20 giorni, invecchianento per 12 mesi in barrique, altri 12 in botte grande e poi la bottiglia.

Il colore è più concentrato della media degli omologhi. E rispetto alla media è anche un Barolo più potente e intenso, che porta in dote una carica tannica considerevole. Certamente questo non era il momento giusto in assoluto per aprirlo, ma giustamente abbinato ha fatto la figura del vino delle grandi occasioni. Che poi è ciò che è. Un vino da grande occasione.

Fragranze di Rosa, frutto rosso turgido molto fresco, rabarbaro, spezie e resine profumate, cenni balsamici e di muschio. Aperto e ricco.

Al palato risulta d’impatto. Molto ampio, non morbido, ben sapodo. Mostra una struttura e una integrità che parlano di un ottimo potenziale d’invecchiamento, ma anche adesso si fa apprezzare per la sua solida precisione, la sua persistenza, la fresca e dinamica vena di sapore. 

In relazione all’annata e a quanto bevuto di coevo traspare una mano che questo 2015 l’ha saputo interpretare con più coraggio o più perizia, dipende da che punto di vista si giudica, indulgendo meno sulla maturità del frutto.

Enonauta/Degustazione di Vino #431/432 - review - Nebbiolo 2019 Canonica & Barolo Vigna Rionda 2015 Luigi Pira | Doppietta Langhe
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Eventi

Mercato Fivi 2024 – si replica alla Fiera di Bologna

Mercato Fivi 2024 – si replica alla Fiera di Bologna

Manca una settimana esatta al più grande mercato del vino italiano. L’unico posto dove puoi comprare più vino di quello che entra nel bagagliaio dell’auto e restare attonito/a davanti al portellone aperto dopo aver tentato di incastrare le ultime scatole. 

Siete pronti/e col carrellino, lo zainone, la borsa della spesa a rotelle della nonna? Preparatevi un buon pasto al sacco per non dovervi affidare all’improvvisazione e trovarvi davanti al tramezzino dell’autogrill a 10,50 euri.

Avete studiato la mappa ed elaborato un percorso ragionato che vi permetta a fine serata di avere ancora una loquela fluente non intasata di dittonghi, iati e trittonghi impronunciabili?

Siete invece intenzionati a una giornata guerrigliera con acquisti “a sentita” destinata a finire sui gomiti dopo aver pronunciato per ore solo esclamazioni di giubilo?

Bene. Qualunque sia il vostro obiettivo è il momento di preparare la sporta e di comprare il biglietto.

Il Mercato Fivi sta arrivando.

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Le Baròncole Chianti Classico Riserva
Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico Riserva “Le Baròncole” 2019 – Fattoria San Giusto a Rentennano

Le Baròncole 2019 Chianti Classico Riserva – Fattoria San Giusto a Rentennano

Un vino poderoso e generoso. Ricco e preciso. Fatto con Sangiovese in gran parte e una piccolissima parte di Canaiolo. Cemento, tra i 16 e i 20 mesi in legni di varia capacità e poi 6 mesi di bottiglia. Di colore granato fitto, porta i profumi della prugna fresca e dell’arancia rossa mescolati a quelli del bosco, a ricordi balsamici ed ematici e più tenui sentori di tabacco e spezie.

In bocca a caratterizzarlo è il bilanciamento, il modo in cui gli elementi sono orchestrati in modo da risultare totalmente organici all’esperienza di gusto. Sapido e strutturato, con buona acidità distribuita, spazialità senza pesantezza, un tannino di forza considerevole e di forma particolare che stringe e poi lascia per un finale aperto, lungo, coerentemente di frutto fresco e spezie.

Vino non giovane, non ancora maturo. Da bersi nel presente o anche più avanti. Per chi lo beve da anni un Baròncole tra i migliori.

Enonauta/Degustazione di Vino #428 - review - Langhe Nebbiolo 2021 - Ferdinando Principiano | Una semplicità convincente e dinamica
Enonauta/Degustazione di Vino #428 - review - Langhe Nebbiolo 2021 - Ferdinando Principiano | Una semplicità convincente e dinamica
Enonauta/Degustazione di Vino #428 - review - Langhe Nebbiolo 2021 - Ferdinando Principiano | Una semplicità convincente e dinamica

Le Baròncole 2019 Chianti Classico Riserva – Fattoria San Giusto a Rentennano

A powerful and generous wine. Rich and precise. Made with mostly Sangiovese and a very small part of Canaiolo. Cement, between 16 and 20 months in wood of various capacities and then 6 months in bottle. Of a dense garnet color, it brings the aromas of fresh plum and blood orange mixed with those of the forest, with balsamic and blood memories and more subtle hints of tobacco and spices.

What characterizes it in the mouth is the balance, the way in which the elements are orchestrated so as to be totally organic to the taste experience. Savory and structured, with good distributed acidity, spatiality without heaviness, a tannin of considerable strength and a particular shape that tightens and then leaves for an open, long finish, consistently of fresh fruit and spices.

Not young wine, not yet mature. To be drunk in the present or even later. For those who have been drinking it for years, one of the best Baròncole.

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Degustazioni

Vini di Vignaioli 2024 a Fornovo – luci ed ombre, pros and cons, su è giù, buono e meno buono

Vini di Vignaioli 2024 a Fornovo – luci ed ombre, pros and cons, su è giù, buono e meno buono

di Riccardo Viganò 

con una postilla di Simone Molinaroli 

Nuovo giro sulla giostra dei festival del vino! Questa volta partiamo alla volta di Vini Di Vignaioli a Fornovo Val di Taro e scegliamo la giornata del lunedì da professionisti del bere quali siamo. Due ore di macchina con sosta autogrill ad ammirare un ottimo club sandwich a 10,50€ e siamo in fila per entrare. Ore 11 cancelli aperti e subito ci dirigiamo verso Camillo Donati e i suoi rifermentati. Una bella gamma di prodotti su cui spiccano la Malvasia aromatica di Candia e la Malvasia rosa. Prezzo in fiera 8 euro, inevitabilmente ne prendiamo una cassa. Tappa obbligata da La Stoppa dove accade la redenzione del nostro “Vate” Simone Molinaroli davanti ad un Ageno non difettato. Dopo molti tentativi finalmente la bottiglia spiazzante che tanti decantano. Torniamo sulla terra con La Macchiona che continua a non convincermi. L’accoglienza al banco è encomiabile e ci fanno sentire anche una Macchiona con 20 anni sulle spalle decisamente evoluta, ma ancora solida e sprintante. La mia esperienza in fiera prosegue  andando a testare tutti i vini macerati che mi ero segnato sul fido taccuino. Ca’ de Noci, Ca’ Liptra e Adagio sicuramente sono produttori interessanti e con prodotti particolari. Tappa del cuore a Cascina degli Ulivi per un goccio di Montemarino e un nuovo tentativo con A demûa novemesi che a me proprio non vuol piacere e via verso nuovi assaggi. L’azienda francese Cuatro Manos ci ha portato nella Loira con un super super Chenin Blanc. Immancabile il piatto di affettati di Maiale nero di Parma con un prosciutto crudo che sembrava zucchero e il barattolo di senape all’antica. Non il pienone che mi aspettavo, ma devo dire che le altre volte ero andato la domenica. Biglietto preso online ormai a più di 20 euro. Sempre molto bello rivedere i vignaioli, ma aleggia una certa incertezza sul futuro di questo business, della serie “Sì, tutto buono. Ma chi compra?” Noi la nostra piccola parte l’abbiamo fatta con una dozzina di bottiglie riportate, ma dubito possa fare una grande differenza. Alla prossima.

Postilla di Simone Molinaroli su VINI DI VIGNAIOLI 2024 e la redenzione

In effetti per la prima volta ho avuto la possibilità, dopo un discreto numero di bottiglie “discutibili”, di assaggiare Ageno in una veste che in qualche modo dà un senso a certi entusiasti pareri ricevuti negli anni. Questo non mi ripaga dell’acetica assaggiata le volte precedenti e continuo a pensare che sia un “vino ideologico”. Adesso però posso anche pensare che talvolta possa dare ottimi esiti. 

Del resto non si esce di casa per corroborare le proprie convinzioni o peggio i propri pregiudizi. Per questo è sufficiente stazionare sul divano in attesa della proposta amichevole, conforme ai gusti profilati, partorita dalla piattaforma multimediale alimentata dagli algoritmi.

Si esce di casa e si va a Fornovo ad assaggiare i vini dei Vignaioli, specialmente quelli che in passato risultarono deludenti, determinati come sempre a farlo in libertà e autonomia.

Vini di Vignaioli è un evento reso simpatico dalla possibilità di acquistare direttamente e non solo assaggiare vini talvolta non più reperibili causa speculazioni, accaparramenti, etcetera che, al pari dell’altro famoso e grande mercato dei Vignaioli, sottolinea la vocazione all’incontro col pubblico bevente e pagante. 

Vini di Vignaioli 2024 – Highlights 

Cuna 2019, già assaggiato in precedenza, si conferma un grandissimo Pinot Nero. Ma non c’era nemmemo bisogno di cercare una conferma.

Ca’Liptra propone un bel trittico di Verdicchio dei Castelli di Jesi tra cui spicca il Riserva Vigna del Torcolaccio.

Ca’ de Noci che non conoscevo propone una interessante Spergola secca

Ho molto apprezzato le proposte de La Frustaia di Luni (SP). Vermentino non banale, non evanescente, non simil-sauvignon.

Camillo Donati Master della Rifermentazione Ancestrale

Ho assaggiato anche un Riesling che sapeva distintamente di Dixie al Formaggio. Ho fatto finta di nulla.

Rocco di Carpeneto tra le altre bottiglie meno entusiasmanti piazza un Ovada Riserva di categoria.

Al banco di assaggio de Il Tufiello un ottimo Sancho Panza 2020, ma gli altrii assaggi mi sono sembrati un po’ troppo selvaggi.

Eventi Vino #13 - 2024 - VINI DI VIGNAIOLI 2024 - Fornovo - Foro 2000 | Manifestazione di vini artigianali
Eventi Vino #13 - 2024 - VINI DI VIGNAIOLI 2024 - Fornovo - Foro 2000 | Manifestazione di vini artigianali
Eventi Vino #13 - 2024 - VINI DI VIGNAIOLI 2024 - Fornovo - Foro 2000 | Manifestazione di vini artigianali
Eventi Vino #13 - 2024 - VINI DI VIGNAIOLI 2024 - Fornovo - Foro 2000 | Manifestazione di vini artigianali
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Eventi

Qualcosa di nuovo a Montespertoli/New Things at Montespertoli

Stappa Montespertoli

Qualcosa di nuovo a Montespertoli/New Things at Montespertoli 

C’è qualcosa di nuovo a Montespertoli? Sembra proprio di si. 

Lunedi 7 ottobre a Montespertoli nel borgo di Lucardo Alto, borgo per il quale è possibile usare il termine “suggestivo” senza temere di suonare retorici, si è tenuto l’evento “Stappa Montespertoli”, occasione di incontro, di festa, condivisione e riflessione organizzata dall’associazione dei viticoltori di Montespertoli, in evidente continuità con la degustazione dello scorso anno “La Rivoluzione a Montespertoli” che si tenne domenica 12 novembre 2023 nei locali del Museo della Vite e del Vino di Montespertoli (qui  l’articolo di Martino Baldi su L’Enonauta).

Stappa Montespertoli
Stappa Montespertoli

PROMUOVERE IL TERRITORIO – Stappa Montespertoli

L’Atmosfera a Montespertoli è frizzante nonostante la pioggerella, c’è entusiasmo e si avvertono la voglia di fare squadra e di spiegare il progetto virtuoso di promozione del territorio con la sua vocazione innegabile per la viticoltura nel rispetto, come precisato nel Patto, della comunità, dei lavoratori, dei produttori tutti, della materia e dell’ecosistema.

Stappa Montespertoli
Il Patto dei Viticoltori di Montespertoli

Quello dell’Associazione dei Viticoltori di Montespertoli è certamente un impegno di autopromozione, ma è declinato sulla scorta di princìpi di ecosostenibilità e di sviluppo sociale.

Una doppia assunzione di responsabilità dunque. Farsi testimoni dei 2200 ettari vitati del comune di Montespertoli per traghettare il territorio, le sue persone e il suo vino in un presente caratterizzato da nuove necessità comunicative, parametri di gusto mobili e da  condizioni climatiche talvolta estreme che costringono a un ripensamento di tutte le certezze accumulate nel tempo. Forti di una storia, di conoscenze, di un nome e di una identità ben riconoscibili.

CLIMA: CONSAPEVOLEZZA DEI CAMBIAMENTI IN ATTO

Con la consapevolezza di dover intraprendere nuove strade, sottolineata dal fatto stesso di aver invitato all’evento Marco Moriondo, agrometeorologo e ricercatore senior nell’ambito di climate change presso il CNR IBE di Firenze e Giacomo Buscioni, responsabile tecnico scientifico del settore bevande di FoodMicroTeam (FMT), che tracciando un quadro sommario della situazione attuale ribadiscono l’ormai conclamata inutilità delle “ricette preconfezionate” e quanto siano necessarie nuove conoscenze, nuovi approfonditi studi, una rinnovata disposizione al cambiamento a fronte delle inedite difficoltà ambientali/meteorologiche che i viticoltori vanno incontrando sempre più frequentemente.

“Non c’è coltura senza cultura…”

Stappa Montespertoli
Stappa Montespertoli
Stappa Montespertoli
Stappa Montespertoli
Stappa Montespertoli

Una menzione a parte merita il sontuoso pranzo di fine vendemmia ben congegnato dalla Trattoria La Lanterna di Pulica che ha, tra le altre cose, servito uno dei migliori conigli arrosto mai assaggiati (da chi sta scrivendo ovviamente).

Lumache
Il pranzo di fine vendemmia a Montespertoli
La vista da Lucardo Alto

New Things at Montespertoli

Something new in Montespertoli/New Things at Montespertoli Is there anything new in Montespertoli? It seems so. On Monday 7 October in Montespertoli in the village of Lucardo Alto, a village for which it is possible to use the term “evocative” without fear of sounding rhetorical, the “Stappa Montespertoli” event was held, an opportunity to meet, celebrate, share and reflect organized by the Montespertoli winemakers’ association, in clear continuity with last year’s tasting “The Revolution in Montespertoli” which was held on Sunday 12 November 2023 in the premises of the Montespertoli Vine and Wine Museum (here is the article by Martino Baldi on L’Enonauta).

PROMUOVERE IL TERRITORIO – Stappa Montespertoli

The atmosphere in Montespertoli is lively despite the drizzle, there is enthusiasm and the desire to team up and explain the virtuous project of promoting the territory with its undeniable vocation for viticulture in compliance, as specified in the Pact, with the community, workers, all producers, matter and the ecosystem. That of the Montespertoli Winemakers’ Association is certainly a commitment to self-promotion, but it is based on the principles of eco-sustainability and social development. A double assumption of responsibility therefore. Be witnesses of the 2200 hectares of vineyards in the municipality of Montespertoli to ferry the territory, its people and its wine into a present characterized by new communication needs, changing taste parameters and sometimes extreme climatic conditions that force a rethinking of all certainties accumulated over time. Strengthened by a history, knowledge, a well-recognizable name and identity.

CONSAPEVOLEZZA DEI CAMBIAMENTI IN ATTO

With the awareness of having to take new paths, underlined by the very fact of having invited Marco Moriondo, agrometeorologist and senior researcher in the field of climate change at the CNR IBE in Florence and Giacomo Buscioni, technical scientific manager of the beverage sector of FoodMicroTeam, to the event (FMT), who, by tracing a summary picture of the current situation, reiterate the now clear uselessness of “pre-packaged recipes” and how necessary are new knowledge, new in-depth studies, a renewed willingness to change in the face of the unprecedented environmental/meteorological difficulties that winemakers they are meeting more and more frequently. “There is no culture without culture…” A separate mention deserves the sumptuous end-of-harvest lunch well thought out by Trattoria La Lanterna in Pulica which, among other things, served one of the best roast rabbits ever tasted (by whoever is writing obviously).

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Bottiglie, Degustazioni

Brunello di Montalcino 2010 – Le Ragnaie

Brunello di Montalcino 2010 – Le Ragnaie

Ricordo che la prima e unica volta che ho partecipato alla famosa manifestazione ilcineseBenvenuto Brunello” si presentava l’annata 2010. Annata definita ottima e in effetti ricordo che non furono poche le cantine a finire sul mio taccuino con i loro Brunello 2010. Tra questi il Brunello di Montalcino 2010 de Le Ragnaie stava al primo posto, principalmente per la sua fedeltà al vitigno, per la sua inarrestabile energia, per il grande scheletro che lasciava intravedere una finezza di tratto in controluce, una promessa sospesa dentro una potenza davvero imponente.

La promessa di allora è mantenuta oggi

Il colore è quello che si vede in foto. Limpido, granato chiaro, non così dissimile da quello della prima volta.

Vino profumato con reminiscenze d’arancia navelina, ciliegine, lavanda, carne cruda accompagnate da un lungo afflato balsamico. In secondo piano ricordi di cuoio, sottobosco ed eterei.

L’acidità è oceanica, innervata, vino adesso disteso, definito, arioso, profondissimo. I tannini, all’uscita decisamente austeri, pur restando tannini di carattere hanno mollato un po’ la presa e al sorso danno precisione e temperamento. 

Vino pronto adesso che andò felicemente a nozze con le bistecchine di Agnello in padella.

Enonauta/Degustazione di Vino #427 - review - Brunello di Montalcino 2010 - Le Ragnaie | Vino che mantiene le promesse fatte nel passato
Enonauta/Degustazione di Vino #427 - review - Brunello di Montalcino 2010 - Le Ragnaie | Vino che mantiene le promesse fatte nel passato

Brunello di Montalcino 2010 – Le Ragnaie

I remember that the first and only time I participated in the famous Ilcinese event “Benvenuto Brunello” the 2010 vintage was presented. A vintage defined as excellent and in fact I remember that there were quite a few wineries that ended up in my notebook with their 2010 Brunellos. Among these, the 2010 Brunello di Montalcino from Le Ragnaie was in first place, mainly for its faithfulness to the grape variety, for its unstoppable energy, for the large skeleton that allowed a glimpse of a finesse of line against the light, a promise suspended within a truly imposing power.

The promise of then is kept today

The color is what you see in the photo. Clear, light garnet, not so different from that of the first time.

A fragrant wine with reminiscences of navelina orange, cherries, lavender, raw meat accompanied by a long balsamic breath. In the background memories of leather, undergrowth and ethereal.

The acidity is oceanic, innervated, wine now relaxed, defined, airy, very deep. The tannins, decidedly austere at the exit, while remaining tannins of character have loosened their grip a bit and at the sip they give precision and temperament.

Wine ready now that went happily with the lamb steaks in the pan.

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Bottiglie, Degustazioni

Gevrey-Chambertin 1er Cru 2006 – Domaine Denis Mortet

Gevrey-Chambertin 1er Cru 2006 – Domaine Denis Mortet

Fermo restando che le bottiglie è giusto che riposino in cantina per il tempo necessario a dargli la giusta forma sperata, credo di poter affermare che la esatta collocazione di una bottiglia è sempre la tavola. Tra i bevitori. Prima o poi questo è il momento culminante della vita di un vino. Nel bene e nel male. Questa bottiglia bevuta con gli amici lo conferma, condivisa generosamente da M. N. e stappata da Alberto Bettini della Trattoria da Amerigo dove è stata ottima compagna delle loro sempre ottime proposte culinarie, tra cui il famoso Uovo che in foto è in primo piano.

Il colore è decisamente vivo in relazione all’età e non si discosta dal rubino fitto.

Fragrante, netto, intenso con sentori di frutti rossi, ematici, fortemente speziati, ricordi di muschio e foglie.

Vino di gran tempra e di notevole caratura. In tecnovinese lo si direbbe di medio corpo, un medio più sbilanciato verso il pieno. Non ha ceduto per niente al tempo che pare invece aver consentito al vino di digerire la “legnosità”, certo non per perderla, per renderla organica.  Una legnosità originaria che io posso solo immaginare e che magari qualcun altro potrebbe confermare (o no).

Adesso è un vino decisamente stratificato e profondo, dalla dinamica di gusto continua, incalzante, con freschezza nordica che immagino abbia trovato con gli anni lo spazio che forse all’inizio mancava (anche in questo caso qualcuno potrà dire la sua). Impeccabile, equilibrato, avvolgente e dalla persistenza decisamente rara.

Non il prototipo dell’eleganza asciutta e talvolta un po’ impalpabile della Borgogna, è un vino che evidenzia un’idea precisa e ben eseguita del Pinot Nero.

Enonauta/Degustazione di Vino #426 - review - Gevrey-Chambertin 1er Cru 2006 - Domaine Denis Mortet | Vino di gran tempra e di notevole caratura

Gevrey-Chambertin 1er Cru 2006 – Domaine Denis Mortet

While it is right that the bottles rest in the cellar for the time necessary to give them the right shape desired, I believe I can say that the exact location of a bottle is always the table. Among drinkers. Sooner or later this is the culminating moment in the life of a wine. For better or for worse. This bottle drunk with friends confirms it, shared generously by M. N. and uncorked by Alberto Bettini of the Trattoria da Amerigo where it was an excellent companion to their always excellent culinary proposals, including the famous Uovo that is in the foreground in the photo.

The color is decidedly vivid in relation to the age and does not deviate from the dense ruby.

Fragrant, clean, intense with hints of red fruits, blood, strongly spicy, memories of moss and leaves.

A wine of great temperament and notable caliber. In Tecnovinese one would say it is medium-bodied, a medium more unbalanced towards full. It has not given in at all to time which instead seems to have allowed the wine to digest the “woodiness”, certainly not to lose it, to make it organic. An original woodiness that I can only imagine and that perhaps someone else could confirm (or not).

Now it is a decidedly layered and deep wine, with a continuous, pressing dynamic of taste, with Nordic freshness that I imagine has found over the years the space that perhaps was missing at the beginning (even in this case someone will have their say). Impeccable, balanced, enveloping and with a decidedly rare persistence.

Not the prototype of the dry and sometimes slightly impalpable elegance of Burgundy, it is a wine that highlights a precise and well-executed idea of ​​Pinot Noir.

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Bottiglie, Degustazioni

Soave “Terrelunghe” 2023 – Vicentini Agostino – sotto i 10 euro #4

Soave “Terrelunghe” 2023 – Agostino Vicentini – vino sotto i dieci euro #4

Stappato più volte con grande soddisfazione il loro Soave Superiore “Il Casale” (ne scrissi qui), ma mai avevo assaggiato questo Soave Terrelunghe dell’azienda Vicentini, 20 ettari di vigneti tra Colognola ai Colli e e Cazzano di Tramigna ad est di Verona, pagato 9,50 euro su una piattaforma di vendita online.

Immagine tratta dal sito aziendale https://vinivicentini.com

Garganega con il 20 percento di Trebbiano. In acciaio.

Un vino che, senza nulla togliere a tutti gli altri che potrei e vorrei citare nel solito modo,  risulta emblematico della vasta possibilità di bere bene in Italia a prezzo contenuto e della qualità diffusa nella zona del Soave.

Brillante e profumato con reminiscenze di fiori di acacia, scorza di cedro, pesca bianca. Immediato e penetrante.

Al palato risulta ampiamente godibile, 

grazia alla sua acidità affilata e copiosa, ma anche grazie a una presenza e a una trama tangibili, una semplicità convincente, ben dispiegata e decisamente buona, nel senso proprio della bontà non mediata. Alcool moderato che migliora ulteriormente la gradevolezza.

Un vero affare.

Enonauta/Degustazione di Vino #425 - review - Soave “Terrelunghe” 2023 - Agostino Vicentini | Tra i migliori a prezzo contenuto
Enonauta/Degustazione di Vino #425 - review - Soave “Terrelunghe” 2023 - Agostino Vicentini | Tra i migliori a prezzo contenuto

Soave “Terrelunghe” 2023 – Agostino Vicentini – wine under ten euros #4

I have uncorked their Soave Superiore “Il Casale” several times with great satisfaction (I wrote about it here), but I have never tasted this Soave Terrelunghe from the Vicentini company, 20 hectares of vineyards between Colognola ai Colli and Cazzano di Tramigna east of Verona, paid 9.50 euros on an online sales platform.

Garganega with 20 percent Trebbiano. In steel.

A wine that, without taking anything away from all the others that I could and would like to mention in the usual way, is emblematic of the vast possibility of drinking well in Italy at a reasonable price and of the quality widespread in the Soave area.

Brilliant and fragrant with reminiscences of acacia flowers, cedar peel, white peach. Immediate and penetrating.

On the palate it is widely enjoyable, thanks to its sharp and copious acidity, but also thanks to a tangible presence and texture, a convincing simplicity, well-extended and decidedly good, in the true sense of unmediated goodness. Moderate alcohol that further improves the pleasantness.

A real bargain.

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