Bottiglie, Degustazioni

Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 – Sandro De Bruno

Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 – Sandro De Bruno

In trasferta in Veneto, il giorno prima di correre la maratona di Venezia, balugina all’improvviso la malsana ma irresistibile idea di farmi un giro per cantine nel Soave. Sugli effetti di questa iniziativa sui risultati dell’indomani stendiamo il velo pietoso dell’oblìo; restano invece memorabili i risultati della scampagnata del sabato, con diverse bottiglie di qualità portate a casa. Tra le altre, questo Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 Sandro De Bruno, donatomi gentilmente dal ragazzo che mi accoglie, in aggiunta ad alcune bottiglie acquistate, per compensare la delusione di non poter effettuare una visita o almeno una degustazione senza averla precedentemente prenotata. È l’ultima bottiglia che apro nel 2024 prima della cena di San Silvestro e la felicità di averlo fatto è sollecitata subito dal colore oro, pieno, intenso, che mi saluta dal calice. Anche il naso è promettente, con un profluvio di frutti chiari ed esotici, una dolcezza pronunciata, quasi zuccherina, dovuta alla vendemmia quasi tardiva, di fine ottobre, ma attraversata da una nota più fresca, minerale, ereditata dai substrati vulcanici del terreno. Anche in bocca si conferma vino di complessità gustosa, dal sorso pieno, cremoso, ricco di frutta secca e arancia e pasticceria, ma anche con la profondità delle erbe aromatiche e una decisa sapidità che si fa sempre più strada e resta in bocca in una lunghezza quasi infinita. Bottiglia che irrompe con prepotenza nella lista delle mie migliori bevute sotto i venti euro.

Enonauta/Degustazione di Vino #436 - review - Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 - Sandro De Bruno | Complessità gustosa

Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 – Sandro De Bruno

On a trip to Veneto, the day before running the Venice marathon, I suddenly had the unhealthy but irresistible idea of ​​taking a tour of the cellars in Soave. We draw the pitiful veil of oblivion over the effects of this initiative on the results of the following day; However, the results of the Saturday outing remain memorable, with several quality bottles taken home. Among others, this Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 Sandro De Bruno, kindly given to me by the boy who welcomes me, in addition to some bottles purchased, to compensate for the disappointment of not being able to make a visit or at least a tasting without having previously booked it. It is the last bottle that I open in 2024 before the New Year’s Eve dinner and the happiness of having done so is immediately encouraged by the full, intense gold color that greets me from the glass. The nose is also promising, with a flood of light and exotic fruits, a pronounced sweetness, almost sugary, due to the almost late harvest, at the end of October, but crossed by a fresher, mineral note, inherited from the volcanic substrates of the soil. Even in the mouth it confirms itself as a wine of tasty complexity, with a full, creamy sip, rich in dried fruit and orange and pastries, but also with the depth of the aromatic herbs and a decisive flavor that increasingly makes its way and remains in the mouth for a long time. almost infinite. A bottle that forcefully enters the list of my best drinks under twenty euros.

Enonauta/Degustazione di Vino #436 - review - Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 - Sandro De Bruno | Complessità gustosa
Enonauta/Degustazione di Vino #436 – review – Soave Superiore DOCG Monte San Piero 2021 – Sandro De Bruno | Complessità gustosa
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Eventi

Calendario degli eventi del Vino nel 2025 in Italia

Eventi e festival del Vino per il 2025 in Italia

Eventi Vino 2025 – Calendario degli Eventi del Vino in Italia ovvero Dove andranno nel 2025 gli Enomaniaci?

Eventi Vino 2025? La scelta non manca ed ecco qui un calendario i loro k eventi del vino con una selezione delle migliori occasioni italiane. Benvenuti nella nostra guida semicompleta agli eventi del vino in Italia, dove potrete scoprire le più prestigiose manifestazioni enogastronomiche del Bel Paese. Dalle degustazioni alle fiere del settore, vi condurremo alla scoperta delle tradizioni vinicole italiane, offrendovi un’esperienza unica nel mondo del vino. Scoprite con noi i luoghi e le date dei principali eventi, e lasciatevi guidare alla ricerca dei migliori vini e delle eccellenze enogastronomiche italiane. Benvenuti nel meraviglioso mondo del vino italiano!

gennaio | febbraio | marzo | aprile | maggio | giugno | luglio | agosto | settembre | ottobre | novembre | dicembre |

Eventi Vino 2025

VINO in-dipendente


12 GENNAIO 2025 a Calvisano (BS)

Fiera-mercato del vino artigianale

Ingresso € 15,00 compreso di calice per assaggi e busta porta bicchiere ( si possono assaggiare tutti i vini con l’ingresso ).

Eventi Vino 2025

NEBBIOLO NEL CUORE

DOMENICA 12 E LUNEDì 13 GENNAIO 2025 a Roma l’evento dedicato a tutti gli amanti del Nobile Vitigno Piemonte

Eventi Vino 2025

VINIVERI ASSISI 2025

Il 13 gennaio ad Assisi il primo appuntamento Enoico del 2025.

Valle di Assisi Hotel & Spa

Eventi Vino 2025

Forlì Wine Festival

Mostra mercato di vini italiani alla Fiera Enogastronomica. Dal 24 al 26 gennaio.

EVOLUZIONE NATURALE – EVENTI VINO PUGLIA

26 e 27 gennaio Grottaglie (Taranto)

Eventi Vino 2025

WINE & SIENA

dal 24 al 27 gennaio a Siena | Palazzo Squarcialupi/Santa Maria della Scala

Degustazioni, Talks e altro a cura di The Wine Hunter

Eventi Vino 2025

VINI MIGRANTI

FIRENZE / 26-27 GENNAIO 2025 / VIVIDO IN MANIFATTURA TABACCHI

60 espositori da tutto il mondo

Eventi Vino 2025

GRANDI LANGHE – EVENTI VINO PIEMONTE

27 e 28 gennaio 2025 alle OGR

quasi 500 cantine dalle Langhe, Roero e dal resto del Piemonte, pronte a presentare in anteprima le nuove annate delle DOCG e DOC. Per tutta la durata dell’evento vi sarà una sala degustazione dedicata alla stampa con le ultime annate rilasciate in commercio di tutte le DOCG e DOC del Piemonte.

Eventi Vino 2025

WINE IN VENICE

31 GENNAIO – 3 FEBBRAIO 2025

Vignaioli Naturali a Roma

1 e 2 febbraio 2025 a Roma presso l’Hotel Excelsior di Via Veneto 125

I VINI DEL CUORE

A Genova – nel chiostro del Museo Diocesiano il 2 e 3 febbraio

AMARONE OPERA PRIMA

1 e 2 Febbraio 2025
Palazzo della Gran Guardia, Verona

Un evento dedicato al grande rosso veneto

ANTEPRIME DI TOSCANA

dal 14 al 21 febbraio i Consorzi del Vino Toscano presentano le nuove annate.

Eventi Vino 2025

CHIANTI CLASSICO COLLECTION

Alla Stazione Leopolda di Firenze il 17 e 18 febbraio. Per i devoti del Gallo Nero.

CHIANTI CLASSICO COLLECTION

Alla Stazione Leopolda di Firenze il 17 e 18 febbraio. Per i devoti del Gallo Nero.

SLOW WINE FAIR

la quarta edizione a BolognaFiere dal 23 al 25 febbraio 2025

Packaging e logistica: la sostenibilità del vino, oltre il vino

Eventi Vino 2025

SALONE DEL VINO DI TORINO

In attesa delle date precise sappiamo che il periodo sarà quello della prima settimana di marzo 2025.

Il Salone del Vino di Torino è un progetto teso alla valorizzazione del patrimonio vitivinicolo del Piemonte, che vuole portare nel capoluogo cantine storiche, giovani vignaioli, consorzi e associazioni di tutela.

Su Instagram

VINIFERA

22 e 23 marzo a Trento presso Trento Expo

100 VIGNAIOLI E ARTIGIANI DEL CIBO provenienti dall’arco alpino, italiano ed estero

Terre di Toscana 2025

XVII edizione – Domenica 23 e lunedì 24 marzo

Hotel Una Esperienze Versilia Lido | Lido Di Camaiore (LU)

Il sempre entusiasmante eventi de L’Acquabuona che raccoglie tutto il meglio del Vino Toscano

VINITALY

dal 6 al 9 aprile presso Verona Fiere. il più grande degli eventi italiani dedicati alla bevanda di Bacco

ViniAmo

Il e il 5 Maggio 2025 torna ViniAmo, il Wine Tasting della Capitale

all’Hotel Cristoroforo Colombo, all’EUR.

RADICI DEL SUD

Sarà la rinnovata ex Distilleria Paolo Cassano di Gioia del Colle (Ba) ad ospitare, dal 4 al 9 giugno 2025, la XX edizione di Radici del Sud.

Eventi Passati 2025

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Bottiglie, Degustazioni

Chianti Classico DUELAME 2021 – Lamole di Lamole

Chianti Classico DUELAME 2021 – Lamole di Lamole

Io e Martino Baldi lo assaggiammo alla Chianti Classico Collection 2024. Ci colpì ed emerse alla fine della fiera come uno degli assaggi più nitidi e convincenti tra la moltitudine di bottiglie presenti a dispetto del suo essere reperibile al supermercato e prodotto da un’azienda di proprietà di un grande gruppo. Contravvenendo quindi ulteriormente a una delle regole capitali del winelover di alta categoria, ovvero che la GDO è il demonio e tutto ciò che vi si compra non è buono, usufruimmo poi della stessa offerta del solito supermercato.

Un vino a cui darei la massima valutazione per i valori espressi in relazione alla tipologia e alle metodiche di produzione.

Sangiovese vinificato in acciaio. Poi invecchiato in botte e a seguire l’affinamento in bottiglia. L’altitudine e il suolo sono qui come in tutti i vini di Lamole una componente fondamentale.

Vino di colore mediamente fitto, fragrantissimo e filologico presenta prevalenti ricordi di giaggioli e marasche, l’arancia navel e il timo, con più discreti rimandi ematici e balsamici.

Al palato risulta pienamente definito, preciso, entra con freschezza tipica ben innervata, corpo snello e ottima e lunga dinamica di gusto. Ha tannini di carattere e fini, si beve e si ribeve con gioia accompagnando il pasto, finisce coerentemente con ritorno del frutto e in parte balsamico.

Bevuto ora dà grande soddisfazione, ma ancora tra qualche anno, con buona probabilità, regalerà emozioni a chi saprà conservarne qualche bottiglia.

Enonauta/Degustazione di Vino #435 - review - Chianti Classico DUELAME 2021 - Lamole di Lamole | Chianti Classico Filologicamente Lamolese
Enonauta/Degustazione di Vino #435 - review - Chianti Classico DUELAME 2021 - Lamole di Lamole | Chianti Classico Filologicamente Lamolese

Chianti Classico DUELAME 2021 – Lamole di Lamole

Martino Baldi and I tasted it at the Chianti Classico Collection 2024. It struck us and emerged at the end of the fair as one of the clearest and most convincing tastings among the multitude of bottles present despite its being available in the supermarket and produced by an owned company of a large group. Therefore further violating one of the capital rules of high-class wine lovers, namely that large-scale retail trade is the devil and everything you buy there is not good, we then took advantage of the same offer as the usual supermarket.

A wine to which I would give the highest rating for the values ​​expressed in relation to the type and production methods.

Sangiovese vinified in steel. Then aged in barrels followed by refinement in the bottle. Altitude and soil are a fundamental component here, as in all Lamole wines.

A wine with a medium-dense colour, very fragrant and philological, with prevalent hints of irises and morello cherries, navel orange and thyme, with more discreet blood and balsamic references.

On the palate it is fully defined, precise, enters with typical well-innervated freshness, slim body and excellent and long dynamic flavour. It has characterful and fine tannins, it can be drunk over and over again with joy accompanying the meal, it ends consistently with a return of fruit and is partly balsamic.

Drunk now it gives great satisfaction, but in a few years, it will probably give emotions to those who know how to keep a few bottles of it.

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Degustazioni

Vinoi 2024 IX edizione 

Vinoi 2024 IX edizione 

8 e 9 dicembre 

presso ICLAB Firenze 

Viale Guidoni 13.

di Riccardo Viganò

Lunedi 9 dicembre. Sono diversi anni che non manco l’appuntamento di Vinoi gestito dagli amici di Vineria Sonora, 12 euro di biglietto prenotato a settembre. Quest’anno sono molti i vignaioli nuovi da testare senza ritegno, la giornata sarà lunga ma la sete non manca. Alle 10:30 ci presentiamo ai nastri di partenza con un giro di saluti agli amici, mi impongo di non bere niente per concentrarmi sui produttori che non conosco  ma non posso esimermi da ri-bere Pezzalunga. Qui Durello e Garganega primeggiano ma da non tralasciare è il metodo classico. Podere Casaccia con il suo Sine felle rimane sempre un gran vino, potente e prepotente. Gli amici sloveni di Murenc ci offrono anche uno snack a base di loto che si abbina perfettamente con il loro Chardonnay macerato. L’amico Valla ci accoglie con il suo rifermentato 10 lune, un vino fresco e spensierato che finisce nel carrello in ottica di bevute estive sotto il sole. Finiti i saluti partiamo con i nuovi assaggi e da menzionare subito Le Vigne di Marco con i suo macerati funky e intriganti. Granja Farm un progetto in Val di Susa di resistenza enoica e eroica viste le pendenze delle vigne. Rocca di Carpeneto ci accoglie con un dolcetto da paura, Losna. Chiudiamo la giornata con un tris d’assi prima di avviarci verso la stazione a prendere il treno: viaggio a Mamoiada da Cantina Canneddu, cannonau precisi e di impatto come i prezzi della zona, precisi verso l’alto! Niccolò Lari da Lastra a Signa con Tigre e Beatnick si conferma come un top produttore di vini macerati, oltre al più bel vignaiolo in fiera! Ultimo ma primo nel nostro cuore rimane Antonio Giglioli di Azienda Agricola Casale,  maestro del Trebbiano, che placcandomi mi da il colpo di grazia facendomi assaggiare l’intera gamma dei suoi “figli”. In sintesi sono stato veramente bene:  tanti produttori nuovi da provare, possibilità di non dover guidare arrivando con i mezzi, mangiare buono e senza salasso.

Un saluto, ci vediamo nel 2025 sempre col calice in mano

Eventi Vino #16 - 2024 - Vinoi 2024 IX edizione - Firenze - ICLAB | A Firenze molto del vino artigianale italiano
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Barolo Brunate 2020 - Giuseppe Rinaldi
Bottiglie, Degustazioni

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

È successo alla Trattoria da Amerigo di Savigno, grazie ad Alberto Bettini (qui un racconto di Martino Baldi) che ci ha servito questa bottiglia insieme ai sempre ottimi piatti del suo locale. Nel mio caso la bottiglia è arrivata insieme al Germano Reale in due cotture con cui in effetti si combinò bene.

Che dire?

Un giovanissimo Brunate 2020, ma è sempre e comunque meglio bere giovane che non bere, emblema della classicità e, ahimè/ahinoi, della speculazione (non in questo caso). Mga di La Morra.

Un colore bellissimo e traslucido, praticamente una dichiarazione d’intenti. Finissimi e continui richiami alle viole, al tamarindo, al bergamotto, ma soprattutto note di frutto delicato, a metà tra la ciliegia e il melograno. Completano il quadro meno spiccate note di spezie, balsamiche e di erbe aromatiche.

Al palato è rigoroso, ma non così austero come ci si potrebbe aspettare. L’ingresso è discreto, in evidenza subito il cuore di frutto delicato che innesca un lungo reverbero, l’acidità è diffusa, sorso agile, snello, pieno di questo sapore di frutto fresco che perdura e tannini possenti che ti ricordano dove ci si trova, ma senza chiudere. Finisce lungo, molto lungo, tra il melograno, l’eucalipto e il chinotto.

È un gioco divertente immaginarsi tra 15 anni con la stessa bottiglia. Ma non avendo certezza di cosa ci riserva l’avvenire è un gioco ancora più divertente berlo nel presente.

Enonauta/Degustazione di Vino #434 - review - Barolo Brunate 2020 - Giuseppe Rinaldi | Vino Emblematico anche da Giovane
Enonauta/Degustazione di Vino #434 - review - Barolo Brunate 2020 - Giuseppe Rinaldi | Vino Emblematico anche da Giovane

Barolo Brunate 2020 – Giuseppe Rinaldi

It happened at Trattoria da Amerigo in Savigno, thanks to Alberto Bettini (qui a story by Martino Baldi) who served us this bottle together with the always excellent dishes of his restaurant. In my case the bottle arrived together with the Mallard in two cooking sessions with which it actually combined well.

What can I say?

A very young Brunate 2020, but it is always better to drink young than not, an emblem of classicism and, alas, of speculation (not in this case). Mga of La Morra.

A beautiful, translucent color, practically a declaration of intent. Very fine and continuous references to violets, tamarind, bergamot, but above all notes of delicate fruit, halfway between cherry and pomegranate. Less strong notes of spices, balsamics and aromatic herbs complete the picture.

On the palate it is rigorous, but not as austere as one might expect. The entrance is discreet, immediately highlighting the delicate fruit heart that triggers a long reverberation, the acidity is widespread, agile, slim sip, full of this fresh fruit flavor that lasts and powerful tannins that remind you where you are , but without closing. It ends long, very long, between pomegranate, eucalyptus and chinotto.

It’s a fun game to imagine yourself 15 years from now with the same bottle. But not being certain of what the future holds for us makes it an even more fun game to drink it in the present.

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Bottiglie, Degustazioni

Grignolino d’Asti 2023 – Gianni Doglia – sotto i dieci euro #6

Grignolino d’Asti 2023 – Gianni Doglia – sotto i dieci euro #6

Chi ti racconta il Grignolino racconta sempre di un’uva dal temperamento difficile, ma che può dare risultati sorprendenti. Chi è consapevole di poterne offrire una buona interpretazione spende volentieri un po’ di tempo per riconoscergli ciò che è dovuto. Questo è uno di quei casi, acquistato direttamente in cantina e di questa e altre visite ne riscriverò, dove chi lo fa lo offre con sicuro entusiasmo.

Fermentazione a temperatura controllata sulle bucce per due/tre giorni e poi la fermentazione termina in bianco. Poi riposo in acciaio fino a primavera e un mese in bottiglia.  

Un Grignolino talmente chiaro e splendente da sembrare un rosato. E dai profumi netti, di Rosa Canina, fragolina selvatica e delicatamente speziati. 

Vino che in bocca si caratterizza per la precisione del sorso, decisamente ben rifinito, con alcol e tannini moderati, secco, teso, acido, con bel ritorno di frutto fresco, dove alla rinuncia al volume si affiancano però la forza espressiva e una levità coinvolgente che fanno di questo Grignolino un ipotetico accompagnamento per una moltitudine di piatti. 

Altro palese esempio di quanto, distaccandosi dai cliché dominanti, di ottimo e accessibile si può bere nel panorama del vino italico.

Enonauta/Degustazione di Vino #433 - review - Grignolino d’Asti 2023 - Gianni Doglia | Grignolino d'Asti dal bel sorso definito
Enonauta/Degustazione di Vino #433 - review - Grignolino d’Asti 2023 - Gianni Doglia | Grignolino d'Asti dal bel sorso definito

Grignolino d’Asti 2023 – Gianni Doglia – under ten euros #6

Whoever tells you about Grignolino always talks about a grape with a difficult temperament, but which can give surprising results. Those who are aware that they can offer a good interpretation willingly spend some time to give it its due. This is one of those cases, purchased directly from the cellar and I will write about this and other visits, where those who make it offer it with certain enthusiasm. Fermentation at a controlled temperature on the skins for two/three days and then the fermentation ends in white. Then I rest in steel until spring and a month in the bottle. A Grignolino so light and shining that it seems like a rosé. And with clear aromas of Rosa Canina, wild strawberry and delicately spiced. Wine characterized in the mouth by the precision of the sip, decidedly well finished, with moderate alcohol and tannins, dry, taut, acidic, with a nice return of fresh fruit, where the renunciation of volume is however accompanied by expressive strength and an engaging lightness which make this Grignolino a hypothetical accompaniment for a multitude of dishes. Another clear example of how excellent and accessible one can drink in the panorama of Italian wine, breaking away from the dominant clichés.

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Degustazioni

Nebbiolo 2019 Canonica & Barolo Vigna Rionda 2015 Luigi Pira

Dal pranzo domenicale di due settimane con la Paella di Cacciagione Mista (piccione, cervo, anatra, cinghiale e pecora) e a seguire Cinghiale in umido bianco. Apriamo il Nebbiolo 2019 di G. Canonica per cominciare e il Barolo Vigna Rionda 2015 di Pira col secondo.

Due ottime espressioni del nobile vitigno piemontese chiamato Nebbiolo.

Langhe Nebbiolo 2019 – Canonica

Più “canonico” del solito il Nebbiolo 2019 di Giovanni Canonica da Barolo, che sta 10 mesi in acciaio.

Il colore è chiaro, fa sovvenire il Giacinto Rosa, il ribes rosso e la genziana. Piuttosto diretto, senza fronzoli e richiami rustici.

Vino decisamente fresco, con acidità incisiva. Il sorso è definito, lungo, snello, anche il tannino fa un bel disegno per un’esperienza molto piacevole. Sul finale un bel ritorno balsamico/fruttato.

Peccato il prezzo speculativo raggiunto da questo, così come dagli altri vini, della cantina di Barolo.

Barolo Vigna Rionda 2015 – Pira

Ovviamente Serralunga d’Alba, fermentazione di 20 giorni, invecchianento per 12 mesi in barrique, altri 12 in botte grande e poi la bottiglia.

Il colore è più concentrato della media degli omologhi. E rispetto alla media è anche un Barolo più potente e intenso, che porta in dote una carica tannica considerevole. Certamente questo non era il momento giusto in assoluto per aprirlo, ma giustamente abbinato ha fatto la figura del vino delle grandi occasioni. Che poi è ciò che è. Un vino da grande occasione.

Fragranze di Rosa, frutto rosso turgido molto fresco, rabarbaro, spezie e resine profumate, cenni balsamici e di muschio. Aperto e ricco.

Al palato risulta d’impatto. Molto ampio, non morbido, ben sapodo. Mostra una struttura e una integrità che parlano di un ottimo potenziale d’invecchiamento, ma anche adesso si fa apprezzare per la sua solida precisione, la sua persistenza, la fresca e dinamica vena di sapore. 

In relazione all’annata e a quanto bevuto di coevo traspare una mano che questo 2015 l’ha saputo interpretare con più coraggio o più perizia, dipende da che punto di vista si giudica, indulgendo meno sulla maturità del frutto.

Enonauta/Degustazione di Vino #431/432 - review - Nebbiolo 2019 Canonica & Barolo Vigna Rionda 2015 Luigi Pira | Doppietta Langhe
Enonauta/Degustazione di Vino #431/432 - review - Nebbiolo 2019 Canonica & Barolo Vigna Rionda 2015 Luigi Pira | Doppietta Langhe
Enonauta/Degustazione di Vino #431/432 - review - Nebbiolo 2019 Canonica & Barolo Vigna Rionda 2015 Luigi Pira | Doppietta Langhe
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Eventi

Resoconto Semisobrio del Fivi 2024

Resoconto Semisobrio del Mercato Fivi 2024 

di Riccardo Viganò 

Nuovo viaggio per noi piccoli Enonauti sempre alla ricerca di nuovi terrruarrr. Obiettivo Mercato dei Vignaioli Indipendenti, 23-24-25 novembre a Bologna presso la Fiera. Apertura cancelli ore 11 noi già in fila alle 10 ben lontani dall’ingresso dopo aver pagato l’obolo al parcheggio Michelino da 5 euro al giorno. Onestissimo ripensando ai parcheggi a Piacenza che erano gratis, ma sul marciapiede. Comunque all’orario detto i cancelli si aprono e la fila magicamente scorre senza troppi intoppi, pochi minuti e siamo dentro. L’avventura per ritirare bicchiere e carrello durerà fino alle 12:05. Deprecabile e impensabile che al banco dei carrelli le addette della fiera si accorgano dell’assenza dell’energia elettrica alle ore 11 in punto e che non siano in grado di gestire la situazione evitando la scortesia e una maleducazione non giustificabile. L’incapacità cronica  degli italiani nel  fare una fila peggiora la situazione. Servirebbero le transenne come all’aeroporto con un serpentone obbligato. Vabbe comunque passiamo alla parte liquida del discorso…

Mi ero prefissato di bere tutti i produttori della Valtellina e qualche orange. Poi mi son fatto attrarre dall’alto Piemonte e dai Baroli, diciamo senza opporre troppa resistenza. La domenica invece dedicata ai vini macerati e a trovare produttori amici senza bere troppo per evitare di lasciare la patente sul banco. Che dire della Valtellina? Ogni anno che passa sempre meglio. Produttori degustati in ordine alfabetico: Dirupi, Franzina, Lanzini Marino, Mozzi, Pizzo Coca, La Perla, Le Strie, Terrazzi alti. (Lo so che mancano alcuni produttori ma potrò bere IL CHE MI PARE???) Scegliendo tra tutti direi Inferno di Pizzo Coca e Dossi Salati de I Dirupi. La domenica mi presento in netto anticipo, DEVO prendere il carrello! Meno male non è troppo freddo in coda! Passo a trovare gli amici di Cà Nova Gualdana con la loro ottima Malvasia macerata Anfora tigris in quel di Piacenza. La Pietra del Focolare con il loro vino di punta Solarancio, vermentino di Luni con breve macerazione molto corposo veramente ben fatto. Orzan Ivaldo, tappa fissa con Una Gnot e Zal Scur, vini dal rapporto qualità prezzo super. Francesconi Paolo per capire che l’Albana si può fare anche buona! Lupinc a Trieste con la sua Vitovska (attenti all’accento!). Anche questa avventura volge al termine, con il bagagliaio pieno e sempre più la sensazione di dover andare alla ricerca di vini ancora alla portata delle mie tasche! 

E a voi enonauti come è andata a Bologna?

P.S.

Della bellezza del Fivi, nonostante le inevitabili difficoltà organizzative, non si può tacere. Principalmente per la sua funzione di testimonianza del vastissimo giacimento italiano di buon bere a prezzo giusto.  

Arrivederci al 2025 dal Mercato Fivi 2024 è tutto

Eventi Vino #15 - 2024 - Mercato Fivi 2024 - Bologna - Fiera | Il Grande Mercato Fivi ritorna a Bologna con i vignaioli italiani
Eventi Vino #15 - 2024 - Mercato Fivi 2024 - Bologna - Fiera | Il Grande Mercato Fivi ritorna a Bologna con i vignaioli italiani
Eventi Vino #15 - 2024 - Mercato Fivi Area Food
Le foto sono di Michele Purin
Le fotografie sono di Michele Purin
Eventi Vino #15 - 2024 - Mercato Fivi 2024 - Bologna - Fiera | Il Grande Mercato Fivi ritorna a Bologna con i vignaioli italiani

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Mangiare, Ristoranti/Trattorie

Agriturismo Mas del Saro a Sant’Orsola, sopra Pergine Valsugana nella Valle dei Mocheni (Trento)

Il Benestare – a tavola con L’Enonauta #3 – Agriturismo Mas del Saro a Sant’Orsola – Pergine Valsugana (Trento)

A Mas Del Saro si arriva da Pergine Valsugana percorrendo prima la strada che conduce a Sant’Orsola e poi la provinciale che porta a Baselga di Pinè, sulla quale dopo 5/6 curve si svolta a destra in una strada che finisce proprio di fronte al Maso. Non lo si può trovare casualmente, ma si deve voler arrivare. Un’impresa non impossibile comunque.

Si notano subito l’orto con la sua serra e il cavolo nero che in effetti poi dopo abbiamo assaporato, una pergola con tavolo che è quello dove si può mangiare in estate quando il clima lo consente, e deve essere un bello stare a tavola, le arnie, la porta che conduce alla sala del ristorante. Che è stato scelto da Giulia, la mia compagna, individuato seguendo indicazioni che raccontano di un luogo speciale, pacifico, animato da persone radicalmente appassionate e dedite al proprio lavoro. Un impegno fatto di accoglienza, restituzione/testimonianza della vita di montagna, cucina stagionale autentica con ingredienti di propria produzione, incontro. Ciò di cui ha bisogno una famiglia dopo una lunga giornata passata tra lo sfavillante circo del Merano Wine Festival (il babbo, cioè chi scrive) e le Terme di Merano (il resto della famiglia e poi anche il babbo) e prima del ritorno a casa.

Agriturismo Mas del Saro
Agriturismo Mas del Saro

Ciò che abbiamo trovato è esattamente quello che nei racconti ci aveva persuaso ad andare.

Agriturismo Mas del Saro

Vea, cuoca ed esperta panificatrice, e Dario, appassionato di montagna e di vino nonché Bauer del Maso, sono ospiti partecipi e discreti nel guidare attraverso il percorso proposto che, fatto di piatti dai sapori che definire semplici è forse riduttivo e che quindi potrei definire “accuratamente semplici” e soprattutto netti, al gusto risulta integralmente, dal piatto d’apertura al liquore artigianale al Pino Mugo, un inno alla veridicità degli ingredienti e alla creatività di una cucina non povera, ma volutamente afferente a una tradizione di cui certo l’abbondanza non era protagonista.

Agriturismo Mas del Saro

Il menù comprendeva dunque Pinsotti con speck e lardo di aziende limitrofe e cavolo cappuccio “vivo” condito con aceto di mele, una zuppa di cavolo nero e fagioli davvero saporita che tradisce una parte di toscanità, il bottone ripieno di faraona in brodo di verdure e levistico che è rigoroso, scioglievole e delicato, il crumble di grano saraceno con verdure e maiale che mixa sapori e consistenze con leggerezza e naturalezza. Completa la proposta una selezione di Vini territoriale ed orientata alla qualità con prezzi equi. Così come equo trovo il prezzo del menu con in più il non diffusissimo merito della chiarezza. Memorabile al momento del digestivo, anche se col mangiare non c’entra niente, il cambio repentino di luminosità dovuto alla scomparsa del sole dietro il poggio che fiancheggia il Maso.

Vea e Dario di Mas del Saro
Vea e Dario di Mas del Saro
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Degustazioni, Eventi

Stravino: tre colpi di fulmine e un amore

Va in scena la prima edizione di Stravino, la mostra mercato realizzata dalle delegazioni Fisar di Pistoia e Prato nelle serre di Toscana Fair, il ristorante ospitato all’interno dell’azienda Mati Pianti di Pistoia. Vale la pena di farci un salto, se non altro perché sembra finalmente una iniziativa enologica pistoiese realizzata con tutti i crismi per fare discreta divulgazione, e non solo cassa o bagordi. In effetti la realizzazione è pregevole. C’è sufficiente aria tra i tavoli di degustazione, un numero giusto di espositori proporzionalmente allo spazio disponibile e un’agevole accessibilità per il pubblico; almeno la domenica fino al primo pomeriggio ci si poteva muovere tranquillamente e avere il tempo di conversare con gli espositori, in buona parte presenti in prima persona. Principale limite logistico la modesta capienza dei parcheggi che, con la location stretta tra autostrada e superstrada, può preoccupare rispetto alla prospettiva di una (auspicabile) crescita. Lista degli espositori pubblicata con congruo anticipo per valutare e preparare la visita, offerta sufficientemente differenziata e rappresentativa di gran parte del territorio vinicolo italiano, con preponderanza per la Toscana (ovviamente) e il Veneto, e qualche lacuna che sicuramente in futuro verrà colmata (ma in fondo non è nemmeno troppo importante che lo sia). Perlopiù produttori piccoli e medio piccoli, meno noti al grande pubblico, e qualche sparuta etichetta anche da grande distribuzione che appare quasi fuori contesto.

Eventi Vino #14 - 2024 - Stravino - Pistoia - Toscana Fair | Degustazione di Vini

Io e il mio compare enofeticista Massimiliano ci avventuriamo in una passeggiata domenicale di banco in banco, senza pretese, senza programmi, senza prendere appunti, guidati solo dalla curiosità e dal magnetismo delle bottiglie, decidendo per una esplorazione di bianchi e una esplorazione di rossi intervallate da una pausa.

Tra la qualità varia dei molti vini assaggiati mi preme segnalare quei pochi attimi che tra gli altri fuggenti e i molti dimenticabili mi hanno costretto a sostare, a fermarmi, a intensificare l’attenzione solo in virtù dell’emozione generata dal bicchiere. Non perché non ci fossero in degustazione altri vini meritevoli ma perché, come ben sanno i frequentatori molto amatoriali di questo tipo di eventi, la sorte gioca a mostrare e nascondere e, come in una affollata festa ai tempi del liceo, il sorriso da colpo di fulmine si può incontrare dietro un qualsiasi angolo ma può anche scivolarci accanto senza incrociare il nostro sguardo.

Tenuta Stella – Collio – Stravino Pistoia

Si spenda allora qualche parola per i bianchi biologici di Tenuta Stella, a Scriò (Gorizia), nel Collio. Tutti molto buoni ma in particolare si apprezzano le due ribolle ferme. La versione base integra la parte affinata in acciaio e quella affinata in tonneaux in un delizioso equilibrio in cui tutto il legno si è trasformato in un avvolgente gusto di pasticceria fine e vaniglia. Bottiglia per me addirittura più sorprendente, fatte le dovute proporzioni con le aspettative, dell’ottima riserva, che dai vari passaggi tra botte e tonneaux riceve in eredità una bella spinta di frutta essiccata e liquirizia senza che gli affinamenti vadano a incidere (anzi!) sulla freschezza del frutto. Vino prontissimo sin da subito ma, direi, allo stesso tempo portatore di grandi promesse a chi voglia attenderlo anche a lungo.
Prima di passare ad altro, segnaliamo della cantina goriziana anche il divertente blended rosso di uve autoctone Sdencina, assaggiato dopo pranzo, intenso ma di grandissima beva, tra frutti impetuosi, spezie scoppiettanti e lunga balsamicità finale.

Eventi Vino #14 - 2024 - Tenuta Stella
Stravino – Il banco di Tenuta Stella

Podere Pellicciano – San Miniato- Stravino Pistoia

La seconda saetta è scagliata da Cupido quando ci troviamo al banco del Podere Pellicciano di San Miniato (Pisa), dove oltre a un olio extravergine d’oliva che immaginiamo in abito da sera, tanta è l’eleganza, tra una larga scelta di vini realizzati con accesissima passione più per l’uva che per il mercato, spicca già alla vista il colore nel calice del trebbiano in purezza Fonte Vivo: un limpidissimo oro tendente all’intensità dell’ambra che fulmineo ci trafigge il cuore, seguito da un ricchissimo bouquet di frutta secca e erbe aromatiche. Il bello è che il vino mantiene ciò che promette: i cinquanta giorni di appassimento e la lunga macerazione hanno trasformato il frutto in una carezza sensuale, senza nessuna scompostezza o esagerazione, in un equilibrio godurioso di acidità, alcolicità, misurata tannicità e grande succosità. Trebbiano onorato come merita in questa esemplificazione perfetta della filosofia che soggiace alla pratica del Podere, secondo cui «col legno si fanno le sedie e i tavolini; il vino si fa con l’uva». Applausi. Sia per il vino sia per la massima, che, concordiamo con il vignaiolo, andrebbe stampata sulle magliette.
Anche nel caso del Podere Pellicciano ci piace ricordare l’incontro con un rosso: Prato della rocca, un blended di Malvasia nera, Sangiovese, Colorino e Canaiolo fermentati all’unisono, in cui tutto l’amore esercitato nella cura dei vini monovarietali in catalogo si infonde in un siero di mirabolante complessità con uno spettro aromatico praticamente sterminato. Non certo un vino che si incontra tutti i giorni, come ci ricorda, giustamente, e dolorosamente, il prezzo.

Eventi Vino #14 - 2024 - Stravino - Pistoia - Toscana Fair | Degustazione di Vini
Stravino – Il banco di Podere Pellicciano con Fonte Vivo in primo piano

Pit Stop

Dopo una pausa pranzo modesta con schiacciatina (così così) alla mortadella (bòna!) nel bar del Toscana Fair (che ospita anche il ristorante omonimo, già esauritissimo con le prenotazioni), andiamo alla caccia di scintille nei vini rossi.

Prato al Pozzo – Montecucco – Stravino Pistoia

La prima è quella appiccata dai due Arpagone dell’azienda Prato al Pozzo, di Cinigiano (Grosseto), nel territorio del Montecucco. Sia nella versione base sia nella versione Riserva, luccica la non banale delicatezza che la cantina sa trarre dal sangiovese. Se si è piacevolmente rinfrescati dal ventaglio delle spezie di cui si abbellisce la versione base, ancora più sorprendente è l’effetto dell’incontro con il sorso della Riserva. Del legno degli affinamenti non resta che finezza, spezie e note di cioccolato. Mentre i tannini morbidi e dolci copulano con i sentori di pepe, si fa strada una sapidità che si espande sul palato e si fa lunga e persistente, come il ricordo di un bacio in una canzone di Gino Paoli. Se non è amore, è almeno innamoramento. Ci allontaniamo allegri.

Eventi Vino #14 - 2024 - Stravino - Pistoia - Toscana Fair | Degustazione di Vini
Stravino Pistoia – Il banco di Prato al Pozzo

Come nel caso di un rubacuori che all’improvviso termina il suo folleggiare di gioia in gioia, il quarto è anche il colpo di fulmine definitivo, quello che ci fa decidere di concludere le degustazioni prima del previsto, ritenendo di aver raggiunto un apice difficilmente replicabile nella giornata.

Carmina Arvalia – Bolgheri

L’assaggio di Carmina Arvalia 2019, del Podere Trinci di Castagneto Carducci (Livorno), è una rivelazione. Nel cuore del territorio di Bolgheri, come un folletto dal bosco sbuca fuori questa bottiglia che sembra essere arrivata da un altro pianeta per quanto evita di uniformarsi agli obliteratissimi codici del territorio. E in effetti è un po’ in un altrove che affonda le radici questa piccolissima azienda, che si deve all’arrivo dal Salento nel 2003 di Pasquale Perrone e di sua figlia Maria Chiara, e alla loro scelta di coltivare a vigneti un solo ettaro pedecollinare pochi metri sopra il livello del mare nella frazione Fonte di Foiano, rispettando il disciplinare della Bolgheri DOC ma ancor più assecondando un vero culto dell’uva. Lavorazioni completamente manuali, nessun trattamento chimico sul terreno, uve vinificate appena arrivano in cantina, nessuna chiarificazione o filtrazione, et cetera et cetera. Quel che ne viene fuori è, se mi permettete un paradosso, uno spettacolare anti-bolgheri: un vino dall’anima luminosa, niente affatto compiacente o compiaciuto, anzi rigoroso e amichevole al tempo stesso, in cui merlot, cabernet sauvignon, sangiovese, cabernet franc e syrah sembrano essersi ritirati nella loro macerazione come pensatori assorti nei loro pensieri, per poi non tanto fondersi quanto confrontarsi in un lungo, armonioso dialogo a più voci. Qualcuno ha scritto che è un vino poetico ma io direi più poematico: nei soli dieci minuti passati al banco nel bicchiere e nel palato i frutti, le spezie e le erbe dopo un brevissimo incipit sonnacchioso affondato sotto le coltri di un tannino da ossigenare, si mettono in moto e si incalzano a vicenda, ognuna con la propria voce, dando vita a una continua metamorfosi. È l’unico vino della giornata di cui non si può sputare nemmeno una goccia e, anzi, ne chiedo un secondo assaggio, avvinto ormai senza resistenze alla narrazione che continua a evolvere, mentre nel frattempo apprezziamo la consonanza tra questo vino così ricco, autentico, gentile e generoso e le omologhe qualità di chi lo produce e ce lo presenta. Emoziona il pensare cosa deve essere centellinare questa bottiglia nell’arco di qualche giorno (spoiler: lo scoprirò a breve). Stavolta è proprio amore e, c’è da scommetterci, non svanirà presto.

Eventi Vino #14 - 2024 - Stravino - Pistoia - Toscana Fair | Degustazione di Vini
Stravino Pistoia – Il banco di Podere Trinci con Carmina Arvalia
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